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Italia, Spalletti: “Spagna favorita? Non pensatevi più forti di ciò che siete”

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Luciano Spalletti, commissario tecnico dell’Italia, ha parlato in conferenza stampa alla vigilia della seconda sfida di Euro2024 contro la Spagna.

Giornata di vigilia per l’Italia di Luciano Spalletti. Il commissario tecnico ha preso parte alla conferenza stampa per presentare la delicata sfida del gruppo B di Euro2024 contro la Spagna di De La Fuente. Appuntamento a domani, giovedì 20 giugno, alle ore 21 alla Veltins-Arena di Gelsenkirchen.

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LA GRINTA DEL CT AZZURRO LUCIANO SPALLETTI CHE CARICA I SUOI RAGAZZI NEL PRIMO GIORNO DI RADUNO A COVERCIANO IN VISTA DELL’EUROPEO 2024 IN GERMANIA ( FOTO FORNELLI/KEYPRESS )

Italia, le parole di Spalletti

Chi è il rigorista?

“Secondo me ne abbiamo più di uno, Scamacca, Retegui, Barella, Dimarco, poi secondo me li sanno battere anche Calafiori e Jorginho. Il rigorista è uno di questi qui, perché poi quando si va lì sul dischetto se ne dicono uno-due, chi non se la sente deve avere sempre quello di scorta”.

Pensi di cambiare tanto domani? E’ la gara più importante della tua carriera?

“Questa volta la formazione la dico domani, non la dico il giorno prima perché anche degli altri non mi è arrivata alcuna notizia su chi gioca. E’ una delle gare più importanti della mia carriera, ne ho passata già qualcuna e questa è da mettere a quel livello lì. Tutti abbiamo storie da raccontare e questa è una di quelle partite che può determinare certe storie”.

Sembra una Spagna più pragmatica, questo può portare a qualcosa di differente?

“La Spagna è diventata la Spagna perché ha fatto sempre lo stesso calcio, è diventata così riconosciuta perché ha avuto il coraggio di mantenere nel tempo la stessa idea di calcio, la stessa richiesta e disponibilità da parte dei calciatori. Siccome a volte si parla di calcio internazionale, si parla di confronto con scuole di calcio più definite della nostra, dico che per arrivare a quei livelli lì bisogna fare come hanno fatto loro, cadenzati nel riproporre sempre la stessa idea di calcio. Ci sarà sempre il tentativo di fare la partita. Loro hanno tutto da un punto di vista di qualità individuali, di caratteristiche di squadra.

Dovranno essere più alti i tempi di reazione e sono curioso di vedere quando loro ci verranno addosso quali saranno le nostre scelte. Secondo me con la Croazia hanno vinto perché loro picchiano sempre allo stesso modo e appena la Croazia ha avuto delle pause loro sono entrati dentro. Dobbiamo esser bravi a mantenere sempre lo stesso livello, reazioni più veloci e metterci comunque dentro la qualità per togliergli la possibilità di portarti in giro per il campo”.

In questa partita è in gioco anche la sua identità tecnica?

“Noi siamo vestiti da Giorgio Armani e lui è conosciuto in tutto il mondo, si va lì con lo stesso abito cercando di essere gli stessi. Dobbiamo mantenere quella voglia matta di fare la partita contro una delle scuole calcio più forti al mondo. Quello che non si vuole avere sono i rimpianti per non aver fatto le nostre cose: sarà più difficoltoso, sicuramente, ma si andrà lì vestiti bene e pronti a sporcarci gli abiti se ce ne fosse bisogno”.

Non ha la sensazione che la chiave della partita di domani sia anche molto tecnica? Non siamo un po’ indietro nei dribbling?

“Nel relazionale c’è anche la qualità tecnica a cui lei alludeva. Poi bisogna riuscire a trovare quell’equilibrio non solo a livello tattico, dieci giocatori che dribblano e basta difficilmente si possono sostenere. Yamal è più bravo a fare quello e ha meno disponibilità nel ripiegamento. In alcuni giocatori bisogna avere entrambe le fasi, ad altri si concede qualcosa di più perché lì abbiamo.

Ma è difficile trovare uno specializzato per fare quello e basta: quando abbiamo detto che siamo tutti un po’ numeri 10, si intendeva proprio questo, ormai i terzini vanno a finire le azioni nella fase offensiva. Bisogna fare un po’ tutto: più se ne hanno di calciatori che sanno saltare l’uomo e meglio è, ma chi salta l’uomo deve anche riuscire a non farsi saltare.

Dobbiamo sistemare delle cose, ma noi siamo sulla buona strada: abbiamo preso qualche ripartenza di troppo, ma il tentativo di provare a fare calcio offensivo c’è sempre stato. La squadra ha sempre provato a posizionarsi nella metà campo avversaria, bisogna esser bravi a fare un po’ tutto. Loro hanno dei tempi di reazione più veloci dei nostri, sono più intensi di noi. Però c’è da mettere apposto quella cosa prima di pensare a uno che salta l’uomo, un aspetto che viene dopo. Ora c’è una differenza di tempi di reazione e bisogna mantenere certi tempi di reazione”.

Cosa la preoccupa di più della Spagna?

“Mi preoccupa di più il livello di calcio che dobbiamo proporre noi, la chiave che apre la porta della possibilità di vittoria è il nostro calcio. Sono più attento a questa situazione, poi è chiaro che a volte bisognerà esser bravi anche a subirla la qualità della Spagna, ma le intenzioni devono essere quelle giuste. Abbiamo grande rispetto per la storia e la qualità della Spagna, ma non dovete pensarvi più forti di quello che siete perché altrimenti sarebbe un errore. Noi abbiamo le nostre possibilità di giocare la partita, noi proveremo a fare quello”.

Ti identifichi col calcio spagnolo?

“E’ un calcio che mi piace molto quello che fa la Spagna, di conseguenza si vanno a prendere delle cose, si vanno ad analizzare delle cose. E’ un calcio molto offensivo, tengono sempre molti uomini alti e noi dobbiamo trovare quello libero in poco tempo. Il miglior calcio quello spagnolo? Sicuramente uni dei migliori ma non siete gli unici. Noi sicuramente abbiamo bisogno di fare dei passi in avanti”.

E’ più difficile questa Spagna da analizzare rispetto a quella che ha vinto molto dal 2008 al 2012?

“Secondo me si somigliano molto, dipende un po’ anche da chi gioca prima punta. Morata è quello più bravo ad attaccare la profondità, Morata non è pigro. Fa numeri per ciò che riguarda i metri totali e la velocità incredibili, un calciatore così ti attacca la profondità più volte. Yamal uguale, ribalta continuamente l’azione e infatti una delle difficoltà che avremo saranno le preventive sulle loro ripartenze. A campo aperto sono micidiali e bisogna vedere se ci riusciremo”.

Dobbiamo aspettarci una partita più propositiva e più aggressiva?

“Il tentativo di pressarli va fatto, bisogna sistemare alcune cose ma dipende sempre da dove si trova il blocco squadra. Anche se non ci siamo riusciti in qualche partita la lettura abbiamo provato a non cambiarla. Li dobbiamo pressare e pressare forte, perché poi nei tempi più corti c’è la possibilità di giocare più puliti e alla Spagna gli devi dare fretta. Il tentativo è quello lì, noi non si può giocare in ripartenza e basta.

Loro hanno Rodri che lo puoi mettere da qualsiasi parte e riesce a fare sempre la differenza, può fare il quinto difensore. Mentre a Jorginho non puoi far fare quel lavoro lì da quinto difensore. Ci vuole scocca, ci vuole fisico, lui è un calciatore più da qualità. Si cerca di mettere dentro tutte queste notizie per tirar fuori una prestazione che s’è scelto e si vuol fare”.

Come ha allenato la concretezza e il cinismo?

“Proveremo a fare la partita e bisogna esser bravi a sapere quando fare i cambi di velocità per portare a casa il vantaggio che ci siamo procurati con l’inizio dell’azione, poi quando si arriva davanti al portiere noi siamo già a dama. Poi bisogna fare anche gol, ma la tranquillità di poter fare quasi sempre gol è difficile perché di emozioni, opportunità e coraggio bisogna sempre parlare. Si va a fare un’analisi corretta e poi a tentare di mettere apposto la semplicità dell’esecuzione, quando siamo lì. Quella è la cosa più semplice e va trattata come una cosa semplice, altrimenti si va a caricare ancora quella emozione che hanno i ragazzi nel giocare questa partita”.

E’ l’undicesima volta che la Spagna incontra l’Italia in un grande torneo, la quinta volta dal 2008. E’ un derby per voi?

“No, non è un derby. Per me sono tutti derby: quando gioco un Europeo sono tutte finali, tutti derby, tutte partite che non mi ricapiteranno più. Ci do il massimo dell’attenzione. Noi tenteremo di rifare la stessa partita giocata con l’Albania, vogliamo andare a misurarci contro una squadra forte per vedere il nostro livello di calcio contro una delle più forti che ci sono.

Abbiamo sempre tentato di fare così. Anche contro squadre forti nelle qualificazioni abbiamo tentato di fare questo, un calcio propositivo fatto di possesso palla, se si dà in mano il pallone agli avversari si esce male da questa gare qui. Proveremo a fare la nostra partita e vedremo se siamo così bravi oppure no contro una delle squadre più riconoscibili”.

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Italia, Tardelli: “Metterei Fagioli per Jorginho, può dare una scintilla a questa squadra”

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L’ex calciatore italiano della Juventus Marco Tardelli ha parlato ai microfoni de la Gazzetta Dello Sport, in vista del match di sabato contro la Svizzera.

Italia, le parole di Tardelli

Juventus, le parole di Tardelli

Di seguito le parole dell’ex calciatore della Juventus e della nazionale italiana Marco Tardelli, rilasciate ai microfoni de La Gazzetta Dello Sport e relative alla nazionale di Spalletti in vista del match contro la Svizzera: in programma sabato alle 18:00.

Partiamo dal sistema di gioco

“Quello usato contro la Croazia ha quasi funzionato, anche se qualche rischio c’è stato. Nel complesso Spalletti ha trovato un equilibrio con due esterni così, ma è un equilibrio più difensivo che offensivo

Meglio con Chiesa?

Un po’ meglio: qualche strappo in più, non molti. Forse, a vedere come sta lui, c’è anche da rivedere qualcosa a livello di condizione, però quella di solito cambia nel corso del torneo.

Prima però vedo altre urgenze, almeno due. Serve più determinazione. Non ne ho vista nelle prime tre partite. La seconda: mi è sembrato un centrocampo un po’ assente: di idee e qualità.

Azzardrebbe Fagioli al posto di Jorginho?

D’istinto dico sì: se è stato convocato, rinunciando a Locatelli, c’è uno scopo dietro. Mi incuriosisce, potrebbe essere la scintilla giusta, perché una scintilla serve”.

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Italia, El Shaarawy: “Gli Azzurri non muoiono mai. Rimpianti? Sì, ne ho”

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Italia, El Shaarawy

L’attaccante della Roma e dell’Italia, Stephan El Shaarawy, ha parlato in conferenza stampa a quattro giorni dalla sfida contro l’Austria.

Stephan El Shaarawy, attaccante dell’Italia e della Roma, è intervenuto in conferenza stampa direttamente da Casa Azzurri soffermandosi sull’ottavo di finale di Euro2024 contro l’Austria, in programma sabato 29 alle ore 18 a Berlino.

Quest’oggi è iniziata la preparazione della Nazionale di Luciano Spalletti per la supersfida di sabato.

Italia, El Shaarawy

STEPHAN EL SHAARAWY SORRIDENTE ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Italia, le parole di El Shaarawy

Cosa vi ha regalato il finale di Lipsia?

“Sicuramente una grande emozione, un gol al 98esimo di dà una grande gioia. Ci ha dato consapevolezza sul fatto che questa squadra non muore mai, fare gol nel recupero non è una fortuna, ma è una qualità da squadra che ci crede fino all’ultimo. Quella di lunedì non è stata una gara eccezionale dal punto di vista della qualità a differenza di quella con l’Albania, ma c’è stato grande impegno e la qualificazione a mio avviso è meritata”.

Buffon ha detto all’inizio che ci hanno sottostimato, Gravina che siamo una squadra normale. Voi cosa credete?

“Credo ci sia grande aspettativa e pressione perché siamo una squadra forte che può arrivare fino in fondo, l’Italia è campione in carica e ci sono grandi aspettative e pressione. Questa squadra è composta da grandi giocatori e grandi uomini, che sanno fare gruppo, soffrire e gioire insieme. Siamo una squadra di grande qualità che può fare bene. L’abbiamo dimostrato nella prima partita, nelle altre due potevamo fare meglio in termini di qualità e coraggio, ma questa squadra può dire la sua. Dobbiamo avere l’ambizione di poter dire la nostra in questo torneo”.

Perché con la Spagna e con la Croazia abbiamo assistito a momenti in cui sembriamo contratti?

“Secondo me in alcune circostanze abbiamo avuto poco l’ambizione di giocare. Ma questa è una squadra di grande qualità, siamo mancati un po’ nel coraggio e nell’ambizione di andare a far male gli avversari. Spalletti ci chiede un calcio offensivo, propositivo, sono un po’ mancati questi aspetti e su questo dobbiamo un po’ migliorare”.

Che tipo di squadra è questa Italia?

“Ciò che ci chiede il mister è cercare molto il palleggio, fraseggiare con gli interni di centrocampo e poi andare sugli esterni. Contro la Croazia c’è un po’ mancato e magari con un passaggio in meno potevamo ricercare subito gli esterni. Cerchiamo di fare ciò che ci chiede, a volte è venuta meno ma l’idea è quella. Io sono sempre pronto per fare tutto, il mister mi ha provato esterno alto a sinistra e a destra, quarto di centrocampo e anche quinto. Mi adatto alle sue esigenze ma so che anche giocando poco posso risultare decisivo come è capitato a Zaccagni. Dobbiamo farci trovare pronti e con la coscienza sono apposto perché sto facendo il massimo”.

Spalletti ha detto che errori basici avvengono per troppo attaccamento, tu come lo spieghi?

“Da un lato è anche positivo, quando un giocatore indossa questa maglia vuole strafare e fare il meglio per questa Nazionale. A volte si cade nella foga di voler fare troppo e si è poco lucidi, a livello qualitativo non è nemmeno semplice, ma dal punto di vista dell’impegno e della disponibilità c’è stato tutto. Poi è chiaro che si può migliorare, questa è una squadra di giocatori seri che si stanno allenando al massimo”.

Yakin ha detto che non è preoccupato per l’Italia, cosa pensi delle sue parole? Chi deve essere preoccupato?

“Nessuna squadra è contenta di giocare contro l’Italia, abbiamo una grande storia calcistica e non è mai semplice giocare contro di noi. L’abbiamo dimostrato anche con la Croazia, questa è una squadra che non molla e cerca di fare gol. Anche con la Spagna abbiamo provato a giocare a viso aperto e loro sono stati più bravi, ma l’ambizione deve essere quella, abbiamo le possibilità per farlo. Cercheremo di proporre un calcio offensivo e propositivo anche con la Svizzera, vogliamo arrivare in fondo perché vincere è il nostro obiettivo”.

Spalletti ti sembra più teso del solito? Preferite giocare a tre?

“A tre o a quattro per me cambia poco. Nascendo esterno, io mi trovo meglio nel 4-3-3. La squadra ha detto a Spalletti che si trova meglio a tre? Più del modulo, bisogna parlare di come ci approcciamo la gara, secondo me possiamo migliorare molto nei duelli, nell’uno contro uno. Spalletti lo vedo carico nel modo giusto, esigente sicuramente perché pretende, ma positivo in quello che è il nostro percorso. E’ fiducioso per quella che è la squadra e quello che noi possiamo dare a lui”.

Come blocco Roma siete secondi, però a eccezione di Pellegrini state trovando poco spazio. Come lo state vivendo? Ha rinnovato De Rossi con la Roma, cosa ne pensi?

“Sono molto contento del rinnovo di De Rossi, con lui ci siamo trovati subito bene e come allenatore s’è dimostrato immediatamente molto competente e capace. Noi la stiamo vivendo bene, siamo veramente un bel gruppo che si diverte e sa stare insieme. Pensavate di giocare un po’ di più? Sono scelte che fa il mister, Mancini è stato abituato a giocare sempre con la Roma, come Bryan e Lorenzo, e tutti si allenano a mille. Le scelte sono del mister, noi ci stiamo allenando forte in attesa della chiamata. Questo è un gruppo molto serio e professionale”.

Metà squadra della Svizzera gioca in Italia, è un vantaggio per loro o per voi? Che gara ti aspetti sabato?

“Mi aspetto un ritmo molto alto, lo hanno dimostrato con la Germania. Sono andati tanto forte, hanno giocatori di gamba e grande qualità. Poi sono ottavi di finale, è sempre una gare tosta e servirà attenzione ai dettagli. Nei video vediamo che tanta differenza la fanno i particolari, le scalate e i metri che fai per recuperare palla. Siamo pronti a questo”.

Avete buttato un occhio sul lato del tabellone? Il percorso sembra interessante

“Sì interessante, ma difficile. Anche le squadre meno di nome hanno dimostrato di essere molto organizzate, di riuscire a far male alle favorite. Non ci sono partite semplici, a partire dalla gara contro la Svizzera. L’Albania fino a pochi minuti dalla fine era dentro il girone, non è mai semplice a questo livello perché ci sono ritmi sempre molto elevati. Ma questo è, siamo pronti per affrontare qualsiasi tipo di gara”.

Hai esordito in Nazionale dodici anni fa. Hai qualche rimpianto per non essere tra i top vista la tecnica che hai?

“Ognuno di noi punta sempre al massimo. Ho qualche rimpianto, potevo fare qualcosa in più, ma ho sempre cercato di dare il massimo per quello che era nelle mie possibilità. Essere qui oggi è sicuramente un grande privilegio: volevo esserci e ci sono riuscito, anche se non sto giocando. E’ una grande soddisfazione essere presente nella squadra e sono contento di questo”.

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Nazionale

Italia, Fagioli: “Questa è la mia rivincita, e sulla Svizzera…”

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Il calciatore della nazionale italiana e della Juventus Fagioli ha parlato in zona mista dopo il pari nel match di ieri tra Croazia e Italia.

Italia, le parole di Fagioli

Fagioli

Di seguito le parole del calciatore della nazionale italiana e della Juventus, rilasciate in zona mista dopo il match di ieri sera tra Italia e Croazia terminata 1-1 che ha mandato il club azzurro agli ottavi di finale dell’Europeo:

IL TUO INGRESSO IN CAMPO

“Personalmente ho vissuto un momento stupendo, l’esordio all’Europeo è stato bellissimo. Entrare sotto di un gol e riuscire e pareggiarla grazie a un bellissimo gol di Zaccagni è stato straordinario, una emozione indescrivibile”.

PARTITA CON LA SVIZZERA

“Tra cinque giorni saremo a Berlino per sfidare la Svizzera. Per la squadra la stessa cosa: siamo passati da un momento bellissimo contro l’Albania, a uno meno bello con la Spagna e ora la sfida contro la Croazia“.

È UNA RIVINCITA

“Sì, sicuramente. E’ la mia rivincita”.

PARTITA CON LA CROAZIA

“Dovevamo solo pensare a portare a casa il risultato e in questo caso era il pareggio perché fino al 90esimo eravamo sotto.

Dovevamo solo riprenderci dalla sfida contro la Spagna perché con l’Albania abbiamo disputato un’ottima partita. Si può sbagliare, l’importante è reagire come abbiamo fatto”.

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