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Fiorentina, Commisso annuncia: “Ferrari nuovo dg. A Pradè compiti maggiori”

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Fiorentina, Commisso

Il presidente della Fiorentina, Rocco Commisso, ha annunciato novità importanti per quanto riguarda l’organigramma della società toscana.

La Fiorentina annuncia novità importanti per l’organigramma societario. Rocco Commisso ha rilasciato un messaggio ai canali del club viola annunciando il successore di Joe Barone, scomparso prematuramente lo scorso 19 marzo.

Il nuovo Direttore Generale del club sarà Alessandro Ferrari, attuale responsabile della comunicazione.

Fiorentina

Fiorentina, l’annuncio di Commisso

“Mi dispiace non essere presente ma lo sarò nei prossimi giorni. Oggi ho voluto in ogni caso farvi sapere come affronteremo i prossimi impegni. Non sarà facile senza la persona che guidava tutto e tutti e che mi faceva sapere come andavano le cose. Joe Barone rimarrà per tutti noi una persona cara e indimenticabile e penso che l’affetto mostrato in questi giorni sia la prova di quante persone gli volevano bene. Ora dobbiamo andare avanti e affrontare le sfide sportive e aziendali.

Per questo motivo ho deciso di mantenere le mie regole e abitudini: famiglia e fiducia, continuità e sostegno. Faccio questo in Mediacom da tanti anni. Siamo come una famiglia. Quando ho dovuto sostituire qualcuno ho sempre cercato di dare continuità alle mie scelte. E lo farò anche ora, dando continuità a chi era in azienda: Alessandro Ferrari diventerà direttore generale, mentre Daniele Pradé sarà direttore sportivo.

Entrambe persone che conosco da quando sono arrivato e che adesso avranno responsabilità maggiore. Avranno il mio appoggio totale e dovranno lavorare bene. Ci attendono traguardi importanti, davanti i calciatori ma dietro tutti noi e tutti voi”.

Inoltre il numero uno del club viola si è soffermato anche su alcune tematiche a lui care, dal Viola Park al rapporto con le istituzioni:

“Si vince e si perde tutti insieme: donne e uomini hanno importanti obiettivi da raggiungere. La Primavera ha riportato a casa la Coppa Italia. Abbiamo il Viola Park che funziona bene, ma dovrà funzionare ancora meglio, per i nostri tifosi e i nostri partner. Abbiamo acquistato anche nuovi parcheggi: una volta ultimati il costo totale del Viola Park sarà di quasi 130 milioni e sarà sicuramente il centro sportivo più grande d’Italia e uno dei più grandi d’Europa.

Poi ci sono tanti altri temi: stadio, tramvia, diritti televisivi, decreto crescita. Tutti argomenti che porteremo avanti col nostro stile, essendo trasparenti, diretti e senza promesse che sappiamo di non mantenere. Faremo tutto cercando di rispettare la sostenibilità. Stiamo crescendo ma la differenza con i grandi club è ancora ampia.A differenza di tanti di loro però noi avremo sempre i conti in ordine e non avremo mai problemi con la Figc, con la lega e con le associazioni sportive internazionali”.

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Salernitana, che spavento per Gomis: malore e ricovero

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Nella serata di ieri la Salernitana ha comunicato il ricovero in ospedale del giocatore Gomis, centrocampista granata.

Questo il report medico del club campano:

L’U.S. Salernitana 1919 comunica che, a seguito di un lieve malore accusato presso la propria residenza nella mattinata di oggi, il calciatore Iron Gomis è sotto osservazione presso l’Ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno per ulteriori accertamenti.

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Serie A

Panchina Milan, Sacchi: “Perché non tenere Pioli?”

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Panchina Milan, le parole di Arrigo Sacchi

La panchina del Milan è uno degli argomenti più scottanti del momento. Ne ha parlato stamattina, dalle pagine della Gazzetta dello Sport, anche Arrigo Sacchi.

L’ex allenatore rossonero Arrigo Sacchi ha voluto dire la sua in merito alla panchina del Milan, sulla quale ancora siede, tra mille polemiche, Stefano Pioli.

Ecco che cosa ha dichiarato alla Gazzetta dello Sport in edicola stamattina.

Indice

Panchina Milan, le parole di Arrigo Sacchi

Su Pioli

Sull’attuale allenatore Sacchi esprime, tuttavia un giudizio positivo. Queste le sue parole al quotidiano: “Perché non tenere Pioli? Considero la sua esperienza positiva: ha vinto lo scudetto in una società che spende meno della avversarie e quest’anno dovrebbe arrivare secondo.

In più sarebbe importante capire chi ha scelto i giocatori del Milan, perché se li hanno scelti i dirigenti allora le responsabilità sono da dividere a metà. Io penso che Pioli meriti rispetto per quello che ha dato e per come si è comportato. È un allenatore che ha saputo migliorarsi nel corso del tempo e seppur abbia commesso degli errori, sbagliare è umano e lui ha avuto l’umiltà di mettersi in discussione e ammetterli”.

Panchina Milan, Stefano Pioli - Depositphotos

Head Coach of AC Milan Stefano Pioli during italian soccer Serie A season 2019/20 of AC Milan – Photo credit Fabrizio Carabelli /LM

Su un successore estero

Riguardo la nazionalità di un possibile successore di Pioli, Sacchi evidenzia la maggiore difficoltà di adattamento che avrebbe un tecnico straniero: “Ho letto molti nomi di allenatori che apprezzo per la futura panchina del Milan ma sembra non si sia tenuto in considerazione un aspetto fondamentale, ossia che se per un giocatore straniero è complicato inserirsi nel calcio italiano, per un allenatore lo è ancora di più.

Secondo me ci vogliono due stagioni per capire che cosa è e come è il nostro campionato, indipendentemente dal valore degli allenatori”.

Sul successore più adatto

Riguardo i candidati più adatti a succedere a Pioli, Sacchi non ha dubbi: “Punterei su un allenatore top alla Klopp, Ancelotti o Guardiola ma se questi sono nomi che non possono arrivare un nome che mi piace è De Zerbi. Lui sarebbe un tecnico che potrebbe far bene perché viene da esperienze importanti che lo hanno fatto maturare”.

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L’ego di Immobile gli consentirà di rimanere a fare il terzo?

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crotone lazio, immobile gol

Ciro Immobile ha ancora un anno di contratto, eppure le sue strade e quelle della Lazio potrebbero dividersi questa estate.

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Immobile, dalla lite con Klopp alla fuga da Siviglia

Quella della mancanza di un vice-Immobile credibile e affidabile è sempre stato uno dei principali problemi della storia recente della Lazio. Il nativo di Torre Annunziata è senz’altro uno dei giocatori più importanti della ricca storia bianco celeste, ma ha sempre avuto il problema di essere l’epicentro offensivo della sua squadra.

Anche se sarebbe meglio dire “ha sempre voluto“. Sì, perché non tutti sanno che la scelta di non investire su un sostituto di Immobile non è da demandare alla società (come erroneamente fanno molti tifosi, ansiosi di scaricare tutti i problemi della Lazio su Lotito) ma una volontà esplicita e dichiarata del giocatore. 

Insider tedeschi, dalla nota e comprovata affidabilità in patria, riportarono a lungo (ai tempi della sua militanza nelle fila del Borussia Dortmund) di alcune richieste dell’attaccante napoletano, ritenute “inaccettabili” dallo staff tecnico di Jürgen Klopp. Immobile si lamentò con la proprietà giallo nera dopo l’acquisto dell’attaccante colombiano Adriàn Ramos, che, sempre secondo il partenopeo, avrebbe rischiato di togliergli spazio.

Le reiterate rimostranze di Immobile portarono a un’accesa lite con il tecnico teutonico, che infatti, da quel momento in avanti, concesse pochissimo spazio al giocatore italiano. Complice anche l’esplosione di Aubameyang, che Klopp trasformò da esterno a centravanti per disperazione nei confronti dei suoi attaccanti, Immobile giocò da titolare soltanto due delle ventuno gare successive alla lite.

Immobile

LPS/Renato Olimpio

Ciro furioso chiede un confronto a Tudor

Un atteggiamento che si è poi ripetuto anche a Siviglia (dove non ha attecchito) e a Roma. Dove, complice anche il suo peso all’interno dello spogliatoio, è stato più facile far sentire la sua voce. Ricordiamo che questa non è una situazione inusuale alla Lazio, dato che anche Rocchi ai suoi tempi chiese a più riprese la cessione di giocatori che avrebbero potuto minare la sua titolarità: come Djibril Cissé o il “caso Zarate“.

Una presa di posizione avallata dalla società sinché il bomber bianco celeste è riuscito a garantire una media realizzativa fuori dall’ordinario, ma che è stata sconfessata già questa estate quando il suo preparatore personale lo redarguì sull’impossibilità di disputare una stagione intera da titolare.

Le condizioni fisiche di Immobile spinsero quindi la società a fare un investimento importante su Castellanos e ovviamente lui non ha gradito la scelta. Lo riporta il “Corriere dello Sport“, secondo le cui fonti Immobile si sarebbe lamentato con la società dello scarso minutaggio e avrebbe chiesto un confronto privato con Tudor.

Immobile

(FOTO FORNELLI/KEYPRESS )

Il dubbio di Immobile fra Lazio, MLS e Arabia

La risposta di Lotito, sempre stando a quanto riportato dal CdS e da “Il Messaggero” che sono le fonti più affidabili per quanto concerne la Lazio, sarebbe stata la seguente. Nonostante un ingaggio pesante, da quattro milioni netti a stagione, nessuno alla Lazio ha fretta di liberarsi del proprio capitano.

La società è grata a Ciro per ciò che ha fatto per la Lazio in questi anni e lo dimostrerà non mettendolo alla porta alla prima occasione utile, ma è stanca delle sue bizze caratteriali e lo avrebbe informato di non essere più una prima scelta. Addirittura il tecnico croato avrebbe chiesto a Fabiani di acquistare un altro centravanti a prescindere dalla permanenza o meno del capitano oltre il mercato estivo.

Dacché era il totem assoluto della squadra, per Immobile si prefigura un ultimo anno a Roma da seconda se non addirittura terza scelta. La posizione del tecnico e della dirigenza è chiara, ora la palla passa a Ciro che dovrà giocoforza fare una scelta. Seguire l’esempio di Vardy, che è rimasto al Leicester nonostante la nutrita concorrenza e si è (ri)guadagnato la titolarità a suon di gol, oppure cedere alle lusinghe arabe (ma anche americane) e abbandonare la Capitale con un anno d’anticipo rispetto alla scadenza.

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