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Udinese, Cannavaro: “Bisognerà avere fame da subito, l’aspetto mentale sarà fondamentale”

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Udinese, cioffi

Il nuovo mister dell’Udinese Fabio Cannavaro ha parlato nelle conferenza stampa di presentazione dopo l’esonero di Cioffi arrivato dopo il ko contro il Verona.

Udinese, le parole di Cannavaro

Cannavaro

Di seguito le parole del nuovo mister dell’Udinese Fabio Cannavaro rilasciate nella conferenza stampa di presentazione in vista del match contro la Roma in programma giovedì 25 aprile alle 20:00.

Parola al direttore generale Franco Collavino:

“Quella di oggi è una conferenza stampa sfidante e complessa, l’allenatore che presentiamo oggi non ha bisogno di presentazioni, tutti conoscete la sua carriera.

Ringrazio intanto mister Cioffi, con il quale abbiamo condiviso un percorso tortuoso e in salita, ringraziamo lui e il suo staff per il lavoro fatto in questo percorso.

Abbiamo scelto Cannavaro per le sue capacità tecniche, la sua determinazione e la sua mentalità, insieme al suo entusiasmo sono valori che apprezziamo e che ha espresso sia da calciatore che da allenatore. Gli affidiamo la squadra in un momento non semplice, dove deve puntare a salvarsi.

La situazione non è semplice, ma superabile, ora chiedo a tutte le componenti di concentrarci sulle partite mancanti da qui a fine campionato, l’unica cosa concreta che c’è da qui in avanti. Non è il momento delle polemiche, ringrazio i tifosi per il supporto che ci è stato dato fin qui, sono sicuro che ci aiuteranno fino all’ultimo minuto dell’ultima partita di campionato.

Sabato con il Verona abbiamo perso una partita importante, ma ci sono ancora altre gare da poter vincere e per farlo abbiamo bisogno di tutti”.

Parola al dt Balzaretti:

“Poco da aggiungere, mi unisco anche io al ringraziamento per Cioffi e il suo staff. Il lavoro dei dirigenti però porta a fare scelte, anche dolorose, nelle ore post partita ci siamo incontrati con il presidente e abbiamo preso questa decisione.

Cannavaro porta valori che possono essere importanti anche per i ragazzi, conosce la squadra, sa dove intervenire, la chiarezza che c’è stata fin dall’inizio ci ha portato a prendere questa decisione. Sappiamo quanto carisma ed esperienza abbia, ma siamo anche convinti che abbia idee, concetti oltre che dare coraggio alla squadra.

aggiungo anche io nel dare forza al pensare al presente di questo club, nel concentrarsi su queste partite che restano, cinque battaglie e mezza visto il recupero con la Roma.

I ragazzi hanno bisogno di fiducia, anche il mister, facciamolo sentire a casa da subito e facciamo sì che queste partite in casa siano di fuoco, che tutti sentano la nostra energia, solo tutti assieme ci si salva”.

Rimangono tutti sorpresi mister dalle strutture che trovano Udine, lei ha già esperienza internazionale, quanto può incidere il suo lavoro all’estero in un gruppo così internazionale?

“Buon pomeriggio a tutti e ringrazio i direttori per le belle parole oltre che la società per la possibilità di essere qui, ringrazio Cioffi per lo sforzo fatto fino a ieri, l’ho sentito ieri sera. Al di là della tanta voglia ci sono sicuramente difficoltà, è sicuramente una squadra con molti giocatori che parlano diverse lingue e sicuramente la comunicazione è fondamentale, chi gioca a calcio sa che la lingua è una, c’è da avere un concetto unico però, che è quello di non aver paura.

Nelle ultime partite non ho visto problemi fisici o tattici, ma ho visto paura. Ieri abbiamo fatto recupero, oggi è stato il primo allenamento di preparazione, l’aspetto psicologico sarà fondamentale, indipendentemente dal fatto che sono stranieri. C’è da fargli capire la storia di questa società, che dietro c’è una tifoseria importante che li sosterrà fino alla fine, c’è da sbagliare il meno possibile per arrivare all’obiettivo salvezza”.

La chiamata dell’Udinese, un compito difficile da qui in avanti:
“Quando ti chiamano certe società è difficile dire di no, la storia nelle scelte è importante. L’Udinese ha storia da società seria, dove puoi venire e lavorare, sono state ore sicuramente intense, la chiamata è stata così veloce… ma era giusto accettare, ho le giuste motivazioni.

Il momento sicuramente è complicato ma partiamo da una buona base, la squadra ha problemi ma ci sono qualità, tecniche e umane.

Ho visto i giocatori, sicuramente c’è da lavorare, come detto ai giocatori se aspettiamo partita per partita di non subire gol, di fare questo e quell’altro non ce la facciamo, dobbiamo subito pensare di alzare l’asticella, quattro vittorie sono poche, dobbiamo tutti subito alzare l’asticella”.

Ci si aspetta da lei tanto, si vuole festeggiare l’anno prossimo il trentesimo anno di Serie A, un traguardo molto importante per una realtà da meno di centomila abitanti. L’Udinese ha diversi problemi, ma i più gravi sono forse quelli psicologici:

“E’ l’analisi che abbiamo fatto un po’ tutti, chi sa di calcio sa cosa possano fare questi ragazzi. Parlavo di paura perchè soprattutto nei minuti finali c’è da alzare l’asticella della fame, dell’attenzione, c’è un risultato da portare a casa. Quando non lo fai è un aspetto principalmente mentale.

Il mio calcio era diverso da questo, oggi i giocatori sono super controllati, possiamo sapere tutto, c’è una macchina dietro di loro e funziona benissimo. Dobbiamo lavorare sull’aspetto mentale, abbiamo cominciato a lavorare subito su quello”.

Come si tira fuori il meglio dai giocatori in frangenti così?

“I giocatori quando entrano in questa struttura vedono le maglie di chi è passato per di qua e già lì devono rendersi conto di cosa è stato fatto da chi è passato per di qua.

La storia di questa società va rispettata, bisogna far capire a questi ragazzi che trent’anni di massima serie sono frutto di sacrifici di una famiglia che ha fatto qualcosa di importantissimo, sono venuto spesso qui da avversario e questo si percepiva subito.

Anche all’estero quando vai devi capire subito la storia del club. Se loro non riescono a capirlo sei tu che devi farglielo pesare”.

La prima è con un compagno con cui ha condiviso qualcosa di importante, ci sarà anche il Napoli:

“Il calcio è questo, è emozioni, incontrare vecchi amici, il tuo passato. Però la cosa più importante siamo noi, per noi saranno gare fondamentali, l’ho detto ai ragazzi oggi, al di là degli obiettivi altrui i nostri devono essere tripli. Dobbiamo avere più fame in tutti gli aspetti”.

Il tempo è zero, dove ci si concentrerà?

“L’aspetto mentale chiaramente è fondamentale, è una squadra che comunque subisce poco, a volte però c’è da capire che bisogna fare qualcosa in più, alzare un po’ il baricentro, pressare più alti, cercare qualche certezza in più per trovare più tranquilli”.

Nello staff ci sarà anche Pinzi:

“E’ stato facile, ovunque sono andato ho sempre cercato collaboratori locali, perché mi permette di accorciare i tempi, Pinzi è un allenatore ora che è stato tanti anni qui, conosce benissimo la società e quando mi è stato proposto ho accettato senza problemi perché lo trovo valore aggiunto”.

e, dobbiamo tutti subito alzare l’asticella”.

Balzaretti aggiunge:

Pinzi conosce la nostra storia, abbiamo pensato potesse essere un facilitatore per Cannavaro, abbiamo cercato di accorciare al massimo i tempi di conoscenza, poi ci si conosce tra di noi, quando ci sono certi valori in comune è facile. Pinzi è stato già qui anche come staff quindi è stato tutto molto semplice”.

Ti sei sentito con Di Natale? Hai mai visto la squadra dal vivo?

“Sì mi ha scritto lui come Quagliarella e Di Natale, sono stati tanti i napoletani qui e spero di lasciare un segno come loro. La squadra non l’avevo mai vista dal vivo, quindi in queste 48 ore mi sono immerso, poi mi baso molto su quanto vedo in allenamento.

Samardzic è il ragazzo che più qualità, la gente si aspetta tanto da lui, oggi è un po’ in difficoltà ma è normale, quando gli avversari ti conoscono poi c’è un occhio di riguardo. C’è poi Lucca che ho visto in nazionale.

Il tempo è poco, ora dobbiamo concentrarci sulle cose più importanti, dobbiamo creare collettivo, ragionare di squadra, per venirne fuori non possiamo pensare a livello individuale. Non mi posso basare su un giocatore che è di qualità e magari non corre, meglio poi sicuramente averle certe qualità”.

Hai già parlato con Pereyra?

“Andrò in riunione con lui tra poco. Parlerò a livello individuale con tutti, più informazioni posso avere dai ragazzi meglio è. Quando arrivi in un contesto nuovo devi prendere informazioni rapidamente, abbiamo tra pochissimo venti minuti da recuperare, poi un’altra partita, mi vedrò quindi tra poco con i vari ragazzi”.

Quali insegnamenti ha tratto da Lippi o Capello?

“Citi due fenomeni, avevano nelle regole e nel concetto di squadra l’ambizione di vincere sempre. Due caratteri forti. Due personaggi che hanno fatto la storia del nostro calcio. Spero di aver preso un pezzettino da tutti, ci sono anche Zaccheroni, Sacchi, Trapattoni, Zoff, ne ho avuti veramente tanti.

Non è facile poi trasferire certi insegnamenti, pensiamo tutti alla tattica, alla tecnica, ma sono ragazzi che spessono vivono fuori, a volte ci vuole il bastone, a volte la carota, spesso la cosa più complicata è la gestione”.

Le vittorie sono arrivate con le big, forse addirittura meglio affrontare certe squadre ora:

“Te lo saprò dire dopo se è meglio (ride ndr), a volte comunque giocare con certi avversari è meglio. Poi sicuramente ci sono le motivazioni ed è bravura anche di chi sta fuori trovare le giuste parole per preparare anche le gare con Frosinone, Empoli e Lecce.

Non possiamo comunque aspettare quelle gare per fare punti. Dobbiamo cominciare a fare quello che ci interessa già da dopo domani”.

Tatticamente qualcosa cambierà?

“Non sono legato ai moduli, sono sempre stato affezionato al 4-3-3 perchè come sistema magari mi piace di più, poi però talvolta devi cambiare, devi capire il materiale a disposizione, capire che certezze hanno e poi su quello andare a lavorare.

Penso che questa squadra possa fare più siutazioni di gioco, può cambiare in fase di possesso e non possesso, dobbiamo essere bravi a tirarle fuori”.

Mai successo di giocare venti minuti? Si va per vincere?

“No non mi era mai successo. Ce la dovremo giocare, di solito negli ultimi venti minuti sei stanco, ora sei fresco, la Roma non si risparmierà, sa che in venti minuti puoi vincere. Mi aspetto che ci sarà partita vera”.

Su chi si fa la corsa?

“Su noi stessi, se sei conservativo rischi di bruciarti, noi dobbiamo fare la corsa su noi stessi, ogni partita la devi affrontare come finali, le finali non si giocano ma si vincono.

Gara per gara vai e cerchi di fare qualcosa in più rispetto all’avversario, poi ci sono momenti in cui provare a far male all’avversario e altri dove contenere. Le migliori squadre al mondo hanno fasi dove difendono, anche il City“.

Hai già avuto il polso dell’umore della piazza:

“Sono arrivato direttamente con le valige, c’è tanto lavoro, spero di poter testare la passione allo stadio”.

Arriveranno anche i primi caldi, le assenze sono tante e avranno un peso:

“Sì, le assenze sono importanti, non sono abituato a dare alibi ai giocatori. Devo dare certezze, chiunque andrà in campo deve dare il massimo, sappiamo poi il calcio com’è, ma pretendo il massimo da tutti quanti, sono esigente”.

Serie A

Roma-Juventus, una sfida da Champions. Ma finisce 1-1

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Roma-Juventus, Leandro Paredes

Stasera è andata in scena Roma-Juventus, sfida della 35esima giornata di campionato. Tra ex e sfida in ottica Champions, ecco com’è andata.

È una serata mite all’Olimpico, animata da una Curva Nord gremita di tifosi bianconeri e una Curva Sud sul piede di guerra, che fin dal pre-partita dà fondo ai fumogeni. All’Olimpico riappare una vecchia conoscenza: la bandiera biancoceleste con il topo di fogna.

Stasera va in scena il match Roma-Juventus. La Roma non ha Mancini e ha provveduto a mettere in panchina Karsdorp dopo gli errori in Europa League; la Juventus non può contare su Yildiz e Alex Sandro, ma ha disposizione i giocatori più forti della sua rosa.

Roma-Juventus, il primo tempo

Inizia il match tra i fumi giallorossi. Si accende con un’opportunità per Romelu Lukaku già al terzo minuto: la mette al centro per Pellegrini, che non riesce ad arrivare sul pallone.

Al 3′ gli fa eco Chiesa, con una conclusione che non centra la porta. Al 4′ Svilar finisce a terra per un fallo, che vale un cartellino giallo – il primo della partita – Weah, che salterà la prossima partita di campionato.

Al 7′ Vlahovic tenta una conclusione velenosa, ma manca di pochissimo la porta.

Al 10′ Kristensen colpisce la traversa con un colpo di testa, mostrandosi degno del giocatore che è stato chiamato a rimpiazzare: Rick Karsdorp. Con un’azione simile a quella di Lukaku nella partita di andata di Europa League contro il Leverkusen.

A proposito di Lukaku: proprio al 13′ colpisce di testa un pallone promettente, ma colpisce troppo alto.
Ed è proprio Lukaku che al 15′ riesce a trovare la porta con una zampata.

La Juventus prova a reagire. Al 18′ tentativo di imbucata di Rabiot, ma Svilar ha capito tutto e para in scivolata.

Lukaku, sull’onda dell’adrenalina, ci riprova, ma è troppo lontano per poter mettere a referto un gol.

Al 23′ la Juventus ci prova anche con Weah, che arriva da destra, ma il pallone viene spazzato via da ‘Ndicka.
La Roma resta guardinga, serrandosi in difesa attorno al giocatore statunitense.

Al 27′ una concluzione di Pellegrini finisce alta, ma avrebbe potuto essere gol.

Al 31′ la Juventus centra l’impresa: Bremer riesce a mandare in porta un pallone. È parità: la Roma deve ricominciare daccapo.

Al 37′ Cambiaso commette fallo e consegna una punizione alla Roma. Calcia Paulo Dybala: il pallone finisce a pochi centimetri sopra la porta, proprio sulla traversa. Cambiaso prova a insidiare Svilar al 41′, ma la palla finisce fuori.

Grande occasione per Locatelli al 41′, ma spreca tirando da fuori area alto sulla traversa.

La Roma si conquista un’altra occasione su corner con il tiro di Dybala, che finisce preciso davanti alla porta ma viene sciupato da un colpo di testa troppo alto.
L’occasione su palla inattiva torna al 45′: calcia di nuovo Dybala ma la palla finisce ancora una volta troppo in alto. Non c’è nemmeno il tempo di recuperare: al 45′ l’arbitro fischia e le squadre si dirigono verso lo spogliatoio.

All’Olimpico, in campo si riscalda Zalewski. Ma al posto di chi? Ogni dubbio sarà dissipato a inizio secondo tempo, quando entra al posto di Dybala.

Il secondo tempo

Al 47′ la partita riparte con lo squillo di tromba di Chiesa, il cui tiro non entra in porta solo grazie alla zampata di Svilar.

Cambiaso tenta la conclusione al 50′, ma finisce alto. Poco dopo, Chiesa finisce a terra: l’arbitro ferma il gioco.

Nel frattempo, a bordo campo, continuano a riscaldarsi Abraham, Bove, El Shaarawy, Mancini e Azmoun.

Al 54′ errore di Kristensen, che si lascia sfilare la palla.

Al 58′ Leandro Paredes finisce a terra: il gioco si ferma, la Curva Sud protesta. L’argentino esce temporaneamente dal campo. Per Weah non ci sono conseguenze (poteva rischiare un rosso).

Al 60′ in mezzo ai fischi fortissimi dei tifosi giallorossi, la Juventus fa uscire Weah ed entrare Kostic.

La porta della Roma è sotto assedio: Chiesa tenta un tiro gol che non va a buon fine. Ci riprova con un corner, ma l’azione finisce con la parata al volo di Svilar.

Siamo al ’64: la Juventus aggredisce con Rabiot che tenta la conclusione da fuori area, parato senza affanno dal portiere giallorosso.

Rabiot, però, è rabbioso – nomen omen – e cavalca tutto solo verso la porta. L’azione si fa pericolosa, ma il cross davanti alla porta non trova bianconeri che possano mandare in buca la palla. Prova la conclusione lunga Gatti, che tira alto e lunghissimo.

Al 67′ un’occasione ghiottissima spetta a Pellegrini, che manca la porta per un pelo. In compenso, si guadagna una punizione.

De Rossi manda nuove forze in campo: escono Lukaku e Baldanzi, entrano Abraham e Azmoun.

Su una punizione Kristensen rischia di riscattarsi, facendo un tiro che poteva essere gol e invece viene parato. Al 70′ è possesso Juve, con Danilo che calcia.

Al 72′ arriva un giallo per Rabiot per un intervento falloso su Kristensen.

Al 74′ Pellegrini, con una conclusione che fallisce l’pbiettivo porta, conquista un corner.
La Roma, in questa fase, effettua diversi tentativi di cross che finiscono puntualmente respinti dalla difesa bianconera.

Al 76′ escono Vlahovic e Chiesa, entrano Milik e Kean.

Al 78′ esce Pellegrini, entra Bove.

All’80’ la Roma si salva per un miracolo di Svilar su conclusione di Locatelli.

Occasione Juve all’88 su tiro di Kean sulla quale, ancora una volta, Svilar fa una parata virtuosistica.

A questo punto la partita è ancora fissa sull’1-1. L’arbitro conta 5 minuti di recupero.
Al ’90 sono tutti davanti alla porta della Juventus: l’ennesima occasione giallorossa finisce in fumo.

Si ripete la maledizione di Abraham: vicino alla porta, tira ma non fa gol e fa finire il pallone tra le mani del portiere polacco. Abraham fa un ultimo tentativo in extremis di testa, ma manca l’obiettivo.

Finale al cardiopalma, che tuttavia non sblocca il risultato 1-1. Roma e Juventus guadagnano un punto ciascuna, con l’amaro in bocca. La Roma procede a passi piccoli verso la Champions, la Juventus se l’è praticamente guadagnata.

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Serie A

Genoa, Retegui: “Contenti se il mister resta”

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Italia, Sabatini su Retegui

Termina 3-3 il match di San Siro tra Milan e Genoa, che ha visto come uno dei protagonisti assoluti Mateo Retegui. Proprio lui ai microfoni di Dazn.

Genoa, Retegui

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Genoa, Retegui: “Il gol mancava tantissimo, ringrazio tutti dal mister alla squadra che mi dà fiducia”

Il Genoa di Alberto Gilardino torna a casa con un punto dalla trasferta di San Siro contro il Milan: il match termina infatti 3-3.

La squadra ligure ha giocato una partita coraggiosa e di qualità, in cui era andata anche in vantaggio dopo soli 5 minuti con un rigore di Mateo Retegui per poi essere rimontata e superata dal Milan e infine rimontare a sua volta per raggiungere il definitivo pari.

Proprio l’attaccante italoargentino è intervenuto ai microfoni di Dazn nel post partita:

“Sono contento per la grande partita che abbiamo fatto contro una squadra che fa un calcio bellissimo, sul 3-3 non mi sono accorto di aver toccato il pallone. Oggi sapevamo che sarebbe stato difficile ma abbiamo iniziato bene e torniamo con un punto importante. Un grazie a tutti i tifosi che ci hanno sostenuto.”

Sul digiuno da gol:

“Mi mancava tantissimo il gol e voglio farne tanti, ringrazio il mister e tutta la squadra per la fiducia che mi danno. Oggi sono molto contento.”

Su Gilardino:

“Se rinnova è una grande notizia per tutti noi, siamo molto contenti e ci troviamo bene con lui e il suo staff.”

Sull’Europeo:

“Io sogno di giocarlo anche se è difficile perché ci sono tanti giocatori forti, comunque mi sto allenando per far parte della Nazionale:”

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Serie A

Udinese – Napoli: probabili formazioni e dove vederla

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Udinese – Napoli, match valido per la 35ª giornata di Serie A 2023/24, si giocherà allo stadio Dacia Arena di Udine lunedì 6 maggio, alle ore 20:45.

Udinese-Napoli

Udinese vs Napoli

Indice

Qui Udinese

Fabio Cannavaro dovrà fare a meno dello squalificato Perez, a sostituirlo ci sarà quindi Kristensen sulla sinistra.

Rientra  Ehizibue, che scalpita per una maglia da titolare sulla fascia destra.

A sinistra chance per Kamara, mentre nel mezzo stazioneranno Samardzic, Walace e Zarraga.

in attacco agirà il la coppia Pereyra-Lucca.

Qui Napoli

Calzona dovrebbe schierare  Olivera titolare a sinistra, lanciando il solito tridente difensivo

Ancora out a centrocampo Zielinski,   Cajuste in vantaggio  su Traoré.

Rischia seriamente il forfait Kvaratskhelia per uno stop muscolare.

Al suo posto spazio Raspadori con Osimhen e Politano.

Probabili formazioni

Udinese (3-5-1-1): Okoye; Ferreira, Bijol, Kristensen; Ehizibue, Samardzic, Walace, Zarraga, Kamara; Pereyra; Lucca

Napoli (4-3-3): Meret; Di Lorenzo, Rrahmani, Juan Jesus, Olivera; Anguissa, Lobotka, Cajuste; Politano, Osimhen, Kvaratskhelia

Dove vederla

La partita Udinese – Napoli sarà trasmessa in diretta su Dazn a partire dalle 20:45 di lunedì 6 maggio 2024.

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