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Brighi:” La Roma l’apice della mia carriera”

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Roma, presentata la terza maglia

L’ex centrocampista giallorosso Matteo Brighi si è concesso in una lunga intervista al sito ufficiale del club, dove ha ricordato il suo periodo alla Roma e in particolare la sfida con il Cluj del 2009 dove siglò una doppietta storica. Queste le sue parole:

Di cosa si occupa oggi?
“Sto collaborando con l’AIC, l’Associazione Italiana Calciatori. E ho una mia scuola calcio a Rimini insieme ad altri amici. Alleno i bambini”.

Non pensa di fare l’allenatore a livelli professionistici tra qualche tempo?
“Non credo di averlo nelle corde. Ci sono tante tante dinamiche che non mi appartengono”.

Che ruolo ricopre nell’AIC, invece?
“Non ho ancora un incarico ufficiale. Giro per le sedi di diverse squadre insieme ad altri colleghi, parliamo con i calciatori degli argomenti di attualità. Su come comportarsi e quali misure da adottare in questo momento così particolare. Facciamo anche incontri, lezioni, on-line dato che non è sempre semplicissimo girare”.

A proposito, lei come sta vivendo questo momento di emergenza sanitaria legato al Covid?
“Con relativa tranquillità. Si cerca di uscire il meno possibile, di mantenere le distanze e fare tutto ciò che serve. Da quando ho smesso, vivo a Rimini in pianta stabile. Qui ho le mie radici”.

Se le dico Roma?
“Rispondo l’apice della mia carriera. In una realtà del genere ti senti giocatore di calcio a tutti gli effetti. Venivo da anni di Serie A, ma a Roma mi sono completato, maturando del tutto. Per come la città vive il calcio e per l’attenzione costante della società nei confronti dei propri atleti, non può essere altrimenti”.

Come vive il calcio la Capitale d’Italia?
“In modo passionale e quotidiano. Radio, tv, giornali, tifosi ogni giorno fuori dal centro sportivo di Trigoria. C’è un interesse continuo sulla squadra, incessante”.

Un vantaggio o uno svantaggio per chi scende in campo?
“Dipende. Se le cose vanno bene sicuramente si ha una spinta in più. Se le cose vanno male, sei responsabilizzato più del dovuto”.

La squadra di Fonseca giocherà giovedì 26 novembre a Cluj in Europa League. Ha ricordi di un altro 26 novembre, dell’anno 2008, sempre a Cluj?
“Come dimenticare? È la partita che ricordo con maggiore nostalgia e felicità. Feci una doppietta, evento raro per uno che non segnava tanti gol come me. Poi segnarla in Champions League fu un sogno. Uno di quelli che fai da bambino sperando di diventare un calciatore professionista. Soprattutto, vincemmo 3-1 e quel successo ci permise di qualificarci agli ottavi di finale. Era un girone dove ci eravamo complicati la vita perdendo proprio con il Cluj nella prima partita all’Olimpico”.

Furono anni appassionanti e vincenti, quelli. Il segreto di quel gruppo?
“Eravamo uniti, coesi. C’era grande volontà collettiva di giocare bene e vincere le partite. Ed era una squadra forte, con tanto talento. Io avevo un ottimo rapporto con tutti. Facile dire Totti, ma anche Daniele (De Rossi, ndr), Simone Perrotta, Tonetto, Cassetti, Vucinic con il quale ho condiviso tanto tempo”.

Lei diventa un calciatore di proprietà romanista nell’estate 2004 nell’ambito dell’operazione Emerson alla Juventus. Ma arriva a vestire la maglia giallorossa solo nel 2007, dopo tre anni al Chievo. Rammaricato per non essere arrivato prima?
“No, non ho rimorsi particolari se mi guardo indietro, anzi. Quello a Verona fu un momento di passaggio cruciale, che mi permise di giocare con continuità. Arrivai poi alla Roma come giocatore molto più strutturato e affermato, riuscendomi ad inserire in un contesto già molto collaudato e consolidato”.

Grazie a Spalletti.
“Certo, il mister devo ringraziarlo sempre. Per me ha rappresentato tanto. Mi ha dato fiducia, mi ha fatto sentire a mio agio dentro una squadra che veniva da una Coppa Italia appena conquistata. Non a caso mi fece esordire nella finale di Supercoppa Italiana a San Siro contro l’Inter. Entrai nella ripresa al posto di Giuly. Portammo a casa il trofeo vincendo 1-0, con un rigore decisivo di De Rossi”.

Oggi quanto segue il calcio e la Serie A?
“Spesso. Le partite, quando posso, le guardo. Anche quelle della Roma, ovviamente”.

Che idea si è fatto di questo momento? La Roma vince e convince.
“È riuscita ad avere continuità dal post lockdown. Ha cambiato poco rispetto alla scorsa stagione, ha inserito gente di livello come Pedro. Anche la rotazione dei giocatori sta dando frutti. C’è coinvolgimento generale e questo è molto importante in uno spogliatoio. La mano di Fonseca si vede, la Roma gioca bene a calcio”.

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Napoli, Letang “riapre” il caso Osimhen: “Abbiamo guadagnato solo 7 milioni”

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Osimhen

Olivier Letang, presidente del Lille, “riapre” la polemica sul caso Osimhen e il controverso trasferimento che lo ha portato a Napoli.

Torna ad infuriare la polemica sul controverso affare che, nell’estate del 2020, portò Victor Osimhen alle pendici del Vesuvio. A gettare benzina sul fuoco il nuovo presidente del Lille, Olivier Letang.

Napoli, le parole di Letang su Osimhen

All’epoca dei fatti il reggente dei mastini era ancora Gerard Lopez, sul cui capo pendono due accuse di falso in bilancio (una riguarda proprio il passaggio del nigeriano a Napoli) oltre al fatto che due club calcistici (il Mouscron e il Bordeaux) siano falliti per inadempienze economiche durante la sua gestione.

Anche Les Dogues hanno rischiato il fallimento, appena due anni dopo il suo cambio di casacca, prima del salvifico intervento del Fondo Elliot e dell’attuale presidente Letang. Alla base del rischio fallimento una situazione finanziaria disastrosa, aggravata anche dalla dilapidazione dell’asset rappresentato da Osimhen.

Infatti, proprio Letang, nel corso di un intervento rilasciato durante la trasmissione L’Equipe du Soirha colto l’occasione per attaccare nuovamente il suo predecessore. Dei 70 milioni pattuiti solo 50 erano “contanti”, mentre gli altri 20 erano distribuiti attraverso i cartellini di quattro ex-giocatori azzurri.

L’allora terzo portiere Karnezis (valutato 4,8 milioni) e tre giocatori che all’epoca erano nella Primavera del Napoli: Ciro Palmieri (7 milioni milioni), Claudio Manzi (4 milioni) e Luigi Liguori (4 milioni). Letang ha infatti denunciato che, dei sopracitati 50 milioni, soltanto 7 sono finiti nelle casse del club francese.

Di seguito un estratto delle sue dichiarazioni.

Dal totale di 70 milioni vanno sottratti i costi per l’acquisto di questi quattro giocatori del Napoli, pagati complessivamente 20 milioni di euro quando il loro valore reale era pari a zero. Vanno inoltre aggiunti al calcolo tutti gli intermediari, le plusvalenze e le commissioni, che portano l’incasso effettivo a 7 milioni. Il Lille ha guadagnato molto di più con le cessioni di Carlos Baleba (30 milioni di euro al Brighton, ndr) e Amadou Onana (40 milioni di euro all’Everton, ndr). In quei casi non c’erano commissioni o intermediari“.

napoli

LA DELUSIONE DI VICTOR OSIMHEN ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

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Roma 1927 Futsal, Lucho Avellino: “Vincere con il Napoli significherebbe tanto”

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roma

Intervistato in esclusiva da Pagine Romaniste, il giocatore della Roma1927 Futsal (Lucho Avellino) ha parlato della prossima sfida contro il Napoli.

La rappresentativa giallorossa di Futsal affronterà, domenica 22 Dicembre alle 20:45 al PalaCesaroni di Genzano a Roma, il Napoli di mister Colini, in un match molto importante per entrambe le compagini.

Roma, le parole di Avellino

Intervistato in esclusiva da Pagine Romaniste, il calciatore giallorosso Lucho Avellino ha parlato della sfida imminente contro i partenopei. Di seguito le sue parole.

Al di là della sconfitta, contro la Vinumitaly Petrarca c’è stata tanta apprensione per l’infortunio di Caique. I tre punti contro Napoli avrebbero doppio significato.

“C’è rimasta tanta amarezza dalla partita col Petrarca. Lo scontro di gioco in cui è rimasto coinvolto Caique ci ha fatto uscire un po’ dalla partita. Fino a quel momento stavamo facendo bene, avevamo finito bene il primo tempo. La realtà, purtroppo, è che non siamo stati all’altezza nel secondo tempo perché influenzati da questa situazione. Per fortuna Caique sta bene, è già rientrato con la squadra: non si sta allenando, ma è insieme con noi e ci rende molto felici. Gli vogliamo tutti molto bene, nessuno si aspetta di vedere un compagno uscire dal campo in ambulanza. Adesso dobbiamo concentrarci sulla prossima partita”.

La squadra di coach Colini è una macchina macina punti e gol: qual è la chiave per fermarli?

“È una grande squadra, stanno bene. Hanno una delle migliori difese in campionato, sono compatti. Lo scorso anno hanno vinto la Coppa Italia e sono arrivate in finale scudetto. Sarà una partita difficile. Le squadre di Colini sono molto organizzate, agonistiche. Dobbiamo essere all’altezza. I tre punti significano tanto, vorrebbe dire tornare ad essere quelli che siamo stati nelle 9 giornate e finire l’anno nel migliore dei modi prima di affrontare il Manfredonia e la Supercoppa”.

C’è qualche giocatore in particolare a cui riserverai una maggiore attenzione?

“Bisogna stare attenti ai soliti Borruto e Salas. Da anni fanno bene a Napoli, come in altre squadre. Bisogna stare molto attenti dal primo secondo perché appena gli concedi mezzo centimetro riescono a trovare delle soluzioni. Sono grandi campioni. Con questi giocatori serve una grande attenzione perché possono risolvere la partita in qualunque momento”.

Giocando il posticipo ci sarà la pressione degli altri risultati, soprattutto di Sporting Sala Consilina e Sandro Abate. Fondamentale non farsi influenzare.

“Non possiamo pensare ad altri risultati ed alle altre partite. Dobbiamo pensare a noi. Potrebbero raggiungerci, ma dobbiamo pensare alla nostra partita. Il campionato è ancora lungo, mancano 6 partite per finire l’andata. Dobbiamo finire bene per raggiungere l’obiettivo della Coppa Italia. Non dobbiamo farci influenzare”.

Marcelinho, da buon attaccante, ha detto che della squadra di Ranieri vorrebbe Dybala in squadra. Con chi ti piacerebbe scendere in campo?

“Dybala è un giocatore di grande qualità, può risolvere la partita in qualunque momento con un colpo di genio. In una partita agonistica, magari vorrei un Paredes nella miglior forma, come ha dimostrato nel primo periodo alla Roma ed anche in quale frangente quando è tornato. Riesce ad unire cattiveria agonistica con la qualità di gioco, in queste partite è importante avere Dybala ed un giocatore come Paredes. Mi fido però ciecamente dei miei compagni, siamo molto contenti con quello che abbiamo. Dobbiamo provarci con le nostre forze e mostrare il nostro valore”.

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Serie A, pieno di diffidati per la 17esima giornata

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Roma, gli esuberi: Cristante - Depositphotos

Serie A, la sedicesima giornata di campionato si è lasciata dietro uno strascico di diffidati: ecco chi sono i giocatori in questione.

Archiviata definitivamente la 16esima giornata, restano sul campo i diffidati in vista della prossima.

Scopriamo insieme chi sono, a partire dai primi posti in classifica.

Serie A, i diffidati della 17esima giornata

Partiamo dalla cima della classifica: l’Atalanta si conferma privilegiata rispetto alle altre squadre, anche in virtù dell’assenza di diffidati nelle sue fila.

Nessun diffidato nemmeno per Napoli, Inter e Fiorentina. Dalle parti della Lazio, invece, c’è un diffidato nel reparto d’attacco: Isaksen, ancora in lista.

Ben due, invece, i diffidati della Juventus: Fagioli e Locatelli.

Nessun diffidato al Bologna, mentre al Milan, chiamato per primo all’appello venerdì 20 al Bentegodi, è diffidato Fofana.

Scorrendo ancora la classifica troviamo l’Udinese, che vanta il record di diffidati, ben 3: Giannetti, Gila e Lucca.
Record che condivide con l’Empoli, che annovera ugualmente diffidati: Cacace, Goldaniga e Grassi. Non manca nemmeno il Torino, con Masina e Walukiewicz.

Al Genoa diffide per De Winter e Martin, per il Lecce c’è Rafia. Il Parma è esente da diffide, mentre il Como ha in lista Moreno.

L’Hellas Verona deve fare attenzione a Belahyane, così come il Cagliari deve “maneggiare con cautela” Marin.

Il Monza è salvo mentre l’ultima squadra in classifica, il Venezia, ha nell’elenco dei diffidati Zampano.

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