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Castan ricorda la Roma: “Mi aiutò tantissimo”

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Leandro Castan è stato intervistato dai canali ufficiali del club capitolino prima di Roma-Torino. Il brasiliano ex di turno ha parlato dei suoi anni trascorsi nella Capitale. Queste le sue parole:

Empoli, 2014, stadio Castellani. Che giornata ricorda?
“La posso definire l’ultima partita “vera” giocata con la maglia della Roma. Scesi in campo il primo tempo, passammo pure in vantaggio con un tiro di Nainggolan e quello fu il gol vittoria. Io venni cambiato nell’intervallo, ricordo pure di aver rilasciato un’intervista flash a Sky prima di rientrare negli spogliatoi. Dopo un po’ sono iniziati i problemi”.

Racconti.
“Giramenti di testa, malessere diffuso. I medici mi portarono in ospedale per capire di che cosa si trattava. La diagnosi fu impietosa. Un cavernoma cerebrale. In quel momento mi sono sentito perso, scoraggiato, non sapevo che pensare, cosa fare. Tutto all’improvviso, anche se forse un’avvisaglia l’avevo già avuta in precedenza”.

Ovvero?
“Ripensai a dei dolori alla gamba molto strani che avvertii durante la tournée negli Stati Uniti nell’estate stessa. Fu un fatto strano perché io difficilmente riportavo problemi muscolari. I dottori mi dissero che non c’era correlazione con quello che era successo dopo. Senza dubbio quello è stato il periodo più difficile della mia vita. Lì ci ha pensato la Roma, mi ha protetto, preservato, dandomi tutto il tempo per tornare in campo e fornendomi tutti gli strumenti per curarmi. Un comportamento da grande società”.

A cui è rimasto molto legato.
“Ringrazierò sempre la Roma. Quando Sabatini mi prese dal Corinthians ero un ragazzo fortunato, con tanti sogni nel cassetto realizzati, da calciatore professionista. Avevo vinto il campionato in Brasile, la Libertadores, poi è arrivata la chiamata della Selecao. Dopo il primo anno di adattamento nella Roma, il secondo anno con Benatia siamo stati la coppia centrale di difesa tra le prime tre in Europa.

Però nell’anno successivo all’infortunio qualche partita in giallorosso la giocò.
“Ne feci 5 sempre con il mister Garcia, alcune giocate benino. Poi quando arrivò Spalletti dichiarò in conferenza stampa che avrebbe puntato su di me e mi schierò al centro della difesa nella gara contro il Verona. Quella partita andò malissimo a livello personale. Pareggiammo. Dopo quel match Luciano mi parlò e mi disse che non sarei stato titolare nelle occasioni future. Non giocai più con la Roma”.

È arrabbiato con Spalletti?
“Guardi, io ho il mio modo di vivere. Non porto i sentimenti maturati nel posto di lavoro nella mia vita. Non provo rancore mai per nessuno. E non l’ho fatto nemmeno con lui. Ho rispettato la sua scelta da professionista, sapendo che lui in quel momento doveva prendere delle decisioni per il bene della Roma.”

Vi siete più parlati successivamente?
“Quando nel 2017-18 sono passato al Cagliari e lui era andato all’Inter, ci intrattenemmo prima della partita a parlare lì sul terremo di gioco. E ci chiarimmo senza problemi”.

Nel 2016-17 andò in prestito al Torino. In quella circostanza incrociò la Roma da avversario per la prima volta.
“All’andata, sì. Vincemmo e il Toro non batteva la Roma in casa da tanto tempo. In quella giornata avevo uno stato d’animo contrastante. Da un lato ero contento di incontrare la mia ex squadra e di salutare i compagni, dall’altro volevo dimostrare che avevano sbagliato a cedermi. Quel giorno andò bene, successivamente andai incontro ad alcuni problemi fisici e con il Torino finì presto”.

In quella partita Totti segnò il gol della bandiera, il suo ultimo in Serie A. il numero 250.
“Ricordo bene, su rigore. Lui e De Rossi sono stati compagni ideali di spogliatoio. E un grande onore poter giocare al loro fianco. Due ragazzi diversi, che rappresentano una squadra, la città. Quando li nomini, pensi alla Roma”.

Arriviamo a oggi. Qualche tempo fa lei è risultato positivo al Covid.
“Sì, ma sono stato asintomatico. Dunque, resto con la guardia alta. Quando si è asintomatici, dicono che l’immunità non sia garantita. Almeno è quello che sostengono in Brasile gli esperti. Qui la situazione è complicata. Il governo ha aperto tutto per un periodo. C’è tanta gente che soffre. La speranza è che con l’inizio del prossimo anno e l’arrivo del vaccino – in aprile, qui – tutto diventi un brutto ricordo”.

Come ha trascorso questo periodo di chiusure e limitazioni?
“A casa, in tranquillità con la mia famiglia. Il mio giardino è uno spazio ampio, mi ha permesso di allenarmi. È stato difficile. Ma anche adesso è complicato. Io, ad esempio, non vedo i miei genitori da un anno. Mio padre è un soggetto a rischio. Io lavoro, faccio gli allenamenti, giro, ho paura di passargli qualche cosa. Ed evito di incontrarlo. Loro sono a San Paolo, io a Rio de Janeiro, siamo lontani circa 700 chilometri. Papà lo vedevo sempre quando giocavo nella Roma, ogni giorno era con me. Ma quel periodo così bello non tornerà più”.

Serie A

Hellas Verona, futuro a stelle e strisce? Le ultime novità

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In casa Hellas Verona ancora non è avvenuto il passaggio di società al fondo americano Presidio Investitors. Gli scaligeri hanno fretta di chiudere l’affare.

L’Hellas Verona, dopo la vittoria sul Bologna, si allontana sempre di più dalla zona retrocessione. In tanto, ancora non è avvenuto il passaggio di società al fondo di investimento americano Presidio Investitors. Gli americani studiano le carte, gli scaligeri vogliono chiudere l’affare quanto prima.

Hellas verona

ESULTANZA DANIEL MOSQUERA ( FOTO KEYPRESS )

Hellas Verona, ancora non ufficializzato la cessione societaria a Presidio Investitors

L’Hellas Verona viene da un buon momento, con le due vittorie di fila in trasferta contro Parma e Bologna, che alla squadra di Paolo Zanetti allontana la zona retrocessione, distante ora 4 punti. Però tenere banco nell’ambiente gialloblù è il passaggio di società dal presidente Setti al fondo di investimento americano Presidio Investitors.

Dopo che c’erano state indiscrezioni positive, tanto che quella del Dall’Ara (dove erano presenti alcuni rappresentati della holding) doveva essere l’ultima partita sotto la gestione Setti, invece ancora il fondo di investimento sta studiando la documentazione, prima di ufficializzare l’acquisto. Ma la società scaligera ha fretta di chiudere l’affare.

In tal senso è intervenuto lo stesso tecnico Zanetti, che ha dato un suo parere sulla vicenda: “Non ho risposte sul cambio di proprietà, non sono io che devo dare risposte su questo argomento. Noi ci siamo concentrati sul campo e sul chiudere al meglio l’anno e adesso pensiamo solo alla gara con l’Udinese. Swiderski? È un giocatore che mi piace ed è stato qui la scorsa stagione, ma per ora non ne abbiamo parlato” ha dichiarato.

Comunque, il momento è positivo, le due vittorie di fila in trasferta danno fiato alla classifica, e le speranze salvezza pure. Forse di questo avevano bisogno gli americani per chiudere al più presto l’affare. Vedremo in questi giorni come si evolverà la vicenda, ma è chiaro come si è già annunciato è solo questione di dettagli, anche per dare un futuro più tranquillo alla squadra veronese.

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Serie A

Inter, Frattesi poco utilizzato? I numeri del centrocampista dicono altro

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Inter, il nuovo anno è ripartito con nuove voci che vogliono un Davide Frattesi che reclama spazio e pronto a tornare alla Roma. Vediamo, qui di seguito, i suoi numeri stagionali e perché il mediano azzurro, invece, non è sottoutilizzato.

Il mal di pancia dopo le feste natalizie sempre aver colpito molti italiani, anche calciatori. Tra loro c’è anche Davide Frattesi, il cui malumore per lo scarso utilizzo è stato rimbalzato da molte testate nazionali.

Prolifero (e non poco) in Nazionale, il numero 16 nerazzurro è una alternativa nell’Inter, con davanti mostri sacri come Barella, Mkhitaryan e Calhanoglu. A loro, nel corso del mercato estivo, si è aggiunto Piotr Zielinski, desideroso di provare una nuova esperienza dopo quella al Napoli.

Davide Frattesi, uno dei protagonisti della partita Israele-Italia

L’URLO DI DAVIDE FRATTESI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Una situazione che ha allargato la concorrenza, rendendo la mediana meneghina un fulcro di ballottaggi tra giocatori di altissimo livello.

Al netto delle forze in campo, però, cosa dicono i numeri? La realtà evidenza un utilizzo ponderato ma regolare da parte di Simone Inzaghi, che ha utilizzato Frattesi in ben 20 match tra campionato, Champions League e Coppa Italia, nei quali ha messo insieme tre gol e un assist.

Un andamento in linea con quello dello scorso anno, quello del debutto, chiuso con 6 gol e 4 assist in 32 presenze. Numeri che, se proporzionati al suo utilizzo e contando chi domina nelle gerarchie, dicono che Frattesi sia riuscito a ritagliarsi un suo spazio. Ciò che lo ha penalizzato, semmai, è l’essere solo alternativa di uno dei centrocampi più forti d’Europa.

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Serie A

CS&Isenzagiacca, La pancia del tifoso veronese I Bologna-Hellas Verona 2-3

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setti

Calciostyle e Isenzagiacca vi danno il benvenuto in una nuova rubrica: La pancia del tifoso. Il format che da voce ai tifosi e permette di parlare senza filtri.

Dopo la vittoria di Parma (con 3 reti all’attivo) anche in Romagna i gialloblu sfruttano alla perfezione le poche occasioni e fanno male al momento giusto.

La pancia del tifoso veronese: è sempre più Sarr-Tengstedt. Zanetti ha indovinato la combo?

Recentemente ho scritto di come l’attacco scaligero stesse iniziando a trovare fiducia e produrre gioco finalizzato a trovare la via del gol più facilmente. La partita di ieri è l’esempio lampante di quanto il lavoro durante la settimana sia importante ma anche di quanto conti avere a disposizione calciatori di qualità.

La pancia del tifoso

In questo pezzo analizzavo le qualità tecniche di Amine Sarr, che adesso si ritrova a 3 goal, e di come la sua presenza in campo faccia effettivamente girare meglio tutto il meccanismo. La rete del momentaneo pareggio è frutto di opportunismo e freddezza nell’esecuzione, caratteristiche fondamentali per una squadra che deve salvarsi ma soprattutto approfittare dei pochi errori possono concedere gli avversari.

Per quanto riguarda invece il danese, al 6° goal in campionato, la sua rete è arrivata al culmine di un’ottima combinazione ma soprattutto della spizzata da parte di Serdar, posizionato in una zona avanzata rispetto a quella di competenza, che lo ha liberato e messo in condizione di fare 1-2.

Durante gli scorsi mesi queste giocate non si sono quasi mai viste, segnale che il peggio è passato e tutti si sono compattati per cercare di conquistare la salvezza coi propri mezzi. Chiusura dell’anno migliore non poteva esserci, a breve ci sarà anche il closing (certificato dal fatto che in tribuna al Dall’Ara erano presenti alcuni membri di Presidio Investors) ma ai tifosi importa di aver visto una squadra che lotta e che se vuole riesce a portare a casa i risultati.

La testa ora è proiettata alla delicatissima sfida contro l’Udinese al Bentegodi che dirà molto sulla lotta salvezza. Soprattutto ci sarà da confermare l’atteggiamento visto nel primo tempo e replicarlo anche contro i friulani.

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