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Verso Milan-Juve: Andrea Pirlo, maestro di irriconoscenza

La partitissima di stasera a San Siro, coincide con la prima recita di Pirlo da allenatore contro un Milan che non sente più suo sin da quando dirigeva l’orchestra rossonera.
Porte chiuse: il dubbio resta aperto
Uno dei temi più scottanti della fondamentale sfida di stasera allo stadio San Siro riguarda il ritorno a Milano, ancora una volta nelle vesti di avversario, di Andrea Pirlo, uno dei fedeli scudieri del Milan ancelottiano, quell’armata perfetta in grado di stravincere innumerevoli battaglie in Italia e, soprattutto, in Europa. Considerando le dichiarazioni dell’ex numero 21, che quasi mai ha speso parole d’amore per descrivere il proprio romanzo d’avventura rossonero, viene lecito pensare quale accoglienza riserverebbe la platea a colui che viene considerato Maestro, nel caso in cui le porte della casa rossonera fossero spalancate al pubblico.
La versione del Maestro e la ricerca di rivincite
Ma come mai Pirlo si rifiuta di leggere con orgoglio, soprattutto nel corso delle interviste pubbliche, un romanzo rossonero fatto di vittorie in un’epopea indimenticabile per i colori rossoneri? Il patto belligerante tra il diavolo e Pirlo, risale verosimilmente al lontano gennaio 2011, quando la dirigenza rossonera optò per l’acquisto di Van Bommel per sostituire l’infortunato Andrea, allo scopo di concludere positivamente la cavalcata che condusse allo scudetto numero 18. Dal canto suo, Pirlo si sentì scaricato e, rifiutandosi di sottoscrivere un rinnovo di contratto annuale con il Milan, una politica divenuta prassi in quegli anni, decise di percorrere la via che portava al casello della Torino bianconera, laddove, Antonio Conte, lo individuò quale faro del centrocampo della Juventus. La sinfonia suonata dal direttore d’orchestra in maglia bianconera, tuttavia, dimostrò quanto i massimi esponenti rossoneri si sbagliarono nel valutare le condizioni fisiche di Pirlo che contribuì, al contrario, a rendere nuovamente grande la Juventus di Conte prima e di Allegri, poi.
La platea non gradisce
Dal canto loro, i tifosi rossoneri rimproverano al proprio ex beniamino un’irriconoscenza che, rileggendo alcuni passi dell’autobiografia pubblicata da Pirlo negli anni successivi lo portarono, tra le altre cose, persino a recriminare alla dirigenza il mancato passaggio al Real Madrid dopo la vittoria del mondiale del 2006, quando, il Presidente madrileno Perez, richiese all’amico Galliani il proprio campione. Da quel momento, soprattutto nelle vesti di ex milanista, Pirlo si è reso spesso protagonista di dichiarazioni di facciata (a differenza degli altri ex quali Gattuso e Inzaghi, che pure hanno vissuto esperienze controverse sulla panchina del diavolo), e di una riconoscenza poco convinta che trasuda ingratitudine e fastidio verso i colori rossoneri, che paiono ripercuotersi ogni qual volta Pirlo viene sollecitato sull’argomento, come a voler dimostrare un netto distacco tra il Maestro e la propria vecchia platea.
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Milan, ancora insieme dalla prossima stagione? I rapporti tra Paratici e Allegri

Milan, stando alle ultime indiscrezioni ricevute e vagliando alcuni rumors, potrebbe ricostituirsi la coppia che insieme ha lavorato alla Juventus e al Tottenham.
Ancora del tutto aperto e dall’esito incerto il casting per portare a Milano un Direttore Sportivo. Rumors dicono che in vantaggio possa esserci Fabio Paratici, uomo gradito a Giorgio Furlani, con Igli Tare che al mometo sembra perdere un po’ di terreno.
Lo stesso Amministratore Delegato vorrebbe avere voce in capitolo anche per quanto riguarda la scelta dell’allenatore e il nome gradito, peraltro anche alla parte restante della dirigenza, è quello di Massimiliano Allegri.
Ma la domanda sorge spontanea: i due possono coesistere, o meglio, quali sono attualmente i rapporti tra loro? Sicuramente tra i due c’è un rapporto di profonda conoscenza, sebbene Paratici abbia contribuito al licenziamento di Allegri nel 2019. Tuttavia i rapporti si sono nuovamente consolidati quando il tecnico è volato a Londra per imparare i segreti della Premier League collaborando appunto con l’allora DS del Tottenham.
Siamo quindi piuttosto certi che alcune frizioni del passato siano un lontano ricordo.
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Pogba da oggi è libero: quale futuro per il Polpo?

Paul Pogba, dopo 18 mesi di stop, può tornare in campo da oggi. La domanda che tutti si pongono è quale squadra punterà su di lui.
L’11 marzo 2025 segna la fine di un lungo incubo per Paul Pogba. Dopo un anno e mezzo di squalifica per positività ai metaboliti non endogeni del testosterone riscontrati nel match vinto dalla Juventus contro l’Udinese il 20 Agosto 2023, il centrocampista francese è finalmente libero di tornare a giocare.
Il declino di Pogba
Pogba, che nel 2018 ha toccato probabilmente l’apice della sua carriera vincendo il Mondiale con la Francia, ha vissuto anni complicati, tra infortuni e problemi extracalcistici. Dopo il suo ritorno alla Juventus nel 2022, il centrocampista non è mai riuscito a esprimersi con continuità, accumulando poche presenze e incappando poi nella squalifica che lo ha tenuto lontano dal campo per un anno e mezzo. Una punizione inizialmente fissata in 4 anni, poi ridotta dal TAS a 18 mesi, che ha di fatto messo in pausa la sua carriera nel momento più delicato.
Oltre ai guai fisici e alla vicenda doping, Pogba è stato al centro di una storia drammatica, ovvero il tentato sequestro e la richiesta di estorsione da parte di un gruppo criminale, tra cui figurava anche suo fratello Mathias. Eventi che hanno segnato profondamente il campione, portandolo a una riflessione profonda sul suo futuro.
Le possibili destinazioni e il sogno Mondiale ’26
Ora Pogba ha 31 anni e una carriera da ricostruire. Il talento non si discute, ma dopo 18 mesi senza partite ufficiali, chi sarà disposto a dargli fiducia? Tra le opzioni più quotate ci sono l’Arabia Saudita e la MLS. Tuttavia non è da escludere un ritorno in Premier League dal momento che, in Inghilterra, Pogba ha lasciato ricordi contrastanti. Il Manchester United, dopo due avventure altalenanti, difficilmente gli riaprirebbe le porte, ma qualche squadra di fascia alta potrebbe puntare su di lui.
Sarà difficile poi immaginare una permanenza alla Juventus, che ha già voltato pagina. Tuttavia, squadre italiane con ambizioni europee potrebbero scommettere su di lui con un ingaggio ridotto.
Inoltre, l’obiettivo di Pogba, oltre a trovare una squadra, è poi quello di riconquistare la maglia della Francia. Saltato il Mondiale 2022, sogna di giocare il suo terzo torneo nel 2026. Deschamps, che lo ha sempre stimato, lo terrà d’occhio, ma prima serviranno prestazioni convincenti.
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Theo Hernandez-Maldini, un caffè che vale più di mille parole

Theo Hernandez-Maldini, li abbiamo visti ieri al bar per un caffè sorridere e scherzare. Cosa ci sarà dietro?
Il presente (forse anche il futuro) insieme a un glorioso passato. Una fotografia che ha letteralmente mandato in solluchero l’intera tifoseria rossonera la quale, tra aspre critiche, vorrebbe continuare a tifare Theo Hernandez anche la prossima stagione.
Il caffè con Paolo Maldini è stato di certo un’occasione per discutere anche di calcio. L’ex dirigente del Milan era stato colui che fortemente aveva chiesto l’arrivo del terzino francese e tra i due era nato un particolare rapporto di stima e amicizia proseguito anche in seguito all’addio dello stesso Maldini.
Come abbiamo detto e scritto in precedenza, Theo Hernandez starebbe pensando ad un clamoroso dietrofront. In lui adesso sembra esserci la volontà di rimanere al Milan dopo che la scorsa estate aveva chiesto la cessione.
Theo da sempre pretende garanzie, ha nulla contro il Milan, ma ad ottobre compirà 28 anni e la voglia di competere, e vincere, qualche trofeo è tanta. Ergo, vuole restare a particolari condizioni. E sembra che in queste ultime settimane il giocatore abbia ricevuto ampie rassicurazioni. Aria di cambiamenti? Riteniamo di sì.
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