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Bologna: gelo tra Miha e tifosi
I tifosi sono in attesa di un chiarimento da parte del tecnico sull’episodio di venerdì scorso prima della partita tra Bologna e Benevento.
Bologna: l’episodio
Prima del match, durante una fiaccolata, il tecnico si è lasciato andare ad espressioni poco felici e battute rivolte ai tifosi, il tutto registrato in un video. Dall’altra parte, i tifosi non hanno gradito questo tipo di comportamento e hanno subito compiuto un atto di protesta esponendo uno striscione fuori dallo stadio Dall’Ara che citava “Noi ultras, vecchi e tatuati ma del Bfc veramente innamorati, voi ingrati e supponenti, un pullman di pezzenti”.
I tifosi, quindi, hanno “accusato” il mister della poca professionalità e fiducia intimandolo subito a chiarire la propria posizione.
Come se non bastasse, anche il risultato della partita non ha aiutato: il Bologna in vantaggio dal primo minuto con gol di Sansone, si è fatto rimontare da un Benevento intraprendente e, la difficoltà a creare gioco con neve e un terreno in condizioni scadenti, il match è terminato con un risultato di parità che ai tifosi non è piaciuto affatto.
I tifosi chiedono chiarimenti
Da subito gli ultras hanno chiesto le scuse da parte del tecnico che non sono ancora arrivate. In realtà conosciamo bene Sinisa, quando si tratta di metterci la faccia è il primo a farlo. Ci ha abituati a saper farsi ascoltare e la sua opinione positiva o negativa che sia la esprime senza peli sulla lingua.
Certo, il carattere di Miha non è dei più semplici da gestire. Ma qui si tratta anche di sentimenti e di attaccamento alla maglia. Mihajlovic ha parlato con la dirigenza e probabilmente venerdì, alla vigilia di Sassuolo – Bologna, esprimerà il suo punto di vista riguardo questa situazione e magari le scuse, tanto pretese dai tifosi.
Seguiranno aggiornamenti.
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Milan, Fonseca su Rafael Leao:” Lui sa perché non ha giocato e ha capito”
Milan, il dubbio che avevamo espresso questa mattina era del tutto legittimo, Fonseca infatti spiega nell’immediato post partita la situazione Leao.
Nel post partita di questa sera contro lo Slovan Bratislava è intervenuto ai microfoni di Sky Paulo Fonseca il quale ha legittimato tutti i nostri dubbi di questa mattina.
Rafael Leao non è stato lasciato in panchina per la botta rimediata contro la Juventus di sabato scorso, bensì per scelta tecnica.
Le sue parole:” Io parlo sempre con Rafa, lui sa perché non ha giocato e ha capito. Quando è entrato è stato decisivo e io sono soddisfatto di vedere questo atteggiamento anche quando sta in panchina”.
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Juventus, il sogno in difesa è classe 2003
Alla Juventus si sta intavolando una trattativa per colmare il vuoto lasciato in difesa da Gleison Bremer: ecco chi è il giocatore che potrebbe sostituirlo.
La trattativa è già avviata: questo pomeriggio a riportare la notizia sono svariate fonti, Tuttosport compreso. L’oggetto è l’avvio della trattativa per un giovane prospetto classe 2003, cresciuto professionalmente al Benfica, dalle giovanili alla Prima Squadra.
Alludiamo al giovane difensore centrale portoghese Antonio Silva, che sarebbe un ottimo sostituto per Gleison Bremer, colpito da un infortunio al crociato.
Il lusitano è valutato dal Benfica 40 milioni di euro.
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Amarcord Juventus: 28 anni fa la conquista di una Coppa illustre
Ventotto anni fa la Juventus vinceva il suo ultimo trofeo internazionale di primo piano: la Coppa Intercontinentale. Autore della vittoria un immenso Del Piero.
Il 26 novembre 1996 un gol di Alessandro Del Piero all’81’ regalò alla Juventus la Coppa Intercontinentale, l’ultimo trofeo internazionale conquistato dai bianconeri.
A Tokyo, nella gara secca contro il River Plate, fu proprio il numero 10 della Juventus a decidere una sfida che, secondo lui stesso, “avremmo dovuto vincere 5-0, non 1-0“. Quel gol, come ricordato da Del Piero nel suo libro Manualex, è uno dei momenti più belli della sua carriera: “Quando segnai il gol-vittoria non capii più niente”.
Juventus, la partita
La Juventus di Marcello Lippi scese in campo con un 4-3-1-2: Peruzzi; Torricelli, Ferrara, Montero, Porrini; Di Livio, Deschamps, Jugovic; Zidane; Del Piero, Boksic.
In panchina, tra gli altri, c’erano Tacchinardi, subentrato all’89′ per Zidane, Vieri e Padovano.
Dall’altra parte, il River Plate, guidato da Ramón Díaz, si affidava a una formazione piena di futuri campioni: Bonano; Hernán Díaz, Celso Ayala, Berizzo, Sorin; Monserrat, Astrada, Sergio Berti; Francescoli; Ortega, Cruz.
Particolarmente interessante era la sfida tra i due numeri 10: Del Piero per la Juventus e Ortega per il River.
“Due giorni prima mi avevano comunicato che la regia giapponese avrebbe dedicato telecamere speciali a noi due”, ha raccontato Del Piero, aggiungendo che la notizia lo aveva riempito di responsabilità.
A distanza di 28 anni, quella Coppa Intercontinentale rimane l’ultimo trionfo internazionale importante della Juventus. All’epoca, la Coppa si assegnava in una gara secca tra la vincitrice della Champions League e quella della Copa Libertadores, mentre oggi si disputa il Mondiale per Club, un torneo con un format completamente diverso.
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