Serie A
Fiorentina, senti Frey: “Commisso? Lo stimo, ma bisogna stare attenti a ciò che si dice. I giocatori devono avere rispetto dei tifosi”
Sul momento attuale della Fiorentina è intervenuto Sebastian Frey, grande portiere della Viola del primo Prandelli. Una lunga intervista a Repubblica in cui il portierone francese non va sicuramente leggero nè con la società nè con i giocatori.
Su Prandelli e le sue dimissioni, Frey, a lungo legato al tecnico sia negli anni di Parma che di Firenze, ha preferito non parlare.
Queste le domande a cui ha risposto l’ex numero 1 viola, in maglia gigliata dal 2005 al 2011 con 175 presenze totali.
Cosa accadrà con l’ennesimo cambio in panchina?
«Ho sentito alcuni giocatori in questi giorni e hanno riaccolto Iachini con un abbraccio sincero e caloroso. Beppe è l’uomo giusto in questo momento e sono sicuro che salverà la Fiorentina. Poi però la società dovrà ripartire con progetti e obiettivi nuovi».
Si è spiegato il perché di questa crisi?
«La società deve parlare di meno. Sento tante polemiche intorno alla Fiorentina, da più di un anno. La proprietà poi fa la guerra al sistema italiano. Che sia giusto o sbagliato, qui è ben diverso dal calcio americano. La proprietà deve circondarsi di persone che hanno vissuto in modo intenso il calcio, per poter spiegare e consigliare meglio. Raggiunta la salvezza, se è il caso, bisogna fare una resa dei conti che a volte fa bene. E poi ripartire con un progetto e una squadra competitiva. Penso che un’altra stagione come quella appena vissuta, i tifosi non la perdonerebbero».
Secondo lei manca qualcosa anche in società?
«Sì. Stimo Commisso ma in questi mesi dove la squadra non gira ho visto una proprietà più attenta a spendere tempo ed energia a criticare il sistema politico italiano o altre squadre, quando invece sarebbe servita più serenità intorno alla squadra che è fragile e va protetta».
Ma come è possibile ricreare un gruppo come era il vostro?
«Oggi può diventare complesso parlare di amore per la maglia: ci sono troppi interessi e il termine “bandiera” non esiste più. Allora dico rispetto: questo lo si vede dalle piccole cose, come arrivare al campo determinati, in allenamento quanto in partita. Fa la differenza e questo è mancato negli ultimi anni. In partita devi dare tutto. Conosco i fiorentini: se fai capire che ci tieni e dai tutto in campo, verrai sempre perdonato. Ma i fiorentini non accettano di vedere i giocatori poco coinvolti, che magari dopo una partita persa mostrano il sorriso. Oppure che poi vanno sui social e fanno cose che andrebbero evitate. C’è un po’ di confusione in questo momento».
Lei come ha fatto a far suo questo senso di appartenenza?
«A Firenze ho giocato sei stagioni e c’è stato amore reciproco a prima vista. Ho sentito questo sentimento quando mi ruppi il ginocchio dopo sei mesi e ho capito che la mia carriera veniva messa seriamente in discussione. Ho sentito tanto affetto, da parte di tutti. In un momento così brutto della mia carriera, dove non sapevo neanche se sarei potuto tornare a giocare, questo mi ha spinto ad andare in campo per ripagare tutto ciò tramite le mie prestazioni».
Mancano leader come lei in questa Fiorentina?
«So che lavoro fa Ribery tutti i giorni coi ragazzi in allenamento. È un trascinatore che sta spesso dietro le quinte. Anche Borja Valero e Dainelli lo sono. In un gruppo dove ci sono questi trascinatori un po’ esperti, con tanti giovani che ancora hanno dimostrato poco ma che pare siano già dei fenomeni, è difficile gestire lo spogliatoio. È come se i leader fossero in inferiorità. Eppure ci sono. A me hanno sempre detto: il difficile non è arrivare in alto, ma rimanerci».
Quanto è cambiato lo spogliatoio rispetto ai suoi anni?
«Tantissimo. Un esempio. Noi avevamo un regolamento: niente telefonino né prima né dopo la partita. Il post gara è un momento di condivisione, nel bene e nel male. Sapessi quante volte finisce in rissa dopo una sconfitta. Ma il confronto è la salvezza dello spogliatoio e ne determina la sua crescita. Adesso è molto difficile creare spogliatoi così affiatati. I ragazzi sono chiusi sui propri social, nella loro realtà individuale. Un abbraccio sincero, una semplice pacca sulla spalla invece hanno un valore profondo. Anche un confronto, una litigata possono servire».
Fa male pensare alla Fiorentina in lotta per non retrocedere…
«Durante il mio periodo abbiamo riportato in alto la Fiorentina in Europa. Tutti, anche in Champions, ci temevano. In campionato poi eravamo la squadra da battere. Tutti venivano al Franchi con la paura addosso. Questo era merito dei giocatori, dei tifosi, del progetto e del gruppo che siamo riusciti a creare. Ecco, vorrei rivedere dei segnali come questi. La Fiorentina deve tornare a competere per questi obiettivi. Non per la salvezza, non è quello il suo posto».
Quanto ha influito l’assenza dei tifosi allo stadio?
«Sono sicuro che con i tifosi al Franchi, la crisi sarebbe durata molto meno. Una contestazione civile o dei fischi a volte possano far bene alla squadra perché ti rimettono in discussione».
Serie A
Napoli, il West Ham vuole un obiettivo estivo degli azzurri
Napoli, Jhon Duran, attaccante colombiano classe 03′, in questa stagione con la maglia dell’Aston Villa ha collezzionato 27 presenze con 12 gol.
Arrivato a gennaio 2023 per 18 milioni di euro dal Chicago Fire, dal suo approdo in Inghilterra si è dimostrato un calciatore importante per la squadra di mister Emery.
Grazie alle ottime prestazioni sul centravanti colombiano si stanno muovendo alcuni club inglesi che stanno mostrando interesse per strapparlo dai Villans. Nelle ultime ore si parla di un forte interessamento da parte del West Ham per lui.
Napoli, il West Ham vuole un obiettivo estivo degli azzurri
Il neo tecnico degli inglesi Graham Potter vuole rinforzare il reparto offensivo in vista della seconda parte di stagione e Duran è in cima alla lista dell’ex Chelsea.
Gli hammers hanno offerto 57 milioni di sterline per il cartellino del colombiano, ma l’Aston Villa ha rifiutato chiedendone 70 milioni per cederlo a gennaio.
Una cifra molto importante che mette in guarda anche gli azzurri che avevano individuato in Duran un possibile acquisto in estate con la cessione di Osimhen.
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Serie A
Ultim’ora Como: Van der Brempt si infortuna, Fabregas costretto al cambio
Infortunio per Van der Brempt durante Como-Udinese: cambio obbligato per l’allenatore che decide di sostituire il giocatore a causa dell’incidente.
Nella sfida tra Como e Udinese, un infortunio ha colpito il giocatore Van der Brempt, costringendo l’allenatore a un cambio forzato. L’evento si è verificato in un momento cruciale della partita, mettendo in difficoltà la squadra. Van der Brempt, noto per la sua tenacia sul campo, è stato sostituito con l’obiettivo di preservare la sua condizione fisica e garantire una ripresa completa.
Como, le ripercussioni sulla squadra
Il cambio ha influenzato l’andamento del match, obbligando l’allenatore a rivedere la strategia iniziale. L’infortunio di Van der Brempt potrebbe avere implicazioni anche per le prossime partite, con lo staff medico che valuterà attentamente le sue condizioni nei prossimi giorni. La squadra dovrà ora adattarsi a questa nuova situazione, cercando di mantenere alta la performance sul campo.
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Fonte: l’account X di Gianluca Di Marzio
#ComoUdinese, infortunio per Van der Brempt: cambio forzato per #Fabregas 👉https://t.co/u0rqeZd8cd pic.twitter.com/YBjWFlnDL4
— Gianluca Di Marzio (@DiMarzio) January 20, 2025
Serie A
Inter, Calhanoglu ancora ai box: Inzaghi chiede ad Asllani il salto di qualità
Inter, continua la convalescenza di Hakan Calhanoglu, che non sarà disponibile per Prega. Toccherà ancora una volta ad Asllani condurre il centrocampo nerazzurro.
Lautaro Martinez ha speso parole al miele per Kristian Asllani nel post Inter-Empoli. Da capitano, l’argentino vede nello spogliatoio una personalità acquisita da parte dell’albanese.
Utilizzato molto nell’ultimo periodo per sostituire un Calhanoglu ancora ai box, il numero 14 ha visto una crescita nelle prestazioni.
Prima Venezia e poi Empoli, con il mezzo la prova non brillantissima contro il Bologna, hanno dato modo ad Asllani di esercitarsi con il volante del centrocampo nerazzurro tra le mani.
La sintonia sembra essere giunta, e l’ infortunio del turco ha messo in discesa la strada.
Dopo svariati passaggi a vuoto, la maturità di Kristian Asllani sembra essere giunta, e l’Inter non aspettava altro.
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