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Parma-Empoli: le pagelle dei crociati
Altra vittoria fondamentale per i crociati che, conquistando altri tre punti, si portano a quota 10. Avvio di stagione molto positivo oltre che inaspettato. Quello di ieri era uno scontro contro una diretta rivale per la salvezza e portare a casa i tre punti era fondamentale. Un Barillà da nazionale e un Gervinho rinato fanno sognare il Parma e D’Aversa. Uniche note negative della gara sono gli infortuni di Gervinho e Di Marco… Si attendono notizie.
Le pagelle dei crociati:
Sepe 7: ottima partita del portiere ex Napoli che, nel finale compie una super parata su La Gumina. Inoltre risulta sicuro nelle uscite e finalmente trasmette quella fiducia che mancava all’inizio della stagione.
Iacoponi 6,5: partita pulita la sua, dalla sua parte non arrivano quasi mai pericoli. A fine partita, con l’entrata di Gazzola, si sposta nel suo vecchio ruolo di centrale, anch’esso ricoperto con grande sicurezza.
Gagliolo 7: il muro alzato da lui e da Bruno Alves é invalicabile. Ennesima grande prova di un giocatore che si sta confermando a grandi livelli, dopo aver militato per gran parte della sua carriera in Serie B. Sicuramente essere affiancato prima da Lucarelli e adesso da Alves, lo aiuterà molto nella sua fase di crescita.
Bruno Alves 7: il capitano del Parma non delude. Sembra avere 20 anni. Non soffre mai Caputo e nemmeno gli inserimenti dei centrocampisti. Sicurissimo con la palla fra i piedi, di testa sono tutte sue. In marcatura é impeccabile. Con Gagliolo si sta formando una ottima coppia.
Di Marco 6,5: buona gara anche dell’ex Inter, soprattutto in fase difensiva, dove tiene bene il testa a testa con Bennacer. Oggi, a differenza delle scorse partite, spinge meno in fase offensiva, anche se grazie a lui partono degli interessanti contropiedi. Anche in fase di cross fa bene. Costretto ad uscire alla fine del primo tempo. I tifosi sperano non sia nulla di grave.
Dal 45′ Gobbi 6: entra e ci mette la sua esperienza. È sicuro in fase difensiva. Cerca, quando può, anche di spingere.
Stulac 6: buon primo tempo, dove è sempre nel vivo dell’azione e argina bene le avanzate di Zajc e Mraz. Nel secondo tempo si vede meno e soffre un po’ di più.
Barillà 7: una pedina ormai fondamentale per il gioco di D’Aversa. Un vero tuttofare: regala un assist da regista a Gervinho, va per due volte vicinissimo al gol (che meriterebbe) e pressa per tutta la partita.
Rigoni 6: forse ancora non al top della condizione fisica, nonostante ciò da sicurezza al centrocampo. Mette ordine al centro del campo e sovente fa ripartire l’azione. Nel secondo tempo pare sfiancato e si abbassa di molto.
Siligardi 6,5: ottima prestazione dell’ala crociata, che illumina il gioco con ottima aperture. Alterna qualche bella giocata a qualche sbavatura. Negli ultimi minuti ricopre il ruolo di prima punta, e lo fa bene.
Ceravolo 5: era chiamato a sostituire Inglese, ma per farlo gli servirebbero 10 cm e 15 kg in più. Non è funzionale a questo tipo di gioco, volto a far salire la squadra. Sbaglia tanto e crea poco (o nulla). Sembra indietro anche fisicamente. Per ora è rimandato.
Dal 70′ Gazzola 6: rientra da un lungo stop ma pare in forma. Si aggiunge al muro difensivo eretto dai crociati e lo fa bene.
Gervinho 6,5: terzo gol per l’Ivoriano. Purtroppo non è pungente come le scorse partite a causa di un fastidio alla coscia che lo costringe al forfait al 50′ minuto. Sotto porta é letale e le sue accelerate sono uniche. I tifosi pregano che non sia nulla di grave.
Dal 50′ Di Gaudio 5,5: entra e spreca due nitide occasioni. Nonostante ciò corre tanto e crea scompiglio nella difesa Empolese.
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FIGC, un candidato eccellente per la presidenza
Chi sarà il successore di Gabriele Gravina alla presidenza della FIGC? Ancora non ci sono elezioni, ma c’è già l’idea di candidare qualcuno.
La partita non è ancora iniziata, ma sul campo della presidenza FIGC si staglia già un’ombra significativa: quella dell’ex attaccante della Juventus Alessandro Del Piero.
Secondo quanto riportato da La Repubblica, l’ex campione potrebbe inserirsi nella corsa per il ruolo di presidente della Federcalcio: le elezioni sono indette per il prossimo 3 febbraio. La decisione di Gabriele Gravina, attuale presidente, di fissare la data delle elezioni ha sorpreso molti, riducendo i tempi di preparazione: le candidature devono essere depositate entro il 25 dicembre.
Gravina, in cerca del suo terzo mandato, non ha ancora ufficializzato la sua candidatura, sperando di ottenere il sostegno della Serie A. Tuttavia, proprio all’interno dei club della massima serie italiana, sta prendendo forma l’idea di candidare Del Piero. Questa possibilità è più di una semplice suggestione: Alex è stato contattato per valutare la sua disponibilità e, secondo indiscrezioni, non avrebbe escluso l’ipotesi.
Per trasformare questa idea in realtà, sarà necessaria una candidatura ufficiale da parte di una componente della FIGC. In pratica, Del Piero dovrebbe essere indicato come rappresentante dalla maggioranza di una delle seguenti categorie: Assocalciatori, Associazione Allenatori o una delle leghe. Tra queste, la Lega Serie A potrebbe essere la più interessata a promuoverlo, vedendo in lui una figura capace di unire le società e rappresentare una visione comune.
Gravina può comunque contare su una solida base di consensi, stimata intorno al 75%, grazie al sostegno dei Dilettanti guidati da Giancarlo Abete, della Serie C, di una parte della Serie A, degli allenatori e dell’Associazione Calciatori. Proprio quest’ultima ha ricevuto significativi aiuti da Gravina, come il contributo economico per il ripristino del fondo di solidarietà destinato ai calciatori a fine carriera.
La sfida resta aperta e presto sapremo se Del Piero deciderà di scendere in campo. La sua condizione principale? Non essere percepito come una figura divisiva, ma come un simbolo di unità e rinnovamento per il calcio italiano.
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Esclusiva Calcio Style, contatti per il post Fonseca: Edin Terzic in pole
Esclusiva Calcio Style, i contatti sono avvenuti diverse settimane fa, prima della sconfitta casalinga contro il Napoli e noi di Calcio Style lo avevamo scritto in esclusiva. In essere uno stato di allerta, vediamone i dettagli.
Il cammino di Paulo Fonseca è sotto gli occhi di tutti. Il Milan di certo non si può ritenere soddisfatto e le sconfitte iniziano ad essere troppe per poter mantenere il passo. Contro la Juventus non è stata sconfitta, ma un qualcosa che ci è andato molto vicino, sicuramente un punto che non ha fatto felici nessuno al quarto piano di Via Aldo Rossi, per non parlare dei tifosi che hanno pagato un centinaio di euro per il terzo anello.
Dieci punti dalla vetta pesano come un macigno, soprattutto se i rossoneri non dovessero centrare la qualificazione alla Champions League per la prossima stagione. Questo rappresenterebbe una vera sconfitta per un club che ha sempre sostenuto di volere crescere step by step, di anno in anno.
Non è sicuramente l’unico, ma uno dei responsabili dell’attuale debacle è il tecnico portoghese il quale non sta avendo vita facile nemmeno all’interno delle mura di Milanello con alcuni giocatori che sembrano essersi girati di traverso. E la dirigenza sembra averlo abbandonato ormai da tempo.
Ma veniamo al nome, un profilo che sembra mettere tutti d’accordo, quantomeno i componenti della dirigenza che in altri periodi non erano riusciti a trovare una quadra. Stiamo parlando di Edin Terzic, ex allenatore del Borussia Dortmund. Giovane e preparato, il 42enne gioca principalmente con il modulo 4-2-3-1 senza tuttavia disdegnare assolutamente il 4-3-3. Famoso per un gioco offensivo, a viso aperto, Terzic è stato contattato alcune settimane fa, prima ancora della sconfitta al San Siro contro il Napoli.
E i contatti sembrano proseguire, l’allenatore ha fatto recapitare dai suoi agenti tutto il suo entusiasmo per una nuova avventura in Italia.
La posizione di Fonseca è compromessa, domani in Champions e in campionato contro l’Empoli non saranno più permessi e tollerati passi falsi. Altrimenti sarà esonero certo. Questa è la notizia, la falsa credenza che la dirigenza sia contenta di Fonseca non corrisponde a verità.
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Milan, chi è il vero Gerry Cardinale? L’editoriale di Mauro Vigna
Milan, non so se in molti se lo chiedono, ma in cuor mio la domanda sorge spontanea: chi è il vero Gerry Cardinale?
“Nessuno vuole vincere più di me”, questa frase non l’ha pronunciata un tifoso, non l’ho pronunciata io, ma Gerry Cardinale in tempi non sospetti.
E cosa deve fare il tifoso medio? Ovvio, ascoltare il verbo del presidente e soprattutto crederci.
Direi che lo abbiamo ascoltato e lo abbiamo creduto per troppo tempo. Abbiamo assistito alla demaldinizzazione, un nuovo verbo creato ad hoc per descrivere tutto ciò che è stato distrutto dopo la cacciata di Paolo Maldini l’anno dopo lo scudetto.
Perché di errori ne sono stati fatti e per me viene difficile elencarli tutti nello stesso articolo, ma voglio citare i principali. E’ stato ad esempio fatto partire un allenatore, Stefano Pioli, sicuramente a fine ciclo, ma per alzare l’asticella, siccome si vuole vincere, si deve provare a prendere un top allenatore e senza girarci troppo intorno Antonio Conte, Massimiliano Allegri o Maurizio Sarri in estate non speravano altro di venire in rossonero.
Si poteva fare un mercato diverso. Piuttosto che prendere Emerson Royal a 16 milioni, si poteva tenere Kalulu il quale avrebbe certamente giocato meglio senza per forza regalarlo alla Juventus, peraltro una diretta avversaria.
Si poteva inserire in organico un dirigente di esperienza anzichè promuovere u talent scout, Geoffrey Moncada, che prima di questa estate aveva mai direttamente trattato un giocatore. Si poteva fare maggiore chiarezza intorno alla figura di Zlatan Ibrahimovic perchè in fondo, dietro alla parola Senior Advisor, nessuno ha ancora capito perfettamente cosa faccia, al di fuori delle storie su Instagram.
Riprendendo la frase Nessuno vuole vincere più di me posso solo aggiungere che finora la gestione Cardinale, quantomeno guardando questioni di campo, è stata fallimentare. E bisognerà stare attenti perché questa non si tratta di costruzione, bensì distruzione di quanto era stato fatto. Siamo infatti così certi che i vari Theo Hernandez, Rafael Leao e compagnia cantante vorrà rimanere a fine stagione se saremo fuori dall’Europa che conta? Io così sicuro non lo sono e non riesco a dar loro torto.
Ma in fondo chi ha vinto o perso in tutta questa faccenda? Dall’incasso di quasi 8 milioni dall’orrenda sfida tra Milan e Juventus di sabato pomeriggio la risposta è semplice: Gerry Cardinale. Ma allora…a questo si riferiva? Un suggerimento caro Gerry, la prossima volta le cose dille con più chiarezza, usa i verbi giusti. La frase corretta sarebbe stata nessuno vuole incassare più di me. Ti avremmo creduto di più.
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