Serie A
Salernitana, Lotito obbligato a cedere il club: le ultime
.La Salernitana dopo 23 anni torna in Serie A grazie alla vittoria ottenuta a Pescara per 3 a 0.
Festa grande in città per la conquista di una storica promozione che ora porta ad un grosso problema, perché il presidente Lotito non può tenere il club essendo già presidente di un club di serie A, la Lazio. Quindi ora dovrà fare una scelta su quale società vendere, e tutte le strade portano al club campano, ma chi vuole prelevare il club? Dalle indiscrezioni ci sono un paio di persone interessati al club.
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Salernitana, Lotito obbligato a cedere il club: le ultime
Secondo la Gazzetta dello Sport, il presidente deve vendere il club entro 30 giorni dopo la promozione per non rischiare un caso giuridico-sportivo. Ecco perché si stanno cercando delle persone interessate, per ora c’è l’interesse di un imprenditore romano che sta trattando con Lotito per rilevare il club. Oltre a lui, ci sono indiscrezioni di un possibile ingresso in società di un fondo estero, che sarebbe legato all’imprenditore romano. Vedremo cosa accadrà nelle prossime settimane sulla cessione del club con questa trattativa con l’imprenditore romano, ma per il bene della società bisogna fare in fretta, e dopo aver raggiunto l’obiettivo serie A per Lotito è arrivata l’ora di lasciare Salerno.
Serie A
Bove via dalla Roma, parla l’agente: “Pressioni dell’ex CEO”
A mesi di distanza dalla fine del calciomercato estivo, l’agente di Edoardo Bove, Diego Tavano, è tornato a parlare del rapporto con la dirigenza giallorossa.
In particolare, si è soffermato sulle motivazioni che hanno quasi obbligato il ragazzo a lasciare la Capitale nonostante fosse amato dai tifosi. Di mezzo c’è l’ex CEO del club.
Bove, l’agente rivela: “L’ex CEO voleva mandarlo al Nottingham”
Durante un’intervista al Corriere dello sport l’uomo che cura gli interessi sportivi del calciatore ha dichiarato quanto segue:
“I sostenitori della Roma lo hanno amato incondizionatamente anche dopo il cambio di maglia. Certo, non sarebbe voluto andare via, voleva diventare una bandiera della squadra giallorossa. Ha svuotato l’armadietto e abbiamo pianto mentre andavamo alla stazione per prendere il treno. Di contro sapevamo che la scelta era giusta perché Edo ha sempre considerato Firenze una città piena di passione”.
Bove era innamorato della maglia e i tifosi di lui ma a quanto pare alcune pressioni lo hanno costretto a cambiare aria precocemente:
“È stata un’estate particolare. Avendo un ottimo rapporto con De Rossi ci siamo sempre confrontati. Non a caso, cercavo di portare Badé con il mandato del Siviglia: in quel momento era la prima scelta di Daniele. Mi diceva che Bove poteva restare ma che avrebbe avuto tanta concorrenza.
Io gli dissi che doveva essere la stagione della consacrazione, era importante giocare con continuità. Da lì è iniziata una forte pressione dell’ex Ceo per portarlo via. Il tutto è culminato il 30 agosto, quando voleva spingermi ad accettare la cessione al Nottingham per 8 milioni. Per me c’era l’ombra di un prestito all’Olympiacos dal Nottingham e poi ritenevo basso quel valore.
Abbiamo battagliato, io la rassicuravo: avrei trovato una soluzione più gradita a tutti, che avrebbe fatto guadagnare di più il club. Questa soluzione per noi era solo la Fiorentina. De Rossi, comunque, ha sempre consigliato alla società di dare Edo con la possibilità di rientrare”.
Serie A
Roma-Parma, è sfida salvezza: occhio all’attacco
Il lunch match all’Olimpico di oggi, Roma-Parma, è una sfida cruciale soprattutto per la Roma, a soli due punti di distacco dalla zona retrocessione.
La partita Roma-Parma di oggi è fondamentale: lo sa bene Claudio Ranieri, allenatore di una squadra che nelle ultime 5 partite ha rimediato una vittoria e 4 sconfitte.
Il monte punti accumulato dai giallorossi, al momento, è del tutto insufficiente: solo 16 punti. Un unico punto di vantaggio in classifica sull’avversaria di oggi, il Parma, che attualmente occupa il 16esimo posto.
Roma-Parma, un’avversaria temibile
Si tratta di un’avversaria che non si può e non si deve prendere sotto gamba: abbiamo visto come è riuscita a pareggiare contro la Juventus allo Stadium (2-2) e a vincere di misura in casa contro la Lazio (3-1).
A livello realizzativo, in campionato ha 5 gol di vantaggio rispetto alla Roma (23 contro 18) e i gol incassati la portano a una pari differenza reti rispetto alla padrona di casa (-5).
Nelle partite di questa stagione è raramente rimasta a secco di gol, sia contro le big che contro avversarie meno temibili sulla carta: a zero gol: in effetti è capitato solo due volte, contro il Bologna in trasferta (0-0) lo scorso ottobre e contro il Genoa in casa a novembre (0-1).
La difesa della Roma, per questo, dovrà essere la migliore possibile: l’idea di Ranieri, in occasione di questa sfida, è puntare nuovamente su Mats Hummels, fondamentale contro l’Atalanta malgrado la sconfitta.
Serie A
Inter, Lautaro Martinez: “Vincere? Io voglio tutto”
Il capitano dell’Inter Lautaro Martinez ha parlato in un’intervista del suo momento e di quello della squadra: “Vivo per il gol, ma gioco più lontano dall’area”
Il bomber dell’Inter sta attraversando un momento di digiuno che dura dalla sfida contro il Venezia dello scorso 3 novembre. All’interno di un’intervista rilasciata ai microfoni del Corriere della Sera, ha spiegato la sua motivazione per la quale in questo periodo sta segnando di meno. Inoltre, ha messo in mostra tutta la sua fame e la sua voglia di vincere, che si porta dietro da una dura e turbolenta infanzia.
L’infanzia del Toro
Lautaro Martinez ha aperto la sua intervista partendo dagli albori della sua infanzia, dove ha formato il suo carattere forte e coraggioso: “Da piccolo io non avevo niente a volte non sapevo dove avrei dormito la sera. Sono cose che mi hanno marcato come uomo e tutto quello che ho passato cerco di trasmetterlo in campo. Fuori dal calcio, cerco sempre di dare una mano e sono felice di andare a trovare i bambini che non stanno bene: capisco quello che vivono, le loro difficoltà”.
Il digiuno dal gol con la maglia dell’Inter
Successivamente, ha spiegato una sua teoria puramente tattica sul perché in questo periodo sta segnando di meno: “Sono un attaccante e vivo per il gol. Però si deve anche analizzare la partita che uno fa. E io in questi mesi sto giocando più lontano dall’area, perché mi piace far salire la squadra: è una cosa che sto aggiungendo al mio gioco e mi sento bene così.
Sì, Marcus sta più centrale e più avanzato, ma non è una cosa studiata: nasce dalla nostra intesa in campo. L’anno scorso spesso era lui che arretrava un po’ o si allargava, adesso tocca a lui fare più gol. A volte mi sento sottovalutato”.
L’ambizione del capitano
Infine, ha parlato delle sue ambizioni e della sua fame agonistica nel voler vincere i trofei: “io voglio tutto. Quando inizi a vincere, non ti vuoi fermare perché sai quanto è bello essere ripagati del lavoro fatto. E questa mentalità voglio trasmetterla anche nelle partitelle. Ho avuto la fortuna di vincere il Mondiale e pensavo che non ci fosse più niente dopo: ma c’è tanto altro”.
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