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Agnelli presenta la nuova Juventus

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Juventus, Agnelli

Il presidente della Juventus, Andrea Agnelli, presenta in conferenza stampa e ai tifosi bianconeri il nuovo asset societario. Con lui il vicepresidente Pavel Nedved, Maurizio Arrivabene e Federico Cherubini.

Ecco le dichiarazioni:

Agnelli: “Gli effetti della pandemia hanno toccato tutti”

Agnelli: “Buongiorno a tutti. Vorrei introdurre due argomenti: ieri il CdA ha esaminato gli impatti della pandemia sui tre esercizi 2019-22, stimati in 320 mln. Il CdA ha quindi definito anche le linee guida di un rafforzamento patrimoniale mediante aumento di capitale sociale fino a 400 milioni di euro. Gli effetti della pandemia hanno toccato tutti”.

Agnelli: “E’ importante che gli azionisti della Juve sostengano crescita e sviluppo del club”

Agnelli: “I dettagli sono stati dati ieri. E’ importante che gli azionisti della Juve sostengano crescita e sviluppo della società. E’ questo motivo di orgoglio per me
L’aumento di capitale serve a coprire gli effetti diretti e indiretti della pandemia che stanno colpendo tutta l’industria. Si stima una necessità di liquidità per 8,5 miliardi per i club di prima divisione. Abbiamo ricevuto una lettere che ci ammetteva alla Champions League. Voglio ribadire la nostra volontà di dialogo per migliorare il calcio europeo e non abbiamo nessuna paura delle minacce. Siamo confidenti delle nostre azioni legali.
Le competenze di Arrivabene saranno integrate da quelle di Nedved e Cherubini. Il suo CV parla per lui. Saprà portare un elemento determinante di managerizzazione all’interno dell’area sportiva. Per quanto riguarda Cherubini: è un punto di orgoglio della società. E’ il primo manager ad alto livello formatosi internamente. Da oggi, come Football Director, avrà la responsabilità di tutte le squadre. Sono sicuro questa sia la miglior squadra per affrontare le prossime sfide sia in campo, che fuori dal campo. L’anno prossimo sarà infatti ancora impattato dalla pandemia.
Con Ceferin ho sempre avuto ottimo rapporto, continuo a stimarlo. Quando si lavoro nel business. Quando si firmano certi accordi è obbligo non poterne parlare. Quando mi sono dimesso dalla mie cariche credo di essermi comportato nella maniera più corretta possibile. Il tempo aggiusterà qualsiasi disguido”.

Arrivabene: sfida stimolante

Maurizio Arrivabene: “Questa è una sfida molto stimolante. A me piacciono le sfide e piace la Juventus, anche da tifoso. E’ una combinazione perfetta per me in questo punto della mia carriera. Se una squadra è vincente diventa bella automaticamente. Se perdi puoi essere bellissimo, ma lo sei molto meno.”

Cherubini: “CR7 via? Nessun segnale”

Federico Cherubini su Cristiano Ronaldo: “Non c’è stato nessun segnale. Non si deve necessariamente parlare di un trasferimento, non c’è stato nessun segnale in questo senso né da parte sua né da parte della Juventus. I numeri non sempre dicono tutto, ma nascondono molte verità. Siamo contentissimi di Cristiano, appena avrà terminato il meritato periodo di riposo si unirà alla squadra che si ritroverà il 14 luglio senza i Nazionali“.

Cherubini: sul mercato ci  faremo trovare pronti in caso di opportunità

Federico Cherubini sul mercato: “Sarà caratterizzato da tutto, anche rientri dai prestiti e valorizzazione del nostro patrimonio. Veniamo da stagioni di investimenti importanti, il che ci mette nella condizione di iniziare la stagione in modo competitivo. Potremmo anche non fare niente sul mercato, la rosa è competitiva e lo pensa anche l’allenatore.
Cogliendo alcune opportunità si può migliorare qualcosa, ma non è detto che questo succederà. Serve rispettare il piano di rafforzamento progressivo negli anni e vogliamo aspettare gli investimenti fatti soprattutto nell’ultimo biennio. Abbiamo ampi margini di crescita già col patrimonio tecnico a nostra disposizione, non sarà un mercato che ci vedrà particolarmente attivi, ma ci faremo trovare pronti in caso di opportunità“.

Cherubini su Fabio Paratici:

“Ho avuto la fortuna di arrivare qui nel 2012 proprio grazie al rapporto che avevo con Fabio. Ho lavorato con lui e Marotta, due professionisti che mi hanno dato tanto. Con Fabio anche per una questione anagrafica si è creato un rapporto anche umano. Mi lascia tante cose, tanti momenti, tanti viaggi, tanto tempo passato insieme. Vorrei rubargli un po’ di quella passione, di quel fuoco, con cui ogni giorno affronta il proprio lavoro. Non si è mai fermato, ogni giorno interpreta il suo lavoro al massimo“.
Nedved: “Questa società è fatta per vincere”

Nedved: “Cosa fare per tornare a vincere? Tutti i presenti sanno cosa fare per vincere.Serve disciplina e lavoro, parte del Dna Juve. Questa società è fatta per questo”

Agnelli sull’aumento di capitale e Cristiano Ronaldo

Siamo nella fase del completamento della scelta del pool delle banche che ci seguiranno. Quando avremo a bordo quelle che saranno faremo delle valutazioni sui rischi delegati per arrivare a capire come completare l’operazione. Questo è un aspetto che evolve nel tempo, a momento debito verranno fatte le considerazioni. Rinnovo Cristiano? E’ stata una delle prime operazioni che ha convolto più aree della società. Oggi l’investimento presenta risultati positivi nonostante il Covid. Da lì faremo delle valutazioni che devono essere soprattutto tecniche perché non si può agire solo per motivi finanziari. Ma ci sono anche altri giocatori che valutano motivi non solo tecnici: McKennie ad esempio ha attenzione a temi che noi abbiamo sempre dibattuto“.

Nedeved: con Dybala contatti continui

“Paulo Dybala è in contatto costante con Cherubini. Si sta preparando per essere uno dei primi a tornare. Appena rientrerà continueremo le conversazioni.”

Serie A

Udinese, Nani: “I giovani devono giocare. Su Pafundi…”

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Pafundi

Il ds dell’Udinese ha rilasciato alcune dichiarazioni sul mercato di gennaio e su alcuni possibili rinforzi. Leggi con noi le parole di Nani.

Il direttore sportivo dell’Udinese, a margine del brindisi organizzato con la stampa, ha fatto il punto sulla situazione in vista del mercato di gennaio. In particolare, Nani si è soffermato sul futuro di alcuni giovani e soprattutto di Pafundi, attualmente in prestito.

Le parole di Nani

Sul 2025.
“Meraviglioso, per tutti dai tifosi fino all’Udinese. Veniamo da una stagione tormentata e difficile. Dobbiamo tenerla presente e arrivare presto all’obiettivo della salvezza. Una volta raggiunta poi ovviamente si potrà guardare avanti e toglierci qualche soddisfazione. Proviamo ad arrivarci il prima possibile”.

Per il mercato di gennaio in difesa.
“Numericamente siamo in tanti, il mercato è aperto tutto l’anno. Siamo attenti, poi a volte è determinato dai risultati, dagli infortuni e dal modulo. Siamo in una fase in cui stiamo provando diverse soluzioni e abbiamo tempo per analizzare. Ma ad occhio dovremo essere a posto”.

Sul futuro di Pafundi.
Torna con noi. Ha tantissimo talento e dopo questo periodo di ambientamento con noi valuteremo quale sarà la soluzione migliore. Deve giocare con continuità e potremo valutare anche la soluzione di un prestito per permettergli di giocare”.

Pafundi, Italia U19, Nani

Domani ci sarà l’Inter: sarà l’occasione di parlare anche di mercato?
“È un calciatore che piace e non potrebbe essere altrimenti perché è veramente forte. Non abbiamo intenzione di cedere i nostri migliori giocatori a gennaio, poi non si può escludere nulla. Ma è un mal di testa che mi sposterei eventualmente per giugno”.

Sugli infortunati.
Davis torna presto. Credo siano passate già un po’ di settimane dal suo infortunio e non credo manchi molto. Okoye ha avuto questo intervento e lo aspettiamo presto ma credo che Sava lo stia sostituendo bene. Lovric non credo sia disponibile domani, credo più per lunedì. Anche Payero è vicino al rientro. Il Natale porta tante buone cose”.

Potrebbe esserci qualche partenza in prestito?
“All’Udinese siamo fortunati che abbiamo tanti giovani di grande valore, come Palma e Piana. Pizarro è un giocatore straordinario, sicuramente succederà che qualcuno uscirà per andare a giocare vista la rosa corposa. I giovani sono come i piloti d’aereo: la qualità è valutata in base alle ore di volo che ha, quindi devono avere un po’ di ore di gioco”.

Sui miglioramenti.
“Perché lo abbiamo dimostrato negli ultimi 30 anni, non ci fermiamo a valutare una realtà come Udine nella sua grandezza ma che in realtà è all’avanguardia da tempo. La positività e il buon umore devono procedere con ottimismo. Vorremmo continuare a fare bene le cose con grande entusiasmo e i grandi risultati si lavorano solo pensando in grande”.

La letterina dall’Aia.
“Era un libro in realtà, ma essendo Natale ormai li ho perdonati. Sono pronto ad accogliere tutti gli arbitri con gran sorriso. Gli errori ci possono essere, io vivo all’estero e vedo tante partite e faccio i complimenti alla nostra squadra arbitrale. Poi stemperiamo le polemiche perché non è nel nostro stile”.

Il rinnovo di Thauvin.
“Quando due parti vogliono lo stesso, è facile raggiungere l’obiettivo. Thauvin ha il contratto con noi di 1 anno più opzione, noi siamo contentissimi di lui e lui uguale. Sicuramente arriverà il momento e spero che faremo questo ulteriore matrimonio. Siamo orgogliosi di averlo come capitano, è molto bravo anche con i giovani. Dalle mie parti si dice che ci sono tutti i ‘tips on the box’ (tutti i presupposti sul tavolo ndr.) perché la cosa possa andare avanti”.

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Serie A

Genoa, nuova maglia targata Netflix nel match col Napoli

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Genoa, è pronta una nuova divisa speciale per celebrare la seconda stagione della serie cult coreana Squid Game, che verrà indossata in campo sabato contro il Napoli.

Il Genoa continua a sorprendere non solo sul campo ma anche fuori, consolidando la sua posizione come esempio di innovazione e marketing nel calcio italiano. Dopo collaborazioni di alto profilo con star dello sport, della musica e dello spettacolo, il club più antico d’Italia annuncia una nuova straordinaria partnership.

Sabato pomeriggio, in occasione della sfida contro il Napoli valida per il 17° turno di Serie A, i giocatori del Grifone scenderanno in campo con una divisa destinata a diventare iconica. Si tratta del terzo kit ufficiale stagionale, ovvero una maglia nera con dettagli dorati che ospiterà sul petto il logo di Squid Game 2, la celebre serie TV coreana che tornerà con la sua attesissima seconda stagione su Netflix il 26 dicembre.

Genoa

Un’operazione che unisce due universi, quello calcistico e quello dell’intrattenimento, sottolineando la crescente capacità del Genoa di dialogare con un pubblico globale. L’iniziativa rappresenta una celebrazione del potere trasversale del calcio, capace di fondersi con fenomeni culturali come Squid Game.

Il club rossoblù non è nuovo a iniziative di questo tipo. Negli ultimi anni ha dimostrato un’abilità rara nel coniugare tradizione e modernità, valorizzando il proprio marchio attraverso scelte audaci e innovative. Con questa partnership, il Genoa non solo rafforza la propria immagine, ma dimostra anche di voler essere protagonista in un contesto internazionale. A seguire, la maglia che indosseranno.

 

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Serie A

Vieri: “Le delusioni fanno parte dello sport. Devo tutto a tre allenatori”

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Bobo TV, Vieri

Vieri, intervistato a margine dell’evento con la Serie A, ha rilasciato delle dichiarazioni sulla sua carriera e sul presente. Leggi con noi le parole di Vieri.

Presente all’evento di Iliad a Milano, Bobo Vieri ha ricordato le tappe della sua carriera, soffermandosi su alcuni momenti. In particolare, l’ ex attaccante della Nazionale ha omaggiato tre allenatori e si è esposto su alcuni giocatori del nostro campionato.

Vieri

Le parole di Vieri

La parternship con la Serie A.

Io e altre legend andiamo in giro per il mondo a promuovere il nostro campionato, secondo me il nostro calcio si sta riprendendo alla grandissima. Non a parole: abbiamo visto l’Inter in finale di Champions League, l’Atalanta che ha vinto l’Europa League, la Roma in Conference e la Fiorentina ha giocato due finali di fila. Cerchiamo i giocatori giovani più forti d’Europa: al di là delle vittorie, tutte queste finali testimoniano che le squadre migliorano anno dopo anno”.

La solidarietà creatasi attorno a Bove.
Il gruppo è sempre stato fondamentale, lasciamo fuori i giornalisti che fanno sempre casino. Quando lavori in gruppo il singolo viene fuori se è forte il gruppo, è la prima cosa. La stessa Fiorentina lo dimostra, volersi bene e stare vicini tra compagni è fondamentale. Bove per fortuna si è ripreso, spero torni a giocare”.

Il rapporto con tuo nonno?
Mio nonno era l’unica persona che credeva in me. Aveva fatto il portiere e allenava i ragazzi del Santa Lucia: il nonno di Diamanti era il presidente e mi proposero di giocare lì. Alino lo conosco da quando aveva cinque anni. Mio nonno mi promise 5 mila lire a ogni gol, alla prima ne feci quattro. Era convinto sarei diventato uno dei più forti attaccanti al mondo”.

Sogni e sacrifici.
Non solo nel calcio, ma nello sport in generale e nella vita. Se vuoi raggiungere degli obiettivi devi dare tutto, sennò fai fatica. Non si tratta di un singolo sacrificio: è normale che il weekend fai fatica, perché gli altri escono e tu no. Ma se hai un obiettivo pensi a fare di tutto per raggiungerlo”.

L’inizio di carriera

Il primo ricordo su un campo da calcio?
“Era questo, ero un bambino ed ero conto. Già poter dire che giocavo in Italia e avevo fatto quattro gol, a quattordici anni, era tanta roba. Volevo testarmi, io volevo giocare a calcio: spesso i bambini mi chiedono se i soldi si realizzano veramente. Ci sono qua io, avevo due sogni e li ho realizzati. Devi sempre seguire la tua strada, senza ascoltare nessuno. Io ho giocato in A e in Nazionale”.

L’inizio di carriera.
“Ero in Australia, ho iniziato da terzino sinistro. Poi dopo sei mesi avevo fatto più gol degli attaccanti e ho detto al mio allenatore di mettermi davanti. Ero una specie di Roberto Carlos più grosso. Mi ha messo in attacco, ho fatto 15-20 gol e ho continuato così. Il mio sogno era giocare in Serie A e nazionale, lo dissi a mio padre che mi disse di trasferirmi da mio nonno a Prato. E non sono più tornato. Mio padre aveva giocato a calcio, sono stati bravi a lasciarmi libertà di scelta”.

Primo impiego ufficiale?
“Non l’ho mai visto come un lavoro. Il mio primo contratto ufficiale l’ho fatto a Pisa. Ero contento, ma quello viene di conseguenza a quello che fai, la prima cosa è voler giocare in una squadra”.

La svolta quando?
“Tre allenatori mi hanno fatto svoltare: Rampanti nella Primavera del Torino, ha sempre creduto in me, anche al primo anno quando ero più piccolo degli altri. Poi Mondonico che mi ha fatto esordire nel Torino e mi ha voluto all’Atalanta: mi martellava, che la roba che facevo in settimana la portavo in campo la domenica. E Cesare Maldini, l’ho avuto 6-7 anni tra Under-21 e Nazionale maggiore. Mi hanno messo sulla giusta strada”.

Quanto conta l’allenatore?
“È come un secondo padre, nel settore giovanile non devi vincere ma ti devono preparare per i campionati veri. È importante che ti dicano la cosa giusta, dai 14 ai 18 anni sono figure centrali”.

Che hai fatto con i primi soldi?
“Non mi ricordo, forse ho comprato la macchina a mio padre, credo una Peugeot”.

Eri felice?
“Chi mi conosce sa come sono: prendo per il culo tutti, mi piace far ridere e divertire. Anche ora che ho 50 anni e giochiamo a padel. Di Biagio dice che faccio le stesse battute da trent’anni”.

Il soprannome?
“In Primavera al Torino c’era Brunetti che giocava con me in attacco, disse che mio padre si chiamava Bob e mi avrebbero chiamato Bobo. Sono 37 anni”.

E bomber?
“Se segni, sennò ti chiamano coglione. Il bomber deriva da quello che fai in campo, è quello che si porta la squadra sulle spalle e cerca di farla vincere”.

Saresti stato un bomber lo stesso ?
Avrei giocato a cricket, sarei stato un bomber anche lì. Con mio fratello siamo malati di tennis, mi prende per il culo perché ho sempre detto che, se avessi giocato a tennis, sarei stato il numero uno al mondo. Ho questo carattere duro, se voglio fare qualcosa la faccio. Tutti mi dicevano che ero scarso, lento, pesante, grezzo, debole tecnicamente, e invece sono andato avanti per la mia strada”.

Delusioni?
“Sì, quando perdi le partite. Umane? No. Quando non sono andato al mondiale perché mi sono rotto il ginocchio. La finale di Champions con la Juve, e il cinque maggio con l’Inter. Fanno parte dello sport, però è bello esserci: sono partito dall’Australia, quando sono arrivato in Italia andavo a vedere Baggio in curva e dopo sette-otto anni poi ho giocato in Nazionale e nell’Inter con lui”.

Giocatori che somigliano a Vieri?
“Tre-quattro: Vlahovic, Lukaku, Haaland, Dovbyk. Per caratteristiche siamo simili. Dovbyk è forte forte”.

La caratteristica che ti distingueva dagli altri.
Dovete chiedere agli allenatori. Io sapevo che meglio lavoravo durante la settimana e meglio stavo. Più mi allenavo più andavo forte la domenica: io mi sono sempre allenato tantissimo. Dovevo migliorare in tutto”.

Il Vieri di oggi

Ti manca il campo?
“Si da pazzi, ma a tutti noi”.

Pure a Totti?
“Gli ho scritto l’altro giorno, gli ho detto che se vuole tornare a giocare deve farlo, fregandosene degli altri. Lui già non doveva smettere, ora se vuole riprendere deve farlo. Se lo fa felice, deve farlo: c’è Miura che gioca a 57 anni… Gli diranno che è lento, ma che gliene frega”.

Un consiglio da dare a un giovane?
“Di allenarsi”.

Cosa vorresti per il futuro?
“Sarà banale ma di stare bene”.

Cosa non si sa ancora di te?
“Tante cose, che però devono rimanere così. Io dico sempre quello che penso: a volte va bene e altre meno. Però sto mollando con l’età. Cazzate non ne dico, ma dico quello che penso. Che senso ha cambiare ora: vado avanti ora”.

Che sportivo ti definisci?
Oggi sovrappeso. Sono un ex sportivo, che ha fatto quello che voleva fare ed è felice, finito lo sport mi sono spostato e ho due figlie: sono i gol più importanti che ho fatto. La felicità che mi hanno portato non me la sarei mai aspettata, sono le gioie più importanti della mia vita”

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