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Milan, Giroud si presente in conferenza stampa:”Posso ancora dare tanto al calcio europeo”
Lunedì 2 agosto ore 14, giorno di presentazione di Olivier Giroud in rossonero. L’attaccante si è lasciato andare rispondendo a tutte le domande con cortesia, determinazione ed una visione ben chiara del futuro che lo aspetta. Leggiamo qui di seguito le sue parole.
La risposta alle critiche della stampa francese sulla sua età:”Il fatto che compirò 35 anni non vuole dire nulla. Il commento sul Giroud nonno lo avevo fatto io, ma posso dirvi che il nonno è ancora qui. E’ tutta una questione di testa e questo ti fa capire dove arriverà il corpo. Ibrahimovic ne è l’esempio. Non è una rivincita, posso dare ancora molto per il Milan e per il calcio europeo”.
Sulle valutazioni del suo operato:”Si sentono dire molte cose sulla carriera di un giocatore. Non si deve ascoltare tutto. Grazie alla mia forza mentale sono andato oltre alle difficoltà incontrate in carriera ed ho cercato di trasformare in positive queste energie negative. E’ vero che mi dicono che sono sottovalutato, ma non ascolto quello che dicono, non guardo i social, ma ascolto la mia famiglia ed i miei amici. Voglio rendere orgogliosi i tifosi del Milan e la mia famiglia”.
Parole sul tecnico Sarri:”Non ho avuto occasione di parlare con Sarri. Abbiamo condiviso una grande stagione. Ho giocato tanto concludendo come capocannoniere della competizione. Ho sentito i suoi commenti e lo ringrazio. E’ un ottimo manager, ora però quello che conta è trovarmi con Pioli, un altro grande manager con il quale spero di fare grandi cose”.
Alternativa ad Ibrahimovic:”Non mi considero un’alternativa. E’ il mister a decidere come e quando utilizzarmi. Maldini, Massara e Gazidis conoscono bene le mie qualità e mi hanno dato fiducia. Non penso se giocherò o non giocherò, penso a fare il bene della squadra”.
Un messaggio a Ziyech:”E’ un grande giocatore, ha grandi capacità tecniche ed esperienza. Più giocatori di livello ci sono nel Milan e meglio è. Quindi sarei più che felice di giocare con lui”.
Sulla maglia numero nove:”Non sono affatto scaramantico e quindi non credo che un numero di maglia possa condizionare le mie prestazioni. Non penso ad una maledizione, ma sono consapevole che è una maglia che è stata indossata da grandi campioni come Van Basten, Papin, Inzaghi. Spero di rendere felici i tifosi con questa maglia”.
Possibilità di arrivare allo scudetto:”Probabilmente alzare la pressione non è il termine corretto. Credo molto nel progetto Milan e darò per questo il massimo come lo chiederò ai compagni, proprio come fa Ibrahimovic. Lui è esigente con se stesso, ma anche con gli altri. Bisogna uscire dalla propria zona di confort, è così che si raggiungono gli obiettivi”.
Sulla Champions League:”Penso che il Milan sia uno dei club più grandi in Europa nonostante non abbia giocato in Champions nelle ultime annate. Il club sta facendo molto per tornare al top, credo in questo progetto e sono qui per questo. Possiamo fare bene in Champions”.
Gli obiettivi personali:”Voglio lasciare il segno, ho vinto tanti trofei e l’obiettivo è sempre quello. Ho un obiettivo personale, ma non lo voglio dire, me lo tengo per me. Cercherò ovviamente di dare il massimo”.
La convivenza con Ibrahimovic:”Non sono l’allenatore e non parlo di dettagli tecnici. Posso adattare il mio gioco e le mie qualità alle sue. Non è impossibile giocare contemporaneamente con lui. Credo che Ibra adesso sia più numero dieci, un playmaker. E’ sicuramente un grande onore giocare con lui”.
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Scarpa d’Oro, l’allungo di Salah: la classifica aggiornata
La classifica della Scarpa d’Oro cambia: ecco chi sale, chi scende e chi conserva la propria posizione in classifica alla luce delle ultime partite.
Mohamed Salah continua a segnare e consolida la sua leadership nella corsa alla Scarpa d’Oro.
L’attaccante egiziano aumenta il distacco su Erling Haaland, che trova la rete nella pesante sconfitta del Manchester City contro l’Arsenal, ma viene raggiunto da Harry Kane.
Più indietro, Robert Lewandowski si mantiene in lizza, mentre Chris Wood, in grande forma, sorpassa Gyokeres e sale al quinto posto, affiancato da Alexander Isak.
A seguire, Mateo Retegui continua a precedere Kylian Mbappé e Marcus Thuram.
Scarpa d’Oro, la classifica aggiornata
Di seguito la classifica aggiornata:
Mohamed Salah (Liverpool) 42 punti
Erling Haaland (Manchester City) 38
Harry Kane (Bayern Monaco) 38
Robert Lewandowski (Barcellona) 36
Chris Wood (Nottingham Forest) 34
Alexander Isak (Newcastle) 34
Victor Gyokeres (Sporting) 33 (coefficiente 1,5)
Mateo Retegui (Atalanta) 32
Kylian Mbappé (Real Madrid) 30
Omar Marmoush (Eintracht Francoforte/Manchester City) 30
Cole Palmer (Chelsea) 28
Bryan Mbeumo (Brentford) 28
Patrik Schick (Bayer Leverkusen) 28
Ousmane Dembélé (PSG) 28
Krzysztof Piatek (Basaksehir) 27 (coefficiente 1,5)
Marcus Thuram (Inter) 26
Mason Greenwood (Marsiglia) 26
Moise Kean (Fiorentina) 26
Jonathan Burkardt (Magonza) 24
Raphinha (Barcellona) 24
Ante Budimir (Osasuna) 24
Tim Kliendienst (Borussia M’Gladbach) 24
Jonathan David (Lilla) 24
Joane Wissa (Brentford) 22
Hugo Ekitike (Eintracht) 22
Matheus Cunha (Wolverhampton) 22
Justin Kluivert (Bournemouth) 22
Bradley Barcola (Paris Saint-Germain) 22
Jean-Philippe Mateta (Crystal Palace) 20
Ollie Watkins (Aston Villa) 20
Jamal Musiala (Bayern Monaco) 20
Ademola Lookman (Atalanta) 20
Samu Aghehowa (Porto) 19,5 (coefficiente 1,5)
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Milan, UFFICIALI gli arrivi di Sottil e Bondo
A pochi minuti dal gong di fine calciomercato, il Milan ha ufficializzato gli arrivi di Sottil dalla Fiorentina e Bondo dal Monza.
Riccardo Sottil e Warren Bondo sono due nuovi giocatori del Milan. A pochi minuti dal gong di fine calciomercato sono arrivate le firme dell’esterno, che arriva dalla Fiorentina in prestito oneroso (meno di un milioni di euro) con diritto di riscatto fissato a circa 11 milioni di euro, e del centrocampista francese, arrivato a titolo definitivo dal Monza per 10 milioni di euro più 2 di bonus.
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Donnarumma: “Ora va meglio qui al PSG. Sinisa era come un secondo papà. Kolo Muani? dico questo”
Gigio Donnarumma è stato intervistato in esclusiva a Viva el Futbol dove ha discusso di varie tematiche degli ultimi tempi tra PSG e il suoi esordio.
A seguire l‘intervista completa
Le parole di Donnarumma
SITUAZIONE AL PSG
“Ora al PSG va bene, siamo passati in Champions, i playoff erano il primo obiettivo dato che c’era un po’ di pressione. La vittoria con il City ci ha dato una bella carica. Non ho mai visto il pubblico spingere così”.
CRITICHE
“Ho tanto fastidio quando fai un errore e la gente sta lì a pizzicare proprio sul singolo errore. Quando giochi tanto con i piedi, l’errore lo metti in preventivo. Bisogna capire il rischio, quando fai una partita di Champions, devi capire quando il rischio vale la pena di metterlo in conto, perché la giocata ti può dare un vantaggio”.
FINALE EUROPEI
“Avevo troppa fiducia nel fatto che Jorginho avrebbe segnato. Il suo errore mi ha fregato, da lì in poi ho proprio perso il conto e poi ero troppo concentrato, per quello non mi ero accorto che avessimo vinto fino a quando non sono arrivati tutti ad abbracciarmi”.
SPINELLI, PREPARATORE INTER
“Se è fortissimo? Sì, assolutamente. Ha fatto due anni con me. Adesso è all’Inter”.
LUIS ENRIQUE
“Ho avuto la fortuna di conoscere il mister l’anno scorso, è proprio bello lavorare con lui, come persona, come ti aiuta, come ti fa crescere. E’ troppo facile rimanere nella comfort-zone, lui cerca sempre di stimolarti. Lui ti stuzzica e poi capisci che aveva ragione lui. Siamo una squadra giovane, ma forte forte. Abbiamo tanti giovani forti”.
ESORDIO
“Sinisa è stato come un secondo papà per me, era troppo importante per me. Avevo finito le fasi finali con la Primavera, mi chiamano a fare il ritiro con la prima squadra. Comincio ad allenarmi, c’era Alfredo Magni, oggi al Monza, come preparatore dei portieri. Avevo visto che il mister voleva calciare, mi metteva in porta, avevo capito che avesse fiducia in me. Si era parlato troppo dei portieri nelle prime partite, mi aveva fatto scaldare con il Genoa. Prima del Sassuolo avevo capito che qualcosa poteva succedere. Mi chiede: “Come stai? Te la senti?”. E io: “Sì!”. Non ho dormito un c***o, ma proprio per niente. E poi ho chiamato tutta la famiglia a vedermi. Diego Lopez era un portiere importante, essere lì con lui per me era già tanto. Ma sentivo che potesse succedere qualcosa. Poi prendo il gol sul mio palo. Vado al campo il giorno dopo e Sinisa mi chiama in spogliatoio e io penso: ‘Porca t***a cosa ho combinato?’. Mi fece vedere un gol subito sul primo palo da Toldo dicendomi: “Vedi, anche i migliori possono sbagliare”. Mi ha dato una carica incredibile, una bella botta”.
KOLO MUANI
“E’ un bravissimo ragazzo, sono troppo suo amico. Quando c’erano voci sulla Juve scherzavo con lui, gli mettevo la canzone sotto, gli attaccavo le figurine della Juve sull’armadietto. Sono contentissimo di come ha iniziato. Per me può fare molto bene, è un attaccante forte”.
KVARATSKHELIA
“Ragazzo stupendo, l’ho sentito prima che arrivasse a Parigi. Gli ho detto un po’ di cose, dicendogli di scrivermi qualora gli servisse qualcosa. E lui: “Ma sei napoletano” (ride, n.d.r.), abbiamo questa nomea qua. Può fare molto comodo al nostro gioco, ha una qualità superiore. Con l’arrivo di Kvara, cambia modulo? Per me continuerà con il 4-3-3, poi non so cosa deciderà il mister”.
QUEL FALLO DI BENZEMA
“Se era fallo? Lascia stare, ma probabilmente ho sbagliato anche io: dovevo rimanere a terra. Non fischi fallo, fanno gol, non lo toglierà mai il gol al Bernabeu con quel pubblico lì. Magari rimanendo a terra, mi è rimasta ancora qua”.
COMPETIZIONE
“Pochettino ti metteva in competizione con Keylor Navas, quest’anno sei ancora in discussione, perché al PSG sei sempre insieme ad un secondo con il quale sei in competizione, ti è servito? Io lavoro sempre uguale, non ho bisogno di competizione per rendere al meglio, poi sono scelte loro. Sia che io abbia uno dietro o meno, vado sempre al 100%. E’ il mio lavoro, vado al campo prima, faccio il mio lavoro. Se qualcuno mi irrita cosa faccio? Io rispondo, il gruppo portieri deve essere sempre sano, si scherza, si ride, poi si lavora, sennò non si lavora bene”.
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