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Barcellona, i motivi dell’addio di Messi

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L’addio dell’argentino è ormai ufficiale, con un sodalizio durato anni e terminato per motivi economici. Dalla difficile situazione finanziaria del Barcellona alla crisi post covid, una separazione inevitabile.

Senza lieto fine

Barcellona, come spesso capita nelle favole, non c’è stato alcun lieto fine. Leo Messi e il Barcellona si dicono addio dopo anni di vittorie, nazionali e internazionali, e un futuro che per i blaugrana sarà, d’ora in molto diverso. La seconda era Laporta è iniziata all’insegna del ridimensionamento, parola che a livello sportivo spaventa soprattutto i tifosi.

 

Acquisti ritardati

La Liga, si sa ormai da mesi, ha intrapreso una politica di austerity a livello di ingaggi che ha creato non poche grane, soprattutto sul tesseramento dei nuovi acquisti, al club blaugrana. Gli arrivi di Memphis Depay e del Kun Aguero, infatti, hanno tardato a essere ufficializzati per questioni di quadratura  con il salary cup. Lo stesso stipendio di Messi, fetta più grande della torta degli ingaggi, è variabile non trascurabile in tutto questo.

 

Salary cup

Da molti mesi, come appena sottolineato, sussistono rigide regole per quanto riguarda gli ingaggi dei giocatori, il cosiddetto Salary Cup, per la prima e la seconda divisione spagnola, che si traduce nel taglio cospicuo del monte stupendi. Citando l’esempio blaugrana, il tetto massimo di spesa destinabile agli emolumenti quest’anno è stato fissato in 383 milioni di euro, quota già in difetto di oltre 200 milioni rispetto allo scorso anno. Nonostante questa sforbiciata, tuttavia, la situazione vede il club presieduto da Johan Laporta ancora fuori dai parametri, motivo per cui si sta lavorando a piazzare quei giocatori, fuori dal progetto tecnico, con gli ingaggi più pesanti.

 

Debito monstre

L’altra variabile critica è il livello di debito in capo al Barcellona, che sfora il miliardo di euro. Il neo presidente ha deliberato per un rifinanziamento di circa 500 milioni di euro, utile a dare ossigeno alle casse del club, anche se ancora insufficiente a garantire autonomia di spesa agli uomini mercato. La pandemia ha contribuito ad aggravare la situazione ma, di fatto, già prima i catalani erano in una situazione di profondo rosso.

 

Un accordo non rettificato

Per questi motivi, Lionel Messi, suo malgrado, ha dovuto dire addio al club che lo ha fatto crescere e diventare uomo e calciatore, capace di conquistare ben 6 palloni d’oro, oltre a innumerevoli trofei nazionali e internazionali. Lo stipendio dell’argentino avrebbe aggravato notevolmente la situazione di un club che con lui è diventato grande e blasonato in Spagna, in Europa e nel mondo

 

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Esteri

Perù, scoppia lo scandalo: arrestato il presidente Lozano

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Mondiali

Estero, Augustin Lozano, è l’attuale presidente della federazione calcistica del Perù dalla sua nomina del dicembre 2018.

Nelle ultime ore il presidente della federazione calcistica del Perù, Augustin Lozano, è stato arrestato per accuse molto gravi dopo la persecuzione da parte della polizia nella sede della federcalcio peruviana.

La polizia accusa il presidente di essere a capo dell’organizzazione criminale chiamata “los galacticos” nonché di riciclaggio di denaro, corruzione e altre accuse.

Estero, le parole del presidente Lozano

L’arresto è avvenuto nella sua abitazione situata nel quartiere San Borja a Lima.
Il presidente in seguito ha rilasciato delle dichiarazioni, ecco le sue parole:

“Voglio solo dire alla mia famiglia e alle persone vicine a me di stare serene. Spero che venga fatta giustizia, che tutto sia chiarito. Voglio solo tranquillità per la mia famiglia e nelle persone che hanno confidato nel mio lavoro”.

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Ligue 1

Il talento di Ayyoub Bouaddi abbaglia due big italiane: ecco quali

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Ligue 1

Ayyoub Bouaddi, classe 2007, è diventato un giocatore fondamentale per il Lille. A notarlo sono già due squadre italiane: scopriamo insieme chi sono.

Ayyoub Bouaddi è nato a Parigi, da una famiglia marocchina. In Francia, paragonano molto spesso il giovane talento a Rabiot, per il fisico imponente abbinato ad un’ottima tecnica. Di Prospettiva, si parla di uno dei migliori in campo internazionale.

Un talento che non è rimasto nascosto, il 17enne ha festeggiato il suo compleanno, lo scorso due ottobre, come titolare nella vittoria contro il Real Madrid di Carlo Ancelotti e prendendo in pagella un ottimo 7.5.

Ligue 1

Photo Source: LOSC Site Officiel.

Ecco chi osserva Bouaddi

A volere in squadra il giovane talento sono 2 squadre italiane: la Juventus di Motta e il Milan di Fonseca.

A farlo debuttare l’anno scorso come il più giovane esordiente delle coppe europee, all’ età di 16 anni e tre giorni, fu Paulo Fonseca. Proprio lui, ora allenatore del Milan, sembrerebbe fortemente intenzionato a portarlo nei rossoneri: Moncada, il capo scouting del  Milan, lo tiene d’occhio già da molti mesi.

Nella Juventus invece, Thiago Motta ha potuto osservarlo da vicino durante la sfida in Champions di martedì scorso. Il tecnico, insieme a Giuntoli, sono rimasti sopresi dal talento e il carisma messo in campo del marocchino. .

Resta però una grande parentesi: il prezzo d’acquisto. Come tutti sanno il Lille è da sempre molto caro con la vendita dei giocatori. Attualmente si parla di una valutazione di 18 milioni che però potrebbe salire date le  importanti sfide in Champions League.

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Liga

Barcellona, Pedri su Flick: “Ha le idee molto chiare”

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Barcellona, Flick

Il talento del Barcellona Pedri ha parlato delle differenze tra Xavi e Flick e delle caratteristiche dell’allenatore tedesco: “Chi arriva tardi, non gioca”.

L’ormai quasi “veterano” Pedri, vista l’età media dei giocatori da cui è circondato come Yamal, Gavi o Cubarsì, ha parlato di alcune spiritose differenze tra la precedente gestione di Xavi e quella attuale di Flick. Infatti, all’interno di uno spogliatoio esistono delle regole che non vanno assolutamente infrante ed ogni allenatore ha il suo metodo e i suoi modi di farle rispettare. Il rispetto delle regole è senza dubbio uno dei segreti di una squadra vincente.

Barcellona

Barcellona, le regole di Flick

Uno dei principali tabù è senza dubbio la puntualità: Pedri ci racconta che ai tempi dell’allenatore spagnolo i ritardi erano puniti con una multa salata: “Se un giocatore arrivava in ritardo, doveva pagare 1.000 euro per ogni minuto di ritardo, e la cifra raddoppiava per ogni minuto successivo”.

Per quanto riguarda la gestione di Flick invece, le conseguenze sono decisamente più severe e punitive: “Ora, se un giocatore arriva in ritardo, non gli sarà permesso di partecipare alla partita successiva, io arrivo dieci minuti prima per parlare a non rovinare tutto”. Infine, racconta alcune caratteristiche del nuovo tecnico: “ha le idee molto chiare e come un buon tedesco è sempre puntuale”.

Flick dunque ha messo subito la sua impronta nel mondo Barcellona, sia da un punto di vista di gioco, sia da un punto di vista di leadership. I risultati al momento ripagano alla grande il lavoro dell’allenatore tedesco.

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