Serie A
Torino-Atalanta 1-2: le pagelle
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4 anni fail

Successo all’ultimo respiro per l’Atalanta, che solo nel recupero ha la meglio di buon Torino che mette in difficoltà i nerazzurri e non merita la sconfitta. D’altro canto, però, gli uomini di Gasperini si dimostrano cinici e agguantano per i capelli una vittoria che fa iniziare il torneo con il piede giusto.
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L’Atalanta conquista i suoi primi tre punti del torneo in casa del Torino, con una prestazione di carattere coronata dalla zampata di Piccoli allo scadere. Pur subendo i granata per larghi tratti del match, alla fine la vittoria arriva di opportunismo.
Da incorniciare la prestazione di Palomino, il migliore dei suoi, che salva il risultato con interventi decisivi, mentre Malinovskyi è spettatore non pagante in una serata dove non vede mai il pallone. Andiamo leggere, dunque, i voti della gara:
Le pagelle:
Musso 7: non può nulla sul gol di Belotti perchè il tiro viene deviato, ma per il resto è attento e reattivo. Sventa tutti i tiri che gli arrivano senza eccessivo affanno. Esordio più che positivo.
Palomino 7,5: attento in marcatura e bravo a salvare almeno due nitide palle gol su Lukic e Singo. Il migliore della retroguardia, dà sempre l’impressione che dalle sue parti sia impossibile passare
Demiral 6: ancora in rodaggio, svolge il compitino con diligenza eseguendo un pressing efficace sui portatori di palla granata. Non male come prima in maglia nerazzurra. (38′ st Lovato sv)
Djimsiti 6: lavoro ordinario senza sofferenza e con la sicurezza del leader. Non punge in avanti, si limita a fare il suo con qualche incertezza ma nel complesso tiene a bada Sarabia e Pjaca.
Maehle 5,5: sua la sfortunata deviazione sul tiro di Belotti che porta al momentaneo pareggio granata. Spinge bene sulla destra, meglio in proposizione che in contenimento.
Pasalic 6: apparso spesso disorientato e incapace di proporre spunti interessanti, fatica a trovare varchi, ma l’unico che gli riesce conduce all’assist per il gol vittoria di Piccoli.
Pessina 6: va vicino al gol con un colpo di testa che Bremer salva sulla linea. E’ colui che si occupa del lavoro oscuro, alle volte sparisce nella ragnatela del centrocampo, ma il suo operato si sente e ne giova tutta la squadra.
Gosens 5: non è ancora il Gosens che tutti conosciamo a causa delle gambe pesanti e di una corsa che non è ancora quella sua caratteristica. Singo lo mette in difficoltà, si limita al contenimento. (38′ st. Piccoli 7: il voto è al gol da subentrante che chiude il match. Decisivo.)
Ilicic 5,5: ci mette impegno e sfrutta le sue qualità, qualche buona iniziativa ma nulla di più. Sparisce dal gioco per lunghi tratti, Gasperini non gradisce e lo cambia nella ripresa (11’st. Miranchuk 6: fa la sua parte, senza infamità né lode)
Malinovskyi 5: dovrebbe essere colui che accende la luce là davanti, ma non lo si vede quasi mai. A parte una buona palla sprecata, non combina nulla di rilevante. Sottotono. (31’st Pezzella sv.)
Muriel 7: un gol magistrale con deviazione che, però, non cancella il capolavoro balistico. Apprezzabile anche la percussione con cui si accentra prima di calciare. (11′ st. Lammers 6: ha le valigie in mano, ma gioca una ripresa fatta di incursioni e buone iniziative)
All.Gasperini 6,5: il successo arriva in zona cesarini, ma l’Atalanta stasera non ha brillato, con troppi degli uomini chiave a praticare un calcio rinunciatario.
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L’Atalanta vince in casa del Monza e consolida il terzo posto. Protagonista assoluto della sfida, Charles De Ketelaere, autore di una doppietta.
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L’Atalanta travolge il Monza con un netto 0-4 in trasferta e compie un altro passo importante, probabilmente decisivo, verso la qualificazione in Champions League. Un successo che, almeno sulla carta, poteva sembrare scontato, ma che in realtà non lo era affatto, viste le tante frenate che la Dea ha vissuto in questi mesi contro avversari, sulla carta, inferiori.
A fugare ogni dubbio ci ha pensato Charles De Ketelaere, protagonista assoluto con una doppietta che ha aperto e indirizzato la gara. Il belga ha finalmente interrotto un digiuno che durava da 16 partite in campionato, più precisamente dalla doppietta contro l’Empoli del 22 dicembre.
Dopo quattro panchine consecutive e uno stop per infortunio, Gasperini ieri lo ha rilanciato dal primo minuto e lui ha risposto con qualità e gol.

Atalanta BC supporters during soccer season 2019/20 symbolic images – Photo credit Fabrizio Carabelli /LM
Atalanta, De Ketelaere punto fermo per il futuro
Dopo mesi di anonimato, De Ketelaere ha messo in mostra tutto il suo repertorio: movimenti intelligenti, pulizia nel palleggio e un ottimo fiuto del gol. La sua prestazione è stata tra le più convincenti della stagione, e se il suo stato di forma resterà quello visto contro il Monza, sarà difficile tenerlo fuori nelle ultime tre gare. La Dea affronterà Roma, Parma e Genoa per blindare il terzo posto, e avere un De Ketelaere così può fare la differenza.
Dopo mesi altalenanti, il belga è tornato a essere una risorsa fondamentale per l’Atalanta e uno di quei profili su cui costruire il futuro, indipendentemente da chi sarà l’allenatore nella prossima stagione.
Serie A
Roma, con questo Svilar la Champions può diventare realtà
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53 minuti fail
05/05/2025
La Roma supera anche la Fiorentina e ottiene tre punti fondamentali nella rincorsa Champions. Protagonista del match, ancora una volta, Mile Svilar.
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La Roma ottiene un’importantissima vittoria nello scontro diretto contro la Fiorentina e raggiunge il quarto posto a pari punti con Juventus e Lazio. Un traguardo impensabile fino a pochi mesi fa, che certifica l’enorme lavoro fatto da Ranieri in panchina.
I giallorossi sono compatti, organizzati e soprattutto vivi nella corsa Champions. Quella di ieri è stata una gara dura e combattuta, dove a spostare gli equilibri non è stato solo il gol, ma anche chi ha saputo evitarli.

MILE SVILAR SALVA IL RISULTATO PARANDO UN TIRO DI MOISE KEAN ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Roma, Svilar para tutto e si prende la scena
A rubare la scena, infatti, è stato ancora una volta Mile Svilar, in assoluto il migliore in campo. Il portiere serbo ha blindato la porta con almeno cinque parate decisive, confermandosi uno degli uomini chiave di questa squadra. Lo dimostrano anche gli applausi, con i tifosi che, dopo l’ennesimo intervento decisivo su Kean, gli hanno anche dedicato un coro.
Con la gara di ieri sono 15 i clean sheet stagionali, un dato che lo porta in vetta tra i portieri della Serie A insieme a Meret. Svilar ha giocato tutte le 35 partite di campionato, come solo Falcone finora. Numeri da top assoluto, che lo rendono uno dei migliori, se non il migliore, di tutto il campionato.

MILE SVILAR GUARDA AVANTI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Il rinnovo deve essere una priorità
Alla luce di queste prestazioni, la priorità della dirigenza deve essere il rinnovo del classe ’99. Se si vuole dare il via a un progetto importante, bisogna partire dalle certezze. E Svilar è una certezza assoluta: giovane, continuo, decisivo.
Non si può pensare di costruire una Roma ambiziosa senza blindare chi sta facendo la differenza ogni settimana. Il portiere serbo deve essere uno dei pilastri su cui costruire il futuro.

La Juventus ottiene un prezioso pareggio in casa del Bologna e conserva il quarto posto. Senza Yildiz, però, emerge tutta la povertà tecnica dei bianconeri.
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La Juventus esce dal Dall’Ara con un pareggio che, nonostante i due gol annullati e una prestazione tutt’altro che brillante, vale oro. L’1-1 finale permette ai bianconeri di conservare il quarto posto, seppur a pari punti con Roma e Lazio, ma con il vantaggio di avere ancora il destino nelle proprie mani.
Una consolazione importante, in vista della sfida decisiva in casa della Lazio della prossima settimana. Anche all’Olimpico, però, Tudor dovrà fare a meno di Kenan Yildiz, che sconterà la seconda e ultima giornata di squalifica dopo l’espulsione contro il Monza.
Un’assenza pesantissima per una squadra che, anche ieri, è apparsa povera di idee e qualità, soprattutto nella trequarti offensiva.

RANDAL KOLO MUANI FA IL SEGNO OK ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Juventus, centrocampo e attacco senza fantasia
Contro il Bologna si è vista una gara intensa e a tratti piacevole, ma basata più su fisicità e nervi che sulla tecnica. Dopo il vantaggio firmato da Thuram, il migliore tra i bianconeri, la squadra ha faticato a costruire e a gestire la pressione rossoblù.
Le uscite palla al piede sono state imprecise, l’attacco formato da Nico Gonzalez e Kolo Muani ha inciso poco, e Locatelli, McKennie e Weah hanno garantito corsa ma pochissimo peso offensivo.
Senza Yildiz, la Vecchia Signora sembra perdere l’unico elemento capace di accendere la manovra con fantasia e qualità.
La Champions rimane ancora ampiamente a portata, ma contro la Lazio servirà un’altra prova di carattere. In estate, poi, sarà il momento delle scelte: servono qualità e idee chiare per ripartire davvero.
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