Serie A
La Vecchia Signora abbandonata da Cristiano Ronaldo e l’evidenza delle rughe
La mancata programmazione negli anni degli scudetti e le difficoltà del dopo Cr7
Il pareggio di Udine e la sconfitta interna contro l’Empoli hanno scatenato la furia “social” dei tifosi, contro tutto e tutti. Mandando in soffitta la riconoscenza verso un gruppo di lavoro societario e un gruppo di atleti che hanno regalato alla Juventus il record storico di nove scudetti consecutivi.
I tifosi presi a festeggiare scudetti, Coppa Italia e Super coppa Italiana non si sono resi conto che non era tutto oro quello che luccicava. E probabilmente non se ne sono resi conto nemmeno i vertici societari bianconeri, a partire da Andrea Agnelli. Vincere campionati in serie, sfruttando i proventi dello stadio di proprietà, degli sponsor, la forza economica di una società in mano alla Exor e soprattutto i disagi di una concorrenza in crisi economica e strutturale, ha nascosto fra le pieghe la mancata programmazione anno per anno. Che in teoria avrebbe dovuto portare a Torino la tanto agognata Champions League, che manca dalla bacheca ormai dal lontano 1996. Sotto la gestione di Allegri sono state raggiunte due finali nella massima competizione europea contro Real Madrid e Barcellona, ma il risultato finale spiegava bene il divario fra le vittorie in Italia e le difficoltà in campo europeo. L’ingaggio di campioni come De Ligt e Cristiano Ronaldo nei piani era la sublimazione del dominio italiano nel campo europeo.
Ma i risultati non hanno dato ragione all’investimento più costoso di tutta la storia bianconera, finendo per zavorrare i conti, in maniera pesante, tanto è vero che siamo nel pieno di una ricapitalizzazione programmata dalla casa madre Exor.
Non ci si è resi conto che andava programmata tutta la squadra, scudetto dopo scudetto, tassello dopo tassello. Infatti, ad oggi la coppia di centrali Bonucci-Chiellini, ultratrentenne ha il vuoto dietro (De Ligt a parte).
Finita l’era Buffon, non è stato preso un portiere di pari livello che garantisse altri anni di tranquillità, ripiegando su un bravo portiere polacco, non un eccellenza. Sulle fasce emerge tutta la mediocrità dei terzini, perché nel tempo non sono stati acquistati giocatori di livello in quel ruolo, adattando i Cuadrado e l’anonimo Alex Sandro. Addirittura in rosa c’è De Sciglio, uno che non farebbe mai parte delle rose delle grandi squadre europee.La mediana non esiste più, è stato svenduto Pogba che doveva essere il pilastro di un ciclo vincente in Italia e in Europa, così come l’addio di Vidal è stato un delitto di lesa maestà. Da sempre le grandi squadre partono dal centrocampo: laddove radicavano i Pirlo, Pogba, Marchisio, Vidal, Matuidi, Pjanic (che vecchio e usurato potrebbe tornare….) oggi ci sono i Bentancur (onesto scarpone della mediana nulla più), i Rabiot (ci sono italiani migliori di lui), i McKennie (c’era bisogno di un mediano americano?), i Ramsey (giocatore amletico e inutile) e addirittura viene adattato il difensore brasiliano Danilo per mancanza di alternative. È arrivato Locatelli, una cura palliativa.
In attacco si è vissuto tre anni sui 30 gol a stagione di Cristiano Ronaldo che ha coperto le magagne soprattutto in Italia, ma non in Europa dove nulla viene perdonato. E adesso la squadra è appesa a Morata e Dybala, non esattamente due giocatori con il gol nel sangue. È tornato il giovane Kean, un altro che non ha mai segnato valanghe di reti.
In tutto questo, le cervellotiche scelte di affidare la panchina prima a Sarri, quanto di più lontano dallo stile Juventus per il quale conta la vittoria e non il modo (stile di gioco) e a Pirlo che non aveva allenato nemmeno un gruppo di ragazzini, pagando inevitabilmente l’inesperienza, tanto da ritrovarsi disoccupato. Due allenatori che hanno portato comunque qualcosa in bacheca, ma solo e grazie alla superiorità della squadra in Italia.
In estate sono arrivati Cherubini nel ruolo di direttore sportivo e Arrivabene in quello di amministratore delegato, mentre Paratici si è spostato a Londra. Un rimpasto voluto dal capo, ossia Andrea Agnelli, rimasto attaccato alla poltrona. Dalla quale non si è scollato il suo caro amico e vice presidente Nedved. Invece, dopo tanti anni erano le due poltrone principali che necessitavano di linfa vitale. Infatti, stiamo assistendo a una restaurazione vera e propria che ha portato il ritorno di Allegri con uno stipendio monstre di 9 milioni, di De Sciglio e Rugani. Probabilmente anche di Pjanic. Insomma, il vecchio che avanza.
Soprattutto il vice presidente Nedved avrebbe dovuto essere sollevato dall’incarico, in quanto padre del primo addio di Allegri che ha interrotto un percorso e delle scelte successive. Oltre ad essere stato protagonista di atteggiamenti poco qualificanti, insieme al direttore sportivo Paratici con invasioni di campo per protestare con gli arbitri e di calci dati ai tabelloni.
Per intenderci, dirigenti come Maldini, Marotta, Zanetti, Oriali, Prade’, Braida per fare qualche nome non è stata mai vista in questi atteggiamenti.
La grande storia della Juventus merita grandi dirigenti! Come lo erano Boniperti, Gianni e Umberto Agnelli, Corsano e Montezemolo, per fare qualche altro nome. Uomini di garbo, classe e competenza calcistica, che rappresentavano perfettamente lo stile sabaudo.
E adesso? Semplicemente bisogna ripartire da zero. Non pensando ai risultati, ma a programmare i prossimi anni, risanando prima di tutto i conti, dando valore al vivaio e accettando qualche anno di carestia sportiva. Solo così si può ripartire e magari arrivare al tesoro più ambito: la Coppa dalle grandi orecchie!
Serie A
Lazio-Fiorentina 1-2: la Viola brilla rossa | Le pagelle gigliate
La Fiorentina sbanca l’Olimpico biancoceleste dopo un partita giocata con un cuore grande: tre punti che possono far ripartire Palladino.
La Lazio è nel destino fortunato di Palladino, così come la vittoria all’andata aveva dato il via ad un periodo magico per i ragazzi viola, così al ritorno una vittoria voluta con grande ardore mette fine a due mesi in cui la Fiorentina aveva raccolto solo due miseri punti.
Un primo tempo brillante per i ragazzi gigliati oggi in maglia rossa: un uno-due di Adli e Beltran dopo diciotto minuti hanno messo la gara in discesa per Ranieri e compagni. Nella ripresa una Fiorentina sin troppo rinunciataria ha lasciato la palla costantemente alla Lazio che ha dimezzato lo svantaggio nel recupero e al 98′ con Pedro ha colpito il palo.
Ripartirà la Fiorentina? Oggi i ragazzi viola per tutta la partita hanno messo in campo grinta e determinazione che nell’ultimo periodo sembravano svanite…
Lazio-Fiorentina, le pagelle viola
DE GEA 6 – Non deve essere troppo decisivo se non nel finale, fa sudare freddo per qualche uscita. Lo abbiamo visto più sicuro…
DODÒ 6,5 – Altra ottima gara con assist per Beltran. Sulla sua fascia Zaccagni e Pellegrini non sono avversari da sottovalutare e lui è puntuale.
Dal 30’st PARISI 6 – Difende anche lui i risultato.
PONGRACIC 6,5 – Finalmente il croato! Dopo un girone si vede l’investimento viola estivo in gran spolvero. Commette una sola ingenuità ad inizio secondo tempo, per il resto cattivo e puntuale.
RANIERI 7 – Sbaglia praticamente nulla, un muro sugli attacchi laziali. Finale con i crampi.
GOSENS 7 – In gran spolvero rispetto alle ultime gare. Fornisce l’assist ad Adli e molto altro, avanti e dietro.
ADLI 6,5 – Mezzo voto in meno per la sciocca espulsione che lo terrà fuori domenica prossima. Per il resto, gran gol e buona direzione in campo.
Dal 18’st COMUZZO 6 – Alza il muro davanti a De Gea.
MANDRAGORA 6 – Il meno luccicante del centrocampo viola, ma tanto lavoro oscuro.
FOLORUNSHO 7 – Un acquisto sin qui sicuramente azzeccato. Anche stasera la riprova della sua utilità e duttilità.
Dal 40’st RICHARDSON – S.v.
GUDMUNDSSON 6 – Meglio nel primo tempo quando si muove con leggerrezza e va vicino al gol del 0-3. Nella ripresa meno ispirato.
Dal 30’st SOTTIL 6 – Tocca un pallone, forse. Fa densità anche lui in mediana.
BELTRAN 7,5 – Deve portare la croce in tutto il campo con il suo sacrificio, ma stasera è anche delizia: il suo gol alla fine è decisivo.
KEAN 6 – Sempre positivo e propositivo, anche se non è dirompente come nei primi mesi viola
Serie A
Inter, Martinez supera Icardi: è il secondo argentino più prolifico
Con il gol a Lecce, Lautaro Martinez ha superato Mauro Icardi al secondo posto nella classifica dei marcatori argentini nella storia dell’Inter.
L’Inter batte il Lecce 4-0 e vince la sua ottava trasferta consecutiva in Serie A. In gol Frattesi e Martinez nel primo tempo, Dumfries e Taremi nella ripresa. Con questo successo i nerazzurri restano in scia al Napoli, a -3 con la partita contro la Fiorentina da recuperare. Testa ora al Monaco per certificare l’accesso diretto agli ottavi di Champions, poi ci sarà il derby di campionato.
Inter, Martinez secondo miglior marcatore argentino: superato Icardi
La rete di oggi al Via del Mare è il numero 112 in nerazzurro per Lautaro Martinez, che diventa il secondo giocatore argentino ad aver segnato più gol con la maglia dell’Inter. Superato Mauro Icardi, fermo a 111, ex compagno di squadra nel primo anno in Italia del Toro (2018/19). Lo riporta Opta Paolo. Ora il capitano della squadra di Simone Inzaghi punta dritto al primo posto occupato da Stefano Nyers, che ha realizzato 133 reti tra il 1948 e il 1954.
Lautaro si è espresso così ai microfoni di DAZN dopo la partita: “Noi siamo l’Inter, ogni giocatore deve avere carattere e personalità come dimostriamo in ogni partita. Siamo contenti di questi tre punti che portiamo a Milano. 2025 meglio del 2024? Lo spero, i gol sono importanti ma devo essere utile alla squadra, poi quando l’Inter vince la felicità è doppia“.
Queste invece le sue parole rilasciate a Sky: “Io lavoro ogni giorno per cercare di dare una mano alla squadra, sicuramente il momento difficile è passato. Ora cerco di fare quello che mi chiede il mister, su cui lavoriamo in settimana“.
Serie A
Fiorentina, con la Lazio una seconda volta. Dal 1959 a oggi
Con la partita di stasera contro la Lazio, la Fiorentina compie un’impresa che era riuscita solo quasi 70 anni fa contro una squadra romana.
La Fiorentina ha segnato due reti nei primi 20 minuti di gioco in trasferta contro entrambe le squadre della capitale (Roma e Lazio) per la seconda volta nella storia della Serie A.
L’unico precedente risale al 1959, contro la Lazio, quando Hamrin (6′) e Montuori (13′) siglarono le reti della squadra gigliata.
Questo dato è stato evidenziato dal profilo X di Opta Paolo, dopo il primo tempo della sfida allo Stadio Olimpico, valida per la 22ª giornata di Serie A, conclusosi sullo 0-2 per i viola.
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