Serie A
Morata convinto del suo futuro, ma basterà la sua volontà?
A giugno finirà il prestito biennale di Alvaro Morata dall’Atletico Madrid alla Juventus, lo spagnolo ha scelto dove vorrebbe giocare il prossimo anno, ma non dipende solo da lui.
La situazione di Morata
Alvaro Morata, per la seconda volta, sta per conclude un biennio alla Juventus. L’attaccante spagnolo, ha giocato in grandi squadre come Real Madrid, Chelsea ed Atletico Madrid, ma per motivi diversi in nessuno di questi club si è sentito a casa come alla Juventus.
Cresciuto nella Cantera madridista, nel 2014, Alvaro si trasferì ventunenne alla Juventus.
I bianconeri giocarono nel 2014-2015 una stagione sorprendente che portò la squadra sotto la guida di Allegri, subentrato dopo le inaspettate dimissioni di Antonio Conte, a vincere campionato e Coppa Italia, raggiungendo inoltre la finale di Champions League (poi persa 3-1 contro il Barcellona a Berlino).
Morata fu una pedina molto importante di quella squadra, dopo 2 stagioni e 27 gol la Juventus non poté però fare nulla per trattenerlo. Infatti il Real Madrid deteneva un diritto di riacquisto che esercitò senza dubbi, vista la crescita del canterano nel periodo in bianconero.
Successivamente l’attaccante, nativo di Madrid, passò prima al Chelsea e poi all’altra squadra della capitale spagnola, l’Atletico Madrid è tuttora titolare del cartellino, ma con i Colchoneros non è mai scoccata la scintilla.
Allora la Juventus ha colto l’occasione di riportarlo a Torino, dove Morata si è calato di nuovo con grande voglia ed entusiasmo. Lo spagnolo però anche stavolta è arrivato in bianconero con una formula particolare.
La Juventus ha pagato 10 milioni l’anno, all’Atletico Madrid, per il prestito biennale. Ora per riscattare unilateralmente Morata il club torinese dovrebbe versare altri 35 milioni agli spagnoli.
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Il futuro dell’attaccante spagnolo
La Juventus, complice anche la difficile prima parte di stagione, aveva messo in dubbio la permanenza di Morata. A fugare i dubbi la difesa, sempre convinta, di Massimiliano Allegri che ha elogiato l’impegno ed il grande lavoro per la squadra del suo numero 9.
A gennaio si era prospettato anche un’addio anticipato dello spagnolo, richiesto da Xavi per il suo nuovo Barcellona. Invece la Juventus nonostante l’acquisto di Vlahovic ha scelto di tenere Morata.
Ora la coppia sta dimostrando di funzionare e la Juventus si sta convincendo sempre più di tenere a Torino definitivamente Alvaro Morata, inoltre la partita con la Sampdoria, in cui lo spagnolo ha messo a segno la sua prima doppietta in stagione, ha dimostrato ulteriormente che Morata si trova maggiormente a suo agio accanto ad una prima punta che possa attaccare la profondità o dialogare con i compagni di reparto.
L’attaccante, se dipendesse solo da lui rimarrebbe a Torino, i dirigenti juventini però non vorrebbero più spendere tutti i 35 milioni che servirebbero per riscattarlo. Dunque con l’Atletico Madrid si siederanno a trattare ma la permanenza di Morata in bianconero è sempre più probabile.
Serie A
Vieri: “Vlahovic deve lavorare sereno, i goal prima o poi arriveranno”
L’ex attaccante dell’Inter Christian Vieri ha rilasciato delle dichiarazioni ai microfoni di Tuttosport relative all’attaccante della Juventus Dusan Vlahovic
L’ex attaccante di Inter e Lazio e attuale opinionista sportivo Christian Vieri ha rilasciato delle dichiarazioni ai microfoni di Tuttosport relative legate alle difficoltà che sta riscontrando l’attaccante della Juventus Dusan Vlahovic in questa stagione e non solo.
Le parole di Vieri
Di seguito le dichiarazioni rilasciate dall’ex attaccante Christian Vieri ai microfoni di Tuttosport relative al momento di stagione che sta vivendo il bomber della Juventus Dusan Vlahovic:
“Deve cercare di stare tranquillo, lavorare per la squadra, prepararsi, allenarsi bene: i gol prima o poi arriveranno. Si parla di attaccanti solo quando non segnano. Lui deve stare sereno e basta, i gol, lo ripeto, arriveranno, anche perché li ha sempre fatti”.
Serie A
Roma, Ranieri sempreverde: serve davvero un nuovo allenatore?
Sembrano passati secoli dalla Roma vista con Jurić in panchina. Ranieri ha riportato calma ed entusiasmo con la sua solita eleganza.
Claudio Ranieri sembra essere tornato nella capitale con l’aura di un salvatore. La Roma, reduce da mesi tormentati dopo la spaccatura insanabile con Daniele De Rossi e una breve ma terrificante parentesi con Ivan Jurić in panchina, sembrava sull’orlo del precipizio. Eppure, con il tecnico testaccino in panchina, il club giallorosso ha ritrovato entusiasmo, serenità e una direzione chiara.
Roma, il ritorno del profeta
Ranieri non è un nome qualunque. Dopo una carriera lunga e piena di successi, la sua consacrazione definitiva è arrivata nel 2016 con l’incredibile vittoria della Premier League alla guida del Leicester. Un trionfo che non solo gli ha regalato una seconda giovinezza professionale, ma anche un credito illimitato, giustificato dalla sua capacità di ottenere risultati con eleganza, professionalità e rispetto.
Oggi, a 72 anni, Ranieri ha dimostrato di non essere solo un traghettatore. Dopo aver battuto la Lazio in un derby fondamentale, ha restituito credibilità a una squadra che sembrava smarrita.
Non è solo una questione di risultati: Ranieri ha ricucito uno spogliatoio a pezzi, rilanciando giocatori come Pellegrini, Paredes e Dybala, che sembravano ormai fuori dal progetto. Il suo lavoro ha riportato calma in un ambiente storicamente turbolento.
Una scelta logica per il futuro?
Il mercato invernale potrebbe rappresentare un ulteriore passo avanti per Ranieri e la sua Roma. Con qualche rinforzo mirato, i giallorossi potrebbero ambiare a un posto in Europa con lui alla guida.
Ma il prossimo anno, chi potrebbe davvero sostituirlo? I grandi nomi richiedono tempo, convinzione e, spesso, budget importanti. Al contrario, Ranieri offre certezze immediate, equilibrio e una conoscenza profonda dell’ambiente giallorosso.
I Friedkin devono affrontare una scelta importante: puntare su un allenatore già radicato e rispettato o ripartire da zero con il rischio di nuovi fallimenti? Ranieri rappresenta una soluzione semplice e al contempo efficace. Dopo tutto, certe volte la risposta ai problemi più complessi è la più semplice: Ranieri e la Roma, un connubio che non passa mai di moda.
Serie A
Juventus, Toni: “Vlahovic? I numeri dimostrano che è il più prolifico”
Alla Juventus è ancora crisi Vlahovic. Sulla questione si pronuncia anche un giocatore che è un ex dei bianconeri: l’attaccante Luca Toni.
Campione inespresso o bluff? Dusan Vlahovic continua a dividere l’opinione della tifoseria e chi con il calcio ci lavora.
Tra questi anche l’ex Campione del Mondo e vincitore della Scarpa d’Oro Luca Toni, che come attaccante ha giocato anche tra le fila della Juventus.
Sul caso Vlahovic ha espresso la propria opinione dalle pagine di Tuttosport.
Juventus, Luca Toni su Dusan Vlahovic
Questo il punto di vista dell’ex attaccante sul serbo: “Alla fine i gol li segna, anche se ci si aspetta sempre qualcosa in più. Bisogna però guardare l’intero reparto offensivo di Thiago Motta: se non segna lui, potrebbero farlo centrocampisti, esterni o difensori.
A me piace come attaccante, anche se a volte sembra un po’ nervoso. Va capito, però, che la maglia pesa. Sembra quasi che ogni cosa sia colpa sua, ma i numeri dimostrano che è lui il più prolifico“.
Vlahovic, i numeri
In questa prima parte di stagione, l’attaccante serbo ha disputato 23 partite in totale: 16 in Serie A, 1 in Coppa Italia, 1 in Supercoppa Italiana e 5 in Champions League, segnando 12 gol.
Con la Juventus ha collezionato finora 124 presenze e 53 reti, mentre alla Fiorentina ha realizzato 49 gol in 108 partite.
Prima di approdare in Italia, ha giocato 27 partite con il Partizan Belgrado, segnando 3 reti. A livello internazionale, conta 13 gol in 32 partite con la Nazionale maggiore della Serbia, oltre a 6 reti in 11 presenze con l’Under 19. Nel suo percorso figurano anche 3 partite con l’Under 21 e altre 3 con l’Under 15.
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