Serie A
Lazio in Europa League al cardiopalma, Sarri: “Abbiamo meritato”

Arriva in rimonta e all’ultimo respiro la qualificazione della Lazio all’Europa League della prossima stagione, grazie al gol di Milinkovic-Savic che al minuto 95 inchioda la Juventus sul 2-2.
Con decisione, senza l’indispensabile apporto di Ciro Immobile, la Lazio riesce così a rimontare i bianconeri dopo lo svantaggio di 2-0 incassato nel primo tempo. A riaprire la partita è stato l’autogol di Alex Sandro con lo zampino di Patric. Poi il tap-in decisivo di Sergej Milinkovic-Savic ha suggellato l’arrivo tra le prime sei dei biancocelesti.
L’Atalanta e la Fiorentina, settime, sono infatti ora a ben 4 lunghezze di distanza. E ora basterà un pareggio contro l’Hellas Verona per il quinto posto. La Roma, sesta, è infatti 3 punti indietro rispetto ai biancocelesti.
Milinkovic-Savic: “La mia miglior stagione alla Lazio”
Il giocatore serbo ha parlato a fine partita, pochi minuti dopo il gol decisivo per la serata e la stagione dei suoi. “Col mister sono migliorato anche tatticamente: 11 gol, 11 assist.” ha commentato “Sì, è la mia miglior stagione alla Lazio”. Ha poi risposto alla domanda circa cosa manchi ancora alla squadra: “Un po’ di giocatori per puntare alla Champions League”.
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Sarri: “Oggi abbiamo meritato, sintonia con la dirigenza”
Intervistato ai microfoni di DAZN, Maurizio Sarri ha fatto i complimenti ai suoi: “Ho detto di continuare come stavamo facendo, perché gli unici pericoli arrivavano dalle palle perse e dalle ripartenze. Abbiamo continuato, usufruito di un calo degli avversari e siamo arrivati a un pari più che giusto.” Ha poi aggiunto: “Guardando i numeri la differenza in tiri in porta e possesso palla è stata imbarazzante. Contento per il pari all’ultimo, un po’ rammaricato perché se avessimo trovato il 2-2 prima avremmo potuto anche vincere la partita”.
Intanto, testa al lavoro ancora necessario per puntellare la difesa. Il tecnico ha infatti affermato: “La difesa non ha fatto una brutta partita stasera. In generale invece si sono pagate due-tre cose contemporaneamente. Come il cambio di sistema di gioco, di orientamento. E il fatto che negli uno contro uno difensivi siamo tra le peggiori del campionato. L’anno scorso la Lazio ha subito 55 gol e giocava a 5 dietro. Quest’anno ne abbiamo subiti altrettanti con una partita da giocare. Si può migliorare e la sensazione è che ci sono margini”.
Sul potenziale da Champions League dei suoi ha concluso: “”Nelle settimane in cui non avevamo impegni in Europa League abbiamo una media di oltre 2 punti a partita. Media di 0.60 nelle partite dopo l’impegno in Europa League. O abbiamo limiti di struttura mentale, cioè non riusciamo a reggere le due partite in settimana o di cilindrata, strutturale. Vediamo se riusciamo a fare la valutazione giusta e metterci il correttivo giusto”.
Come riporta il Corriere dello Sport, infine, Sarri ha parlato del rapporto con la società. Ha affermato: “C’è unità di intenti per migliorare la squadra con la società. È più facile a dirsi che a farsi.” In conclusione, sulla serata emozionante della Juventus: “Dybala? Sentiamo Lotito se ce lo prende.”
Serie A
Kolo Muani, il centravanti completo: più decisivo di Vlahovic anche nel lavoro per la squadra

Kolo Muani non segna dal 7 febbraio. Tuttavia, per l’attaccante francese si prospetta comunque un posto da titolare nella prossima sfida contro l’Atalanta.
Vediamo insieme le ragioni di questa scelta. L’attaccante francese, arrivato alla Juventus nel mercato di gennaio, era partito a razzo con 5 reti in 3 partite Era difficile pensare che potesse mantenere quei ritmi, ma nonostante il calo, Thiago Motta continua a puntare su di lui al posto di Dusan Vlahovic. E lo fa per dei motivi ben precisi.
Kolo Muani-Vlahovic, ecco le differenze

L’ESULTANZA DI KOLO MUANI E KHEPHREN THURAM ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Kolo Muani e Dusan Vlahovic si distinguono per il loro approccio al gioco. Muani è più preciso sotto porta, con una percentuale di tiri in porta del 67% e una conversione del 41,67%, mentre Vlahovic ha rispettivamente il 37% e il 14,75%. Nonostante il numero inferiore di partite giocate, Muani ha superato Vlahovic nei dribbling riusciti.
Tuttavia, l’aspetto più rilevante per Thiago Motta è il contributo alla squadra: Muani è più coinvolto nel gioco, lavorando sia in fase offensiva che difensiva. Le sue heatmap mostrano un movimento continuo dal centrocampo all’attacco, mentre Vlahovic si concentra principalmente sulla trequarti destra.
In termini statistici, Muani ha creato quasi lo stesso numero di occasioni (9 contro 11), ha vinto il doppio dei contrasti e ha recuperato lo stesso numero di palloni. Questo lo rende un attaccante più funzionale al gioco di squadra rispetto a Vlahovic. Inoltre, la situazione contrattuale di Vlahovic suggerisce un possibile addio, mentre la Juve guarda al futuro con Muani, puntando su di lui come elemento chiave per la squadra.
Serie A
Venezia, servono punti, ma prima le reti: dati preoccupanti

Venezia: la squadra di mister Di Francesco si avvicina alla sfida contro il Como, in programma sabato pomeriggio, con la speranza di racimolare punti pesanti in ottica salvezza.
Attualmente al penultimo posto, i lagunari devono invertire rotta quanto prima per provare a raggiungere la salvezza. Ogni turno che passa, però, l’obiettivo si fa sempre più lontano, anche perché vi è, nella squadra, un problema non indifferente.
Per portare a casa qualcosa di più di un misero punto (cosa nemmeno sempre certa) servirebbe tornare a segnare. Difatti, il gol manca dal 1° febbraio, quando Gytkjaer trovò la rete del momentaneo pareggio contro l’Udinese.
Diversi fattori, sicuramente, influenzano tale aridità offensiva. Su tutte, la cessione di un riferimento quale era Joel Pohjanpalo. Il finlandese, capitano e guida carismatica della squadra, non è stato praticamente sostituito sul mercato.
L’innesto di Fila, infatti, non rappresenta di sicuro, fino ad adesso, la giusta pezza per provare a rammendare lo strappato tessuto che rappresenta attualmente il Venezia.

Joel Pohjanpalo ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Serie A
Atalanta, Maldini: il cognome, un problema?

Daniel Maldini, trequartista ventitreenne dell’Atalanta, ha rilasciato una dichiarazione a l’Eco di Bergamo riguardo la “pesantezza” del suo cognome. Apparentemente sembra essere abbastanza positivo.
Alcune dichiarazioni emesse durante l’ultima intervista sembrano non tralasciare particolari segni di titubanza. Ciò che emerge dalla stampa è la questione riguardo “la pressione del cognome”: il calciatore sembra essere ‘abituato’ a convivere col peso del cognome, a tal punto di non farne un problema.

LA GRINTA DI DANIEL MALDINI IN AZIONE ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
La dichiarazione di Maldini:
“Non la vivo come una pressione. So che può sembrare strano, ma da sempre sono abituato a convivere con questa situazione e non mi ha mai dato fastidio, neanche da piccolo. Più che un peso, è qualcosa che ti abitui a gestire naturalmente”.
Alcuni dettagli un po’ particolari emersi a seguito dell‘intervista, invece, sono rivolti su questioni private del calciatore. L’eventuale “spintarella” da parte del padre forse non è mancata nella carriera del calciatore. Forse, il punto cardinale in molte questioni calcistiche, è il padre.
I consigli del padre sono utili?
Nella dichiarazione emersa, alcune riflessioni sono state incentrate sul padre: “Certamente mio padre, con la sua esperienza, è prezioso. Mi ha dato consigli importanti, ma tutta la famiglia mi sostiene sempre nelle scelte, incluso questo passaggio all’Atalanta. È fondamentale avere persone vicine che ti supportano.”
Tuttavia, alcuni metodi ricevuti direttamente da Gasperini sono stati utili al fine della guarigione e il ritorno in campo. Maldini ha dichiarato apertamente i miglioramenti dopo l’infortunio con l’auspicio di continuare a migliorare.
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