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Uefa, parla Ceferin: “Difenderemo i veri valori del calcio”

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UEFA

Il presidente dell’UEFA, Alexander Ceferin, ha parlato della situazione attuale del calcio europeo, e di come evolve la situazione dopo la pandemia.

 Ceferin: la situazione attuale del calcio europeo

Ceferin

Il presidente del massimo organo calcistico europeo, Alexander Ceferin, ha rilasciato queste dichiarazioni in un intervento pubblicato nel report annuale della UEFA per il 2021/22.

“Sono felice di vedere come il calcio europeo si stia riprendendo dopo la pandemia, dimostra adattamento e resilienza. Abbiamo lottato insieme per proteggere e promuovere i valori fondamentali del calcio“.

Le tempeste fanno si che gli alberi mettano radici più profonde. Le crisi recenti hanno unito la famiglia del calcio europeo più che mai, nonostante le differenze è importante ascoltarci e trovare soluzioni concertate.”

“Il pubblico deve capire che la UEFA è una organizzazione senza scopo di lucro e reinveste la maggior parte delle sue entrate nel calcio. Il nostro dovere è garantire che funzioni in tutti i livelli della piramide calcistica, non essere popolari.”

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Il futuro delle competizioni UEFA:

Ceferin

Le competizioni UEFA maschili per club cambieranno format dopo il 2024, questo quanto detto da Ceferin in proposito: “Prima di presentare il nuovo format abbiamo consultato tutte le parti in causa, ovvero federazioni, leghe, club, allenatori, calciatori e tifosi. In futuro le competizioni amplieranno la partecipazione e l’equilibrio, ciò garantirà più entrate per la redistribuzione a tutti i livelli. Inoltre i cambiamenti decisi, aumenteranno la popolarità e attrarranno ulteriore pubblico. Sono gratificato dal fatto che il nuovo formato delle competizioni sia stato approvato dal Comitato Esecutivo dell’UEFA all’unanimità.”

“Tutto questo dimostra l’impegno dell’UEFA per portare avanti i valori del modello sportivo europeo, e la difesa del principio fondamentale del merito sportivo.”

Il successo dell’UEFA attira attenzioni da parte di chi vede nel calcio una risorsa al solo scopo di lucrare, a dispetto dell’impatto sulla gente e dell’influenza a livello culturale”.

“Fa parte del ruolo che ricopriamo, garantire e controllare che i club rispettino le regole e siano economicamente sostenibili. Le federazioni nazionali devono essere a loro volta vigili e pronte ad applicare i nostri regolamenti, essendo rigorose nei confronti di chi sbaglia”.

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Premier League

All Eyes On Me – il focus sul 15° turno di Premier League 2024-25

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Premier League

Appuntamento e format rinnovati: All Eyes On Me, la rubrica di Calcio Style dedicata alla Premier League, cambia look, ma non la sostanza dando libero sfogo a quella bruciante passione che unisce tutto il popolo britannico e non solo. Di seguito il resoconto dettagliato dei principali avvenimenti della 15°giornata della nuova stagione.

Il fascino unico emanato, unito alla perenne scia d’entusiasmo che pervade ogni stadio, confluisce in una commistione di spettacolo, ardore e qualità che conferisce a questo torneo l’aura di lega paradisiaca in cui solamente i migliori interpreti del gioco possono essere o diventare i protagonisti.

Quindicesimo turno: “If Not For You”

All Eyes On Me

DERBY DI LIVERPOOL RINVIATO

Qui il comunicato ufficiale dell’Everton sul rinvio del match.

TOTTENHAM-CHELSEA: DIVERTIMENTO ASSICURATO, GIOIA STROZZATA IN GOLA PER L’ARSENAL

Quinta vittoria consecutiva in tutte le competizioni per il Chelsea che espugna in rimonta il Tottenham Hotspur Stadium ottenendo il sesto successo in otto gare giocate nell’impianto degli Spurs (nessuno ha fatto meglio in questo stadio) che, dal canto loro, non riescono a rompere la maledizione: solo un trionfo contro i Blues negli ultimi 12 scontri diretti.

Eppure il Tottenham (che nelle ultime 22 uscite casalinghe di campionato ha ottenuto solamente un clean sheet) era riuscito a mettere il match in discesa con due gol in appena undici minuti (il Chelsea non si ritrovava sotto di due dopo così poco tempo dal dicembre 1996 contro il Leeds) propiziati da due clamorosi scivoloni di Cucurella e capitalizzati da Solanke (cresciuto nelle giovanili dei Blues) e Kulusevski, rispettivamente a secco dal 3 novembre e dal 19 ottobre.

Maresca, affidatosi al tridente NetoPalmerSancho a supporto di Jackson, viene ripagato dall’inglese ex Borussia Dortmund che al 17′ rimette in pista il Chelsea con un preciso destro all’angolino per il suo secondo centro consecutivo dopo quello nell’infrasettimanale con il Southampton. Dopo il 2-1 si susseguono palle gol da una parte e dall’altra, quantomeno fino al 61′, minuto in cui Bissouma abbatte in area Caicedo (schierato nuovamente come terzino destro nel primo tempo) con il conseguente rigore di Palmer che fissa il 2-2.

Il penalty trasformato sblocca il fuoriclasse in maglia 20 (reo di aver fallito un gol praticamente fatto nella prima frazione) che al 73′ trasforma con una magia delle sue un’azione senza sbocchi nel 2-3 aprendo la strada al terzo acuto nelle ultime quattro di Enzo Fernandez. Undici minuti più tardi ancora Palmer si rende protagonista guadagnandosi e trasformando con il cucchiaio il rigore del 2-4, portandosi a quota 11 in classifica marcatori, battendo il record di Yaya Touré dal dischetto (12 penalty trasformati su 12 calciati in Premier League), e arrivando a toccare quota 50 coinvolgimenti diretti in gol (33 reti e 17 assist, di cui 38 nel 2024, il migliore nella storia del club in un singolo anno) con la maglia del Chelsea in 48 presenze di campionato (solo Haaland con 39, Andy Cole con 43 e Salah con 46 hanno impiegato meno partite per raggiungere questo traguardo).

Nel recupero Son, anche lui assente dal tabellino dal 19 ottobre in campionato, fissa il risultato finale sul 3-4, non riuscendo a evitare al Tottenham la settima sconfitta nel torneo, la terza casalinga, l’undicesima da doppio vantaggio nella storia (quattro più di qualunque altra squadra). Inoltre Postecoglou dovrà nuovamente inventarsi la difesa considerati i nuovi infortuni patiti dagli appena rientrati Romero e Van de Ven. Il Chelsea, invece, vola in solitaria al secondo posto confermandosi il miglior attacco inglese (35 gol fatti) ed europeo (61 reti all’attivo in tutte le competizioni).

Si ferma a quattro la striscia di vittorie consecutive dell’Arsenal che impatta sull’1-1 con il Fulham, rimasto imbattuto contro i Gunners per il terzo match di fila.

I Cottagers passano in vantaggio all’11’ con il primo e unico tiro verso lo specchio della porta avversario nel primo tempo. Il marcatore è Raul Jimenez, senza gol dal 19 ottobre, bravo a prendere il tempo alle spalle a Kiwior sul tracciante di Tete e a battere Raya con un imprendibile destro in diagonale che gli vale il 52esimo centro in Premier League (a -1 dai 53 di Javier Hernandez, il miglior marcatore messicano nella storia del massimo campionato inglese).

I Gunners, ancora orfani di Gabriel e Calafiori, gestiscono prevalentemente il possesso senza, però, impensierire Leno, se non con Rice, spostato sul centro-sinistra per l’occasione con l’inserimento di Jorginho in cabina di regia, che non inquadra di poco la porta. Proprio l’ex West Ham calcia l’angolo da cui scaturisce l’1-1 grazie alla sponda di Havertz per la seconda rete consecutiva di Saliba dopo quella nell’infrasettimanale contro il Manchester United, che certifica ulteriormente lo straordinario feeling dell’Arsenal sia con i corner (23 gol dall’inizio della scorsa stagione sugli sviluppi di questo fondamentale) che sui piazzati in generale (20 le marcature realizzate nel 2024, pareggiato il record del 2009). Nel finale il Var cancella l’1-2 di Saka, in ombra per tutta la gara complice anche l’asfissiante marcatura di Robinson, per posizione irregolare dell’assist-man Martinelli, facendo perdere, così, terreno alla formazione di Arteta che per la sesta trasferta consecutiva concede almeno un gol, non era mai accaduto sotto la gestione del tecnico spagnolo.

Può, invece, sorridere quella di Marco Silva, imbattuta in sei delle ultime sette giornate e pienamente in corsa per un posto in Europa.

IL CITY NON VA OLTRE IL PARI A SELHURST PARK, BRIGHTON: CHE SPRECO!

Il Manchester City è tutt’altro che guarito: il 3-0 al Nottingham nell’infrasettimanale sembrava aver restituito sembianze di normalità all’ambiente che, invece, a Selhurst Park ritrova catapultato nella buia realtà dell’ultimo mese e mezzo.

I Citizens impiegano appena quattro minuti per incassare l’1-0 dal peggior attacco interno del campionato (4 i gol realizzati nelle 7 uscite precedenti dal Crystal Palace) con Munoz, smarcato da Hughes e tenuto in gioco da Walker, che batte Ortega nell’uno contro uno bissando la rete nel recupero contro il Newcastle dello scorso weekend.

Lo svantaggio scuote quantomeno l’orgoglio dei campioni in carica che, al netto di grossolani errori individuali e collettivi, reagiscono creando i presupposti per l’1-1 prima con Gundogan che colpisce un palo e poi con Savinho che spreca tutto da posizione favorevole. Al 30′ ci pensa Haaland, a secco da tre partite in campionato, a livellare la sfida prendendo il tempo di testa (non proprio la sua specialità) sia a Guéhi che a Henderson sul cross di Matheus Nunes, raggiungendo Salah in vetta alla classifica cannonieri a quota 13.

Le Eagles (che per sei volte hanno segnato più di un gol al City in una singola partita nell’era Guardiola, solo il Tottenham ha fatto meglio nel periodo con 9) tengono fede alla tradizione chiudendo sul pareggio il primo tempo e tornando in vantaggio al 56′ con il primo centro in carriera in Premier League di Lacroix, bravo a svettare sul corner guadagnato e calciato da Hughes. Il definitivo 2-2 arriva 12 minuti più tardi in seguito a un grande sviluppo verticale vecchia maniera degli Sky Blues che con quattro passaggi smarcano al tiro Lewis (espulso nel finale per una doppia ammonizione piuttosto generosa), al terzo centro in carriera nel massimo torneo inglese, tutti e tre realizzati proprio contro le Eagles.

Il City, orfano di buona parte della difesa e con i soli Doku e Grealish come alternative dalla panchina, resta a secco di vittorie per la quarta trasferta consecutiva (dato che non si registrava dal periodo settembre-dicembre 2015) perdendo ulteriori certezze. Quarto pareggio, invece, nelle ultime sette per la squadra di Glasner (sconfitta solo dal Fulham nel periodo) che vede allontanarsi la zona rossa.

Il Brighton getta alle ortiche due punti facendosi recuperare il doppio vantaggio negli ultimi quattro minuti più recupero da un Leicester rivitalizzato dalla cura Van Nistelrooy.

Il primo tempo è un dominio dei Seagulls che sprecano due colossali opportunità con Mitoma e Joao Pedro e sbloccano la sfida al 37′ con la prodezza balistica, non si sa quanto volontaria, di Lamptey, a secco addirittura dal 1 novembre 2020 nella sfida contro il Tottenham, che disegna con il mancino (il piede debole) una traiettoria arcuata, imprendibile per Hermansen.

Nella ripresa la formazione di Hurzeler prima gestisce e poi incrementa il vantaggio con la sfavillante azione personale di Minteh, al secondo centro in campionato, arrivato in estate per 40 milioni dal Newcastle dopo il prestito al Feyenoord e non ancora al top della forma considerati i diversi stop fisici.

All’86’, però, Jamie Vardy decide di accendersi: prima accorcia le distanze mettendo in porta il suggerimento deviato di Decordova-Reid e poi, al 91′, smarca proprio il giamaicano ex Fulham, su gentile concessione dell’ex Fiorentina Igor, che non ha difficoltà a depositare in porta il 2-2, nonché il primo centro con la maglia delle Foxes. Il capitano dei padroni di casa diventa, così, il più anziano calciatore nella storia della Premier League dopo Giggs a mettere a referto un gol e un assist nella stessa partita (37 anni e 332 giorni).

Il Brighton scivola, dunque, al settimo posto dopo aver raccolto solamente due punti nelle ultime tre partite, mentre il Leicester dà seguito al proprio momento positivo incamerando un altro punto prezioso per la salvezza.

VILLA DI MISURA, IL NOTTINGHAM ESPUGNA OLD TRAFFORD

Per la seconda volta in stagione l’Aston Villa ottiene due vittorie di fila in campionato sfruttando il match interno contro il fanalino di coda Southampton per accorciare la classifica.

Emery esclude dall’undici iniziale Watkins per la prima volta in Premier League dall’agosto 2022 e, al netto di due opportunità concesse nei primi minuti ai Saints con Manning e Archer (già fatale ai Villans lo scorso anno con la maglia dello Sheffield), il campo gli dà ragione perché il match winner è il super sub per eccellenza Jhon Duran, a secco in campionato dal 21 settembre dopo un inizio di stagione scintillante. Il colombiano è bravo a sfruttare l’errore da matita rossa di Harwood-Bellis sul lancio di Diego Carlos (il decimo con annesso gol incassato dal Southampton, tre in più di qualunque altra squadra nei top 5 campionati europei) superando Lumley con un chirurgico tocco mancino per il secondo “opening goal” della propria carriera in Premier League.

Nella ripresa i Villans sprecano due chances con i subentrati Barkley e Philogene, ma non rischiano, di fatto, nulla tenendo il passo del Nottingham e avvicinando sensibilmente la zona Champions, ora distante appena due punti. La formazione di Martin, invece, continua a farsi male da sola, restando ultima e diventando la quarta squadra nella storia della massima serie britannica a collezionare 5 o meno punti nei primi 15 turni.

Il Nottingham non finisce di stupire: dopo aver espugnato Anfield passa anche a Old Trafford (l’ultimo successo al “Theatre Of Dreams” risaliva al 17 dicembre 1994 per 1-2) ottenendo per la prima volta nella storia due successi in entrambi gli impianti nella stessa stagione.

Il Forest fa immediatamente capire a tutti i 70.000 presenti allo stadio che non si tratta di un pomeriggio piacevole: dopo appena due giri di lancetta, infatti, l’ex Fiorentina Milenkovic incorna in porta l’angolo di Anderson siglando il suo primo gol con la maglia dei Tricky Trees, e contemporaneamente infliggendo la settima rete da piazzato in questo campionato allo United, dopo le due incassate dall’Arsenal nell’infrasettimanale (solo Wolverhampton e Southampton hanno fatto peggio).

I Red Devils non restano, comunque, a guardare e si riportano sul livello del mare al 18′ con Hojlund che raccoglie la respinta di Sels sul tentativo ravvicinato di Garnacho smarcato dall’imbucata di Ugarte, rompendo un digiuno che in campionato durava dal 19 ottobre. Solitamente una rete del danese è sinonimo di risultato positivo per i mancuniani, quantomeno nelle ultime 11 volte è stato così, ma esiste sempre un’eccezione.

L’undici di Espirito Santo, infatti, rientra dagli spogliatoi sprizzando caparbietà e brillantezza e in 9 minuti infila per altre due volte la difesa di casa: al 47′ Gibbs-White, a secco dal 24 agosto, esplode un destro piuttosto centrale dai 25 metri su cui Onana è tutt’altro che impeccabile (con questo centro il Forest diventa la prima squadra nella storia a bucare lo United nei primi due minuti di gioco di entrambi i tempi), e al 54′ sfodera un bellissimo cross che si spegne sulla testa del solito Wood che taglia il traguardo della doppia cifra in campionato con la complicità, va detto, di Lisandro Martinez, troppo lento nel leggere la traiettoria del pallone.

I ragazzi di Amorim accorciano le distanze al 61′ con il terzo acuto in questa Premier di capitan Bruno Fernandes (11esimo gol da fuori area: dal suo debutto in questo torneo nel febbraio 2020 solo De Bruyne e Ward-Prowse ne hanno realizzati di più fuori dall’ultimo perimetro di campo), ma non basta per evitare la sesta sconfitta in campionato, la seconda consecutiva e la terza davanti al proprio pubblico. Neanche l’esordio dal 1′ del super acquisto Yoro ha potuto nulla.

Vola, invece, il Forest che centra il suo settimo successo in campionato, il quarto in trasferta che lo porta a -2 dal quarto posto momentaneamente occupato dal Manchester City. Nel prossimo turno lo scontro diretto con l’Aston Villa dirà molto sulle ambizioni europee di entrambe.

BRENTFORD: UN ALTRO POKER CASALINGO, VITTORIA IN RIMONTA PER IL BOURNEMOUTH. FINALMENTE TRE PUNTI PER IL WEST HAM

Davvero incredibile la differenza di rendimento del Brentford tra le gare in casa e quelle in trasferta. Le Bees collezionano la settima vittoria interna nelle otto disputate fin qui, la quinta consecutiva con tre o più gol all’attivo che fanno di loro, inevitabilmente, il miglior attacco casalingo con ben 26 reti siglate.

La sfida con il Newcastle è una girandola di emozioni già dai primi minuti con Mbeumo, nono centro in campionato, chiama e Isak, seconda marcatura consecutiva, risponde in appena tre giri di lancetta, così come Barnes che al 28′ accende involontariamente il radar di Wissa, che raggiunge Mbeumo in classifica marcatori, e al 32′ rimedia con un diagonale destro per il suo quinto acuto stagionale.

La formazione di Frank indirizza la sfida nella ripresa, sfruttando anche le continue amnesie della difesa dei Magpies che si addormenta sul rinvio di Flekken che pesca il solissimo Collins, bravo a concretizzare l’opportunità, e in prossimità del 90′ lascia passare Schade che firma il definitivo 4-2 che permette ai padroni di casa di tornare nella parte sinistra della classifica. Diventano 40, dunque, i gol complessivi siglati al Gtech Community Stadium, 11 in più rispetto a qualunque altro impianto.

Scivola, invece, al dodicesimo posto il Newcastle, senza vittorie da 4 turni con 7 gol incassati nelle ultime due dopo i 14 nelle prime 13 giornate.

Terza vittoria consecutiva per il Bournemouth che balza in ottava posizione grazie al doppio colpo di coda nel finale a Portman Road.

L’Ipswich disputa un grande primo tempo concretizzando i diversi pericoli creati al 21′ con il primo centro in carriera in Premier League di Conor Chaplin che capitalizza l’assist di Burgess, il quale pochi minuti dopo vede annullarsi dal direttore di gara Michael per una carica su Cook sugli sviluppi di calcio d’angolo.

Le Cherries escono alla distanza, conseguentemente al calo di concentrazione e lucidità dei Tractor Boys che vedono vanificarsi un risultato positivo negli ultimi tre minuti più recupero. All’87’ Muric legge male il filtrante alto di Kerkez sul quale piomba Ouattara, il cui tocco smarca Unal che non ha difficoltà a mettere dentro il suo primo gol stagionale. Al 95′ proprio l’esterno offensivo originario del Burkina Faso sigla il definitivo 1-2 a compimento di un’azione costruita da Semenyo e rifinita da Billing.

La squadra di McKenna incassa, dunque, la terza sconfitta di fila, restando l’unica senza vittorie davanti al proprio pubblico.

 

Il West Ham torna finalmente a sorridere in casa dopo oltre un mese (l’ultimo successo al London Stadium risaliva al 27 ottobre) superando di misura l’ormai derelitto Wolverhampton.

Le emozioni si condensano soprattutto nella ripresa in cui gli Hammers la sbloccano al 54′ con Soucek che mette in porta l’angolo calciato da Bowen siglando il 19esimo 1-0 per la squadra londinese (solo Antonio e Noble hanno fatto meglio) e infliggendo la quindicesima rete da piazzato ai Wolves in questo campionato (solo nel 2003-04 con 20 e nel 2011-12 con 18 hanno fatto peggio, retrocedendo al termine della stagione).

La formazione di O’Neil la pareggia al 69′ con Matt Doherty, a secco dal 24 dicembre scorso, su assist dell’altro esterno Ait-Nouri, ma tre minuti dopo è il solito Bowen a togliere le castagne dal fuoco per i padroni di casa estraendo dal cilindro un mancino affilato, imprendibile per Johnstone, che assicura agli Irons tre punti da cui poter ripartire.

Terza sconfitta di fila, invece, per i lupi d’oltremanica che si confermano la peggior difesa del torneo e sembrano non riuscire proprio a uscire dal tunnel.

Top & Flop

TOP

1) Cole Palmer – Uno con il suo talento non può restare fuori da questa Top 3 per troppo tempo. La ripresa contro il Tottenham è l’essenza della sua sconfinata qualità, dei numeri irreali abbiamo già fatto menzione in precedenza.

2) Morgan Gibbs-White – Non nella sua miglior versione in questo inizio stagione, in controtendenza al rendimento della propria squadra. A Old Trafford si accende, mettendo a referto un gol e un assist che marchiano lo storico successo del Forest.

3) Jamie Vardy – Ancora una volta il Leicester si aggrappa a lui per restare a galla. Gol e assist nel giro di cinque minuti per agguantare il Brighton e assicurare ai suoi un preziosissimo punto.

FLOP

1) Lisandro Martinez – Nel primo gol si perde la marcatura di Milenkovic, nel terzo lascia praticamente entrare il pallone in collaborazione con Onana senza intervenire. Forse la prima, vera prestazione da dimenticare da quando è approdato a Manchester.

2) Kyle Walker – Tiene in gioco Munoz che sigla l’1-0 e perde nettamente il duello aereo con Lacroix sull’angolo che porta al 2-1. Il suo momento negativo è assolutamente comparabile con quello di tutto il resto della squadra.

3) Marc Cucurella – I due clamorosi scivoloni che comportano il doppio svantaggio iniziale del Chelsea rischiano seriamente di compromettere la trasferta al Tottenham Hotspur Stadium. Per sua fortuna oltre agli scarpini, cambia anche registro nella restante parte di match sull’onda lunga della rimonta.

Classifica e prossimo turno

1

Liverpool*

35 14 11 2 1  29:11 +18
2 Chelsea 31 15 9 4 2  35:17 +18
3

Arsenal

29 15 8 5 2  29:15 +14
4

Manchester City

27 15 8 3 4 27:21 +6
5

Nottingham Forest

25 15 7 4 4 19:18 +1
6

Aston Villa

25 15 7 4 4 23:23 0
7

Brighton

24 15 6 6 3 25:22 +3
8

Bournemouth

24 15 7 3 5 23:20  +3
9 Brentford 23 15 7 2 6 31:28 +3
10 Fulham 23 15 6 5 4 22:20 +2
11 Tottenham 20 15 6 2 7 31:19 +12
12

Newcastle

20 15 5 5 5 19:21 -2
13

Manchester United

19 15 5 4 6 19:18 +1
14

West Ham

18 15 5 3 7 20:28 -8
15

Everton*

14 14 3 5 6 14:21 -7
16

Leicester

14 15 3 5 7 21:30 -9
17

Crystal Palace

13 15 2 7 6 14:20 -6
18

Ipswich Town

9 15 1 6 8 14:27 -13
19

Wolverhampton

9 15 2 3 10 23:38 -15
20

Southampton

5 15 1 2 12 11:31 -20

* Una partita in meno

Prossimo turno:

Sabato 14 dicembre

Arsenal 16:00 Everton

Wolverhampton 16:00 Ipswich

Newcastle 16:00 Leicester

Liverpool 16:00 Fulham

Nottingham Forest 18:30 Aston Villa

Domenica 15 dicembre

Brighton 15:00 Crystal Palace

Manchester City 17:30 Manchester United

Southampton 20:00 Tottenham

Chelsea 20:00 Brentford

Lunedì 16 dicembre

Bournemouth 21:00 West Ham

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Premier League

Enzo Maresca elogia Sancho e Pedro Neto per il loro impegno

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Sancho chelsea

Enzo Maresca elogia Jadon Sancho: “Non solo talento con la palla, ma anche sacrificio difensivo di alto livello”. Parole al miele anche per Pedro Neto.

L’elogio di Maresca

Enzo Maresca, attuale tecnico del Chelsea, ha recentemente espresso grande apprezzamento per Jadon Sancho, sottolineando non solo le sue abilità offensive, ma anche il suo impegno difensivo. Durante un’intervista, ha dichiarato: “Sono impressionato da Jadon Sancho… ma non solo per il suo gioco con la palla, anche per il modo in cui difende”. Queste parole evidenziano quanto il tecnico valuti il contributo globale di Sancho nella squadra, apprezzando il suo sacrificio e la dedizione anche nelle fasi di non possesso.

Leicester maresca

Photo Source: LCFC.com

Il confronto con Pedro Neto

Nel corso della stessa intervista, Maresca ha voluto fare un parallelo tra Sancho e un altro giovane talento, Pedro Neto. Ha affermato: “Lui, Pedro Neto – non si tratta solo di gol e assist, ma del modo in cui lavorano senza la palla. Il sacrificio. Un lavoro di alto livello”. Queste dichiarazioni mettono in risalto quanto sia fondamentale per Maresca avere giocatori che, oltre a brillare in attacco, contribuiscano anche alla solidità difensiva del team.

Per altre notizie sul calciomercato, clicca qui.

Fonte: l’account X di Fabrizio Romano

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MLS

LA Galaxy campioni d’America: la ricetta per il successo

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LA Galaxy

Un paio di giorni fa si è conclusa ufficialmente la Major League Soccer. Un viaggio lunghissimo durato da Febbraio a Dicembre, che ha visto LA Galaxy trionfare.

I californiani hanno sconfitto anche l’ultimo avversario (New York Red Bulls) e si sono aggiudicati il tanto ambito trofeo finale. Un successo quasi annunciato ma i meriti vanno riconosciuti a tutti.

LA Galaxy, un mix di talento ed esperienza con un pizzico di Europa

La finale, giocata in casa e vinta per 2-1, ha regalato la sesta MLS della storia alla squadra biancogialloblu. Una cavalcata trionfale che fin dalle prime partite portava con sè sensazioni positive.

LA Galaxy

Tra le vittorie più importanti (delle 19 totali) che hanno portato LA Galaxy fino in fondo c’è sicuramente quella nel derby di Los Angeles contro i cugini dell’LAFC per 4-2.

Il primato nella western conference è tuttavia sfumato per 1 solo gol di differenza proprio con i rivali cittadini, nonostante l’arrivo a pari punti.

In ogni caso, durante i playoff la squadra guidata principalmente dalla star Riqui Puig non ha sbagliato un colpo. Prima la doppia goleada contro Colorado poi i 6 gol rifilati a Minnesota, fino al confronto coi Seattle Sounders deciso dal solito Joveljic.

Il bomber serbo ha il merito di essere stato il capocannoniere della squadra e dei playoff (6 reti). Complessivamente invece sono 21 i gol messi a segno in 34 partite stagionali, numeri da vero goleador.

Non solo Joveljic, infatti anche Paintsil ha contribuito fortemente al raggiungimento dell’obiettivo finale, grazie a velocità e finalizzazione che lo hanno portato a collezionare 14 gol 10 assist complessivi. Il suo apporto è stato fondamentale con sgasate sulla fascia e inserimenti in area di rigore. Insieme a lui c’è da menzionare anche l’altro esterno, destinato a un probabile futuro in Europa, ovverio Gabriel Pec.

Il brasiliano classe 2001 ha dimostrato un talento incredibile e un mancino estremamente delicato, che gli ha permesso di collezionare 19 gol 16 assist in 38 apparizioni. Grandi club europei lo stanno osservando e probabilmente tenteranno di strapparlo ai Galaxy.

LA Galaxy

Tra i protagonisti assoluti però c’è la stella ex Barcellona e classe 1999 Riqui Puig. Il fantasista, nonché N°10, ha condotto il suo club al successo grazie a intuizioni e invenzioni degne dei grandi campioni. Il bottino personale recita 17 gol 18 assist. Unica nota dolente è l’infortunio al legamento crociato rimediato durante la gara con Seattle, col giocatore che poi ha rivelato di aver giocato per oltre metà gara consapevole del problema. Per questo motivo non ha potuto giocare la finale ma ha assistito da vicino assieme agli altri compagni in panchina al grande trionfo.

A partire da settembre però un nuovo campione si è aggiunto al gruppo squadra. Una leggenda europea che ha lasciato la Germania e non ha accettato alcuna squadra del Vecchio Continente per rispetto verso il Borussia Dortmund.

Marco Reus si è reso subito disponibile alla causa e ha contribuiti positivamente alla vittoria finale con 1 rete e 3 assist in 543′.

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