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Napoli-Milan, un tunnel di scintille: Maldini zittisce Spalletti
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2 anni fail
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Mauro Vigna
Napoli-Milan, un tunnel non di certo tranquillo quello che porta dal campo agli spogliatoi dello stadio Maradona. Scintille tra Spalletti e Paolo Maldini.
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Scintille nel tunnel che porta agli spogliatoio dello stadio Maradona. Una gara tranquilla che di certo non lasciava presupporre a tensioni fuori dal campo tra le due compagini.
Ed invece abbiamo potuto osservare un Luciano Spalletti, a suo dire, disquisire con l’arbitro per l’ammonizione a Lobotka. Immediatamente dopo, ecco passare Rafael Leao al quale il tecnico partenopeo rivolge alcune parole in merito ad un’esultanza poco ortodossa, comunque non gradita.
A vedere tutta la scena Paolo Maldini, a fianco del portoghese. Ecco quindi che il dirigente, solo verbalmente, si scaglia contro Spalletti con queste parole:” Mister, sei nervoso, hai vinto il campionato, che c….vuoi“.
Oggetto del contendere l’esultanza di Leao dopo il primo gol. Il classe ’99 ha infatti portato le mani verso le guance spostandole alle orecchie come per mimare il gesto delle chiacchiere.
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Atalanta, De Ketelaere torna decisivo: Gasperini lo elogia
Pubblicato
3 ore fail
04/05/2025
L’Atalanta torna a vincere dopo lo stop contro il Lecce e lo fa anche grazie alla doppietta di Charles De Ketelaere. L’ex Milan ha ritrovato la via del gol.
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Il belga ha segnato i primi due gol del poker rifilato nel pomeriggio al Monza, tornando a dimostrare qualità e intelligenza tattica che l’avevano contraddistinto a inizio stagione.
Atalanta, un De Ketelaere in più per la Champions
La cura di Gasperini gli aveva permesso di esprimersi al meglio dopo i mesi bui al Milan e infatti, specialmente in Champions League, i risultati si sono ampiamente visti. Il gioco frizzante dell’Atalanta l’ha valorizzato a tal punto da farlo andare a segno per 3 partite consecutive contro Young Boys (doppietta), Real Madrid e Sturm Gratz.

Charles De Ketelaere ( foto KEYPRESS )
L’investimento operato dalla Dea di oltre 20 milioni di euro in estate sembra totalmente giustificato in quanto il giocatore ha ancora incrementato il proprio valore monetario. Inoltre anche in Serie A è riuscito ad affermarsi mettendo insieme (tolti i due gol contro il Monza), altri 7 gol e 6 assist.
In vista della Champions League della prossima stagione, De Ketelaere sarà sicuramente una certezza anche alla luce di quello che accadrà con Gasperini e il calciomercato che ne conseguirà. Sta di fatto che il giocatore ha un contratto fino al 30 giugno 2028 e intende continuare il suo percorso a Bergamo.

Il Pavia Calcio trionfa con un 2-1 contro la Lentatese, conquistando meritatamente la promozione in Serie D, grazie all’attaccante Matteo Ardemagni.
Un successo decisivo per il Pavia Calcio
Il Pavia Calcio ha ottenuto una vittoria fondamentale per la sua stagione, battendo la Lentatese con un punteggio di 2-1 in una partita cruciale che ha sancito la loro promozione in Serie D. Il match, disputato sul campo avversario, ha visto come protagonista indiscusso l’attaccante Matteo Ardemagni, il cui contributo è stato decisivo per il successo finale. Il gol di Ardemagni ha segnato la svolta della partita, facendo esplodere di gioia i tifosi del Pavia che hanno seguito con passione la loro squadra.
L’importanza della promozione in Serie D
La promozione in Serie D rappresenta un traguardo importante per il Pavia Calcio, che vede premiati gli sforzi di una stagione impegnativa e ricca di sfide. Questo successo non solo eleva la squadra a un livello superiore, ma rafforza anche la fiducia e la motivazione per affrontare il prossimo campionato con ambizioni ancora maggiori. La dedizione del team e il supporto dei tifosi sono stati elementi chiave per raggiungere questo obiettivo storico.
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Fonte: l’account [X di Schira]
Il #Pavia Calcio vince 2-1 sul campo della Lentatese e ottiene la promozione in Serie D. Decisivo bomber Matteo #Ardemagni pic.twitter.com/8LafFyObpN
— Nicolò Schira (@NicoSchira) May 4, 2025

Il popolo granata ha celebrato il 76° anniversario della tragedia di Superga a Torino. Il corteo contava circa di 20mila tifosi.
Il 4 maggio 1949 ci fu la tragedia di Superga. Uno degli episodi più drammatici nella storia del calcio italiano. Quel giorno, un aereo che trasportava la squadra del Torino si schiantò contro l’omonima collina. A bordo c’erano 31 persone: tra cui 18 giocatori, lo staff tecnico e giornalisti, tutti diretti verso la città per un’amichevole in Portogallo.
L’incidente fu causato dalla fitta nebbia che impedì la visibilità del pilota. La tragedia spazzò via una delle squadre più forti di tutti i tempi. Il “Grande Torino” non era solo una squadra, ma un simbolo di eccellenza. La scomparsa del team segnò la fine di un’era di successi. E creò un vuoto incolmabile nel cuore dei tifosi granata e di tutti gli appassionati di calcio.
Dal bar Norman a Superga: una marcia lunga 76 anni
Tutto comincia dove tutto è cominciato: in piazza Solferino, davanti al bar Norman, là dove nel 1906 nacque il Torino Football Club. Da lì parte il corteo verso il colle di Superga. Cinque chilometri di camminata e passione, in un rito che si rinnova ogni anno.Ma il passato, stavolta, convive con il presente. Ai canti per il Grande Torino si mescolano cori di protesta contro il presidente Urbano Cairo. La tifoseria, sempre più delusa, lo invita ancora una volta a farsi da parte.

IL TORINO FA GRUPPO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
“Solo il fato li vinse”, recita la frase scolpita nella memoria collettiva del tifo granata. Ma oggi a pesare è anche il senso di impotenza verso un presente che non riesce a rispecchiare la grandezza di quella squadra leggendaria. E così, mentre si preparano i fiori per i caduti, volano anche le accuse al presidente. Secondo molti, Cairo è colpevole di non aver dato slancio a un club che vive troppo di ricordi e troppo poco di ambizioni
Torino, la storia non si dimentica. Ma il futuro?
Alle 17, come ogni anno, il momento che ferma il tempo: la messa in suffragio celebrata da don Riccardo Robella, e poi la lettura dei nomi degli Invincibili. Quest’anno, l’onore e l’onere è toccato a Duván Zapata, che ha scandito uno a uno i nomi di quella squadra che non ha mai davvero lasciato il cuore dei tifosi. Nessun fischio in quel momento, nessuna protesta: solo rispetto, commozione e un silenzio che vale più di mille parole.
Sui social, il club ha voluto rendere omaggio con un messaggio semplice e potente: “Onore al Grande Torino”. Le date 1949–2025 ricordano che, anche se il tempo passa, la memoria resta. Ma il presente preme: può una squadra vivere solo di storia? Può un popolo come quello granata continuare a farsi bastare la leggenda? Il corteo di oggi è stata una risposta doppia: sì, il Toro è ancora vivo nei cuori. Ma vuole tornare a vivere anche in campo. E forse, tra i cori della protesta e la poesia del ricordo, il messaggio più chiaro è questo: il Toro non vuole essere solo nostalgia. Vuole tornare a essere orgoglio.
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