Serie A
Sassuolo, il sorriso di Pinamonti

Pareggiando per 1-1 contro il Torino il Sassuolo ha archiviato il quinto risultato utile di fila. La soddisfazione di una bandiera.
Sassuolo, Pinamonti d’autore
Un gol segnato e un punto regalato ai suoi. Andrea Pinamonti è il ritratto della felicità dopo il pareggio del Sassuolo contro il Torino in cui ci ha messo il suo fausto autografo.
La squadra neroverde si gode il dodicesimo posto con 37 punti che le può ancora fare coltivare qualche pensiero stupendo di rassegna continentale. E lui dà il diapason all’epinicio collettivo.
“All’inizio non ho neanche esultato perché pensavo fosse fuorigioco – esordisce al microfono di DAZN – in seguito, quando ho capito che il gol era stato convalidato sono corso da Erlic. Mi sembrava giusto correre da lui e abbracciarlo perché ha saputo darmi la carica“.
Un gol non ha mai un padre solo, del resto.Certo meglio sarebbe stato, dice subito appresso, se quel goal fosse rimasto l’unico della partita senza che il Torino ci mettesse la sua tacca.
“Potevamo mantenere il vantaggio – prosegue – come potevamo perderlo perché abbiamo giocato contro un’ottima squadra“. Ma la sostanza, a suo avviso, sta altrove e cioè nel fatto che il Sassuolo continua a portare acqua al mulino. One better than zero.
Si è congedato dal match non solo con il gol ma con la certezza che “il Sassuolo sta facendo molto bene, con un cambio radicale da inizio stagione“. Ultime parole, quasi scontate: “Dobbiamo andare avanti così“.
Serie A
Empoli, tre scontri diretti per evitare la Serie B

L’Empoli di Roberto D’Aversa è attualmente penultimo in classifica e rischia di andare in Serie B: mancano 3 scontri diretti che sono di vitale importanza.
I toscani sembrano non voler più uscire da un periodo nero che va avanti ormai dallo scorso 8 Dicembre, giorno dell’ultima vittoria in trasferta al Bentegodi contro l’Hellas Verona. Da li in poi solamente 6 punti nelle successive 20 partite, una media da ultimissimo posto. Il calendario però, mette di fronte alla squadra di D’Aversa ancora un’ultima possibilità di salvarsi, costituita da 3 scontri diretti nelle ultime 3 gare di questa Serie A, di cui 2 da giocare tra le mura amiche.

SEBASTIANO ESPOSITO E JACOPO FAZZINI IN AZIONE ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Empoli, 3 finali per provare a salvarsi
La prossima sfida sarà contro il Parma di Chivu, squadra che attualmente ha 32 punti e non ha quasi più l’esigenza e l’ossessione di doverne conquistare altri. Dall’altre parte invece, l’Empoli ha finito i bonus e deve scendere in campo con la bava alla bocca e la voglia di tornare a vincere.
Nella giornata successiva i toscani saranno ospitati da un Monza già retrocesso, dove è obbligatorio uscire dal campo con il bottino pieno, viste le ormai poche ambizioni della squadra brianzola. Infine, l’ultima sfida interna sarà proprio contro l’Hellas Verona di Zanetti, ultima squadra contro cui i toscani hanno ottenuto i 3 punti.
Dunque la formazione di D’Aversa, nonostante una seconda metà di campionato di bassissimo livello, ha ancora una chance per salvarsi, ma non deve sbagliare nessuna di queste 3 partite, cruciali per non scendere in Serie B.
Serie A
Pinto: “Mi mancano i tifosi della Roma. Svilar il mio golden boy”

L’ex direttore sportivo della Roma, Tiago Pinto, ha parlato del suo passato in giallorosso. Dal rapporto con i tifosi al suo golden boy.
Tiago Pinto ha ricominciato. Dopo la burrascosa avventura alla Roma, il dirigente sta per concludere la sua prima stagione in Premier League come direttore sportivo del Bournemouth. All’interno del documentario Don’t call it Cindarella, a cura di Gianlucadimarzio.com, il dirigente portoghese ha rilasciato una breve riflessione sul suo passato alla Roma.
Pinto si è soffermato in particolare su ciò che più gli manca della sua esperienza romana e soprattutto del suo golden boy, Mile Svilar, diventato un punto di riferimento molto importante nella Roma di Claudio Ranieri.

MILE SVILAR SALVA IL RISULTATO PARANDO UN TIRO DI MOISE KEAN ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Roma, le parole di Pinto
Il suo passato alla Roma:
“Nell’avventura a Roma sono cresciuto molto come direttore sportivo. Mi ha fatto molto piacere lavorare in Italia con grandi DS come Paolo Maldini, Massara, Ausilio, Pantaleo Corvino, che è un mio amico e mi ha tanto aiutato. Nei tre anni in cui sono stato lì non sono mai stato uno che parlava molto dei tifosi ma quello che mi manca veramente sono loro. Penso sia impossibile vivere in un altro stadio ciò che ho trovato in quello stadio”.
I tifosi della Roma:
“La passione che i tifosi hanno per la squadra è una roba da brividi. Io scherzo un po’ con i miei amici del Benfica, loro sostengono che i tifosi del Benfica siano i migliori al mondo, io rispondo che lo pensano solo perché non sono mai stati a Roma. Sono stato molto fortunato perché in quei tre anni per strada tutti i giorni i tifosi mi hanno sempre trattato benissimo”.
Svilar:
“Mile è un ragazzo molto speciale. Tutti gli allenatori dei portieri con cui lui ha lavorato mi hanno sempre detto che lui era il migliore mai avuto. Tutti i giocatori che hanno giocato con Mile e tutti gli allenatori che lo hanno allenato mi hanno ripetuto lo stesso. Gli mancava il click. Perché chi lo vedeva in allenamento si rendeva subito conto che quel ragazzo non era normale. Quando vedo le parate che fa, mi emoziono. A Benfica lo chiamavo il mio Golden boy”.
L’acquisto del cuore?
“È difficile perché ancora oggi mantengo i contatti con tutti i giocatori che ho preso. Lo faccio sia se hanno fatto bene sia se hanno fatto male. Quando un giocatore che ho preso non fa bene mi sento in colpa e penso sempre che si poteva fare qualcosa in più. Se un giocatore non va bene è anche colpa mia. Svilar, Ndicka, Aouar, Paredes. E non posso dimenticare il più grande di tutti, Dybala, che non posso non dire che sia speciale. Lo guardi in allenamento, tocca il pallone e pensi: Bingo. Tutte le altre cose sono chiacchiere. Per me è difficile sceglierne uno ma se dovessi farlo, oltre Mile con cui ho un rapporto diverso, direi Paulo”.
Serie A
Bologna, Fenucci: “La Coppa Italia è un sogno collettivo della città e su Italiano…”

Di seguito le dichiarazioni rilasciate dall’AD del Bologna Claudio Fenucci rilasciate in occasione del Trofeo Mongolfiera su vari temi
Bologna, le parole di Fenucci

BOLOGNA CALCIO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Di seguito le dichiarazioni rilasciate dall’amministratore delegato del Bologna Carlo Fenucci rilasciate in occasione del Trofeo Mongolfiera riportate da La Gazzetta Dello Sport relative a varie tematiche legate al club rossoblù:
“La nostra volontà è di proseguire il nostro cammino con Vincenzo Italiano. Ora abbiamo due gare col Milan, dobbiamo pensare una gara alla volta: finita la gara di venerdì, un passaggio importante, penseremo poi alla finale di Coppa Italia, questo sogno collettivo che ha abbracciato tutta la città“.
questa è una squadra con grande professionalità, ragazzi splendidi che insieme hanno costruito l’anima del successo, la voglia di giocare insieme e divertirsi per cercare di raggiungere un traguardo importante. E per fare questo bisogna giocare anche su piccoli dolori, come ha fatto l’Inter col Barcellona“.
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