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Esteri

Barcellona-Real Madrid 0-4, Benzema zittisce il Camp Nou: le pagelle del Clasico

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Non c’è storia al Camp Nou. Il Real Madrid rimonta lo svantaggio dell’andata e raggiungere la finale di Copa del Rey. Le pagelle del Clasico.

Barcellona

Ter Stegen 5,5: la difesa fa acqua e lui ci mette una pezza dove può. Nella ripresa molla anche lui.

Araujo 5: si innervosisce con il passare dei minuti. Vinicius cresce alla distanza e tenerlo e’ arduo.

Kounde 4: Benzema e’ un cecchino, nella ripresa alza bandiera bianca.

Marcos Alonso 4: come i compagni di reparto, non conosce contromisure all’efficacia dell’attacco blanco (dal 66′ E.Garcia 5: il suo ingresso non produce effetti).

Balde 6: sfodera la licenza di affondare sull’esterno. Prestazione coraggiosa.

Busquets 5: saggezza e geometrie nel primo tempo, crolla di schianto nella ripresa.

Kessie 5: partita di muscoli e dinamicità, positiva fino al fallo da rigore su Vinicius (dal 60′ Ansu Fati 5: si sperava in un ingresso più efficace, non riesce a pungere).

Sergi Roberto 4,5: Modric gli palleggia in faccia e lo fa soffrire. Il secondo tempo e’ un incubo.

Gavi 5,5: frizzantino nel primo tempo, inconcludente nella ripresa. Perde la bussola e non si raddrizza più.

Lewandowski 5: nella prima frazione viene cercato spesso e mettete in apprensione il Real sulle palle alte. Nella ripresa sparisce.

Raphinha 6: vivace nel cercare sempre lo spunto buono. Il secondo tempo e’ di sofferenza, ma non molla mai (dal 66′ Ferran Torres 5: il suo ingresso in campo non aiuta a investire la rotta).

 

Xavi 4: esce con le ossa rotte dopo aver bruciato il gol di vantaggio. Nel secondo tempo i suoi spariscono dal campo.

Pazzesco Benzema

 

Real Madrid

Courtois 6: di difficile compie una parata su Lewandowski sul finire del primo tempo, poi solo ordinaria amministrazione.

Carvajal 6: l’inizio non e’ dei migliori, ma con il passare dei minuti prende le misure a Balde e affonda con maggior ritmo.

Militao 6: guida senza affanni particolari la difesa e protegge Courtois in modo efficace.

Alaba 6: toglie molte castagne dal fuoco in area di rigore. Ci mette sempre la gamba al momento giusto.

Camavinga 7: decisamente ficcante e propenso a cercare l’affondo. Le sue spinte sono sempre pericolose, non tira mai indietro la gamba.

Valverde 5,5: il meno brillante dei suoi, con poca propensione a partecipare alla manovra d’attacco.

Kroos 7: bene in mezzo, generoso in difesa e non disdegna l’aiuto offensivo. Partita notevole.

Modric 7: la fluidità della manovra madridista gli consente di non soffrire Gavi e Busquets. Pulisce ogni pallone e regala un assist a Benzema (dall’87’ Tchouameni sv).

Rodrygo 6: porta la sua acqua al mulino della produzione offensiva. Più suggerimenti che azioni personali (dal 74′ Asencio 6: va vicino al gol).

Benzema 9,5: tre gol e un assist che lo catapultano al terzo posto nella classifica all time dei marcatori del Clasico. E’ sempre al posto giusto per infilare il Barca (dall’89’ Nacho sv).

Vinicius 8: bruciante sul finale del primo tempo, quando infila il vantaggio madridista. Nella ripresa non trova più ostacoli e serve un assist a Benzema (dall’86’ Ceballos sv).

 

Carlo Ancelotti 8: al Camp Nou il Real Madrid non lascia al Barcellona nemmeno le briciole. Rimonta lo svantaggio dell’andata e conquista la finale di Coppa del Rey.

Premier League

Arsenal, Arteta: “Abbiamo battuto molti record, ma ci mancano i grandi titoli”

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Arsenal

Asrsenal, Mikel Arteta ammette: “Abbiamo infranto molti record, ma ci mancano ancora i grandi titoli che desideriamo”.

L’allenatore dell’Arsenal ha espresso la sua frustrazione per la mancanza di trofei significativi, nonostante le numerose vittorie e i record stabiliti dalla sua squadra.

Arteta

Arteta e il Dilemma dei Trofei

L’Arsenal, sotto la guida di Mikel Arteta, ha ottenuto numerosi successi, ma il tecnico spagnolo è consapevole che mancano ancora quei titoli prestigiosi che fanno la differenza. Arteta, in una recente intervista, ha sottolineato l’importanza di puntare a vincere trofei di rilievo per consolidare la crescita e la reputazione del club. Nonostante l’infrangimento di numerosi record, il desiderio di alzare al cielo coppe importanti rimane un obiettivo primario per l’Arsenal.

Strategie Future dell’Arsenal

Per raggiungere questi ambiziosi traguardi, il basco sta lavorando a stretto contatto con la dirigenza per rafforzare ulteriormente la rosa. L’obiettivo è quello di integrare giocatori di talento che possano fare la differenza nei momenti cruciali della stagione. La determinazione e la passione dell’allenatore sono palpabili, e l’intera squadra è chiamata a rispondere con prestazioni di alto livello per trasformare le ambizioni in realtà.

Per altre notizie sul calciomercato, clicca qui.

Fonte: l’account Twitter di Fabrizio Romano.

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Ligue 1

Ligue 1, la TOP 11 del 2024

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Rennes

Il 2024 si è concluso e mancano pochi giorni al ritorno della Ligue 1, ma quali sono stati i migliori giocatori dell’ultimo anno solare?

La Ligue 1 è un campionato emozionante, che ogni anno regala una quantità industriale di talenti al mondo del calcio e che, negli ultimi anni, sta riacquistando competitività grazie alla crescita delle proprie squadre.

Ligue 1, la TOP 11 del 2024

  • Portiere: Lucas Chevalier.

Il 2024 è stato l’anno di Lucas Chevalier. In tal senso, la Francia è infortunata. Al ritiro del suo capitano Hugo Lloris aveva già pronto Mike Maignan, e ora ha già caldo il suo successore. Crescita esaltante per il 2001 transalpino, che nell’ultimo anno solare si è confermato come uno dei migliori portieri della Ligue 1 ed ora punta a diventare uno dei migliori in assoluto. Disastro Donnarumma, che ha incassato l’arrivo di Safonov e la mancata fiducia della dirigenza. Menzioni onorevoli per Bulka del Nizza e Samba del Lens.

  • Centrali: Dante, Marquinhos e Bafodé Diakité

Passano gli anni, ma Marquinhos rimane il salvagente del PSG. La sua esperienza; la sua leardship; la sua capacità di guidare il reparto e la sua qualità nei piedi sono tutte caratteristiche indispensabili per il gioco di Luis Enrique. Al suo fianco c’è chi ha fatto bene a tratti (Lucas Beraldo e Lucas Hernandez) e chi lo ha fatto sempre (Pacho) ma che al contempo è in Ligue 1 da troppo poco. Lui, invece, c’è sempre.

A proposito di esperienza e leadership imperiture, a 41 anni Dante gioca ancora come un ragazzino. Ogni anno sembra essere sempre quello del pensionamento, eppure lui resta algido come una statua di sale. Campionato strepitoso la scorsa stagione, mentre quest’anno è stato leggermente frenato dagli infortuni (e questo potrebbe essere sintomatico di un traguardo raggiunto) ma quando c’è stato è sempre stato estremamente affidabile.

Quella di Leny Yoro sembrava una perdita capitale, eppure Bafodé Diakité ha avuto una crescita a tratti inaspettata ma al tempo stesso esponenziale. Dopo aver venduto per oltre 60 milioni l’enfant prodige del centro di formazione al Manchester United, la dirigenza del Lille ha deciso di non investire sul mercato per acquistare un sostituto e il classe 2001 gli ha dato ragione: le big d’Europa si sono già segnate il suo nome.

  • Esterni: Luis Henrique, Hakimi

Luis Henrique è una delle poche note liete dell’anno del Marsiglia. Ci sarebbe anche Balerdi, ma dopo una parte conclusiva rivelatrice della scorsa stagione è inciampato (come tutti i suoi compagni di reparto) nella disastrosa tenuta difensiva della squadra di De Zerbi. Il brasiliano, invece, era arrivato al Velodrome come un incostante funambolo d’attacco. Talentuoso, certamente, ma sembrava tutto fumo e niente arrosto.

Invece, prima Gasset e poi lo stesso De Zerbi, lo hanno riciclato come quinto di centrocampo. Un ruolo in cui può abbinare quantità e qualità, mostrandosi all’orbe calcistico come il prototipo perfetto del giocatore di fantasia adattato in una zona “tattica” del campo. Menzione d’onore per Nuno Mendes, che ha fatto un girone d’andata straordinario ma l’anno scorso era una riserva: troppo poco per essere inserito in questa top.

Chi invece non può essere escluso è Hakimi, che è diventato uno dei pochi punti fermi della squadra di Luis Henrique in questo primo anno e mezzo di egida del catalano sotto la Torre Eiffel. Dentro il campo o da cursore puro, a prendersi tutta la fascia in ampiezza. Una gamba con pochi eguali in Europa e una qualità nei piedi che lo rende perfetto come regista disossato: un giocatore che l’ex-Barcellona vuole sempre avere in difesa.

  • Centrocampisti: Vitinha, Zakaria

Il centrocampo del PSG ha cambiato pelle molto spesso in questo anno e mezzo. Ugarte aveva iniziato come inamovibile ma poi è finito fuori dalle rotazioni, fino alla cessione di questa estate. L’ex-Napoli Fabian Ruiz ha disputato la parte secondaria della scorsa stagione da metodista d’eccellenza, ma nella parte conclusiva del 2024 ha perso posizioni nelle gerarchie. Joao Neves ha avuto un impatto pazzesco, ma è appena arrivato.

Se si vuole premiare la continuità, allora la menzione va inevitabilmente a Zaire-Emery e Vitinha. Ho scelto di premiare quest’ultimo per la rivincita personale che si è preso. La sliding door della sua carriera è la sconfitta sul campo del Monaco nel Febbraio del 2023, quando c’era ancora Galtier in panchina e lo spogliatoio era una polveriera: Neymar accusò il portoghese di “non essere abbastanza bravo per giocare nel PSG“.

Sapete tutti com’è andata a finire. Neymar è finito a (non) giocare con i cammelli, in un campionato che non esiste e che nessuno guarda, mentre Vitinha è diventato un perno inamovibile del centrocampo parigino. E a proposito di Monaco, impossibile non menzionare Zakaria. Hutter si è visto smontare la cerniera che aveva fatto le fortune della squadra monegasca nella scorsa stagione, ma il tecnico austriaco non ha battuto ciglio.

Con Camara volato in Arabia e Fofana ceduto al Milan, lo svizzero è passato dall’essere una riserva di lusso ad essere un titolare inamovibile. L’ex-Juventus non ha minimamente patito il salto, tornando il giocatore che aveva spinto i bianconeri ad acquistarlo dal Borussia Monchengladbach. E’ forse l’unica insostituibile nella squadra del Principato. Hutter può fare a meno di tutti, ma non di lui. Menzione d’onore per Matic. Quando è arrivato il Lione rischiava la retrocessione, poi ha finito sesto e ora si sta giocando la Champions League.

  • Attaccanti: Barcola, David e Akliouche

In Barcola si intravedeva un talento fuori dal comune sin dai suoi inizi nel settore giovanile del Lione, ma nessuno (dopo un anno e mezzo di Ligue 1) si aspettava che potesse essere sin da subito un giocatore pronto per fare la differenza nel PSG. Il ragazzo ha bruciato tutte le tappe con una velocità disarmante e la sua crescita è stata sorprendente. Anche dal punto di vista tattico, visto che Luis Enrique gli chiede di coprire tutta la fascia quando il PSG attacca con una sorta di 3-5-2. Da questo punti di vista, grandi meriti al tecnico catalano.

Akliouche è la gemma più luminosa della tradizione recente di un centro di formazione che storicamente sforna giocatori come pochi altri vivai al mondo. Considerato “il nuovo Mbappé” in patria e i francesi ne hanno ben donde. Il sinistro del classe 2002 è arte contemporanea, una rarità anche sui lidi calcistici più prestigiosi.

Passano gli anni e attorno a lui tutto cambia. Compagni; allenatore; dirigenza e persino la proprietà. A Lille solo una cosa, da cinque anni, non cambia mai, ovvero che David faccia (tanti) gol. Capocannoniere anche quest’anno (11 reti, una in più di Barcola e Greenwood) e la sensazione è che sia finalmente pronto per il definitivo salto di qualità, sebbene i mastini non demordano e stiano provando a rinnovargli il contratto.

  • Allenatore: Pierre Sage

Il 2023 del Lione stava per chiudersi con la sensazione di dover vivere una stagione da incubo, perennemente aggrappati alla linea di galleggiamento per evitare una retrocessione che sarebbe stata una delle più drammatiche della storia del calcio. Poi, il 30 Novembre di quell’anno, John Textor decise di rimangiarsi la scelta incomprensibile di puntare su Fabio Grosso e promosse Pierre Sage alla guida della prima squadra.

Sembrava una scelta temporanea. Buona solo per non dover mettere a libro paga un terzo allenatore in un periodo così complicato dal punto di vista economico, salvando capra e cavoli con un uomo che conosceva a menadito l’ambiente. E invece l’ex-responsabile del centro di formazione ha stupito tutti, registrando la media punti più alti della storia del club e raggiungendo una qualificazione europea che sembrava impossibile.

Il Lione concluderà la stagione 2023-2024 al sesto posto, perdendo anche di misura la finale di Coupe de France contro il PSG. Attualmente Les Gones sono quinti in classifica, a due punti dal quarto posto del Lille che vorrebbe dire preliminari di Champions, e, al netto di un mercato di Gennaio che potrebbe depauperarne il potenziale tecnico a causa degli innumerevoli problemi finanziari, sembrano pronti per tornare grandi.

  • Ligue 1, la TOP 11 del 2024: (3-4-2-1) Chevalier; Dante, Marquinhos, B.Diakité; Luis Henrique, Vitinha, Zakaria, Hakimi; Barcola, David, Akliouche. Allenatore: Pierre Sage.
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Liga

Barcellona, Olmo svincolato: i commenti di Yamal e Martinez

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Barcellona

Lamine Yamal e Inigo Martinez stuzzicano i fan del Barcellona con commenti criptici sotto il post di Dani Olmo, suggerendo novità per il 2025.

Barcellona

Commenti Misteriosi: Un Teaser per il Futuro?

Nel mondo del calcio i dettagli contano e spesso un semplice commento su un post social può scatenare una tempesta di speculazioni. È quello che è successo recentemente, quando Lamine Yamal e Inigo Martinez hanno lasciato dei commenti intriganti sotto il post di Dani Olmo su Twitter.

Il post, che recita “2025 time 💙❤️” con due cuori simboleggianti i colori sociali del Barcellona, ha subito catturato l’attenzione dei tifosi, sollevando domande su possibili trasferimenti o rinnovi contrattuali.

Barcellona, Cosa Ci Si Aspetta nel 2025?

Le parole di Yamal e Martinez hanno acceso le speranze dei fan, alimentando le speculazioni su un possibile grande annuncio nel 2025. Mentre i dettagli rimangono avvolti nel mistero, la comunità del calcio è in fermento: cercando di decifrare il significato dietro i simboli e le parole enigmatiche. Questa mossa strategica potrebbe essere un indizio di piani futuri per il club o per i giocatori coinvolti.

Per altre notizie sul calciomercato, clicca qui.

Fonte: l’account X di Fabrizio Romano

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