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Milan, il ruolo di Pioli nell’addio di Maldini
Milan, il ruolo di Pioli nell’addio di Maldini è stato importante. Tutti i dettagli, chi avrà avuto ragione nel tempo ?
Sono giorni di assestamento all’interno del mondo rossonero, Paolo Maldini e Frederic Massara hanno svuotato gli uffici. Il primo è stato contattato da Zvonimir Boban per un ruolo alla Uefa, il secondo parla con il Napoli.
Ma il direttore sportivo abruzzese potrebbe anche finire alla Juventus, soprattutto se i bianconeri non riuscissero a liberare Cristiano Giuntoli dal Napoli. Al loro posto sono operativi Giorgio Furlani e Geoffrey Moncada.
Che collaborano con l’allenatore Stefano Pioli per quanto riguarda il mercato in entrata e in uscita. Proprio il tecnico emiliano è stata una delle principali cause di rottura fra il leggendario ex numero tre e Josep Cardinale.
La crisi di gennaio – febbraio aveva sancito la rottura fra Maldini e Pioli
Mentre la squadra rossonera prendeva 5 reti dal Sassuolo a San Siro, pareggiava a Lecce, veniva ripetutamente sconfitta dall’Inter e usciva dalla Coppa Italia per mano di Michel Adopo (Torino) il rapporto si incrinava.
Le telecamere inquadravano spesso la faccia perplessa di Paolo Maldini al fianco di Frederic Massara (non meno perplesso) in quel periodo. Alla fine della stagione il bilancio è negativo, da qualunque parte lo si guardi.
Il Milan è arrivato quarto grazie ai problemi della Juve, è uscito dalla Coppa Italia agli ottavi, è arrivato in semifinale di Champions grazie a Mike Maignan che ha murato tutti i tentativi del Napoli. Ha perso la Supercoppa Italia.
Non solo, Stefano Pioli non è riuscito a valorizzare la campagna acquisti, ad eccezione di Malick Thiaw (lanciato solo a febbraio..). L’allenatore è entrato in rotta di collisione con l’ex dirigente proprio per il mancato lancio dei nuovi.
La scelta di Cardinale: “butto a mare Maldini, salvo Pioli”.
Fra Josep Cardinale e Paolo Maldini c’era ampia diversità di vedute fin dalle prime battute, come dimostrò il faticoso rinnovo contrattuale. L’ex responsabile dell’area tecnica ha sempre preteso autonomia totale.
In particolare ha respinto fino all’ultimo l’idea di scegliere i calciatori da prendere in base al criterio dei dati statistici. E aveva cominciato a chiedere alla RedBird la testa di Stefano Pioli, avendone compreso i limiti.
Ci spieghiamo meglio: secondo la leggenda rossonera i meriti dell’allenatore nella ripartenza rossonera sono indiscutibili, ma l’ex tecnico fra le altre di Inter, Chievo, Bologna, Fiorentina, Lazio, Parma non può andare oltre.
La proprietà americana apprezza Stefano Pioli in quanto vero e proprio “yesman”, elemento malleabile per i progetti. A differenza di Paolo Maldini, milanese e milanista fin dalla nascita e interessato solo al bene del club.
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Milan, Fonseca su Rafael Leao:” Lui sa perché non ha giocato e ha capito”
Milan, il dubbio che avevamo espresso questa mattina era del tutto legittimo, Fonseca infatti spiega nell’immediato post partita la situazione Leao.
Nel post partita di questa sera contro lo Slovan Bratislava è intervenuto ai microfoni di Sky Paulo Fonseca il quale ha legittimato tutti i nostri dubbi di questa mattina.
Rafael Leao non è stato lasciato in panchina per la botta rimediata contro la Juventus di sabato scorso, bensì per scelta tecnica.
Le sue parole:” Io parlo sempre con Rafa, lui sa perché non ha giocato e ha capito. Quando è entrato è stato decisivo e io sono soddisfatto di vedere questo atteggiamento anche quando sta in panchina”.
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Juventus, il sogno in difesa è classe 2003
Alla Juventus si sta intavolando una trattativa per colmare il vuoto lasciato in difesa da Gleison Bremer: ecco chi è il giocatore che potrebbe sostituirlo.
La trattativa è già avviata: questo pomeriggio a riportare la notizia sono svariate fonti, Tuttosport compreso. L’oggetto è l’avvio della trattativa per un giovane prospetto classe 2003, cresciuto professionalmente al Benfica, dalle giovanili alla Prima Squadra.
Alludiamo al giovane difensore centrale portoghese Antonio Silva, che sarebbe un ottimo sostituto per Gleison Bremer, colpito da un infortunio al crociato.
Il lusitano è valutato dal Benfica 40 milioni di euro.
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Amarcord Juventus: 28 anni fa la conquista di una Coppa illustre
Ventotto anni fa la Juventus vinceva il suo ultimo trofeo internazionale di primo piano: la Coppa Intercontinentale. Autore della vittoria un immenso Del Piero.
Il 26 novembre 1996 un gol di Alessandro Del Piero all’81’ regalò alla Juventus la Coppa Intercontinentale, l’ultimo trofeo internazionale conquistato dai bianconeri.
A Tokyo, nella gara secca contro il River Plate, fu proprio il numero 10 della Juventus a decidere una sfida che, secondo lui stesso, “avremmo dovuto vincere 5-0, non 1-0“. Quel gol, come ricordato da Del Piero nel suo libro Manualex, è uno dei momenti più belli della sua carriera: “Quando segnai il gol-vittoria non capii più niente”.
Juventus, la partita
La Juventus di Marcello Lippi scese in campo con un 4-3-1-2: Peruzzi; Torricelli, Ferrara, Montero, Porrini; Di Livio, Deschamps, Jugovic; Zidane; Del Piero, Boksic.
In panchina, tra gli altri, c’erano Tacchinardi, subentrato all’89′ per Zidane, Vieri e Padovano.
Dall’altra parte, il River Plate, guidato da Ramón Díaz, si affidava a una formazione piena di futuri campioni: Bonano; Hernán Díaz, Celso Ayala, Berizzo, Sorin; Monserrat, Astrada, Sergio Berti; Francescoli; Ortega, Cruz.
Particolarmente interessante era la sfida tra i due numeri 10: Del Piero per la Juventus e Ortega per il River.
“Due giorni prima mi avevano comunicato che la regia giapponese avrebbe dedicato telecamere speciali a noi due”, ha raccontato Del Piero, aggiungendo che la notizia lo aveva riempito di responsabilità.
A distanza di 28 anni, quella Coppa Intercontinentale rimane l’ultimo trionfo internazionale importante della Juventus. All’epoca, la Coppa si assegnava in una gara secca tra la vincitrice della Champions League e quella della Copa Libertadores, mentre oggi si disputa il Mondiale per Club, un torneo con un format completamente diverso.
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