Serie A
Genoa, causa in vista per un ex patron
La società 777 Partners, attuale proprietaria del Genoa, ha deciso di trascinare in tribunale l’ex presidente Enrico Preziosi con una serie di accuse.
Genoa, una tegola su Enrico Preziosi
Al timone del Genoa fu dal 2003 al 2021. E a Genova ha lasciato un ricordo divisivo.
L’ex presidente Enrico Preziosi , adesso, si trova a fare i conti con una tegola non da poco. La società 777 Partners, proprietaria attuale del club che ha espresso alla presidenza Roberto Zangrillo, vuole intraprendere nei suoi confronti azione di responsabilità davanti al Tribunale Civile.
Come ricorda Pianeta Genoa, tutto parte dall’allegato C del bilancio 2022 della società rossoblù. “Il documento – spiega il sito dedicato al Grifo – cita anche l’ex amministratore delegato Alessandro Zarbano , Diodato Abagnara e Giovanni Blondet”.
“In particolare – prosegue il documento – ci sono oltre 1.280.000 Euro in rimborsi ricevuti a vario titolo dalla Fingiochi, cassaforte del Gruppo Preziosi, e consulenze definite “fittizie“.
Il documento, a quest’ultimo riguardo, parla dell’individuazione di “contratti di fornitura e consulenze conclusi dal Genoa a condizioni economiche fuori mercato e aventi a oggetto attività che non sono state rese effettivamente a favore del club”. Prima di diventare presidente del Genoa, Preziosi lo fu del Saronno dal 1992 al 1997 e del Como dal 1997 al 2003.
Serie A
Clamoroso Roma, anche Garcia tra i nomi per la panchina
Dopo l’esonero di Ivan Jurić, la Roma è alla ricerca del nuovo allenatore. Diversi nomi sul tavolo: valutato anche un possibile ritorno di Garcia.
Cala il sipario sull’era di Ivan Jurić, che chiude un capitolo breve ma estremamente turbolento nella storia recente della Roma. Una situazione che, paradossalmente, sembra segnare il punto più basso per il club capitolino negli ultimi vent’anni. Con due esoneri nel giro di pochi mesi, la società dei Friedkin si ritrova ora in una situazione delicatissima, con la consapevolezza di non poter più sbagliare.
Se con l’esonero di De Rossi la scelta era parsa affrettata e mal accolta da una piazza già scettica, l’addio di Jurić era diventato ormai inevitabile. Il tecnico croato non ha mai davvero conquistato l’ambiente giallorosso, trovandosi spesso a combattere contro la diffidenza dei tifosi e il peso delle aspettative.
Ora, approfittando della pausa per le nazionali, la dirigenza giallorossa si è presa il tempo necessario per valutare attentamente il prossimo passo. Con diversi nomi sul tavolo, questa scelta si presenta come uno snodo cruciale per il futuro del club.
Roma, tutti i nomi per la panchina
Stando alle ultime indiscrezioni, la Roma ha già avviato contatti con diversi candidati per la panchina. I primi nomi sulla lista sono quelli di Roberto Mancini, Massimiliano Allegri e Zeljko Terzic, tre profili che porterebbero esperienza internazionale e una leadership carismatica, ma che al tempo stesso richiederebbero un impegno economico significativo. Entrambi, infatti, chiedono garanzie importanti in vista del mercato di gennaio, oltre a contratti dall’ingaggio elevato.
Oltre a loro, spunta anche il nome di Frank Lampard, suggerito dall’agenzia CAA Base, alla quale i Friedkin si sono affidati per orientarsi nella scelta del nuovo tecnico.
Sullo sfondo restano Maurizio Sarri e Igor Tudor, penalizzati dal loro recente passato biancoceleste.
La suggestione Garcia
Il nome dell’ultima ora è quello di Rudi Garcia. L’allenatore francese ha già guidato la Roma tra il 2013 e il 2016, conoscen bene l’ambiente e saprebbe come gestire la pressione di una piazza che non perdona. Tuttavia, nonostante la sua esperienza e la familiarità con il club, il suo nome non scalda i cuori dei tifosi. La sua recente avventura al Napoli, conclusa con un esonero dopo un avvio deludente, pesa come un macigno sul suo possibile ritorno nella capitale.
In un clima di grande incertezza, non resta altro che aspettare. I tifosi della Roma restano in trepidante attesa. La decisione finale dei Friedkin arriverà nei prossimi giorni, e potrebbe determinare il destino della Roma anche per le stagioni a venire.
Serie A
Inter-Napoli 1-1, magia Calhanoglu ma a San Siro e’ solo pari | Le pagelle nerazzurre
Inter-Napoli 1-1, una serata lettura su corner genera il vantaggio partenopeo. Sul finale del primo tempo Calhanoglu pareggia da fuori area, ma poi fallisce il suo primo rigore in serie A. Le pagelle nerazzurre.
Sommer 6: non ha colpe sul tocco da due passi di McTominay, decisamente poco impegnato nel secondo tempo.
Pavard 6: e’ dura la vita con un cliente come Kvara. Esce indenne e concedendo il minimo.
Acerbi 7: mette il piede quando gli avversari sono pericolosi e le toppe quando ci si mette il fuoco amico. Un rientro con i fiocchi.
Bastoni 6,5: sulle sue nel primo tempo, poi offensivo nella ripresa. Partita di grande equilibrio (dall’88’ De Vrij sv).
Dumfries 6: sbaglia la lettura sul corner che genera il gol del Napoli, poi conquista il rigore che Calhanoglu sbagli. Serata agrodolce per l’olandese.
Barella 6: tutto nella norma fino al vantaggio del Napoli, poi va un po’ in appannamento. Nella ripresa torna se stesso.
Calhanoglu 6: si interrompe, dopo 17 tiri, la serie d’oro dal dischetto. In precedenza, però, disegna la parabola magica che vale l’1-1 (dall”82′ Zielinski sv).
Mkhitaryan 5: sottotono e con poca garra, si sono decisamente viste versioni migliori dell’armeno.
Dimarco 7: apre troppo la conclusione e scheggia il palo nell’occasione più nitida della partita, corre più degli altri e domina la fascia sinistra (dall’82’ Darmian sv).
Thuram 6: la difesa partenopea lo controlla a vista, anche se non produce grandi pericoli in area di rigore (dall”82′ Taremi sv).
Lautaro 5: manca il tempo quando si trova in area da solo davanti a Meret. Si vede pochissimo e l’Inter ne risente (dall”82′ Arnautovic sv).
Simone Inzaghi 6: il Napoli chiude tutti i varchi, ed e’ obiettivamente difficile esprimere il proprio gioco. Nella ripresa l’Inter trova la chiave di volta e la musica cambia. I cambi lasciano non poche perplessità.
Serie A
Inter-Napoli, Conte: “Prestazione solida contro una grande squadra. Protocollo VAR una presa in giro”
Al termine di Inter-Napoli, l’allenatore dei partenopei, Antonio Conte, è intervenuto in conferenza stampa per commentare il match.
Di seguito un estratto del tecnico degli azzurri dopo il pareggio in Inter–Napoli.
Inter-Napoli, le parole di Conte
L’allenatore dei partenopei ha iniziato analizzando la reazione dopo la sconfitta contro l’Atalanta: “Può capitare di perdere in casa contro l’Atalanta, una squadra che ha battuto anche lo Stoccarda, che a sua volta ha vinto contro la Juventus. Non abbiamo perso contro una squadra debole, ma contro un club che gioca la Champions, cosa che noi non stiamo facendo. Certo, si poteva fare di meglio o di peggio, ma alla fine è relativo”.
Soffermandosi sulla gara contro l’Inter, ha aggiunto: “Oggi abbiamo fatto una buona prestazione per intensità, applicazione e accettazione dei duelli contro una grande squadra. Abbiamo commesso alcuni errori banali in uscita; lavoriamo tanto e sono sicuro che prima o poi questo impegno darà i suoi frutti. Capisco che giocare a San Siro contro l’Inter non sia facile, ma chi lavora con me sa che cerco sempre di trovare margini di miglioramento.
Sono comunque soddisfatto: in tre trasferte difficili contro Juventus, Inter e Milan, abbiamo ottenuto cinque punti, nonostante alcune decisioni, come il rigore, che hanno sollevato perplessità e mi hanno infastidito”.
Il tecnico ha poi spiegato cosa lo abbia infastidito: “Mi ha dato fastidio sentir dire che, su un rigore inesistente, il VAR non potesse intervenire. Se c’è un errore, il VAR dovrebbe correggerlo, o almeno richiamare l’arbitro al monitor. Se poi l’arbitro conferma la sua decisione, sono il primo a difenderlo. Altrimenti, così si alimentano sospetti e io voglio trasparenza e onestà”.
Parlando della solidità difensiva mostrata dalla squadra in queste prime dodici giornate, ha spiegato: “In altre occasioni abbassavamo Politano, oggi invece l’abbiamo lasciato alto, difendendo con una linea a quattro contro un attacco a cinque. Diverse persone mi chiedevano perché abbassassi Politano; oggi non l’ho fatto e la squadra è stata comunque solida.
La cosa importante è che se non prendi gol, almeno pareggi. Se poi segni, porti a casa i tre punti. Dobbiamo continuare a lavorare per migliorare sempre di più. Considerando che lavoriamo insieme da poco tempo rispetto ad altre squadre, siamo comunque a un buon livello”.
In seguito, il tecnico ha ribadito la sua irritazione per la questione del VAR: “Non è tanto la decisione, ma il fatto di sentirmi dire che il VAR non può intervenire in certe situazioni. Mi sembra una presa in giro. Questo non vale solo per il Napoli, ma per tutti gli allenatori. Se c’è un errore, il VAR deve intervenire. Siamo tutti furiosi per questi protocolli che creano sospetti inutili. Io voglio poter stare tranquillo in panchina, altrimenti rischio ammonizioni ed espulsioni. Oggi ho visto che ero quotato 4 per un’espulsione, incredibile. Mi sembrava uno scherzo”.
Alla domanda se nelle riunioni con gli arbitri sia possibile risolvere questa ambiguità, ha risposto: “Chi ha deciso queste regole? Mi sembra che siano state create solo per confondere. Il VAR è uno strumento utile, ti permette di stare più sereno: a volte ti arrabbi, ma poi rivedendo la decisione ti tranquillizzi. Però non può intervenire solo quando conviene.
Se c’è un errore, che intervenga. Almeno richiama l’arbitro al monitor. Forse oggi Mariani avrebbe confermato la sua scelta, e l’avrei accettata. Ma così no. Se dobbiamo rischiare di perdere una partita per un protocollo che impedisce al VAR di intervenire, allora togliamo il protocollo e anche tutti questi alibi. Io chiedo solo trasparenza”.
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