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Juventus, Giletti: “Oggi servono i Montero, non i Di Maria”

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Juventus, Giletti

Massimo Giletti, noto presentatore televisivo e accanito tifoso della Juventus, ha parlato della sua squadra del cuore in un’intervista rilasciata a Tuttosport.

Ecco alcuni estratti dell’intervista a Giletti pubblicata oggi sul quotidiano sportivo:

Sulla liason Giuntoli – Juventus“D’istinto, mi viene in mente il motto del club: fino alla fine. E fino alla fine, non a caso, è stato aspettato. Per me Giuntoli vale quanto se non più di un bomber di razza: è l’uomo che serviva per uscire da una crisi societaria profonda.

Per lui, semplicemente, parla la storia: guardo i fatti e vedo che con il suo lavoro ha portato in Serie A la squadra espressione di un paese di 70mila abitanti.

Carpi è una delle sedi della mia azienda di famiglia, quindi ho seguito con affetto quella cavalcata. Ma questo, d’altronde, è il tempo degli stregoni”.

Su ciò che è essenziale per il club bianconero: “La Juve negli ultimi anni, da Ronaldo in avanti, aveva imboccato la strada opposta, che però non ha pagato.

Quindi è logico che adesso intenda rivedere la strategia, a maggior ragione dal momento che lo richiede anche il bilancio.

La mia idea è che servano giocatori di personalità, uomini che sappiano prendere per mano la squadra: nello spogliatoio, al momento, solo Danilo ha questa attitudine.

Ma, se ripenso alle grandi corazzate bianconere del passato, rivedo tanti giocatori magari non eccelsi e però con qualità mentali straordinarie. Oggi bisogna cercare uomini da Juve prima ancora che giocatori da Juve: servono i Montero, non i Di Maria“.

Infine, sull’allenatore Massimiliano Allegri: “La sua conferma rientra a pieno titolo nella discussione sul fatto che le rivoluzioni possano nascere da chi si porta dentro il veleno delle cadute precedenti, in alternativa a una tabula rasa senza la quale non sarebbe davvero rivoluzione.

Personalmente credo che, in questo specifico caso, gli vada attribuito l’innegabile merito di aver tenuto in piedi il gruppo nel corso di una stagione a dir poco allucinante. E, poi, avere un uomo che già conosce tutto della Continassa può essere un vantaggio in questa fase”.

Serie A

Juventus, Giuntoli: “Manna mi ha introdotto nel mondo Juve”

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Cristiano Giuntoli ha parlato prima della partita, esprimendosi sugli obiettivi e sul mercato del Napoli: “È da scudetto. Ha fatto un mercato senza precedenti”.

Il direttore sportivo della Juventus Cristiano Giuntoli è un ex della partita contro il Napoli. Ha parlato nel pre partita ai microfoni di DAZN, ringraziando il suo collega Giovanni Manna per averlo inserito nel mondo bianconero: “Manna è stato importantissimo per me, mi ha introdotto nel mondo Juventus e per questo lo ringrazio molto”.

Successivamente, si è complimentato del mercato fatto in estate dalla squadra partenopea e ha analizzato i suoi obiettivi: “Scudetto? Onestamente se faccio una riflessione sulla loro squadra è una squadra molto esperta e collaudata, il Napoli ha fatto un mercato senza precedenti investendo su calciatori già fatti”.

Infine, ha voluto sottolineare il fatto che il progetto bianconero sia basato sui giovani e che questa estate sia stata fatta una vera e propria rifondazione: soprattutto da un punto di vista tattico:”Noi abbiamo fatto un mercato importante, c’è stata una rifondazione anche sulla filosofia di gioco”.

Giuntoli

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Serie A

Fiorentina, Palladino: “Abbiamo lavorato bene. Gudmunsson ci sarà”

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Il tecnico della Fiorentina Raffaele Palladino ha parlato ai canali ufficiali del club viola in vista della sfida di domani contro la Lazio alle 12:30 al Franchi che va verso il tutto esaurito.

Queste le dichiarazioni del mister gigliato ai microfoni del club riguardo al momento della squadra: “Questa settimana abbiamo lavorato bene averne una di intera intera è stato importante. Equivale quasi a un mese di lavoro insieme ma a parte gli scherzi i ragazzi hanno avuto modo di conoscersi e hanno lavorato su tanti aspetti e sulla cura dei dettagli. Ho visto tanti miglioramenti della squadra, siamo pronti per domani”.

Sulla presenza di Commisso: “Il presidente ha portato energia positiva e carisma, per noi è fondamentale abverlo al nostro fianco, è stato bello averlo accanto questa settimana e vogliamo dargli una soddisfazione domani come ai tifosi e alla città”.

Infine l’annuncio atteso da tutta la tifoseria viola riguardo Gudmunsson: “Albert è pronto per la convocazione, siamo tutti felici, lui per primo perché è rientrato in gruppo questa settimana ed ha retto bene anche perché viene da un periodo di inattività ed ha avuto qualche intoppo fisico ma adesso sta bene ed ha lavorato bene. Ha portato energia positiva al gruppo e non vediamo l’ora di vederlo in campo”.

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Roma: Ti Dedico il Silenzio

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roma

Dopo aver esonerato Daniele De Rossi, ancora una volta la società americana proprietaria della Roma ha deciso di non rilasciare dichiarazioni. 

Un vecchio detto dice che l’indifferenza spesso fa più male delle parole, e forse in questo momento la stragrande maggioranza dei tifosi romanisti sta pensando proprio a questo. In una delle settimane più difficili della storia recente della Roma l’esonero di Daniele De Rossi ha dominato il dibattito nella parte di capitale giallorossa. Tutto questo mentre la società americana, per l’ennesima volta, ha deciso di non commentare.

Roma-Empoli, De Rossi

Il licenziamento di una leggenda della Roma ha lasciato feriti in molti, forse tutti. Una delle frasi più utilizzate per commentare questa scelta è stata: “Questo non ce lo dovevate fare.” La rabbia è esplosa sui social e nelle radio. A Trigoria un gruppo di tifosi ha contestato aspramente alcuni giocatori come Cristante e Pellegrini, accusati di essere una delle cause degli scarsi risultati tra la fine della scorsa stagione e l’inizio di quella nuova. Un’isteria incontenibile, ma che forse era prevedibile.

Se l’esonero di Mourinho era stato doloroso, ma per certi versi più divisivo nelle opinioni, quello di Daniele De Rossi è stato vissuto come una vera e propria pugnalata al romanismo. Un affronto che sembra insanabile e che coinvolge ogni tifoso giallorosso, di ogni generazione.

Proprio per questo la Curva Sud ha deciso in occasione della sfida di domani contro l’Udinese di chiamare a raccolta tutti i settori dello stadio nella protesta contro la proprietà americana dei Friedkin, invitandoli ad entrare mezz’ora dopo l’inizio della partita. Iniziativa che verrà accolta dalla maggior parte dei tifosi romanisti. L’ultima volta era stata nel 2009, ben quindici anni fa: quella volta, in occasione di Roma-Fiorentina, i gruppi organizzati della curva giallorossa entrarono con 30 minuti di ritardo per protestare contro l’introduzione della famigerata tessera del tifoso.

E quindi, dopo tre anni di sold out, per la gara contro l’Udinese lo Stadio Olimpico non sarà completamente pieno. A nulla è servita la decisione di aprire alla vendita il settore ospiti: i tagliandi acquistati sono stati poco più di 500 a fronte di una capienza di cinquemila. Quando il tifoso romanista decide di rimanere fuori dallo stadio vuol dire che il malessere è diventato insostenibile. Un malessere che forse era solo ben nascosto, ed era in attesa dell’episodio giusto per poter esplodere.

Da Mourinho a De Rossi: i parafulmine di un disastro annunciato

Da quando la cordata americana ha acquisito le quote della società giallorossa nel 2020, la parola chiave è stata una soltanto: silenzio. Sia Dan Friedkin che suo figlio Ryan hanno scelto di non comunicare in prima persona, se non tramite i canali ufficiali della Roma. Un abitudine in controtendenza rispetto alla gestione di Pallotta. I tifosi romanisti, inizialmente spiazzati da questa scelta, impararono a convivere con questa decisione.

Roma, i Friedkin

Gli arrivi di Mourinho nel 2021 e l’acquisto di Dybala l’anno dopo sono stati dei piacevoli fulmini (o parafulmini?) a ciel sereno che hanno convinto anche i più scettici che, nonostante i silenzi della società, i fatti venivano portati a casa. Le campagne abbonamenti sono cresciute di stagione in stagione, portando a tantissimi sold out consecutivi ed oltre il milione e mezzo di spettatori in una sola annata.

Ora però il silenzio americano non è più supportato dai fatti. L’esonero di Daniele De Rossi ha riaperto delle crepe che erano state tamponate soltanto momentaneamente. Più di qualche tifoso ha ricordato la finale di Europa League nel 2022 contro il Siviglia: anche lì i Friedkin scelsero di non parlare nonostante i torti arbitrali fossero stati evidenti. Mourinho ha sempre detto di essere stato lasciato solo contro tutti. L’esonero del portoghese nello scorso gennaio ha colpito il cuore di molti romanisti, che riconoscevano in Mou il loro condottiero.

La scelta di chiamare Daniele De Rossi in panchina al posto del tecnico di Setubal era stata accolta con estremo ottimismo: chi può sostituire un condottiero se non un altro condottiero, per giunta romanista? I primi risultati erano stati più che incoraggianti, tanto da convincere la proprietà americana a rinnovare il contratto del tecnico per tre anni, seppur alla prima esperienza su una panchina di Serie A. I tifosi intravedevano finalmente l’inizio di un progetto a medio-lungo termine.

La doppia sfida contro il Milan in Europa League è stato l’apice della Roma di De Rossi. Poi sono iniziati ad arrivare i primi passi falsi, dettati da una squadra stremata e da una rosa non all’altezza di una stagione affrontata nella seconda metà in una disperata rincorsa al piazzamento in Champions League. In estate i grandi investimenti sul mercato, con oltre 100 milioni spesi e tanti tagli su stipendi di giocatori fuori dal progetto tecnico.

L’inizio della nuova stagione con due pareggi nelle prime tre, il caso Dybala ed una rosa ancora incompleta sono stati solo alcuni dei problemi che ha dovuto affrontare Daniele De Rossi, un allenatore che solo fino a due anni fa aveva un esperienza di due mesi su una panchina di Serie B. Ed anche lui, come Mourinho, ci ha dovuto mettere da solo la faccia.

Un silenzio assordante

Nel momento in cui la risalita della china sembrava arrivare, il pareggio a tempo scaduto nella trasferta di Genova ha causato un effetto domino incontrollabile. I Friedkin hanno schioccato le dita, preso il loro aereo privato e, una volta arrivati a Trigoria, hanno dato a De Rossi il ben servito. Nel giro di tre giorni la proprietà americana ha deciso di riniziare tutto da capo. E poi, senza dare spiegazioni a nessuno, come è sempre stato nel loro stile, tornare negli U.S.A., mentre a Roma scoppiava l’inferno. Facendolo ancora una volta nel silenzio più totale.

Ora però i tifosi della Roma sembrano aver finito la pazienza ed il credito nei confronti della cordata dei Friedkin. L’allontanamento di De Rossi è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Le parole di Francesco Totti della scorsa settimana possono riassumere al meglio il pensiero del tifoso romanista: “E’ molto semplice: i tifosi vogliono che la società spieghi i propri piani ed i propri progetti.”

Il tempo dei silenzi è finito. Ora è il tempo delle risposte.

 

 

 

 

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