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D’Amico, Giordano: “Non avete idea di quanto fosse forte”
Due giorni fa i giornali hanno dato la notizia: l’ex Lazio Vincenzo D’Amico è morto. Oggi sul Messaggero parla di lui un suo amico fraterno, Bruno Giordano.
In un’intervista a Il Messaggero, Bruno Giordano ricorda un caro amico: Vincenzo D’Amico, ex giocatore della Lazio e del Torino, scomparso due giorni fa a causa di un tumore.
Un giocatore che ha vissuto l’emozione del primo scudetto biancoceleste, nella stagione 1973-’74.
Le parole di Giordano su D’Amico sono cariche di stima e di affetto: “Non avete idea di quanto fosse forte D’Amico, il mio fratellino. Quante ne abbiamo passate insieme, non posso neanche dire che fosse un semplice amico perché ci vedevamo quasi tutti i giorni, proprio come fratelli.
Prima in campo e poi fuori, nemmeno quando decise di andare in Portogallo, a Madeira, ci siamo allontanati. Appena atterrava a Roma, andavamo a cena, ovviamente anche con Giancarlo.
Era una persona speciale, in tutto. Come in campo. Adesso vorrei che gli venisse riconosciuto il valore che Vincenzo aveva come giocatore perché non tutti lo hanno capito”.
Giordano su D’Amico: “Soltanto Diego era più forte di lui”
Stando alle sue parole, l’ex biancoceleste era davvero un giocatore fenomenale, giusto un gradino sotto Diego Armando Maradona: “Credetemi, soltanto Diego era più forte di lui e quando glielo dicevo non si arrabbiava.
Riconosceva la grandezza di Maradona, ci mancherebbe, ma dal punto di vista tecnico anche D’Amico era un mostro. Non si arrabbino i talenti di quell’epoca, Antognoni, Causio, Sala e Beccalossi.
Lui aveva una classe incredibile, non gli mancava niente, neanche il carattere perché non era soltanto un guascone.
Pensate a un ragazzo di 19 anni, che si affaccia nella Lazio, e forse nella squadra più folle di sempre, e si impone a tal punto da diventare titolare e protagonista dello scudetto.
La società non era così forte da poter sostenere lui e un gruppo così strano, altrimenti avrebbe fatto un’altra carriera e avrebbe avuto una considerazione maggiore”.
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Stadi, l’Italia ultima in Europa: uno su tre è da rifare
Gli stadi italiani, con un’età media di 61 anni, evidenziano un netto divario infrastrutturale rispetto ai moderni impianti di altre nazioni europee, riflettendo un’urgente necessità di ammodernamento.
Con l’ultima significativa ristrutturazione risalente ai Mondiali di Italia ’90, solo pochissimi stadi, come l’Allianz Stadium di Torino (inaugurato nel 2011), soddisfano gli standard internazionali, mentre la maggior parte degli impianti soffre per mancanza di spazi commerciali, skybox e servizi moderni.
A livello europeo, l’Italia è in ritardo: negli ultimi dieci anni sono stati costruiti 153 nuovi stadi in Europa, mentre in Italia solo tre.
Tuttavia, c’è un piano per recuperare terreno: 14 nuovi progetti di costruzione o ristrutturazione, per un investimento complessivo di 3 miliardi di euro, potrebbero trasformare il panorama calcistico italiano.
Oltre a migliorare la competitività economica dei club, tali investimenti potrebbero incrementare l’affluenza di spettatori di circa 3,3 milioni e generare profitti stimati di 200 milioni di euro, contribuendo al PIL nazionale e creando circa 12mila posti di lavoro.
Il distacco con altri paesi è evidente anche nei ricavi da matchday.
Nella stagione 2022/23, i club di Serie A hanno registrato entrate medie di 20 milioni di euro per squadra, molto al di sotto dei 50 milioni della Premier League e dei 31 milioni della Liga.
Questo divario limita la competitività economica dei club italiani, che non riescono a raggiungere i ricavi delle big europee come Arsenal, Tottenham, PSG e Barcellona.
I principali ostacoli a questo rinnovamento sono la burocrazia e le rivalità politiche, che allungano notevolmente i tempi di approvazione e di completamento dei progetti.
Esemplari sono i casi del nuovo stadio della Roma a Tor di Valle, bloccato per anni, e quello di San Siro, oggetto di continui dibattiti politici.
L’assegnazione dell’Europeo 2032, che l’Italia co-organizzerà con la Turchia, rappresenta una rara opportunità per colmare questo gap.
Tuttavia, per adeguare almeno cinque stadi entro il 2026 e non perdere questa occasione, sarà necessaria una decisa accelerazione nel processo decisionale e operativo.
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Milan, Maldini all’Atalanta: ma c’è poco di che sorridere
Milan, arrivano alcune notizie in merito ad un prossimo passaggio del figlio d’arte in terra bergamasca. Vediamo in dettaglio.
La fretta, lo sappiamo, è sempre cattiva consigliera. Non si ha più voglia di aspettare i giovani. Nemmeno quelli sulla carta più promettenti e per i quali ci aveva messo la faccia il papà, Paolo Maldini.
Vedere Daniel scorrazzare, dribblare e segnare è un colpo al cuore, una sconfitta per il Milan che probabilmente se ne è liberato troppo in fretta andando ad attuare la demaldinizzazione, un neologismo coniato in seguito all’intero disfacimento dell’organico voluto dall’allora Maldini dirigente.
La cifra di 6 milioni di euro che andrebbero ad incassare i rossoneri in caso di passaggio all’Atalanta è ridicola pensando al valore del fantasista classe 2001. C’è quindi poco da sorridere, soltanto da recriminare per una situazione che poteva essere decisamente gestita meglio.
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L’Atalanta espugna il Maradona: Conte stecca
L’Atalanta si impone sul Napoli con una prestazione solida e un ritmo altissimo, imponendosi per 2-0 in una gara che ha visto come protagonista assoluto Ademola Lookman.
L’attaccante nigeriano è stato il trascinatore della “Dea” fin dall’inizio, capitalizzando al 10’ una prima disattenzione dei padroni di casa, trovando la rete con un tiro mancino al volo su assist di De Ketelaere.
Il Napoli ha subito cercato di reagire, sfiorando il pareggio con una conclusione di McTominay che però si è infranta sul palo.
Al 31′, Lookman ha colpito ancora: dopo aver evitato due avversari con una grande giocata, ha scagliato un potente tiro che ha portato il risultato sul 2-0.
Nonostante i tentativi di ripresa, i partenopei hanno faticato a creare reali opportunità, anche grazie a una difesa dell’Atalanta organizzata e compatta.
La squadra di Conte, pur provando ad attaccare, non ha trovato la lucidità necessaria per riaprire la partita.
Nella ripresa, il Napoli ha continuato a cercare il gol per rientrare in gara, ma l’Atalanta ha tenuto il controllo, sfiorando addirittura il 3-0 con Kolasinac, rete poi annullata per fuorigioco.
Lookman ha avuto l’occasione per chiudere definitivamente il match, ma il suo tiro è terminato a lato.
La vittoria dell’Atalanta rappresenta un successo cruciale, mentre per il Napoli questa sconfitta potrebbe pesare non solo sul morale, ma anche in vista del prossimo big match contro l’Inter, rendendo urgente per la squadra partenopea recuperare concentrazione e precisione.
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