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Miner Donkey Trouble – Scavare per l’oro ed essere ricompensati con grandi vincite al Greatwin casino
La ricerca dell’oro è il fulcro della slot di Play’n GO. Unitevi al minatore con il cappello da cowboy e al suo asino nel pozzo della miniera alla ricerca di ricchezze.
Qui troverete un misuratore di distruzione dell’asino, un Pickaxe wild e giri gratuiti! Se siete interessati, troverete questa e molte altre slot machine al Greatwin casino: https://greatwin.com/it/.
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Trama del gioco
Il tema non è probabilmente una novità per chi gioca alle slot da tempo. Si tratta del classico tema del cercatore d’oro con gli abiti stereotipati di un uomo anziano che lo indossa.
Sono inclusi il cappello da cowboy, la camicia, le bretelle e la sciarpa rossa. La differenza questa volta è che il suo compagno è un asino arrabbiato che prende regolarmente a calci la tavola.
I simboli sono proprio come si potrebbe pensare, pietre diverse e variegate con alcuni grimaldelli e pepite d’oro.
Si tratta di una slot del Greatwin casino dall’aspetto gradevole, ma Play’n GO ha decisamente optato per un tema vecchio e collaudato piuttosto che cercare di essere innovativa.
Guida passo dopo passo per giocare a Miner Donkey Trouble
Prima di tutto, dovete decidere quanto volete scommettere per ogni giro. Qualsiasi cifra compresa tra 0,10 e 100 dollari va bene.
Poi sta a voi decidere se far girare manualmente i rulli ogni volta o attivare la funzione di gioco automatico e guardare l’azione mentre vi rilassate.
Se vi piacciono le cosiddette slot a griglia, Miner Donkey Trouble è uno dei giochi migliori del Greatwin casino.
Caratteristiche del Bonus Miner Donkey Trouble
Se c’è una cosa che non manca al gioco sono le caratteristiche speciali e i bonus. Sono molti i bonus a cui si può aspirare.
Miner Donkey Trouble è una slot a griglia giocata su un tabellone con 5 rulli e 7 righe su cui cadono diversi simboli.
Se cinque simboli uguali si collegano tra loro, scompaiono e nuovi simboli li sostituiscono. Come si può intuire, questo può innescare profitti a catena.
L’altra caratteristica fondamentale del gioco del Greatwin casino è il contatore “Donkey Destruction”, che aumenta ogni volta che si vince qualcosa sul tabellone.
È diviso in tre fasi e quando si raggiunge una certa quantità di simboli, l’asino calcia all’indietro e distrugge alcuni simboli sul campo di gioco.
Ci sono in totale tre livelli:
- Distruzione dell’asino 1 – Elimina tutti i simboli della roccia sulla griglia.
- Donkey Destruction 2 – Elimina tutti i simboli delle gemme e delle rocce sulla griglia.
- Distruzione dell’asino 3 – Elimina tutto dalla griglia tranne le pepite d’oro e garantisce cinque pepite d’oro aggiuntive.
A cosa servono queste pepite d’oro? Non possono essere combinate con altri simboli per vincere qualcosa, ma se raggiungono il fondo del campo di gioco, la vincita viene moltiplicata. La vincita si azzera ogni volta che si paga un nuovo giro.
La slot dispone anche di simboli wild. Questi, proprio come la pepita d’oro, non possono essere combinati con altri simboli sul campo di gioco, ma quando l’asino li distrugge, vengono raccolti nella funzione “Pickaxe Wild”, che si attiva quando la sequenza vincente termina e aggiunge 4-10 simboli wild al tabellone.
Infine, ma non meno importante, ci sono anche i giri gratuiti. Gli scatter Dinamite entrano nel tabellone solo attraverso le cascate e bisogna distruggerne tre per ottenere cinque giri gratuiti.
Miner Donkey Trouble RTP e Volatililà
Per quanto riguarda l’RTP, è quotato al 96,27%, che è abbastanza standard. Va detto che si tratta di un gioco con una volatilità piuttosto elevata, il che significa che si può rimanere senza vincite per un bel po’.
Ma le cose possono cambiare all’improvviso e potreste ottenere una grossa vincita quando meno ve lo aspettate. Quindi non arrendetevi mai!
Tutto, dalla cascata alle pepite d’oro che moltiplicano la vincita, è stato progettato in modo che una sequenza vincente possa durare per un po’ di tempo una volta vinta, se si è fortunati.
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“Fratelli d’Italia per sempre”: l’addio di Baggio a Schillaci
Totò Schillaci ci ha lasciato stamattina a soli 59 anni: lui e Baggio ci fecero vivere Notti Magiche ai Mondiali italiani del 1990.
Roberto Baggio, attraverso un toccante messaggio su Instagram ha voluto salutare l’amico Schillaci, vinto da un male incurabile. I due attaccanti nel 1990 fecero vivere un’estate indimenticabile a milioni di italiani a suon di gol ed emozioni.
Baggio e Schillaci condivisero anche un paio di stagioni con la maglia della Juventus.
Queste le parole dell’ex Pallone d’Oro:
“Ciao mio caro amico, anche stavolta hai voluto sorprendermi.
Rimarranno per sempre impresse nel mio cuore le notti magiche di ITALIA 90 vissute insieme.
Fratelli d’Italia per sempre”
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Roma, l’esonero di De Rossi scatena i tifosi | A Trigoria adesivi contro Friedkin
La sponda giallorossa di Roma è nel caos dopo l’esonero a sorpresa dell’allenatore e bandiera Daniele De Rossi. La reazione dei tifosi non si è fatta attendere
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Roma, esonero shock per De Rossi
Come un fulmine a ciel sereno, l’esonero di Daniele De Rossi si è abbattuto inesorabile lasciando un’aria di inquietudine nell’ambiente giallorosso. Il successore, Ivan Juric, dovrebbe già dirigere il prossimo allenamento pomeridiano. Il suo compito? Rimettere in carreggiata una stagione che non è partita come ci si aspettava, dopo i risultati del 2023/24 portati a casa da “Capitan futuro”.
La contestazione dei tifosi della Roma
Tra lo stupore di una decisione drastica e inaspettata e la delusione per il nome del nuovo tecnico, non sono tardate ad arrivare le lamentele, social e non, dei tifosi giallorossi. Chi prepara le proteste fuori da Trigoria, chi scrive di essere pronto a fare la rivoluzione. Insomma, da che parte sta il tifo romanista pare ben chiaro.
E quell’adesivo sul muro…
Intanto, sulle pareti del Centro Sportivo Fulvio Bernardini sono spuntati i primi adesivi, molto chiari e che non le mandano certo a dire, che recitano: “Yankee go home”.
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Milan, da una dirigenza inesperta a un allenatore mediocre: ora si salvi chi può | L’editoriale di Mauro Vigna
Milan, storia di un disastro annunciato? Probabilmente no, ma ora le acque sono ben mosse e chi comanda la nave non ha bene idea di come portarla in porto.
Si salvi chi può, un titolo probabilmente forte, ma che spiega il momento del Milan attuale. Ossia una squadra senza cuore né leader in campo, raffazzonata e tenuta su da un allenatore che ha totalmente smarrito la strada, se mai l’avesse avuta.
Ma partiamo dalla dirigenza, vera e propria imputata. Un quadro di comando del tutto inesperto tenuto su da Zlatan Ibrahimovic il quale si professa Dio, dice di essere il boss e comandare tutto, ma che di fatto una proposta aveva avanzato, Antonio Conte, subito bocciato. Braccio destro Geoffrey Moncada, uno che non appare nemmeno nelle interviste e che di fatto è un buon talent scout, nulla di più. Fino ad arrivare alle più altre sfere Furlani e Cardinale che di calcio ne capiscono poco, forse niente. Almeno l’AD ha l’attenuante di essere milanista, ma non basta.
Tutta questa macedonia di incompetenza ha partorito la scelta di Paulo Fonseca, un allenatore mediocre, aziendalista e che costa poco. Caratteristiche perfette per allenare il Milan di Redbird, non per un Milan che deve provare a vincere il campionato e arrivare lontano in Champions League. Un allenatore che fin da subito ha dimostrato di capirci nulla, con conferenze stampa imbarazzanti e scelte tecniche la cui spiegazione sfugge a molti.
Solo nella serata di ieri, nel post disastro contro il Liverpool, rispondendo alla domanda di Zvonimir Boban è riuscito a dire che Loftus Cheek non lo vede come numero 10, ma lo vede come numero 8 o numero 10. Capite bene che la confusione ce l’ha anche in testa, non solo in campo.
Eppure l’aiuto da casa sta arrivando praticamente ogni giorno. Persino i sassi gli stanno indicando la strada, quella del 4-3-3. Ma lui nulla. In una organico praticamente composto da tutte mezze ali, predilige il 4-2-3-1, segno di coerenza, per carità, ma a tutto c’è un limite.
Tornando a bomba, la colpa la imputo alla società, Fonseca non è altro che un capro espiatorio che alla fine pagherà per tutti. Mi auguro solamente che non arrivi un Edin Terzic qualsiasi, come qualcuno scrive, ma che sappiamo mettere mano alla guida tecnica con un allenatore italiano. Caldeggio per Massimiliano Allegri con il quale vi sono contatti, ma mi andrebbe benissimo anche Maurizio Sarri. Tanto, gira che rigira, ditemi un allenatore estero che ha vinto in Italia. Qualcuno c’è, ma si conta sulle dita di una mano.
La verità è che nessuno si può improvvisare dirigente se prima non ha fatto la doverosa gavetta. Lo stesso Ibrahimovic, enorme giocatore, non può pensare di fare il dirigente, peraltro spesso in vacanza. E se non in vacanza, sui social. Altrimenti vorrebbe dire che tutte le altre squadre di Serie A hanno capito nulla. E a onor del vero, chi ci sta capendo poco è invece tutto il mondo Milan. Questa si chiama presunzione. E ad oggi la dirigenza rossonera è la massima espressione della presunzione.
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