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L’enciclopedia della Serie A: parte terza

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Eccoci al terzo appuntamento con l’enciclopedia della Serie A, un gustoso lavoro che vi sta accompagnando all’avvio del Campionato. Pronti a viaggiare a Torino a Milano con deviazione a Sud? Buon viaggio!

Juventus

La Juventus Football Club, conosciuta meglio come Juventus (dal latino, iuventus, gioventù) o, colloquialmente, Juve, è stata fondata nel 1897 da alcuni liceali torinesi ed è il secondo club italiano per anzianità oltre ad essere il più titolato, avendo vinto 70 trofei ufficiali e 36 scudetti (più uno revocato).

In origine la divisa era rosa, abbinata a una cravatta o ad un farfallino nero. Ma tale colore dopo ripetuti lavaggi si scolorì talmente da costringere al club di cambiare colore. Fu chiesto all’inglese Savage, uno dei membri della società, di cercare nel suo Paese una divisa per la Juventus e lui, che aveva un amico tifoso della squadra di Nottingham, suggerì la divisa del Notts County, che era bianconera a strisce. Da allora non è più cambiata, tanto che la Juventus è detta anche la zebra.

Lo stemma della Juventus è cambiato nel tempo, all’inizio raffigurava una zebra rampante mentre adesso vi è una J stilizzata composta da strisce bianconere che, incurvandosi, vanno a proiettare i bordi di uno scudo francese sormontato dal nome della squadra. Il soprannome della Juventus è Vecchia Signora (ma anche Fidanzata d’Italia).

Juventus

Attualmente la Juventus gioca allo “Juventus Stadium”, che sorge sulle ceneri del vecchio “Delle Alpi” e conta 41.507 posti.

La tifoseria bianconera è vastissima, in Italia conta il 34% di sostenitori, in Europa sono 41 milioni e nel resto del mondo sono 423 milioni. Il tifo per la Juventus è molto marcato anche nel Mezzogiorno e nelle isole, il che lo rende molto eterogeneo e fa sì che ci sia un gran numero di spettatori anche durante gli impegni esterni. Il tifo bianconero si può dire ch’è nazionale.

La rivalità più accesa, naturalmente, è quella coi “cugini” del Torino, a cui si aggiungono quelle col Milan (anche se per anni le due società sono state in buoni rapporti), con la Fiorentina (dagli anni ’80) e poi anche quella col Napoli (addirittura dal 1950 ma acuitasi recentemente).

Si segnalano, tra gli altri, i gemellaggi col Legia Varsavia e col Notts County, quest’ultima per ovvi motivi storici.

La Juventus ha avuto cinque inni, di cui uno firmato da Pierangelo Bertoli, ma quello ufficiale della è “Juve (storia di un grande amore)” di Alessandra Torre e Claudio Guidetti e interpretato da Paolo Belli:

“Simili a degli eroi, abbiamo il cuore a strisce Portaci dove vuoi, verso le tue conquiste Dove tu arriverai, sarà la storia di tutti noi Solo chi corre può, fare di te la squadra che sei.”

Lazio

La Società Sportiva Lazio, meglio nota come SS Lazio, è stata fondata il 9 gennaio del 1900 dal sottufficiale dei Bersaglieri Luigi Bigiarelli e risulta essere la prima squadra della Capitale.

La maglia è stata praticamente sempre biancazzurra (in origine bianca con decorazioni azzurre, successivamente a strisce), i colori della bandiera greca, patria dell’Olimpiadi, a cui la società, nata come “Società podistica Lazio” volle rendere omaggio.

Lo stemma laziale è uno scudo a pali biancazzurri col nome della società sormontato da un’aquila dorata, simbolo di potenza, vittoria e prosperità oltre ad essere simbolo delle Legioni romane. Inoltre è il simbolo di Zeus, la principale divinità del Pantheon greco e qui capo degli Dei. La Lazio, insomma, era, nell’idea dei fondatori, la dominatrice di tutte le altre squadre. Vanta, però, soltanto due scudetti (1974 e 2000) però si è rifatta in Coppa Italia (7), la più bella è quella conquistata il 9 maggio 2013 contro i rivali giallorossi con goal di Lulic, e vinto anche una Coppa Uefa (1999). Il soprannome della Lazio è Capitolini (ma anche Aquilotti).

Lazio

La Lazio ha una mascotte, una vera aquila, Olympia, che è custodita e curata dallo spagnolo José Maria Bernabè presso il centro sportivo di Formello. Inoltre, è l’unica squadra d’Italia ad avere un Santo Patrono, che non poteva non essere Sant’Aquila, che si celebra l’otto luglio.

Lo stadio attuale della Lazio e lo storico “Olimpico”, che la ospita dal 1953 ed è condiviso dall’odiata Roma. L’impianto può ospitare fino a poco più di 70500 spettatori.

In Italia ci sono circa 600.000 tifosi biancocelesti, la settima squadra d’Italia. La rivalità più accesa è quella contro la Roma, naturalmente, ma ci sono rapporti tesi anche con Napoli, Juventus e Milan. Storica e radicata l’amicizia – come abbiamo già visto e descritto – con l’Inter, radicatasi il 2 maggio 2010 quando tutta la curva laziale a spinto la squadra nerazzurra verso il conseguimento del titolo per impedire che lo vincesse l’odiata seconda squadra della Capitale. L’Inter vinse 2-0 e sorpassò la Roma, vincendo poi lo scudetto.

La Lazio ha numerosi inni, come il più bello, secondo me, “Lazio Caput Mundi”, che cita come non è possibile “che con La ci hanno rovinato la Città”. Un altro bellissimo brano laziale è “So già du ore”(fermate monno sotto ar cuppolone rifatte l’occhi stamo a gioca’ a pallone). C’è poi “I giardini di marzo”, di Lucio Battisti, brano cantato da tutta la curva al termine del volo dell’aquila. L’inno ufficiale tuttavia è “Vola Lazio vola” interpretato da Toni Malco:

“Lazio, sul prato verde vola, Lazio, tu non sarai mai sola. Vola un’aquila nel cielo, più in alto sempre volerà.”

Lecce

L’Unione Sportiva Lecce, semplicemente nota col nome della cittadina pugliese, è un club la cui versione attuale è nata nel 1927 ma di Calcio a Lecce se ne parla sin dal 1908. Il club è nato dalla fusione di due società, la FBC Juventus e il Gladiator, è ed è la terza squadra dell’Italia meridionale peninsulare per il numero di campionati disputati nelle prime due serie professionistiche (17).

La maglietta è giallorossa dal 1928 (prima era bianconera) mentre la squadra fondata nel 1908 era rossonera. La divisa è a righe praticamente da sempre.

Lo stemma del Lecce è una sorta di scudo con bordino in oro, fondo blu su cui campeggia una lupa sotto un leccio, simbolo anche della città. In alta due strisce giallorosse separano il simbolo dalla scritta che riporta il nome della squadra e l’anno di fondazione, 1908 perché quella del 1927 indica soltanto l’attuale fusione, la vera prima squadra è stato lo Sporting Club Lecce. Il soprannome della squadra è i Lupi (per i cronisti anche i Salentini).

La mascotte del Lecce è Wolfy, un lupo giallorosso che ha fatto il suo esordio il 25 settembre 1999, nella gara casalinga contro la Juventus vinta per 2-0.

Il Lecce gioca al “Via del Mare” che può ospitare 40.000 tifosi, anche sei posti omologati sono poco più di 31.500.

I tifosi del Lecce sono molti nel meridione e anche all’estero; il gruppo storico degli “Ultrà Lecce” prende posto in Curva Nord ma c’è uno anche in Curva Sud, la “Gioventù”.

La tifoseria giallorossa è gemellata con quella del Palermo, malgrado la sconfitta dei rosanero nel 2002/03 che vide promosso il Lecce in Serie A. Il gemellaggio è forte tuttora mentre negli anni ’80 c’era un bel legame col Taranto, poi rotto per l’unione dei salentini, durata poco, coi tifosi del Verona.

La rivalità più accesa è quella col Bari, con cui gioca il “derby di Puglia”. Meno sentite sono quelle che coinvolgono praticamente tutto il Sud Italia, fatta eccezione per Sampdoria e Torino, mentre tra quelle regionali ci sono Taranto e Fidelis Andria.

Il Lecce ha avuto diversi inni tra cui “Lecce cha cha cha” di Chaly Albert ma anche due canzoni in dialetto, “Arcu te pratu” del cantautore salentino Bruno Petrachi e “Giallurussu” dei Sud Sound System. Attualmente l’inno ufficiale è “Giallorossi per sempre” di Sergio “Gioy” Rielli:

“C’è un cuore che batte ma nessuno lo sente però ti assicuro è giallorosso per sempre. A due passi dal mare la domenica sarà nel segno del Lecce che vincerà.”

Milan

L’Associazione Calcio Milan, meglio nota come AC Milan, è la prima squadra di Milano, essendo stata fondata nel 1889. Ha esordito in Serie A nel 1900, partecipando a 91 campionati (di cui 89 a girone unico) e vincendone 19, oltre ad aver conquistato due campionati di Serie B (1981 e 1983).  La squadra è stata fondata da un gruppo di inglesi e di italiani riuniti all’Hotel du Nord e des Anglais e ha vinto ben 7 Champions (comprese le Coppe di Campioni) record italiano.

«Saremo una squadra di diavoli. I nostri colori saranno il rosso come il fuoco e il nero come la paura che incuteremo agli avversari!» Questa frase di Herbert Kilpin non ha bisogno di spiegazioni. La maglietta è da sempre a strisce e il soprannome, naturalmente, è Diavoli.

Lo stemma, in un ovale rosso, raffigura a destra le strisce rossonere e a sinistra la croce rossa in campo bianco, simbolo del Comune di Milano. In alto il nome della squadra e in basso l’anno di fondazione su sfondo bianco.

milan

Close-up of waving flag with AC Milan football club logo, 3D France

Il Milan, come già detto per l’Inter, gioca al “Mezza” o, se preferite, “San Siro”, storico impianto cittadino costruito negli anni ’40.

La mascotte è Milanello, un diavolo con la divisa rossonera ed un pallone dal calcio, disegnato dalla Warner Bros e col nome che omaggia il centro sportivo dove il Milan si allena.

La tifoseria in Italia vanta il 14% di preferenze, e all’estero è la prima delle italiane con circa 18 milioni di supporters, lontana però dagli oltre 57.000 del Barcellona.

I tifosi del Milan venivano chiamati, fino agli anni ’80, casciavit, cioè cacciaviti a sottolineare la provenienza operaia. Il cuore del tifo milanista è la Curva Sud, dove c’era lo storico gruppo ultras, il più antico d’Italia (1968), “La fosse dei Leoni” scioltosi nel 2005 per dissidi interni.

Il gemellaggio più sentito è quello coi tifosi del Brescia e della Reggina in Italia e con l’Olympique Lione e Siviglia all’estero.

La rivalità più sentita è quella con l’Inter, naturalmente, è celeberrimo il “Derby della Madonnina”, ma c’è un forte astio col Genoa, che fece retrocedere il Milan nel 1982. Altre rivalità minori sono quelle con l’Atalanta, Lazio, Fiorentina, Sampdoria e Cagliari. Per un certo periodo poi c’era “la Fatal Verona”, che fece perdere al Milan due scudetti a vantaggio di Juve e Napoli.

Tanti sono stati gli inni del Milan, da Smaila a Jannacci fino a Tony Renis, forse il più famoso (Milan, Milan). Quello attuale è #Rossoneri di Emis Killa:

“Sì, 1899 è la data che tengo a memoria AC Milan uguale vittoria in Europa si è fatta la Storia.”

Ci vediamo presto con la quarta e penultima puntata dell’enciclopedia della Serie A, a presto!

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Il Real Madrid sapeva del Pallone d’Oro a Rodri: il retroscena

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Real Madrid

Il Real Madrid sapeva che Vinicius non avrebbe vinto il Pallone d’Oro, ha scelto di non informarlo per evitare distrazioni prima del Clasico.

Il Real Madrid sapeva: l’indiscrezione

Real Madrid

Antón Meana ha riferito a Carrusel Deportivo dei sospetti dell’entourage di Vinicius riguardo al processo decisionale per il Pallone d’Oro e al ruolo del Real Madrid. Sembra che il club fosse stato coinvolto in alcune comunicazioni e sforzi per portare a Parigi il maggior numero possibile di persone vicine a Vinicius.

Tuttavia, da venerdì scorso, l’entourage ha iniziato a sospettare che un risultato che ritenevano certo non lo fosse affatto. Si ipotizza che il Real abbia preferito non informare Vinicius per non destabilizzarlo prima del Clasico contro il Barcellona, poi perso 0-4. La mattina della premiazione il club aveva confermato la propria presenza all’evento, ma, quando hanno iniziato a circolare voci sulla vittoria di Rodri, i blancos avrebbero deciso di non volare più in Francia.

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Del Piero, quando il Bernabéu si alzò in piedi per lui

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del piero

Del Piero e la storica standing ovation al Bernabéu, la doppietta contro il Real Madrid nel 2008 e l’inchino al pubblico spagnolo.

Con un post sui suoi profili ufficiali, la Lega Serie A ha voluto celebrare il capitano numero 10 della Juventus. Ricordando quella notte magica di esattamente 16 anni fa, in cui l’intero Santiago Bernabéu si alzò per applaudire uno dei più grandi fantasisti dell’epoca d’oro del calcio italiano.

 

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Del Piero, i flash di una partita che rimarrà storica

Juventus, del piero

Il gol di Alessandro Del Piero nella finale della Coppa Intercontinentale del 1996

L’unico ad aver già conquistato il trofeo nel 1996, ma con ancora il peso di tre finali perse contro Borussia Dortmund, Real Madrid e Milan. Quella sera Pinturicchio segnò una storica doppietta che ammutolì il Bernabéu, che sportivamente applaudì il capitano e numero 10 della Vecchia Signora.

Quella scena, carica di emozione, è di quelle che lasciano senza fiato. Non a caso, il capitano della Juventus rispose con un inchino rivolto al pubblico spagnolo: che gli aveva tributato grande rispetto. Del Piero, tempo dopo, ricordò quel momento con queste parole: “Il momento più emozionante è stato il gol alla Germania nel Mondiale del 2006, per la situazione e l’importanza della gara. E poi, sicuramente, la standing ovation al Bernabéu.”

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Cassano: “Ad Ausilio gli consiglio di prendere Daniel Maldini”

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Cassano su Daniel Maldini

Antonio Cassano consiglia Piero Ausilio: secondo l’ex attaccante il profilo giusto per l’Inter è Danel Maldini.

Antonio Cassano consiglia Daniel Maldini all’Inter. Nel corso dell’ultima puntata di ‘Viva el Futbol’, l’ex attaccante che tra le altre ha vestito anche la maglia nerazzurra s’è così espresso sul trequartista attualmente in forza al Monza. Di seguito le sue parole.

Cassano su Daniel Maldini

ALESSANDRO BUONGIORNO, RAOUL BELLANOVA, DANIEL MALDINI, NICCOLO PISILLI E GIACOMO RASPADORI MENTRE CANTANO L’INNO DI MAMELI ( FOTO SALVATORE FORNELLI )

Cassano, il consiglio ad Ausilio è Daniel Maldini

Ecco le sue parole

“Daniel Maldini parla poco, fa tanti fatti. L’altro giorno con il Milan, dove tutti recriminano il gol mancato, ha fatto tre quattro giocate impressionanti. Sono convinto che nelle prossime convocazioni di Spalletti sarà dentro, perché ha grande qualità”.

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