Serie A
Sassuolo, l’ambizione di un attaccante
Andrea Pinamonti è l’autore di uno dei gol che hanno permesso al Sassuolo di stendere l’Hellas Verona. E si auspica una stagione ad alto volume.
Sassuolo, Pinamonti d’annata
Tra gli “artigiani” della vittoria del Sassuolo contro l’Hellas Verona figura anche lui. Lui che ha costruito la casa del 3-1 con il mattone di un suo gol. Andrea Pinamonti riestrae il pallottoliere dal suo armadio e aggiorna il conto delle reti segnate in neroverde.
Quest’anno, in quattro gare ufficiali, ha spostato due palline che si sono aggiunte alle cinque già spostate la scorsa stagione quando andò un po’ a fari spenti.
Ma questa stagione, il giocatore di scuola Inter ed ex Frosinone se la vuole giocare a regola d’arte. “Contro l’Hellas Verona- ricorda Sassuolo News –probabilmente la sua miglior prestazione da quando è a Sassuolo, lui era con la squadra e la squadra era con lui, sembravano essere una cosa sola e in passato quest’aspetto è mancato perché spesso e volentieri finiva per isolarsi o era poco servito”.
Ora è invece divenuto “presente in area di rigore, combattivo, utile nelle sponde ma anche nei movimenti”. Insomma, un Pinamonti che ha voglia di portare molta acqua al mulino del Sassuolo. E di una carriera che, viste le potenzialità, ha le carte in regola per rendere fulgida.
Serie A
Inter, Bedin: “Bello vedere ancora uno zoccolo duro italiano nella mia ex squadra”
Gianfranco Bedin, pilastro della Grande Inter, è stato celebrato a 79 anni insieme ai leggendari compagni. L’ex centrocampista, tra i protagonisti della squadra che conquistò la prima stella, si è raccontato in una toccante intervista a La Gazzetta dello Sport.
Si respira aria di storia e di gloria nei corridoi dell’Inter, dove i protagonisti della Grande Inter di Helenio Herrera sono tornati sotto i riflettori, stavolta non più sul campo da gioco, ma al centro di un riconoscimento simbolico. Gianfranco Bedin, oggi 79enne e colonna portante di quella squadra indimenticabile, è stato celebrato insieme ai leggendari compagni Sandro Mazzola, Ivano Bordon e Guarneri in un pranzo speciale organizzato dal club. A guidare la celebrazione, l’amministratore delegato Beppe Marotta, che ha voluto rendere omaggio a chi, con impegno e talento, ha contribuito a scrivere alcune delle pagine più significative della storia nerazzurra.
Bedin, che con le sue 310 presenze in maglia nerazzurra ha incarnato la tenacia e la visione tattica impresse da Herrera, ha parlato a La Gazzetta dello Sport, concedendo un’intervista ricca di emozioni e ricordi. A seguire un breve estratto di essa.
Inter, le parole di Bedin
EMOZIONE
“Ci ha emozionato sapere che anche una proprietà americana, che guarda giustamente al mondo per esportare il proprio brand, con due piedi nel futuro, voglia ancora essere così… milanese. Sarebbe facile dimenticarsi di noi, in questi tempi soprattutto, e invece no, nel club che amiamo le radici contano”.
L’INCONTRO
“Vedo spesso a tavola i miei vecchi compagni, non sarà certo una novità questa, era successo da pochissimo tra l’altro, ma è stato comunque un pranzo piacevolissimo. Ci hanno invitato alcuni tifosi, ce n’erano anche alcuni famosi come Elio ed Enrico Bertolino, ma tutti per racconti di famiglia o per ricordi diretti parlavano delle nostre vittorie, come se fossero accadute ieri. Ne abbiamo approfittato per festeggiare il compleanno di Sandro (venerdì scorso era il giorno, ndr), come da tradizione, ma per me, per lui, per tutti la vera emozione è arrivata dopo, nel rientrare insieme nella sede per la festa preparata per noi dal club. É Beppe Marotta che ci tiene a non disperdere la storia dell’Inter. Del resto, nelle grandi squadre si fa così…”.
BRUCIA LA FINALE PERSA COL CELTIC
“Eh sì, nel 1966-67 era il canto del cigno della Grande Inter, la grande illusione. Ci abbiamo scherzato, forse potevamo fare meglio tutti, marcare con più attenzione alla Guarneri. Dovreste vederlo, Aristide: ha 86 anni e la tempra che tanti difensori di oggi non conoscono. Ma lui segnava pure, ad esempio ci ha ricordato di un suo gol segnato a San Siro con la Nazionale contro l’Urss nel novembre ’66 dopo la delusione mondiale della Corea del Nord. In porta Jascin, assist di Mazzola. Avevamo le braghe nere, con l’azzurro della maglia sembravamo l’Inter”.
L’ITALIANITA’
“É bello sapere che nella mia squadra ci sia ancora uno zoccolo duro italiano che sente l’appartenenza come la sentiamo noi e potrà tramandarlo. I Bedin, Mazzola, Guarneri, Bordon di ieri oggi sono Barella, Bastoni, Dimarco, Darmian. Quella sala dei trofei la stanno riempiendo abbastanza anche loro”.
Serie A
Lautaro provocato risponde su IG: “Ho giocato con la caviglia distrutta”
Botta e risposta tra Lautaro Martìnez e un tifoso nerazzurro su Instagram. L’argentino ha replicato ad un commento sotto ad un post sulla nazionale.
Il toro non le manda a dire e ribadisce il suo attaccamento all’Inter. Una provocazione non da poco che mette in mezzo la questione economica.
Inter, Lautaro rivela: “Nel 2023 ho giocato senza una caviglia”
Tra le righe scritte da Martìnez c’è anche un retroscena sulla stagione 2022-2023, conclusa con la vittoria del Mondiale in Qatar e la finale di Champions League persa contro il Manchester City.
Al commento: “Ricordati che i gol devi farli per il club che ti paga profumatamente. All’Inter non ci si può permettere di stare mesi e mesi senza segnare soprattutto nei big match”, l’argentino ha risposto così:
“Ricorda anche tu che io per l’Inter lascio sempre tutto. Come l’anno del mondiale che stavo con la caviglia distrutta ma mentre altri si preparavano per fare un gran mondiale io ero sempre dentro al campo e non mi sono mai perso neanche un allenamento fino alla finale di champions ho giocato così tutte le partite. Ricordatelo SEMPRE prima di ricordarmi tu a me da dove vengo pagato”.
L’ex Racing ha chiarito il concetto e ha anche raccontato della sua condizione fisica durante l’annata del 2023 per far capire ai suoi tifosi quanto tenga a questi colori. Il commento è stato poi rimosso ma già dopo 1 minuto dalla sua pubblicazione aveva già fatto il giro del web.
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Serie A
Juventus, Cabal in arrivo al JMedical: filtra pessimismo
Juan Cabal rischia di saltare tutto il resto della stagione a causa di un infortunio. Sono queste le sensazioni che si percepiscono prima degli esami.
Nella giornata di ieri la federazione colombiana ha comunicato lo stop del difensore e il ritorno immediato in Italia per tutti gli esami del caso. A breve sarà al JMedical.
Juventus, esami per Cabal: si teme il peggio
Col passare delle ore, il pessimismo sull’infortunio del colombiano è aumentato vertiginosamente. Infatti, quel generico “problema al ginocchio” nasconderebbe in realtà qualcosa di più grave.
In una stagione maledetta per tanti calciatori, in cui anche la Juventus ne ha già fatte le spese, potrebbe aggiungersene a sorpresa un altro. Per l’ex Hellas Verona infatti si teme la rottura del legamento crociato che, se fosse confermata, causerebbe l’istantaneo stop fino al termine del campionato.
Nelle prossime ore il giocatore arriverà prima a Torino e poi al Jmedical per determinare finalmente l’entità dell’infortunio. Naturalmente tutte le ipostesi sono possibili, ma quello che filtra non è nulla di incoraggiante.
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