Serie A
Infortunio Milik, le ultime sui tempi di recupero
Infortunio Milik, le ultime sui tempi di recupero e quando tornerà in gruppo. Le novità sulle condizioni del problema al polacco
Serie A
Udinese-Genoa, le formazioni ufficiali
Udinese-Genoa è il lunch match della 14esima giornata di Serie A. Seconda in Italia da allenatore per Vieira, ospite di Runjaic alla Dacia Arena.
L’Udinese continua il suo campionato da outsider, anche se ha rallentato rispetto a inizio stagione. Le prime sette sembrano imprendibili. Per sperare in un approdo ad una competizione europea, che sarebbe straordinario viste le premesse, i friulani dovrebbero agguantare l’ottavo posto (attualmente occupato dal Bologna, che ha 4 punti in più dei bianconeri) e pregare che il Ranking UEFA possa premiare l’Italia al termine della stagione.
Di tutt’altra pasta la stagione del Genoa, che ha vissuto un’estate travagliata (tante cessioni e ora il possibile passaggio di proprietà della società) e ora anche il cambio dell’allenatore. Gilardino è stato esonerato (al suo posto Vieira, che ha esordito con un pareggio interno contro il Cagliari) nel momento migliore della squadra, in cui il tecnico di Pegli dava la sensazione di poter finalmente rimettere dritta la barra della squadra.
Le due squadre si sono scambiate i ruoli all’interno del campionato, con il Grifone (l’anno scorso undicesimo) che è passato da outsider a squadra invischiata fino al collo nella lotta per la salvezza. L’esatto opposto del percorso dei friulani, che l’anno scorso (passando attraverso tre diverse guide tecniche) si sono salvati all’ultima giornata. Questo match è già decisivo per stabilire le ambizioni future delle due compagini.
Udinese-Genoa, le formazioni ufficiali
UDINESE (4-3-1-2); Okoye; Ehizibue, Giannetti, Tourè, Zemura; Lovric, Karlstrom, Ekkelenkamp; Thauvin; Davis, Lucca. Allenatore: Runjaic.
GENOA (4-3-3): Leali; Sabelli, Bani, Vasquez, Martin; Thorsby, Badelj, Frendrup; Zanoli, Pinamonti, Miretti. Allenatore: Vieira.
Serie A
Juventus a Lecce pronta a rischiare per tonare a vincere
Una Juventus giovanissima si prepara ad affrontare il Lecce questa sera, con un’età media di appena 21,6 anni (escludendo portieri e Danilo).
L’emergenza infortuni che ha decimato la rosa bianconera, riducendo a soli 14 giocatori di movimento disponibili nella sfida contro l’Aston Villa, continua a farsi sentire. A peggiorare la situazione, l’assenza di Nicolò Savona, costretto a fermarsi per un fastidio all’adduttore. Tuttavia, la squadra di Thiago Motta potrà contare sull’energia e l’entusiasmo di cinque giovani promesse chiamate dalla Next Gen: Alfonso Montero, Filippo Pagnucco, Diego Pugno, Augusto Owusu e Christos Papadopoulos.
Le chiavi tattiche per battere il Lecce
La sfida contro il Lecce, avversario sulla carta meno quotato, rappresenta un’opportunità per la Juventus di tornare alla vittoria in campionato. Thiago Motta potrebbe optare per un atteggiamento più offensivo e rischiare qualcosa in fase difensiva, pur di creare maggiori occasioni da rete. Il tridente offensivo promette scintille, grazie a:
Francisco Conceicao, specialista nel dribbling e abile nel creare superiorità numerica nello stretto.
Kenan Yildiz, sempre più protagonista con la sua capacità di inserirsi e rendersi pericoloso negli ultimi metri.
Timothy Weah, veloce e letale nelle transizioni, pronto a sfruttare ogni spazio con le sue accelerazioni brucianti.
La chiave per colpire il Lecce potrebbe essere la riaggressione alta: la Juventus cercherà di recuperare velocemente il possesso nella trequarti avversaria, approfittando di eventuali errori in fase di impostazione dei giallorossi. Questo approccio potrebbe mettere in difficoltà una squadra meno abituata alla pressione intensa, costringendola a lasciare spazi che i bianconeri potrebbero sfruttare in contropiede.
L’incognita dei giovani in campo
Resta da vedere se Thiago Motta concederà spazio in campo ai “baby” convocati. In caso di necessità, potrebbe toccare a Pagnucco e Montero, due talenti già noti per la loro personalità nelle giovanili, dimostrare di essere pronti a fare il salto tra i grandi.
Questa serata potrebbe rappresentare per loro una vetrina importante, ma anche una scommessa per la Juventus, che vuole ritrovare il successo e mantenersi competitiva nonostante l’emergenza.
Serie A
Torino, Asta: “Questa squadra può far male al Napoli”
L’ex granata e Azzurro Antonino Asta è stato intervistato a TorinoGranata.it alla vigilia di Torino-Napoli, una partita dal sapore speciale per lui.
Alla vigilia di Torino-Napoli, il grande ex Antonino Asta non poteva mancare all’appuntamento con le sue opinioni. Intervistato in esclusiva da TorinoGranata.it, l’ex centrocampista ha espresso proprie idee in merito al rendimento delle due squadre in questo primo terzo di stagione.
Ricordiamo che Asta, classe 1970, ha legato il suo nome in modo indissolubile al Torino, dove ha giocato dal 1997 al 2002, diventando uno degli idoli della tifoseria granata. Tuttavia, il suo legame con il Napoli risale a un periodo altrettanto significativo della sua carriera. È stato legato al club azzurro dal 1992 al 1996, e poi in una breve parentesi nel 2000, quando fu ceduto in prestito ai partenopei fino al termine della stagione. Ecco un estratto della sua lunga intervista.
Torino, Asta: “Il Napoli ha una gran difesa”
Il Torino, che deve affrontare il Napoli, arriva da un periodo molto difficile con soli quattro punti conquistati nelle ultime cinque partite, tre col Como e uno col Monza. Come pensa possa arrivare il Torino a questa partita contro la prima in classifica?
“Hai detto bene, arriva da otto partite con sei sconfitte un pareggio e una vittoria, quindi un bottino veramente magro. E ancora la classifica è abbastanza discreta perché era partito molto bene e questo per ora bilancia l’attuale momento negativo. Però devi rincominciare a fare qualche risultato. Il Torino affronta il Napoli in una situazione ambientale non bellissima vista la contestazione alla società. E’ vero che i giocatori devono estraniarsi, ma non è semplice e se non si ha una grande personalità a volte si accusa un po’ il colpo. Bisogna unirsi tutti insieme, e per unirsi intendo la squadra con l’allenatore, e pensare solo alla partita con il Napoli, che è una squadra forte anche se non fa tanti gol però ne subisce pochissimi.
Quindi il Toro se vuole portare a casa un risultato positivo deve fare veramente una delle migliori prestazioni, se non la migliore, per mettere in difficoltà il Napoli e portare, come dicevo, a casa un risultato positivo”.
Il Napoli ha giocatori, Lukaku, Kvaratskhelia e non solo loro, esperti, capaci e forti e che comunque segnano, mentre il Torino nelle ultime 5 partite ha segnato pochissimo, solo due reti con Njie e Masina. È vero che non c’è più Zapata, però comunque il problema c’è perché col Napoli se ti chiudi in difesa hai già perso prima ancora di iniziare a giocare, non è così?
“Sì, devi fare una partita senza pensare solo a difenderti. Se non ricordo male, il Napoli ha la seconda miglior difesa della Serie A dopo la Juventus, quindi dietro è messo ottimamente, magari anche se c’è Lukaku è tra le squadre che sono in vetta quella che ha segnato meno, però appunto subisce pochi gol. Il Torino ultimamente ne fa pochi e allora cosa deve succedere? Che qualunque situazione, anche quelle poche o rare che potranno capitare, il Torino la dovrà capitalizzare al massimo. Sapere che possono capitare poche occasioni, ma in quelle il Torino deve fare in modo di essere pericolosissimo o quantomeno riuscire a fare gol. In questo momento i numeri dicono questo: un Napoli che prende pochissimi gol e quindi serve un’attenzione massima proprio quando sei agli ultimi venti metri in modo da renderti pericoloso e qualunque palla, anche una che pensi sia innocua, devi farla diventare importante perché non te ne capiteranno tante”.
Come si può sfondare il muro difensivo del Napoli che ha in mezzo l’ex Buongiorno e Rrahmani e anche giocatori come Oliveira e Di Lorenzo che possono dare man forte e in mezzo al campo altri che possono comunque fare da schermo?
“Il Napoli difende da squadra e non solo con i difensori. E’ una squadra che tiene il baricentro basso e cerca di chiudere tutte le linee di passaggio stando molto compatta e corta. Quindi non sarà semplice e il Toro deve avere anche pazienza attendendo che magari il Napoli si esponga un pochino e sfruttare questo ripartendo velocemente per mettere così in difficoltà l’avversario quando magari non è schierato nel modo migliore perché quando si ri-schierano e si mettono sotto la linea della palla sono molto bravi e fanno molto bene di squadra la fase difensiva”.
Oltretutto sulle fasce il Napoli ha giocatori che sono anche veloci e sanno saltare l’uomo, come anche nella altre zone del campo. E il Torino fra Pedersen, Lazaro, Vojvoda e Borna Sosa forse non ne ha di altrettanto bravi?
“Sì, devono fare un’ottima gara anche difensiva, però non solo limitarsi a difendere perché se ti limiti solo a difendere non crei. Quindi gli esterni, a parte il sistema di gioco 3-5-2 o il 3-4-3 oppure varianti a seconda di quello che sarà, o i quinti come si dice in gergo, saranno fondamentali e devono proporsi. Devono far sì che di mettere in difficoltà loro e poter poi riempire molto l’area di rigore in modo che i due attaccanti con il quinto posto e anche il centrocampista riempiano appunto molto l’area di rigore. Non fare una partita solo di attesa per questo gli esterni in questa gara possono diventare importanti”.
Anche in mezzo al campo giocatori come Vlasic e Ricci in queste ultime partite non hanno proprio brillato. Ricci si è speso soprattutto in fase difensiva e da Vlasic, tra le linee a supporto delle due punte, ci si aspettava qualcosa in più che dovrà fare oggi?
“Non c’è dubbio perché da un giocatore di fantasia, di estro come è lui ti aspetti che ti crei superiorità numerica e che soprattutto con i suoi movimenti senza palla metta in difficoltà gli avversari. Poi è un giocatore mobile e quindi deve farlo ancora di più con il Napoli non dando punti di riferimento muovendosi tra le linee sia da destra sia da sinistra, se dovesse giocare da trequartista in un 3-4-1-2. Se invece giocasse da centrocampista nel 3-5-2 magari può essere quello che da lì parte per poi venire dietro le due punte e mettere in difficoltà la difesa avversaria. Ed è quello che in questo momento sta venendo meno da parte sua. Serve che sia più incisivo, più pericoloso sia personalmente attraverso le conclusioni e i dribbling, ma anche attraverso gli assist. Ci si aspetta di più da lui perché è un giocatore che ha nelle corde la qualità per svolgere questo tipo di ruolo, speriamo che magari questa sia la volta buona e che si sblocchi contro una squadra importante com’è il Napoli”.
In difesa Walukiewicz, Cocco e Masina con l’alternativa Maripán, dovranno vedersela con avversari tecnici e che hanno stazza fisica, in particolare Lukaku, e poi ci sono comunque giocatori che possono sgusciare via, Politano, Kvaratskhelia, Lobotka, Anguissa, McTominay o chiunque possa subentrare, ma tutti nel Torino in difesa hanno commesso, chi in una partita chi in un’altra, errori anche abbastanza clamorosi, cosa si può quindi fare lì dietro?
“È vero, infatti Vannoli si lamentava dei gol presi proprio per errori a livello individuale e quando è a livello individuale l’allenatore ci può far poco. Quando l’errore è collettivo o di reparto l’allenatore ci lavora, ma quando è individuale diventa difficile. Non so chi giocherà, ma come dicevi bene tu, non devi concedere nulla e quell’errore individuale va evitato. E’ quel famoso dettaglio che deve essere curato al massimo perché altrimenti viene punito in questa partita. Non c’è dubbio che chiunque giocherà deve avere la concentrazione massima e fare attenzione a tutto perché altrimenti potresti pagare a caro prezzo. Il Torino ha perso punti sia per prestazioni non belle sia, purtroppo, per errori individuali ed è duro da digerire. Come dicevi, una volta è capitare a uno e una volta ad un altro, però alla fine succede sempre che si regali qualcosa agli avversari. Se sono bravi gli avversari, ti fanno delle belle giocate e non puoi farci nulla, ma se le regali tu allora il rammarico aumenta e ad oggi sono troppi i regali agli avversari e questo deve essere azzerato: che si conquistino loro le occasioni e i gol”.
La soluzione potrebbe essere anziché marcare a reparto, come fa sempre Vanoli, andare a marcare a uomo almeno Lukaku e Kvaratskhelia?
“Marcare a uomo o di reparto è una scelta tattica di ogni allenatore, dipende dal tipo di tattica che ha scelto e poi in settimana ha lavorato di conseguenza in modo da non andare in difficoltà contro questi avversari. Non c’è dubbio che se Kvaratskhelia ti punta e ti salta c’è bisogno eventualmente di uno che possa andare a raddoppiare, stesso discorso vale per Lukaku. Magari in prima battuta qualcuno presterà a questi giocatori un’attenzione maggiore sapendo comunque che se viene saltato un compagno potrà dare una mano. Questo è un po’ quello che l’allenatore può aver pensato e fatto in settimana preparando la partita di oggi”.
Con il Napoli si può anche perdere, può capitare a chiunque, però il Torino, inteso come squadra, nelle ultime due gare in casa, con Fiorentina e Monza, è stato fischiato è in mezzo c’è stato pure il derby, non giocato da Toro. C’è quindi il rischio in caso di un approccio e di una prestazione col Napoli non adeguata che i tifosi delusi contestino non solo la società, ma anche la squadra?
“Il tifoso del Toro ha sempre contestato raramente la squadra e se lo ha fatto di solito è accaduto a fine partita, supportando i giocatori durante la gara. Non così per la società. Il tifoso per l’ennesima volta dimostrerà l’amore che ha per il colore granata e per i giocatori durante la partita, però non mi piace pensare che si possa dire che con il Napoli si può anche perdere. I giocatori non devono pensare così perché se dici “vabbè tanto perdiamo con il Napoli” allora diventa quasi un alibi e tanto vale neppure scende in campo. Lo dimostrano i campionati: in ogni singola partita può succedere di tutto. Questa per il Torino deve essere una partita di svolta, ma non tanto per quello che può essere la prestazione o una vittoria, perché anche pareggiare può dare fiducia ai giocatori e all’ambiente. Mi viene da pensare che la sconfitta non la metti in preventivo, anche se sicuramente il Napoli è primo in classifica ed è forte, però qualche lacuna l’ha dimostrata. E’ una squadra che magari fa un po’ fatica a segnare, quindi se sei attento a tutto lo puoi mettere in difficoltà: il Napoli non è una squadra imbattibile. In questo momento nel nostro campionato non c’è una squadra che sta primeggiando in modo così evidente. Partirei quindi con la convinzione di fare la partita, non dico proprio all’attacco, ma una partita dove mi gioco le mie carte offendendo l’avversario e non aspettandolo sempre”.
Lei quando torna ad allenare?
“Per ora mi guardo attorno e vado a vedere partite tenendomi aggiornato e vediamo che cosa verrà fuori. Questo è il nostro mestiere, lo sappiamo, ci sono momenti in cui aspetti, momenti in cui sali in carreggiata durante la stagione, ma per il momento è così, aspetto e vediamo che cosa succederà”.
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