Champions League
Feyenoord vs Lazio 3-1: Analisi & Commento
La Lazio crolla (3-1) a Rotterdam contro il Feyenoord e vede drasticamente diminuite le proprie possibilità di continuare il percorso in Champions League.
Scrivevo in questo articolo, datato 23 ottobre, che il buon momento della Lazio non sarebbe dovuto diventare uno specchietto per le allodole.
Eppure le solite spacconate di Lotito. L’ego del laziale medio che tende a gonfiarsi oltremisura alla minima occasione. C’era la concreta possibilità che questa aria viziata potesse far male alla squadra e così è stato.
Che lezione dal Feyenoord!
Dico questo perché in primis, prima della (bella) vittoria sull’Atalanta, la Lazio aveva vinto tre partite su nove. Ed era nona in classifica.
In secundis, perché il Sassuolo visto contro la Lazio è stato troppo brutto per rappresentare un banco di prova credibile.
Auto citandomi, il vero valore della Lazio attuale lo avremmo visto nel trittico Feyenoord-Fiorentina-Roma. E il primo atto è andato come peggio non si poteva.
Fra Feeynord e Lazio non c’è stata partita. Così come non c’era stata partita nei primi cinquanta minuti della gara dello scorso settembre all’Olimpico. Anche all’epoca dissi che fra le due squadre non c’erano quattro gol di differenza, come ampiamente dimostrato al ritorno.
Lo stesso principio vale oggi, ovviamente. Fra Feyenoord e Lazio non ci sono tre gol di differenza, ma alla luce (non solo) della prestazione di ieri sera si può pacificamente affermare che gli olandesi siano più forti.
L’incapacità di fare mea culpa
Ed è probabilmente questo il più grande problema della Lazio. La totale incapacità dell’ambiente di auto valutarsi in maniera obiettiva.
Della serata di Rotterdam non mi è piaciuto nulla. A partire dalle parole di Sarri nel post-partita, che secondo me sono un’istantanea perfetta di quelli che sono i reali problemi di questa squadra.
❝Con questo atteggiamento non ce la faremo. O diamo il 101% o a questi livelli non possiamo starci.❞
L’intervento pubblico del tecnico toscano è stato totalmente incentrato sull’aspetto caratteriale. Come se le ragioni della sconfitta fossero agonistiche e non prettamente tecnico-tattiche.
Come se l’uscita da dietro, fiore all’occhiello della Lazio sarrista, non fosse stata costantemente soffocata dal pressing del Feyenoord.
Come se la difesa posizionale voluta da Sarri, con un centrocampo molto muscolare e due laterali di difesa bloccati, non fosse stata demolita dalla maggiore capacità degli olandesi di tenere il campo e le distanze.
Il ritorno ultima speranza per la Lazio
Nell’immediato post-disfatta di Rotterdam, il mantra sciorinato da tifosi e addetti ai lavori è stato il medesimo. Una reprimenda nella quale si mettevano in discussione l’impegno, la voglia e la personalità della squadra.
Non una parola sul fatto che Casale non abbia minimamente il livello per giocare in Champions League. Non una parola sul fatto che Immobile sia ormai un problema per la squadra e non una risorsa.
Qualcuno, timidamente, ha provato a opinare qualcosa sulle scelte dell’allenatore, ma è stato immediatamente soffocato dall’incessante starnazzare delle masse belanti.
Come un bambino che si tappa le orecchie e inizia a pronunciare frasi sconnesse a voce alta, con l’unico obiettivo di non ascoltare una verità scomoda.
La Lazio ha perso contro il Feyenoord (anche) perché ha corso meno. Ma soprattutto ha perso poiché messa peggio in campo. Perché il calcio di Sarri non è un calcio europeo. La Lazio ha perso contro il Feeynord perché, oggi come oggi, è meno forte del Feyenoord, banalmente.
L’ammissione di inferiorità, che sul campo è stata manifesta e inoppugnabile, è il primo passo per preparare mentalmente il ritorno. Perché la qualificazione alla fase a eliminazione diretta della Champions League passa soprattutto da una reale presa di coscienza di quelli che sono i propri valori.
La speranza è che questa figuraccia in mondo visione possa fungere da terapia d’urto per una Lazio che anche ieri sera, come spesso le è capitato, si è presentata in campo con una presunzione inconcepibile. Eppure, dall’arroganza con il quale Provedel ha parlato nel post-gara, non si direbbe.
Champions League
Juventus, Giuntoli: “Abbiamo avuto infortuni molto gravi. E su Milik…”
Nel prepartita di ieri tra Aston Villa e Juventus il ds bianconero Cristiano Giuntoli ha parlato ai microfoni di Prime Video del mercato di gennaio ma non solo.
Juventus, le parole di Giuntoli
Sensazioni? “Partita storica, molto importante. Cerchiamo di portarla dalla nostra parte, sarebbe fantastico. Ci proviamo”
Preoccupazioni? “Ci mancano un sacco di calciatori, ma tutti dobbiamo dare qualcosa in più per fare bene, fare la nostra partita e portarla dalla nostra come spesso succede”
Nessun Next Gen convocato? “Abbiamo tanti ragazzi in prima squadra. Quelli che ci sono ora hanno bisogno di fare esperienza prima di affacciarsi in prima squadra”
Troppi infortuni? “Sono tante partite. Abbiamo avuto infortuni molto gravi, ci hanno danneggiato tanto. il gruppo sta reagendo bene, i ragazzi e il mister sono uniti. Portiamo avanti la nostra crescita”
Manca un attaccante? “Sarò ripetitivo, ma contiamo sul recupero di Milik. E’ bravo e adatto al gioco del mister. Dietro dovremo fare qualcosa, numericamente siamo pochini. Ho tanti calciatori bravi sul taccuino, ma pensiamo che Milik sia quello giusto per noi”
Matteo Di Tria
Champions League
Champions League, cadono le big: qualificazione a rischio?
Il quinto turno di Champions League ha regalato soprese dal punto di vista dei risultati. Le favorite hanno compiuto un altro passo falso.
Tra tutte però la notizia più clamorosa riguarda il Manchester City che dopo la sconfitta di Lisbona, si fa recuperare ben 3 reti dal Feyenoord.
Champions League, Manchester City e Real Madrid deludono
La giornata di Champions appena trascorsa si è rivelata una delle più sorprendenti di questa stagione. Alcune big arrancano e rischiano l’eliminazione diretta durante la League Phase.
Il pareggio pirotecnico tra la squadra di Guardiola e quella olandese merita il premio come partita del mese. Per i Citizens si tratta della sesta partita di fila senza vittorie tra tutte le competizioni. 1 punto nelle ultime due partite in Europa e la vetta dista 8 punti in Premier League.
17° posto e 8 punti preoccupano e non poco. All’orizzonte le sfide contro Juventus, PSG e Club Brugge con l’obbligo di vincere per arrivare tra le prime 8 ed evitare così i playoff.
Situazione simile per quanto riguarda il Real Madrid di Carlo Ancelotti che ha raccolto solo 6 punti in 5 partite e uscendo sconfitto dalle sfide contro Lille, Milan e Liverpool. Ad Anfield forse la peggiore prestazione, complice il calcio di rigore fallito da Mbappé.
Il 24° posto significa almeno playoff ma urge un cambio di rotta. Le prossime sfide in programma saranno contro Atalanta, Salisburgo e Brest.
Menzione d’onore per il PSG che è uscito sconfitto anche dall’Allianz Arena di Monaco. Gli 0 punti conquistati contro il Bayern al momento costringono i parigini all’eliminazione. Troppo pochi i 4 punti raccolti finora e la preoccupazione è molto alta.
Champions League
Juventus, nuovo record grazie alla partita con l’Aston Villa
In Aston Villa-Juventus i bianconeri sono scesi in campo con la formazione più giovane nella storia della Champions, per quanto riguarda le squadre italiane.
La Juventus non va oltre lo 0-0 sul campo dell’Aston Villa nella quinta giornata di Champions League. Un pareggio che di per sé è un buon risultato considerando l’ottimo valore degli avversari, che avevano battuto il Bayern Monaco, e anche alla luce dei tanti indisponibili per la squadra di Thiago Motta.
Tuttavia i bianconeri dopo aver vinto le prime 2 partite hanno collezionato 2 punti nelle successive 3. La classifica non è quindi delle migliori, e la prossima partita in casa contro un Manchester City in forte crisi dirà molto sulle ambizioni europee della Vecchia Signora, che deve ritrovare i 3 punti per guadagnare posizioni.
Juventus, l’11 titolare con l’età media più bassa in Champions League
L’11 titolare della Juventus sceso in campo contro l’Aston Villa è quello con l’età media più bassa nella storia della Champions League. Lo riporta Paolo Opta su X, precisando che la statistica riguarda solo le squadre italiane impegnate nella Coppa dalle grandi orecchie.
L’età media della formazione bianconera del Villa Park è di 24 anni e 142 giorni, leggermente più bassa rispetto a quella di un altro club italiano che prima di ieri guidava questa speciale statistica: il Milan, che il 28 settembre 2021 contro l’Atletico Madrid schierò una formazione titolare che aveva un’età media di 24 anni e 161 giorni.
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