Nazionale
Soulè, Spalletti lo vuole in Nazionale. Cosa risponde

Soulè, dall’Argentina alle Marche. Il tecnico azzurro gli ha messo la pulce nell’orecchio. Ma è un’altra la Pulce a cui pensa il centrocampista.
Dagli Appennini alle Ande, il nuovo talento juventino in prestito al Frosinone, ha stuzzicato l’interesse di Luciano Spalletti. Già, perché Matìas Soulè ha il doppio passaporto. Come riportato dal Corriere Adriatico, la mamma Virginia Malvano è di Ancona.
Tanto rumore e non per nulla
Il giovane talento ha attirato l’attenzione di tante squadre e del tecnico azzurro.
Ora che è venuto alla luce il fatto che ha il doppio passaporto per le sue origine marchigiane, anche Spalletti ha drizzato le antenne.
Come Camoranesi prima di lui, potrebbe giocare nell’Italia e diventare decisivo per alzare l’asticella di una Nazionale dall’andamento altalenante.
La risposta dell’Argentina: Soulè torna a casa
L’offerta non è passata inosservata. E allora ecco che la Nazionale Albiceleste corre ai ripari. Soulè è convocato. Vista l’insistenza di Spalletti potrebbe anche debuttare e giocare per gli impegni contro Uruguay e Brasile per le qualificazioni mondiali.
A quel punto non ci sarebbe più niente da fare. Legato con l’Argentina per sempre.
Le Marche: altri argentini oltre a Soulè
Come detto, sicuramente Spalletti la pulce nell’orecchio gliel’ha messa. Ma è un’altra Pulce che attira l’attenzione della giovane promessa: Messi, da poco al suo ottavo Pallone d’Oro, ha anche lui origini marchigiane. Sicuramente la sua carriera è d’esempio è d’esempio per Soulè. La tentazione di emularlo e ripercorrere i passi del (doppiamente) conterraneo campione è troppo forte.

Pallone d’Oro: l’ottavo sigillo Di Messi
Nondimeno anche gli avi del ct dell’Argentina campione del Mondo Lionel Scaloni provengono dalle Marche.
Dunque cuore in centroitalia ma piedi in Argentina. Questo sembra essere il futuro per Matìas Soulè.
Nazionale
Fiorentina, Kean: “Aspiro a vincere la Coppa con l’Italia. La paternità mi ha trasformato”

Moise Kean, attaccante azzurro della Fiorentina, si racconta in una recente intervista, parlando di calcio, musica e paternità.
Moise Kean: tra calcio, musica e paternità
Moise Kean sta vivendo la sua miglior stagione in Serie A. L’attaccante della Fiorentina, sotto la guida di Raffaele Palladino, sta trascinando la squadra con i suoi 16 gol in Serie A. Il recente impatto con la maglia della Nazionale italiana ha inoltre alimentato la rimonta contro la Germania, grazie alla sua doppietta.
Kean ha rivelato i suoi pensieri in un’intervista a Vivo Azzurro TV, parlando di Nazionale, ricordi d’infanzia, album rap e molto altro. “La Nazionale mi ha fatto vivere momenti davvero emozionanti, soprattutto nel 2006”, ha esordito l’attaccante classe 2000, ex Juventus. “Avevo sei anni, sono sceso in piazza a festeggiare, ho visto la gente quanto ci teneva e lì mi sono detto: vorrei far vivere queste emozioni, è una cosa bellissima”.

MOISE KEAN E GIACOMO RASPADORI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
La musica e la paternità: nuovi stimoli
Oltre al calcio, Moise Kean si dedica attivamente anche alla musica e di recente è diventato padre. “Mi ha cambiato tantissimo. Mi ha dato più motivazione in quello che faccio, tante cose che facevo prima non posso più farle. Ho qualcuno che mi guarda 24 ore su 24”, ha dichiarato riguardo all’essere diventato genitore.
Quanto alla musica, più precisamente al rap, a dicembre 2024 ha fatto uscire il suo album “Chosen”. “Voglio lasciare un messaggio: se sei bravo a fare una cosa, o anche due, perché non farla. Trovo tempo per scrivere un po’ dappertutto, nei viaggi in trasferta o a casa dopo l’allenamento. Mi calma tantissimo e mi rende felice: esprimere tutto in un testo è bello e rilassante. La mia famiglia è sempre stata basata su sport e musica”.
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Fonte: [Gianluca Di Marzio]
Nazionale
Italia, Ranking Fifa aggiornato: la nuova posizione degli azzurri

La Fifa tramite i propri canali ufficiali ha pubblicato un aggiornamento sul ranking per le nazionali dopo la Nations League
Italia, la nuova posizione nel Ranking

LA FORMAZIONE DELL’ ITALIA ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
La Fifa tramite i propri canali ufficiali ha aggiornati il ranking dopo l’ultima pausa della nazionali. La nazionale allenata da mister Spalletti rimane in nona posizione nonostante l’uscita dalla Nations League, da segnalare il soprasso al secondo posto della Spagna ai danni della Francia:
di seguito la classifica completa:
- Argentina – 1886.16
- Spagna – 1854.64
- Francia – 1852.71
- Inghilterra – 1819.2
- Brasile – 1776.03
- Paesi Bassi – 1752.44
- Portogallo – 1750.08
- Belgio – 1735.75
- Italia – 1718.31
- Germania – 1716.9
Nazionale
Passaporto Ematico: dopo oltre un decennio ‘spunta’ un documento di Stefano Borgonovo

Un grande di nome Stefano Borgonovo. “Male non fare, paura non avere”. Questo non è solo un detto popolare. È una guida morale. È ciò che ci ha lasciato Stefano Borgonovo, insieme al coraggio di guardare in faccia la realtà, senza timori e senza più silenzi. Dopo oltre 10 anni, è stato reso pubblico un documento dedicato al passaporto ematico di Stefano Borgonovo. Stiamo parlando dell’ex giocatore di Milan, Como, Fiorentina e Sambenedettese, classe 1984.
Nel 2008 aveva anche dato vita alla Fondazione Stefano Borgonovo Onlus impegnata nella ricerca per vincere la SLA da cui egli stesso era affetto. Ora, proprio questo documento viene reso pubblico dalla Fondazione Fioravante Polito di Santa Maria di Castellabate (Salerno). Fondazione molto attiva, che da anni scende in campo sotto il segno della prevenzione e della salute dei giocatori. Di seguito vogliamo svelare il contenuto di questo documento firmato proprio da Stefano Borgonovo, datato febbraio 2011.
STEFANO BORGONOVO: UN MESSAGGIO DI ASSOLUTO RILIEVO
Nel suo messaggio, scritto nel 2011, ci invitava con forza a fare qualcosa di concreto. A non dimenticare. A non voltare lo sguardo.
Serve un gesto chiaro: dotare ogni atleta di un passaporto ematico. Un documento clinico completo, digitale, consultabile e aggiornato costantemente, in cui annotare ogni trauma, ogni intervento, ogni farmaco somministrato nel corso della carriera sportiva. Dalla più semplice contusione alle operazioni chirurgiche, fino alle cure farmacologiche croniche.
Ma non basta. Serve introdurre l’obbligo di visite cardiologiche approfondite e cicliche. Non una semplice visita sportiva annuale, ma analisi dettagliate del cuore, degli apparati interni e delle funzionalità organiche.
Serve fare prelievi del sangue periodici, completi e mirati, per monitorare ogni possibile anomalia, squilibrio o danno collaterale provocato da allenamenti intensivi, da integratori o, in casi peggiori, da pratiche non trasparenti. Tutto questo non è solo un dovere medico. È una responsabilità etica. È un gesto d’amore verso gli atleti, verso i giovani, verso la vita. Facciamolo per i nostri figli. Facciamolo per noi stessi. E diamo finalmente un senso alle troppe scomparse premature che hanno colpito il mondo dello sport.
Non c’è più tempo per aspettare. Nella foto il Presidente Fondazione Polito Davide Polito. Con lui ci vogliamo complimentare, ancora una volta, per la consueta disponibilità e per le sue illustri iniziative. Sotto un video (fonte YouTube) su un recente evento in tema di passaporto ematico (che è stato sostenuto di recente, tra gli altri, da Edoardo Bove).

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