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Luigi Garzya, ex-calciatore di Lecce e Roma ma non solo, ha commentato la sfida in programma sabato sera allo Stadio Olimpico.
Intervenuto in esclusiva a “Il Mio Canto Libero”, in onda su Radio Roma Sound, Luigi Garzya, ex calciatore di Roma, Torino e Lecce e ora allenatore, ha parlato in vista della sfida di domani dello Stadio Olimpico tra la squadra di Claudio Ranieri e quella di Marco Giampaolo.
Roma, le parole di Garzya
Di seguito le sue parole.
Sull’esperienza alla Roma.
“Sono gratificato di tutto ciò, ho amato e amo tutt’ora questi colori, uno lo può capire solo quando indossa questa maglia, e io sono stato molto fortunato sotto quest’aspetto. Ringrazio Dio di aver esaudito questo sogno di aver giocato a calcio e di aver vestito poi questa maglia. Sono un tifoso, seguo la Roma h24, per me è una seconda pelle”.
Per noi la Curva Sud è un monumento storico, per tu che l’hai vista in campo cosa è stata per te?
“E’ famosa in tutta il mondo. Io ho avuto la fortuna di vestire tante casacche ma la Curva Sud è una delle più rappresentative. La sensazione è strana perchè poi entri vedi la gente, la vedi cantare una canzone e sentirla è bellissima, meravigliosa. Poi quando rientravi negli spogliatoi a metà partita ero il primo a rientrare e sentivi urlare,battere le mani. Lì per lì le ascolti ma poi pensi di essere fortunato, pensi è la numero uno. Sono andato a Roma solamente per la Curva, e chi entra in campo come gli avversari questa cosa la percepiscono”.
Ti aspettavi una Roma così?
“E’ un momento strano, vedere che domani si gioca una partita per retrocedere, uno scontro diretto. Ora è così, più avanti sicuramente non lo sarà perchè comunque la caratura tecnica della Roma rispetto alle altre è molto superiore. Però ieri Ranieri lo ha detto, è molto pratico, realista e sa che domani è una partita da vincere, con il calendario che è dalla sua parte. Il Lecce è una squadra fisica, rognosa e la Roma deve giocare come fosse la partita della vita altrimenti diventa dura”.
Tu che conosci la piazza, quali sono i giocatori che possono andare in una grande squadra e su cui accenderesti i riflettori?
“Sono due, Dorgu e Gallo, due terzini sinistri. Il primo è stato spostato davanti perchè nessuno meritava di stare fuori, lui è un jolly, anche se io lo vedo più come quinto visto che non ha ancora la furbizia del classico esterno alto. L’altro è veramente bravo, si parlava anche del passaggio alla Roma ai tempi di De Rossi( il calciatore è fidanzato con la figlia Giacomazzi), è migliorato e bravi come lui ce ne sono veramente pochi”.
Parlando del passato, tu hai giocato con calciatori meravigliosi.
“Uno come me, giocare in mezzo a tanti campioni, un giocatore normale, vuoi o non vuoi notavi che erano calciatori superiori e la fortuna mia è stata quella di giocare con Giannini, Voeller, Rizzitelli, Caniggia e Carboni”. Cervone disse: “Datemi Nela, Garzya, Bonacina e Aldair e io non lo perdo mai il derby”. Con l’ex giocatore che sorridendo ha risposto così: “Sai cos’è, è di parte, ma su molte cose ha ragione. Adesso è cambiato il modo di giocare soprattutto in difesa, quest’anno è molto più facile perchè molte squadre hanno dimenticato come si marca. Fortunatamente qualche squadra sta tornando al passato, vedi l’Atalanta all’Olimpico dove molti giocano a uomo. Giocasse Aldair ora sarebbe il più forte del mondo”.
Gigi quanto pesa cambiare 3-4 allenatori nell’arco di tantissimo tempo?
“Tanto, perchè a livello psicologico è dura ricominciare, non è facile. Io li capisco perchè vivere in una situazione del genere a Roma e non in una piazza qualunque, visto che è bella ma difficilissima. Io che ho fatto questo lavoro mi immedesimo in loro, li capisco e comprendo, bisogna dare una mano soprattutto in questo periodo dove prima se ne esce e meglio è. Giocare con la paura non è facile anche se uno dovesse giocare contro il Venezia, ultima della classe”.
Sulla collezione delle maglie che ancora oggi possiede l’ex giocatore.
“Da quando ho iniziato ho ancora la maglia della Reggina indossata all’età di 18 anni. Ho sia le mie che quelle degli avversari e ce ne sono tantissime. Le ho postate sui social come dopo la morte di Maradona, non pensavo che ci fosse un mercato così, telefonate per comprarle, gente che avrebbe venduto la casa pur di averle. Io sono un collezionista, un po’ come con la musica visto che ho 6000 cd”.
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