Serie A
Salernitana – Lazio: le formazioni ufficiali
Salernitana – Lazio, a pochi minuti dall’inizio del match delle 15 all’Arechi arrivano le scelte ufficiali dei due tecnici.
Per Inzaghi in attacco ci sarà Ikwuemesi vista l’assenza di Dia, a centrocampo punta sull’ex di turno Candreva per un colpo di genio.
Sarri punta su Immobile per scardinare la difesa di Inzaghi, in difesa c’è Gila al posto dell’infortunato Romagnoli. A completare l’attacco Felipe Anderson e Zaccagni.
SALERNITANA (3-4-2-1): Costil; Daniliuc, Gyomber, Pirola; Mazzocchi, Coulibaly, Bohinen, Bradaric; Candreva, Kastanos; Ikwuemesi.
LAZIO (4-3-3): Provedel; Lazzari, Gila, Patric, Marusic; Guendouzi, Cataldi, Kamada; Felipe Anderson, Immobile, Zaccagni.
Serie A
Lecce, Karlsson: “Sono felice di essere qui, questa squadra può raggiungere la salvezza”
Nella giornata odierna si terrà la conferenza stampa del nuovo acquisto del Lecce Jasper Karlsson arrivato da Bologna in prestito secco.
Nella giornata odierna si terrà la conferenza stampa di presentazione del nuovo acquisto del Lecce Jasper Karlsson arrivato in prestito secco dal Bologna, dove interverrà anche il Ds del club salentino Pantaleo Corvino.
Lecce, le parole di Karlsson
Di seguito le dichiarazioni rilasciate dal nuovo acquisto del Lecce Jasper Karlsson in conferenza stampa dove interverrà anche il DS del club salentino Pantaleo Corvino:
Prende la parola Corvino.
“Non so in Italia quanti calciatori nuovi siano già stati presentati. Oggi 7 gennaio presentiamo il primo acquisto. Presentiamo un calciatore importante che sostituisce un altro calciatore importante ma infortunato, cioè Banda. Se dico che sostituiamo un titolare con un altro titolare è perchè ci credo.
Oggi presentiamo un calciatore importantissimo. A sinistra al posto di Banda titolare è arrivato lui. A destra titolare c’è Dorgu. Sono due titolari che poche squadre possono vantare. I numeri confermano quello che sto dicendo. Dorgu ha 3 gol e non so quanti esterni in Italia hanno tre gol.
Karlsson, invece, nella sua carriera oltre ad essere stato nella nazionale maggiore svedese si è imposto come titolare nell’AZ Alkmaar, dove ha giocato 124 partite siglando 46 gol e 33 assist. Io lo presento dicendo che è un esterno di piede destro che gioca a sinistra con un possesso di doti tecniche importantissime. Veloce, che vede la porta. È dotato di grandi abilità come assistman.
Per chi ci chiede che ogni mercato deve dare risorse, oggi noi Lecce presentiamo un calciatore con questi numeri e queste qualità. Non ha il posto assegnato, ma sicuramente può giocarselo. Morente e Dorgu hanno dimostrato di essere una coppia importante. Pierotti sta dando un’impronta.
Credo che il reparto di esterni sia completo. Gli esterni fanno parte del reparto di attacco. Come punte possiamo vantare Krstovic, Rebic e Burnete.
Riuscire in poche sessioni di mercato a mettere in piedi questo attacco è stato qualcosa di importante per il club. Prima di prendere Karlsson il mister è stato il primo a dire che è il giocatore che ci serve”.
Si presenta Karlsson.
“Quando ero a Bologna abbiamo discusso riguardo le migliori opportunità per il mio futuro. Quando il Lecce si è presentato ho parlato con Corvino e sono state delle discussioni positive. Sono molto felice di essere qui. Tutto è andato molto velocemente. In 24 ore ero già in campo. Sono davvero felice di essere qui”.
Quali sono le tue caratteristiche?
“Corvino mi ha descritto bene. Ora sono in una fase della mia carriera nella quale devo giocare ogni settimana e mostrare il mio livello. Spero di trovare continuità qui lavorando duro. Non ho dubbi: posso aiutare questa squadra a raggiungere la salvezza”.
Cosa non ha funzionato a Bologna?
“Dall’Eredivisie alla Serie A c’è uno step importante. Nello scorso campionato ho avuto difficoltà a giocare sia per problemi fisici sia per la concorrenza dei compagni. È stato difficile trovare spazio. Questa è la migliore soluzione. Sono felice di essere qui e non vedo l’ora di dimostrare il mio valore”.
Che sensazioni ti ha trasmesso il Lecce sia dall’esterno che dall’interno?
“È stato interessante parlare col club e conoscere Giampaolo. Abbiamo scambiato delle opinioni e posso dire che il primo approccio è stato interessante”.
Serie A
Juventus, apprensione per Conceiçao: è arrivato al J-Medical
Juventus, l’esterno portoghese è al centro medico bianconero per accertare l’entità del problema muscolare che lo ha fermato nella semifinale di Supercoppa Italiana
Giornata intensa al J-Medical per la Juventus. Dopo i controlli di routine svolti in mattinata da Dusan Vlahovic, nel primo pomeriggio è stata la volta di Francisco Conceição. L’esterno portoghese classe 2002 è arrivato al centro medico bianconero per sottoporsi agli esami di rito, con l’obiettivo di fare chiarezza sull’infortunio al flessore della gamba destra che lo ha costretto a saltare la semifinale di Supercoppa Italiana contro il Milan.
Conceiçao era stato scelto da Thiago Motta come titolare per la sfida contro il Milan dello scorso 3 gennaio a Ryiad. Tuttavia, durante il riscaldamento prepartita, il giocatore ha avvertito un fastidio muscolare che lo ha costretto a fermarsi, lasciando il campo in lacrime e obbligando l’allenatore a sostituirlo in distinta con Kenan Yildiz.
La situazione aveva generato grande preoccupazione, anche per la coincidenza emotiva della sfida. Conceição avrebbe dovuto affrontare per la prima volta suo padre, Sergio, diventato nel frattempo allenatore del Milan.
I primi test effettuati subito dopo l’infortunio avevano escluso lesioni gravi, ma le visite odierne al J-Medical saranno decisive per confermare o smentire quella diagnosi preliminare.
Juventus, il peso dell’assenza di “Chico”
L’assenza di Conceição si è fatta sentire nella semifinale, persa dalla Juventus contro il Milan. Il giovane talento portoghese, arrivato a Torino con grandi aspettative, è stato finora una pedina importante nello scacchiere di Thiago Motta, grazie alla sua velocità e imprevedibilità sulla fascia.
L’infortunio al flessore potrebbe rallentare ulteriormente il suo processo di integrazione, ma la Juventus spera in un responso positivo per riaverlo a disposizione il prima possibile.
Serie A
Ferrara: “L’obiettivo della Juventus deve essere lo scudetto, non il 4° posto. A Motta consiglio questo.”
Ciro Ferrara è stato recentemente intervistato da TMW a Riyadh a margine della Supercoppa Italiana. Nel corso dell’intervista ha discusso molto del momento della sua ex squadra, la Juventus.
A seguire l’intervista completa
Ferrara: “Mancano i leader in questa Juve”
La stagione della Juventus
“È sicuramente un’annata difficile, la speranza credo fosse quella di avere un cammino diverso, almeno rispetto a quello fatto finora. Sicuramente, per esperienza, so che l’eliminazione non può essere stata presa alla leggera”.
Il mercato può aiutare?
“Non lo so, a gennaio non è mai facile e personalmente ritengo che, quando devi fare queste operazioni durante la stagione, è sempre preferibile portare giocatori che già conoscono il nostro campionato, anziché calciatori che devono ambientarsi e capire il nostro calcio. Questo vale per tutti: meglio prendere calciatori già abituati alla mentalità del campionato italiano. Non credo che a gennaio ci possano essere grandi stravolgimenti: di sicuro, forse tranne l’Inter, tutte le società hanno necessità di sistemare qualcosa”.
Undici pareggi: perché la Juve fatica a vincere?
“Bisogna volerle fortemente certe vittorie. Anche io ho passato momenti difficili nella mia carriera da calciatore ed è normale subire delle critiche: devi saperle gestire. Io credo che la Juventus, a livello di comunicazione, non è una società abituata a lottare per entrare in Champions: è sempre stata abituata a correre per lo scudetto. Poi ci puoi arrivare o meno, ma l’obiettivo deve essere quello, non il quarto posto. Rimanere attaccati al gruppo di testa è fondamentale, anche per stimolare lo spogliatoio. Poi ci sono annate, ne ho vissute anche io, in cui le cose non vanno come vorresti: certo, la Juve ha investito tanto”.
Appunto: è una Juve che ha l’organico per vincere.
“Secondo me sì. I tanti pareggi la fanno stare decisamente dietro rispetto al trio di testa: il quarto posto, speriamo anche il quinto valga la Champions, sarà obiettivo di tante squadre”.
Mancano leader a questa Juve?
“Generalmente i leader sono quelli che conoscono meglio l’ambiente Juve, i giocatori che hanno più esperienza all’interno del club. Uno di questi (Danilo, ndr) mi sembra andrà via”.
Da qualche anno c’è Vlahovic, che sta avendo alti e bassi.
“Come numeri, è un giocatore che andrà sempre in doppia cifra. Se valutiamo le sue prestazioni, secondo me deve migliorare in diversi aspetti: penso alla gestione del pallone, al giocare insieme alla squadra. È qui che può migliorare. Però se si vuole uno che faccia dai 10 gol in su, questo te lo garantisce di sicuro. Devi capire cosa vuoi dal tuo centravanti”.
Danilo, appunto, andrà da Conte. Si aspetta qualche regalo da De Laurentiis a Conte?
“Regalo e De Laurentiis non stanno bene nella stessa frase. Il mercato che è stato fatto in estate è stato importante, in questo senso un grande sforzo è già stato fatto. Potrebbe inserire qualche elemento: sono certo che Antonio troverà argomenti convincenti”.
L’Inter di Inzaghi le ricorda qualcosa della Juve dei nove scudetti?
“Gli ultimi due campionati hanno visto due squadre che hanno preso il largo a un certo punto. Quest’anno, rispetto al passato, mi pare ci sia molta più concorrenza. Evidentemente le altre squadre si sono rinforzate: oggettivamente l’Inter sembra, anche a livello societario, più attrezzata rispetto alle altre. Dà più garanzie di successo nel corso degli anni. Però secondo me rivedere una squadra che rivince lo scudetto per nove anni è quasi impossibile”.
Un consiglio a Thiago Motta?
“Secondo me deve intervenire sulla comunicazione”.
Interna o esterna?
“Interna non lo posso sapere. Parlo di quella esterna: deve far capire all’ambiente che c’è voglia di riprendere un ruolo importante. Mi ha sorpreso la dichiarazione che la vittoria non debba essere un’ossessione. Il primo giorno che sono arrivato mi hanno detto: ‘dobbiamo vincere’. Poi i momenti difficili arrivano per tutti, però il DNA della Juve dice questo”.
Ma le piace come allenatore?
“Se giudico il Thiago Motta dell’anno scorso, dico che mi piaceva tantissimo il Bologna. Quest’anno sta avendo tante difficoltà. Il problema non è Motta, è la comunicazione: è stato mandato via un allenatore vincente, la storia di Allegri parla chiaro, per inseguire il bel gioco. Penso al Milan: Conceicao ha detto subito che il bel gioco non gli interessa, vuole vincere. Ha subito chiarito il percorso da fare. A Thiago Motta sembra gli si chieda di giocare bene. Ha quattro problemi: deve entrare in Champions, deve cercare di lottare per lo scudetto, deve cercare di portare a casa un titolo e infine deve giocare bene. Il problema sta nelle aspettative, create anche dai media. Allegri via per cercare il bel gioco: anche Sarri è arrivato con quest’idea. Non ha fatto vedere il gioco del suo Napoli, ma ha vinto e questa era la cosa più importante”.
Chi deve dare la scossa?
“Non posso giudicare questo gruppo. Il nostro era fatto di leader, con un capitano che sapete benissimo chi era. Ma c’erano tante persone con un percorso di vittorie alle spalle: dovete chiedere a chi è arrivato per la prima volta in quel gruppo. Magari figure di questo tipo ci sono anche all’interno dello spogliatoio della Juventus di oggi, non lo so”.
Ricorrono in questi giorni i due anni dalla scomparsa di Vialli. Quanto manca?
“Tantissimo. Quando parlavo di capitani e leader, pensavo anzitutto al nostro Gianluca”.
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