Premier League
All Eyes On Me – il focus sul 14° turno di Premier League
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Nuovo appuntamento con All Eyes On Me, la rubrica di Calcio Style dedicata alla Premier League. Di seguito il resoconto dettagliato della quattordicesima giornata del campionato più seguito al mondo.
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Il fascino unico emanato, unito alla perenne scia d’entusiasmo che pervade ogni stadio, confluisce in una commistione di spettacolo, ardore e qualità che conferisce a questo torneo l’aurea di lega paradisiaca in cui solamente i migliori interpreti del gioco possono essere o diventare i protagonisti.
Quattordicesimo turno: Arsenal ancora al comando, Newcastle di misura sullo United. Liverpool e Tottenham al cardiopalma
ARSENAL 2-1 WOLVERHAMPTON (6′ Odegaard, 13′ Saka, 86′ Cunha)
Quinta vittoria consecutiva tra campionato e Champions per l’Arsenal che consolida il primato in solitaria. Dopo averne rifilati sei al Lens in Europa i Gunners superano di misura il Wolverhampton sprecando molto e rischiando la beffa finale.
I ragazzi di Arteta sfoderano il miglior primo tempo della stagione ritrovando quel calcio ispirato e rapidissimo che li aveva contraddistinti per gran parte dello scorso anno. Questi primi quarantacinque minuti si tramutano in un doppio vantaggio, raccolto in realtà dopo appena tredici giri di lancetta, grazie al quinto gol in questa Premier di Saka e alla settima realizzazione stagionale complessiva dell’ormai ristabilito Odegaard, la cui maestria nel dettare i tempi di inserimento e giro palla sembra essere sempre più imprescindibile.
Entrambe le reti scaturiscono da manovre sviluppate a velocità supersonica, una sulla destra e una sulla sinistra, grazie ad accurati tocchi di prima nello stretto: quelli dei due terzini Tomiyasu e Zinchenko si rivelano smarcanti e decisivi. Proprio da una leggerezza del laterale ucraino, però, nasce il 2-1, dopo due pali colpiti rispettivamente da Martinelli e Nketiah a cui vanno sommate svariate occasioni cestinate davanti a Bentley, di Matheus Cunha. Il brasiliano approfitta del recupero palla di Semedo per scaricare in porta un mancino potente e piazzato imprendibile per Raya.
Il secondo acuto consecutivo del 12 dei Wolves mette in apprensione i padroni di casa che, nonostante il brivido per il presunto tocco di braccio di Gabriel nel cuore dell’area a tempo scaduto, portano comunque a casa il risultato meritatamente. I lupi d’oltremanica cadono per la terza volta nelle ultime quattro ed ora devono guardarsi le spalle, sperando di recuperare José Sà, uscito al 23′ per problemi alla schiena, in vista dell’impegno infrasettimanale contro il Burnley e Pedro Neto per il prossimo weekend.
LIVERPOOL 4-3 FULHAM (20′ (aut.) Leno, 24′ Wilson, 38′ Mac Allister, 48’pt Tete, 80′ Decordova-Reid, 87′ Endo, 88′ Alexander-Arnold)
Per la prima volta in campionato il Liverpool mette a referto quattro gol e ne subisce tre, ma alla fine riesce ad avere la meglio contro un Fulham duro a morire.
Succede di tutto nel match di Anfield che consegna ai Reds il secondo posto in solitaria a due lunghezze dall’Arsenal. Dopo aver certificato il primo posto nel girone di Europa League con un secco 4-0 al LASK i ragazzi di Klopp sembrano mettere sin da subito in discesa anche lo scontro interno con il Fulham grazie alla meravigliosa punizione calciata da Alexander-Arnold che entra in porta con la complicità della schiena di Leno.
Ma i Cottagers ritrovano la verve offensiva dei giorni migliori (una vera e propria sorpresa considerando i 13 gol realizzati nelle 13 partite, di cui tre nell’ultima giornata con il Wolverhampton) e rispondono colpo su colpo prima con l’ex Wilson che non esulta, e poi con la testata di Tete che pareggia nuovamente i conti al tramonto del primo tempo dopo il primo, splendido acuto in maglia Reds di Mac Allister.
In entrambe le reti ospiti risulta determinante l’incertezza di Kelleher, vice di Alisson, il cui rientro post-infortunio sembra programmato per la prossima settimana. Lo stesso non si può dire, però, sul 2-3 di Decordova–Reid, bravo al minuto 80 nel prendere il tempo a Tsimikas sul cross di Cairney, che gli vale la terza gioia del suo campionato.
Proprio quando la dea bendata sembra aver voltato le spalle ai rossi dopo la traversa colpita da Nunez davanti a Leno, i beniamini di casa si riscoprono, però, immortali: in appena un minuto Endo, anche lui alla prima esultanza con la nuova maglia, e ancora Alexander–Arnold, nuovamente decisivo dopo l’1-1 siglato settimana scorsa in casa del Man City, la ribaltano marchiando la settima vittoria interna consecutiva in Premier League.
Nell’infrasettimanale gli uomini di Klopp faranno visita al fanalino di coda Sheffield United dovendo però rinunciare ancora ad Alisson, Jota e Robertson, oltre che a Matip, uscito anzitempo per un problema al ginocchio. Il Fulham, invece, ospiterà il Nottingham nella speranza di dare continuità in termini di gol e prestazione.
MANCHESTER CITY 3-3 TOTTENHAM (6′ Son, 9′ (aut.) Son, 31′ Foden, 69′ Lo Celso, 81′ Grealish, 90′ Kulusevski)
Furore agonistico, ritmi elevatissimi, sei gol, spettacolo, rimonte e polemiche finali. Tutto come da programma, dunque, nel big match di giornata dell’Etihad.
Il protagonista dei primi dieci minuti di gioco è senza dubbio Son: al 6’ conduce e finalizza una ripartenza da corner avversario iniziata da Gil e rifinta da Kulusevski, trafiggendo Ederson dopo aver bruciato sulla corsa Doku, trovando il nono gol in campionato. Al 9’ infila Vicario con un maldestro tocco di coscia sul cross da piazzato di Julian Alvarez, permettendo al City di rimettersi immediatamente in carreggiata.
Dopo l’1-1 è un monologo della formazione di casa che costringe gli Spurs nella loro metà campo praticamente fino al 45’ inoltrato. La traversa colpita da Doku ed il palo su cui si infrange il diagonale di Alvarez vengono preceduti da un clamoroso errore di Haaland a porta praticamente sguarnita, ed intervallati dal 2-1 di Foden al termine di una combinazione nello stretto che porta il ragazzo di Stockport praticamente dentro la porta del malcapitato Vicario.
Proprio l’ottimo portiere italiano ad inizio ripresa sventa con superlativo riflesso il “puntazo” di Bernardo Silva, scaturito proprio da un suo errore in impostazione, tenendo in vita i suoi. Con il passare dei minuti l’undici di Guardiola, che nel frattempo perde Doku uscito zoppicante, sembra voler gestire, ma perde le distanze tra i reparti e i bianchi di Londra, sornioni, ne approfittano con il secondo acuto consecutivo di Lo Celso che pesca il jolly da fuori area sfoderando un mancino piazzato che bacia il palo e batte Ederson. “Don Pep”, dunque, decide di restituire equilibrio al reparto centrale inserendo Lewis per Foden, e la mossa dà i propri frutti: a dieci minuti dal 90’ la pressione asfissiante degli Sky Blues permette a Rodri di recuperare palla nei pressi della trequarti avversaria, servire Haaland che, a sua volta, premia il rimorchio di Grealish, subentrato a Doku: l’ex Aston Villa apre il piattone e insacca il 3-2.
Il primo gol stagionale del 10 inglese sembra essere la spallata definitiva al match, ma i ragazzi di Postecoglu dopo tre sconfitte consecutive non ne vogliono sapere di perdere ancora. Qualche istante prima della segnalazione del recupero Brennan Johnson sfugge sulla sinistra e disegna un arcobaleno che si spegne sulla testa di Kulusevski. Lo svedese prende il tempo ad Akè, in campo da appena tre minuti, e supera Ederson con la complicità del montante alto.
Nel finale arroventato di partita esplode la polemica: al 93’ il direttore di gara Hooper ferma Grealish lanciato a rete per assegnare una punizione a favore del City trenta metri più indietro per un fallo su Haaland, dopo aver concesso mimicamente il vantaggio. Errore da matita rossa.
Il folle match tra Manchester City e Tottenham termina, dunque, 3-3 dopo quasi cento minuti “da non perdere” come li aveva definiti Guardiola alla vigilia. Terzo pari consecutivo per i Citizens che sembrano aver smarrito quella compattezza difensiva che li aveva contraddistinti nell’ultimo anno; la rete di Son, praticamente sovrapponibile a quella di Openda in Champions, ed i dieci gol incassati nelle ultime quattro uscite complessive ne sono l’emblema. Gli Spurs, invece, sperano di ripartire da questo punto conquistato con ardore e con l’ormai atavica spada di Damocle delle numerosissime assenze.
BOURNEMOUTH 2-2 ASTON VILLA (10′ Semenyo, 20′ Bailey, 52′ Solanke, 90′ Watkins)
Pari spettacolo anche al Vitality Stadium tra Bournemouth e Aston Villa. Un 2-2 che esalta molte delle peculiarità di entrambe le squadre, e che, inaspettatamente, rappresenta un rimpianto più per i padroni di casa che per gli ospiti.
Le Cherries, reduci da tre vittorie nelle ultime quattro, sintomo della tangibile sterzata data ad una stagione iniziata malissimo, passano in vantaggio al 10’ con la terza rete in campionato di Semenyo, imbeccato da Christie sull’errore in disimpegno di Diego Carlos, che non ha problemi nel battere Martinez da distanza ravvicinata. La risposta dei Villans è immediata ed affidata all’estro ed alla rapidità d’esecuzione di Leon Bailey, a secco dal 22 ottobre, che livella il punteggio dopo appena dieci minuti con un violento mancino angolato.
Nei restanti 25 minuti della prima frazione agli ospiti viene annullata la rete del vantaggio dal Var per un fuorigioco di Pau Torres, mentre tra le fila rossonere è sempre Semenyo a risultare protagonista in positivo, con un’azione personale sventata da Martinez, ed in negativo, rischiando il doppio giallo per una trattenuta reiterata ai danni di Bailey.
La ripresa si apre con l’ottava marcatura stagionale di Solanke, bravo nello sfruttare il piede perno sul cross basso di Kerkez per prendere posizione e tempo ai centrali avversari, e prosegue con la legittimazione del vantaggio acquisito da parte dei ragazzi di Iraola, vicini al 3-1 ancora con il numero 9 stoppato solamente da un grande intervento di Martinez.
L’undici di Emery riesce ad evitare il ko allo scadere grazie al solito Watkins che con un colpo di testa da vero e proprio ariete d’area di rigore spedisce il pallone alle spalle dell’incolpevole Neto, centrando già l’obiettivo doppia cifra per quanto concerne le reti in stagione.
L’Aston Villa sarà ora chiamato ad ospitare Man City e Arsenal in tre giorni per misurare le proprie effettive chances di approdo alla prossima Champions. I rossi di Birmingham mantengono comunque il quarto posto, incamerando un punto prezioso in una gara simile a quella persa a Nottingham.
Al Bournemouth, oltre al punto conquistato, resta la consapevolezza di aver messo alle corde uno dei top team del torneo e di aver trovato la giusta quadra.
NEWCASTLE 1-0 MANCHESTER UNITED (55′ Gordon)
Operazione sorpasso completata per il Newcastle che miete l’ennesima vittima illustre nel proprio fortino, avvicinandosi sensibilmente alla zona Champions.
Dopo Aston Villa, Man City, PSG, Arsenal e Chelsea anche il Manchester United paga la tassa St. James’ Park al termine di una gara principalmente condotta dai Magpies sin dalle prime battute. L’undici di Howe, dopo il pari incassato al 97′ al Parc des Princes con un rigore dubbio e ancora fortemente condizionato dalle tante assenze, mette a repentaglio lo 0-0 già nei primi dieci minuti con Gordon e Isak, e nei successivi venti con Almiron e Trippier i cui tentativi si infrangono rispettivamente su Onana e traversa.
Il risultato si sblocca ad inizio ripresa complice il recupero palla alto di Trippier su un tentativo di uscita verticale degli ospiti; dopo aver scaricato la palla centralmente lo stesso terzino inglese si libera sulla corsia e mette in mezzo un cross basso e teso spinto in porta senza difficoltà dal solito Anthony Gordon, già a quota sei nella classifica marcatori.
In seguito al vantaggio i padroni di casa legittimano il risultato sfiorando a più riprese il raddoppio, ma al minuto 86 perdono Pope per infortunio (probabile lussazione della spalla e ipotesi operazione ancora da scongiurare) e due minuti dopo rischiano di gettare tutto alle ortiche con il pareggio di Antony annullato per la deviazione di Maguire partito da posizione irregolare.
Il trittico Everton, Tottenham e Milan da affrontare in sei giorni potrebbe rivelarsi proibitivo per i Magpies, destinati a rimanere orfani di praticamente metà rosa ancora per diverse settimane.
Torna a perdere dopo un mese in campionato, invece, lo United che conferma l’ormai atavica difficoltà nel trovare la rete (appena sedici gol in quattordici giornate) e la scarsa funzionalità di alcune scelte come Shaw al posto di Varane o Lindelof. Il rocambolesco 3-3 di Istanbul che potrebbe aver compromesso l’accesso agli ottavi di Champions, sommato allo 0-3 incassato il Coppa di Lega sempre dal Newcastle e a molti degli altri passi falsi stagionali, sembrano non aver insegnato nulla alla squadra, quasi sempre vittima di se stessa. Neanche il giovane Mainoo, questa volta, è riuscito a dare la scossa, perdendo il duello tra “bambini” con Miley.
CHELSEA 3-2 BRIGHTON (17′, 65′ (rig.) E.Fernandez, 21′ Colwill, 43′ Buonanotte, 92′ Joao Pedro)
Dopo il brusco 4-1 subìto per mano del Newcastle il Chelsea torna a vincere in casa in campionato dopo tre mesi, e lo fa contro il sempre insidioso Brighton grazie ai primi due gol in maglia Blues di Enzo Fernandez.
L’MVP del match va senza dubbio al centrocampista argentino, autore di una prova solida, attenta, principalmente votata alla distruzione della manovra avversaria, specie dopo la doppia ammonizione incassata da Gallagher negli ultimi minuti del primo tempo, coronata con una doppietta pesantissima.
I blu di Londra sfogano tutto il loro potenziale offensivo tra il 17’ e il 21’, arco temporale in cui creano quattro nitide occasioni da rete, due sventate da Igor, due terminate alle spalle di Steele, entrambe con uno svolgimento pressoché analogo: corner di Gallagher, sponda in un caso di Badiashile e nell’altro di Jackson e finalizzazione di, appunto, Fernandez e di uno dei tre ex di turno Colwill.
I Seagulls, storditi, ci mettono un po’ per ritrovare fiducia e giusta inerzia, ma riescono comunque a siglare la rete del -1 prima dell’intervallo con il mancino vellutato del 2004 Facundo Buonanotte, che fin qui in Premier League aveva segnato solamente con il Nottingham lo scorso 26 aprile.
Complice la superiorità numerica l’undici di De Zerbi trasforma la ripresa in un monologo, tradotto, però, in possesso palla sterile che si rivela beffardo al 63’ quando il Var richiama l’arbitro Pawson che assegna un calcio di rigore ai Pochettino boys per l’intervento di Milner su Mudryk lanciato in contropiede. Alla trasformazione centrale di Enzo Fernandez il Brighton risponde solamente nei minuti finali con il tentativo pericoloso di Gross deviato da Sanchez e la decima rete stagionale di Joao Pedro sul cross da angolo di Milner.
Le dodici realizzazioni messe a referto dal Chelsea nelle ultime quattro partite fanno ben sperare per il futuro, anche se resta da registrare la difesa, ancora troppo perforabile. Il Brighton torna a casa con zero punti dopo essersi assicurato il passaggio ai sedicesimi di Europa League giovedì scorso. Le defezioni sulla sinistra continuano a pesare, ma senza smarrire la propria identità i Seagulls potranno togliersi belle soddisfazioni anche in questa annata.
WEST HAM 1-1 CRYSTAL PALACE (13′ Kudus, 53′ Edouard)
Dopo il doppio successo esterno dentro e fuori i confini nazionali targato Soucek dell’ultima settimana, il West Ham impatta sul pareggio nel derby casalingo contro il Crystal Palace.
Questa volta l’unica rete degli Hammers non porta la firma del centrocampista ceco, ma dell’altro componente della temibile trequarti insieme a Bowen: Mohammed Kudus, di cui già avevamo tessuto le lodi nelle precedenti settimane. L’ex Ajax graffia per la sesta volta in stagione sbloccando il match al 13’ con la complicità del portiere avversario Johnstone, reo di non trattenere il destro repentino ma centrale del centrocampista ghanese sull’iniziativa di Coufal.
I ragazzi di Moyes gestiscono il vantaggio fino al 53’ quando Mavropanos decide di anticipare il suo regalo di Natale ad Edouard consegnandogli il pallone all’ingresso dell’area di rigore; il francese, anche lui arrivato a quota sei reti, si sposta sapientemente la sfera sul mancino e punisce in diagonale Areola.
Nel finale entrambe le squadre provano a vincerla, gli ospiti ancora con Edouard, i padroni di casa con il rientrante Bowen, ma non c’è nulla da fare. Nonostante l’1-1 finale gli Hammers restano attaccati al treno Europa, così come le Eagles, nuovamente orfane di Eze i cui tempi di recupero si prospettano medio-lunghi, a debita distanza dalla zona retrocessione.
BRENTFORD 3-1 LUTON (49′ Maupay, 56′ Mee, 76′ Brown, 81′ Baptiste)
Torna a sorridere il Brentford dopo le due sconfitte senza gol contro Liverpool e Arsenal, rifilando un pesante tris ad un Luton dalla sorte avversa.
I quattro gol della gara arrivano tutti nella ripresa in seguito ad una prima frazione di studio dalle pochissime emozioni. Il punteggio si sblocca con la girata sottomisura di Maupay, messo in moto dal traversone di Wissa maldestramente deviato da Mengi. Da sottolineare come l’azione nasca da un possibile fallo di Norgaard su Chong, veementemente recriminato dagli ospiti.
Il raddoppio scaturisce da un’altra sfortunata deviazione, questa volta di Morris, sull’angolo di Mbeumo corretto di testa da Mee, al primo gol stagionale, mentre il 3-1 porta la firma del centrocampista classe ’98 Baptiste, a secco dal dicembre 2021, che ripaga la fiducia accordatagli dopo il pochissimo spazio trovato in questa annata. Le Bees salgono a 19 punti e con la giusta continuità di rendimento potrebbero insidiare la zona Europa.
Sconfitta intrisa di sfortuna e deconcentrazione, invece, per gli Hatters il cui margine sulla zona rossa si riduce nuovamente da cinque a due lunghezze considerati i successi di Burnley ed Everton. Il secondo acuto consecutivo di Jacob Brown, match winner contro il Crystal Palace settimana scorsa, questa volta coincide solamente con un’amara illusione, a cui vanno ad aggiungersi gli infortuni occorsi ai 2/3 della difesa titolare Lockyer e Mengi.
NOTTINGHAM FOREST 0-1 EVERTON (67′ McNeil)
Passa l’Everton al City Ground nello scontro salvezza con il Nottingham, ottenendo la prima vittoria dopo il -10 inferto dalla giustizia sportiva.
Al netto di una classifica deficitaria, anche per questioni extra-campo, entrambe le squadre certificano in questo match i notevoli passi in avanti compiuti rispetto alla passata stagione. Un generoso quanto sprecone Nottingham viene piegato dal primo gol in campionato, dopo i sette dello scorso, di McNeil che trafigge l’ormai inamovibile Vlachodimos con un mortifero collo mancino diagonale nel cuore dell’area di rigore sul suggerimento dell’altro esterno Harrison.
I Toffees ottengono così il quarto successo esterno sulle sette partite disputate lontano da Goodison Park e abbandonano l’ultima posizione, mettendo nel mirino il Luton. Ancora orfano di Onana e Calvert–Lewin, Dyche si affida vanamente a Beto e funzionalmente a Garner che, insieme al doppio intervento di Pickford, blinda i tre punti nel finale.
Resta con il cerino in mano il Forest, al terzo stop di fila, che avrebbe ampiamente meritato il pari. Da premiare Elanga, il più attivo dei suoi, fermato solamente da Pickford e da un pizzico di imprecisione, così come Murillo, centrale di difesa autore di una partita attenta impreziosita dal miracoloso salvataggio nei pressi della riga di porta su McNeil nel primo tempo e di un insidioso tiro dalla distanza negli ultimi minuti. Da rivedere, invece, la prestazione di Gibbs–White, leader tecnico della squadra: il 10 si mette in luce solamente nel finale della prima frazione con un destro da posizione favorevole che si spegne a fil di palo.
BURNLEY 5-0 SHEFFIELD UNITED (1′ Rodriguez, 29′ Bruun-Larsen, 73′ Amdouni, 75′ Koleosho, 80′ Brownhill)
Pesante, pesantissima “manita” rifilata dal Burnley allo Sheffield United nel confronto tra neopromosse, nonché squadre più in difficoltà in questo avvio di stagione.
Cinque gol e cinque marcatori diversi per i Clarets che chiudono, di fatto, la pratica già nel primo tempo con l’incornata di Jay Rodriguez, seconda rete consecutiva, e la perfetta finalizzazione di Bruun Larsen sulla visionaria assistenza di O’Shea. Proprio il centrale irlandese subisce in poco meno di dieci minuti due gomitate dal 9 avversario McBurnie, sanzionato con il doppio giallo al 46′.
La superiorità numerica permette all’undici di Kompany di gestire il match e rifinire il risultato prima con Amdouni, poi con Luca Koleosho ed infine con Brownhill. Primo gol in carriera in Premier League per il classe 2004 italiano. Il Burnley ottiene la prima vittoria casalinga del proprio campionato e spezza la serie negativa di sei sconfitte di fila.
A Heckingbottom, invece, altro non resta che raccogliere le macerie, oltre l’ultimo posto solitario in classifica. Le Blades saranno chiamate ad assorbire questa pesante battuta d’arresto che potrebbe aver già compromesso il cammino verso la salvezza.
Classifica e prossimo turno
1 |
Arsenal |
33 | 14 | 10 | 3 | 1 | 29:11 | +18 |
2 |
Liverpool |
31 | 14 | 9 | 4 | 1 | 32:14 | +18 |
3 |
Manchester City |
29 | 14 | 9 | 3 | 2 | 36:16 | +20 |
4 |
Aston Villa |
29 | 14 | 9 | 2 | 3 | 33:20 | +13 |
5 |
Tottenham |
27 | 14 | 8 | 3 | 3 | 28:20 | +8 |
6 |
Newcastle |
26 | 14 | 8 | 2 | 4 | 32:14 | +18 |
7 |
Manchester United |
24 | 14 | 8 | 0 | 6 | 16:17 | -1 |
8 |
Brighton |
22 | 14 | 6 | 4 | 4 | 30:26 | +4 |
9 |
West Ham |
21 | 14 | 6 | 3 | 5 | 24:24 | 0 |
10 | Chelsea | 19 | 14 | 5 | 4 | 5 | 25:22 | +3 |
11 | Brentford | 19 | 14 | 5 | 4 | 5 | 22:19 | +3 |
12 |
Crystal Palace |
16 | 14 | 4 | 4 | 6 | 14:19 | -5 |
13 |
Wolverhampton |
15 | 14 | 4 | 3 | 7 | 19:25 | -6 |
14 |
Fulham |
15 | 14 | 4 | 3 | 7 | 16:26 | -10 |
15 |
Nottingham Forest |
13 | 14 | 3 | 4 | 7 | 16:22 | -6 |
16 |
Bournemouth |
13 | 14 | 3 | 4 | 7 | 16:30 | -14 |
17 |
Luton Town |
9 | 14 | 2 | 3 | 9 | 13:26 | -13 |
18 |
Everton |
7 | 14 | 5 | 2 | 7 | 15:20 | -5 |
19 |
Burnley |
7 | 14 | 2 | 1 | 11 | 15:32 | -17 |
20 |
Sheffield United |
5 | 14 | 1 | 2 | 11 | 11:39 | -28 |
*Everton 10 punti di penalizzazione
Prossimo turno:
Martedì 5 dicembre
Wolverhampton 20:30 Burnley
Luton 21:15 Arsenal
Mercoledì 6 dicembre
Sheffield United 20:30 Liverpool
Fulham 20:30 Nottingham Forest
Crystal Palace 20:30 Bournemouth
Brighton 20:30 Brentford
Manchester United 21:15 Chelsea
Aston Villa 21:15 Manchester City
Giovedì 7 dicembre
Everton 20:30 Newcastle
Tottenham 21:15 West Ham
Premier League
Leicester, Vardy: “Sapevo che questo giorno sarebbe arrivato, ma è comunque difficile. Sarete sempre nel mio cuore”
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2 ore fail
24/04/2025
Jamie Vardy si prepara a chiudere un capitolo straordinario con il Leicester City, dopo 13 anni di successi e momenti indimenticabili.
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Leicester, l’Addio di un Eroe
Jamie Vardy, l’attaccante simbolo del Leicester City, ha annunciato che il suo viaggio con il club sta per giungere al termine. Con un post emozionante sui social media, Vardy ha espresso la sua gratitudine per gli incredibili 13 anni trascorsi con le Foxes. Durante questo periodo, ha vissuto momenti di gloria e sfide, ma è riuscito a lasciare un segno indelebile nella storia del club.
La carriera di Vardy è stata caratterizzata da numerosi successi, tra cui la storica vittoria della Premier League nella stagione 2015-2016. L’attaccante ha sottolineato che, nonostante le difficoltà incontrate lungo il cammino, il suo amore per il Leicester resterà sempre forte. “Il Leicester avrà sempre un posto nel mio cuore”, ha dichiarato Vardy, ricordando con affetto i momenti di gioia condivisi con i tifosi e i compagni di squadra.
Un Esempio di Dedizione e Passione
La notizia dell’addio di Vardy arriva come un colpo al cuore per i tifosi del Leicester, che lo considerano un vero e proprio eroe. La sua dedizione e passione per il gioco hanno ispirato molti, trasformandolo in una leggenda vivente del club. L’attaccante inglese ha dimostrato che con determinazione e impegno, è possibile raggiungere traguardi straordinari, anche partendo da umili origini.
Per il momento, i dettagli sul futuro di Vardy rimangono incerti, ma una cosa è certa: il suo impatto sul calcio inglese e sul Leicester City non verrà dimenticato facilmente. Mentre i tifosi si preparano a salutare il loro idolo, il ricordo delle sue imprese sul campo continuerà a vivere nei cuori di tutti coloro che hanno avuto il privilegio di vederlo giocare.
Per leggere la notizia completa, clicca qui.
Fonte: l’account X di Fabrizio Romano
💙🥺 Jamie Vardy: “I feel gutted this day is coming, but I knew it would come eventually. I have had 13 unbelievable years at this club, with lots of success, and some downs, but the majority all highs”.
“Leicester will always have a place in my heart”. pic.twitter.com/w8sVIlkjzr
— Fabrizio Romano (@FabrizioRomano) April 24, 2025
Premier League
Leicester, il Re ha abdicato: Vardy saluta dopo 13 anni
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3 ore fail
24/04/2025
Il calcio tutto, non solo quello inglese e la realtà di Leicester, stamane sono trasecolate alla notizia che Vardy lascerà le Foxes a fine stagione.
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487 presenze, il terzo più longevo di sempre dopo gli inarrivabili Adam Black (557) e Graham Cross (599). 198 gol segnati, il terzo più prolifico della storia dopo Sir Arthur Rowley (265) e Sir Arthur Chandler. (273)
Leicester saluta il suo Re: Vardy dice addio dopo 13 anni
Il Leicester oggi saluta colui che, probabilmente, è stato il miglior giocatore della sua storia. Il Capitano. La Leggenda. Il Mito. Jamie Vardy depone lo scettro e si alza dal suo trono nel Leicestershire, dopo 13 stagioni ricche di gol e di trofei. E’ infatti il giocatore più titolato nella storia delle Foxes, avendo vinto 3 trofei in 13 anni.
Gordon Banks e Peter Shilton si erano fermati a due. Un’altra leggenda del club, come Gary Lineker, non ne aveva vinto nessuno, se escludiamo la Second Division dell’epoca che tra l’altro anche lo stesso Vardy ha vinto l’anno scorso con Maresca in panchina. Questi giocatori, però, hanno trovato il culmine della loro carriera altrove.
Vardy, invece, deve la sua vita sportiva al Leicester, con cui ha passato gli anni del professionismo. Ha portato il piccolo club dell’East Midlands sul trono d’Inghilterra per la prima volta e per la prima l’ha portato a giocare la Champions League, oltre ad aver sollevato al cielo la prima F.A. Cup nella storia della Blue Army.
Per lui anche la prima semifinale europea nella storia del club, ovvero quella di Conference League persa contro la Roma di José Mourinho. L’uomo della risalita immediata in Premier League, dopo la retrocessione shock di due stagioni fa, non è riuscito nell’erculea impresa di tenere l’amore (calcistico) della sua vita fuori dalla palude.
L’addio di Vardy (l’ultimo reduce dell’impresa del 2016 con Ranieri in panchina) è il doloroso ma necessario atto conclusivo di una favola meravigliosa, probabilmente la più bella di questo secolo, ma che è tristemente giunta al suo epilogo. Dopo due retrocessioni in tre anni il Leicester deve rifondare, (non) partendo proprio dal suo capitano.
Premier League
Aston Villa, futuro incerto per Rashford: vuole la Champions
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24/04/2025
L’Aston Villa è in lotta per la Champions grazie agli acquisti di gennaio, compreso Rashford arrivato in prestito. Ma quale sarà il futuro del classe 97?
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Il mercato invernale dei Villains si può considerare a dir poco ottimo, visti gli arrivi di giocatori importanti a livello europeo. Tra questi, l’arrivo in prestito di Rashford che sembra aver ritrovato la sua forma migliore dopo un periodo difficile al Man Utd.
Dal suo arrivo, Rashford ha fornito in totale 4 gol e 6 assist tra tutte le competizioni. Tuttavia, la sconfitta di martedì contro il Man City potrebbe complicare la lotta Champions per gli uomini di Emery.
Potrebbe inoltre mettere a rischio l’acquisto definitivo dell’attaccante inglese che vorrebbe giocare in Champions.
Aston Villa, Rashford: rinnovo si o no?
Sono tanti gli scenari possibili: si parla di ritorno al Man Utd, oppure di acquisto a titolo definitivo dei Villains. Attenzione però anche al Barcellona che da un pò di tempo segue l’attaccante inglese.
Come riporta Sky Sports News, ancora non è stata fatta nessuna decisione sul futuro di Rashford, nè dal club, nè dal calciatore che deciderà a fine stagione.
Tuttavia, non ci sarà nessun ritorno allo United a causa della rottura totale tra lui e l’allenatore Amorim. Inoltre, i Red Devils sarebbero vicini all’acquiso di Cunha in estate, che prenderebbe appunto il posto di Rashford.
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