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Super Guendozi manda la Lazio ai quarti: ora Roma o Cremonese

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Il primo gol in maglia bianco celeste dell’ex-Marsiglia basta alla Lazio per piegare il Genoa e regalarsi i quarti di finale di Coppa Italia.

Il Genoa onora la Coppa Italia, ma il format è classista

L’uscita dal campo di Retegui, nel momento in cui il Genoa aveva profuso il massimo sforzo offensivo e dava la sensazione di poterla pareggiare, è sintomatico di come ai liguri di questa partita importasse relativamente. Ed è un vero peccato, ma non si può biasimare Gilardino.

Il format della Coppa Italia è studiato a tavolino per favorire il più possibile le grandi squadre, quasi conferendo loro la certezza (salvo miracoli calcistici o suicidi clamorosi delle big) di arrivare sempre alle battute finali.

E’ una competizione dal valore infimo, se non direttamente nullo. Retegui non può avere 180 minuti nelle gambe dopo un infortunio così lungo e domenica c’è una partita chiave a Monza. Il cambio era programmato e non se ne può fare una colpa a Gila, perché il Genoa ha fatto la sua partita e onorato l’impegno. 

Il “corto muso” della Lazio

La Lazio passa il turno con il minimo sindacale, come spesso le è capitato nelle ultime giornate. Una Lazio non bella, che vince ma non convince, e che deve navigare a vista in attesa di vedere svuotarsi l’infermeria. Sarri si era dato un paio di mesi di tempo ed effettivamente la sua squadra sta iniziando ad avere una forma.

Con Patric e Lazzari sempre titolari. Con il trittico di centrocampo formato da Guendozi e Luis Alberto ai lati di Rovella. Davanti è tutto nelle mani della vivacità di Isaksen, l’unico giocatore di tutta la rosa in grado di creare superiorità numerica negli spazi stretti. L’unico che riesce a garantire imprevedibilità a una manovra dall’encefalogramma piatto.

La rincorsa a uno dei primi quattro posti in campionato è pura utopia. Non tanto per il numero di punti (“solo” quattro) ma per il numero delle squadre che sono davanti ed è quelle che la Lazio deve guardare.

Milan. Roma. Napoli. Fiorentina. Bologna. Atalanta. Stante che Inter e Juventus fanno (e faranno) probabilmente un campionato a parte. La Lazio migliorerà, ne sono certo. Soprattutto quando non avrà più la “zavorra” del doppio impegno. Vincere a Madrid è impossibile e la Lazio ha pochissime chance di non pescare dall’urna di Nyon una superpotenza (come Bayern, City, Real o Barca) che la spedirebbe a casa al primo turno.

E se le andrà bene verrà accoppiata con Real Sociedad o Borussia Dortmund. Il ché vuol dire che molto probabilmente uscirà comunque e a prescindere da quale sarà il sorteggio degli ottavi di finale. Ricordiamo tutti la seconda parte della scorsa stagione della Lazio, finalmente liberatasi dai pesi degli impegni europei. Tuttavia, come ho a più riprese ribadito, la Lazio di quest’anno è molto meno forte di quella dell’anno scorso.

Forse è più lunga e completa nei ventitré, ma sicuramente molto meno forte negli undici. E quelli conteranno da Marzo in poi. La “panchina lunga” serviva adesso, da Settembre a Febbraio, ma la Lazio ha ugualmente pagato a caro prezzo il doppio impegno. La Lazio rimarrà verosimilmente questa sino a fine stagione e al massimo potrà sperare di strappare un posto in Europa, Conference o Europa League che sia, ma la concorrenza pare molto più agguerrita che negli anni passati.

Le pagelle della Lazio: Guendozi è un treno, ancora male Kamada

Provedel 6: una volta c’era il voto d’ufficio per i portieri inoperosi, ma oramai è divenuto desueto. Corre alcuni brividi, ma non deve compiere parate.

Pellegrini 7: corsa. Grinta. Cuore. Ma soprattutto il cross da cui nasce il gol-qualificazione, nato per altro da un pressing individuale e non di squadra.

Patric 6,5: sempre diligente e preciso in impostazione. E’ lui il regista della squadra quando, come oggi, gli allenatori avversari preparano la gabbia attorno a Rovella. Ma soprattutto è diventato un centrale di estrema affidabilità, forse il più affidabile dell’intera rosa. (dal 20’st Marusic 6: con Inzaghi ha fatto il centrale a tre. A quattro è un’altra cosa, ma tutto sommato se la cava bene. Merito anche della ritrovata solidità difensiva della Lazio: l’impalcatura di squadra adesso funziona e si vede. Ma a Verona sarà un’altra storia…)

Gila 5,5: mezzo punto, e forse qualcosa di più, per aver cancellato il gol del pari di Retegui con un intervento clamoroso. Per il resto è stato il peggiore in campo. La lapalissiana dimostrazione che non basta indovinare due partite di fila, per altro contro avversari di basso livello, per essere considerati all’altezza.

Hysaj 6: fa il compitino, ma è sempre posizionato bene e il pallone dal suo lato esce sempre con grande pulizia.

Kamada 5: il peggiore in campo assieme a Gila, ma quantomeno lo spagnolo ha il merito di aver contribuito alla vittoria. Di Kamada ti accorgi della presenza soltanto quando esce. Non è il sostituto di Milinkovic. Non è neppure un vice-Luis Alberto. E’ semplicemente un flop. Il velo è caduto e alla narrativa formellese non ci crede più nessuno. (dal 36st Basic 5: riesce a fare persino peggio di Kamada e non era per niente facile. Almeno il giapponese non lo vedi e non lo senti, lui si mangia il gol del due a zero con un tiro inguardabile. Come biasimare Sarri per avergli concesso zero minuti prima di oggi?)

Rovella 6,5: grande pulizia di gioco. Brilla per rapidità di esecuzione e per la quantità di scelte giuste effettuate durante la partita. (dal 36st Cataldi 6: non deve sporcarsi le mani. La sua regia è senza fronzoli ma ordinata, essenziale)

Guendozi 8: non si capisce perché il Marsiglia abbia deciso di regalarlo alla Lazio in questo modo. Guendozi in prestito gratuito con diritto di riscatto a 15 milioni è il colpo del secolo, non dell’anno. Basti pensare che la scorsa estate all’Aston Villa ne vennero chiesti il triplo. Senza Luis Alberto e con un Kamada fantasmatico, trascina il centrocampo bianco celeste e la Lazio ai quarti di finale di Coppa Italia. Onnipresente: pare avere il dono dell’ubiquità.

Pedro 6,5: non ha più lo sprint di una volta, ma la sua esperienza, soprattutto nei momenti in cui la Lazio abbassa i ritmi e gestisce il pallone, è fondamentale. Baricentro basso e conduzione sempre perfetta della sfera: i sui piedi sembrano magnetici. Non gliela togli mai, al massimo puoi provare a stenderlo.

Castellanos 5,5: non segna. Non fa salire la squadra. Riesce a combinare con i compagni, mettendoci qualità, in alcune occasioni, ma per il resto è come giocare con un uomo in meno. Più che stancare le difese avversarie con i suoi movimenti sta facendo esaurire la pazienza ai tifosi laziali. (dal 20’st Immobile 6,5: con lui è tutta un’altra musica. Serve a Basic la palla che avrebbe chiuso la partita e che avrebbe evitato un finale di patemi alla Lazio)

Isaksen 6: la sua partita dura troppo poco affinché possa incidere. Non esci subito e in questo modo se si tratta di un’inerzia. Soprattutto se sei in uno stato di forma psico-fisica formidabile, come quella mostrata nelle ultime uscite dal danese. Per Verona è da considerarsi out, sperando non si tratti di nulla di serio. (dal 27’st Felipe Anderson 5,5: irriconoscibile. A tratti irritante. Non sembra aver voglia di giocare, ma Sarri ha gli uomini contati e deve schierarlo)

Le pagelle del Genoa: Retegui solo contro tutti, bene Dragusin

Leali 6: la Lazio non crea molte occasioni, ma quelle che bastano per meritare il raddoppio. Se questo non arriva, però, è più demerito della Lazio che merito del portiere del Genoa. Che non commette errori, ma nemmeno interventi degni di nota.

Matturro 6: sulla sua fascia ci sarebbe stato Isaksen, che per fortuna del giovane uruguaiano lascia il campo dopo meno di mezz’ora. E con un Felipe così avrei potuto giocare anche io. Si sdoppia nel doppio ruolo centrale-cursore di sinistra e si regala qualche interessante sortita offensiva. (dal 16st Haps 5,5: entra per garantire maggiore spinta sulla fascia, ma spesso sbaglia la scelta. Gilardino lo porta molto dentro il campo, ma forse sarebbe stato più utile in corsia. Non ha il know-how di Cancelo o Ricardo Pereira, mettiamola così)

Dragusin 6,5: altra partita estremamente solida e da leader assoluto per un ragazzo che sembra aver finalmente raggiunto la tanto agognata maturità calcistica. Castellanos dalle sue parti è poco più che una mosca fastidiosa. Il rumeno se lo scrolla di dosso con irrisoria facilità. (dal 24st De Winter 6: sbaglia qualche scelta, ma compie anche diverse giocate degne di nota)

Vogliacco 5,5: partita ordinaria. Non commette errori clamorosi ma non eccelle in nulla. La sensazione è che da quel lato il Genoa avrebbe avuto bisogno di un giocatore con più gamba e maggior qualità. (dal 38st Fini 6: il ragazzino classe 2006 ci mette voglia e personalità. Era difficile chiedergli di più)

Martin 5,5: probabilmente una delle delusioni più cocenti di questo avvio di campionato. Ha un gran bel mancino, ma non lo fa vedere praticamente mai. Meglio quando viene arretrato nei tre di difesa, ma Haps gli pesta spesso i piedi.

Thorsby 5,5: è lontano parente del giocatore ammirato alla Sampdoria, ma se n’erano accorti pure a Berlino. E se n’è accorto pure Gilardino, che infatti lo fa giocare con il contagocce. Ci mette energia e poco altro.

Galdames 6: non è mai facile cambiare così tanti ruoli e con questa frequenza all’interno della stessa partita, ma lui adempie a tutti i compiti che gli vengono affidati con ordine e grande intelligenza tattica.

Kutlu 6,5: ha un mancino niente male. Nel primo tempo sembra l’unico in grado di poter accendere la luce, ma è spesso poco concreto.

Hefti 5,5: La coppia composta da Pedro e da Pellegrini lo prende spesso in mezzo. La sua prestazione migliora sensibilmente quando la Lazio si abbassa e inizia a spingere meno dalla sua parte.

Jagiello 5: quello del guastatore fra le linee è un compito ingrato. Devi correre tanto e spesso a vuoto. Sei in campo per quello. Non riesce a garantire un livello di qualità adeguato e lascia troppo spesso Retegui isolato in avanti. (dal 17st Malinovsky 6: da uno con quel mancino ci si aspetta sempre qualcosa in più. Regala imprevedibilità e maggiore velocità alla manovra del grifone, ma non riesce a trovare la giocata risolutrice)

Retegui 6: encomiabile lo sforzo fisico profuso nel primo tempo. Le (poche) occasioni dei liguri nel primo tempo sono tutte sue. Fa sportellate e gioca alla lotta fisica con Patric e Gila, spesso vincendola. Ha sul sinistro la palla per fare uno a uno e regalarci un’altra partita, ma l’ex-canterano del Real Madrid fa la cosa migliore della sua modesta carriera. (dal 24st Puscas 5: il cambio con Retegui era programmato e Gilardino non se ne può fare una colpa, ma con l’uscita dell’argentino la pericolosità offensiva del Genoa svanisce di colpo. Il rumeno non la prende mai e di fatti la partita finisce al suo ingresso)

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Coppa Italia

Bologna, annunciati i maxi schermi per la Coppa Italia

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Bologna

La città di Bologna si prepara al sogno di tornare a disputare una finale di Coppa Italia. Il sindaco Lepore ha dato il via libera per i maxi schermi in piazza.

Il club felsineo si sta avvicinando al 14 maggio con un entusiasmo fuori dal comune e i preparativi per regalare alla città una notte indimenticabile sono quasi ultimati.

Bologna, maxi schermi in piazza per la finale: dove saranno

Come prima notizia però è doveroso precisare che Piazza Maggiore non sarà interessata da questo grande evento, come spiegato direttamente dal primo cittadino della città emiliana: “Non si farà. I costi e le regole per un maxischermo in piazza sono gli stessi di un concerto con palco. Dopo la tragedia di Torino nel 2017, con due vittime durante una proiezione pubblica, le norme sono cambiate”.

Udinese-Bologna

SANTIAGO CASTRO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Tuttavia, è arrivato il via libera per altre location che comprenderanno per prima Piazza Lucio Dalla, precisamente sotto la tettoia Nervi, dove sarà possibile già dalle ore precedenti al match mangiare e bere grazie alla presenza di stand gastronomici oltre alla copertura in caso meteo avverso.

La seconda location si troverà nel parco della Montagnola con ingresso libero e, come in altri punti della città, un’area food per attirare i tifosi già dal pomeriggio. Infine, tra quelli organizzati dal comune, il terzo maxischermo sarà posizionato all’ex bocciofila di via Agucchi.

Probabilmente diverse altre realtà organizzeranno eventi speciali per assistere alla partita più importante della stagione che può valere un trofeo dopo tantissimo tempo per il Bologna.

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Coppa Italia

Bologna, Saputo prepara il premio per la Coppa Italia: la cifra

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Bologna, Joey Saputo

Il Bologna è atteso mercoledì prossimo dal Milan: all’Olimpico si contenderanno la Coppa Italia.

I rossoblu proveranno a riportare sotto le Due Torri la Coppa Italia dopo 51 anni, l’ultima risale al 1974 quando in finale batterono il Palermo ai calci di rigore.

Secondo quanto riporta la Gazzetta dello Sport, il patron Joey Saputo avrebbe stanziato un premio di 3 milioni di euro per i calciatori di Italiano in caso di vittoria, oltre 100mila euro a testa.

Una cifra che va ad aggiungersi a quella che ogni giocatore ha nel proprio contratto come bonus per i risultati raggiunti sia a livello individuale che di squadra.

 

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Coppa Italia

Milan, finalmente torna Emerson! Le ultime su Jovic

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Milan

Un infortunio diventa una lunga attesa e un recupero arriva in tempo per una sfida cruciale. Tra Emerson Royal e Jovic: il Milan si prepara a sfidare il Genoa. 

Milan, 100 giorni per un ritorno

100 giorni nel calcio possono bastare per cambiare tutto: riscrivere una stagione, rilanciare un campione, trasformare una crisi in una rinascita. Non sono abbastanza da perdersi, ma sono abbastanza per risorgere. Lo sa bene Emerson Royal. Cento è esattamente il numero di giorni che gli sono serviti per tornare in campo dopo un infortunio al polpaccio. E finalmente può tornare in squadra.

È successo a fine gennaio nel match contro il Girona. Tanto è bastato perché il difensore si infortunasse tentando di recuperare la palla. È uscito dal campo dolorante e zoppicante. In quel momento, non sapeva ancora che si sarebbe dovuto fermare per più di tre mesi: un tempo lunghissimo per un calciatore a questi livelli. L’allenamento costante è fondamentale per arrivare preparati alle partite di Campionato. Ma oggi questo è un problema dell’Emerson del passato. Perchè torna giusto in tempo per la gara contro il Genoa a Marassi.

Milan

EMERSON ROYAL ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Milan: lo stop di Jovic continua

Per Luka Jovic, la sorte non è altrettanto favorevole. L’attaccante aveva accusato un dolore lombare che ha spinto lo staff medico a non correre rischi inutili. Gli esami a cui si è sottoposto nella mattinata di lunedì hanno confermato la prima diagnosi: si tratta di lombalgia acuta. Nonostante il miglioramento, Jovic ha proseguito con un programma di lavoro differenziato. L’obiettivo sarebbe quello di recuperarlo per la finale di Coppa Italia. E senza forzare troppo dopo l’infortunio subito durante la partita Venezia-Milan.

Milan

LA GRINTA DI LUKA JOVIC ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Nulla si distrugge, tutto si trasforma

Conceiçao inizia finalmente a reintegrare gli assenti. Ma viene spontaneo chiedersi come si presenteranno i rossoneri alla sfida contro il Genoa. Con la testa già alla finale di Coppa Italia, come si prepara il Milan? Lunedì a Marassi, il tecnico conferma il 3-4-3 titolare. Ma chi sostituirà Luka Jovic? Abraham o Gimenez?

Sull’esterno destro, Walker prende il posto di Jimenez. La formazione è confermata: Maignan in porta, Tomori, Gabbia e Pavlovic in difesa. A centrocampo, Fofana e Reijnders, con Theo e Walker sugli esterni. In attacco, Leao e Pulisic affiancheranno la punta. Se la preparazione per la finale di Coppa Italia prosegue. La sfida contro il Genoa si preannuncia un banco di prova per testare la solidità del gruppo.

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