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All Eyes On Me – il focus sul 17° turno di Premier League

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All Eyes On Me

Nuovo appuntamento con All Eyes On Me, la rubrica di Calcio Style dedicata alla Premier League. Di seguito il resoconto dettagliato della diciassettesima giornata del campionato più seguito al mondo.

Il fascino unico emanato, unito alla perenne scia d’entusiasmo che pervade ogni stadio, confluisce in una commistione di spettacolo, ardore e qualità che conferisce a questo torneo l’aurea di lega paradisiaca in cui solamente i migliori interpreti del gioco possono essere o diventare i protagonisti.

Diciassettesimo turno: tragedia sfiorata a Bournemouth, l’Arsenal torna in vetta. Il City si fa rimontare nel finale.

All Eyes On Me

ARSENAL 2-0 BRIGHTON (53′ G. Jesus, 87′ Havertz)

Si rialza l’Arsenal dopo la sconfitta di misura al Villa Park battendo senza ammissioni di replica il Brighton e tornando da solo in vetta alla classifica.

I Gunners mettono in fila la settima vittoria interna consecutiva tra campionato e Champions League con un netto 2-0 dietro il quale si celano innumerevoli occasioni da gol sprecate. Sin dalle prime battute l’undici di Arteta, reduce dall’ininfluente pareggio europeo in casa della rivelazione stagionale Psv, dà l’impressione di avere una marcia in più costringendo il Brighton, che in questo stadio aveva vinto 0-3 lo scorso maggio, prettamente nella sua metà metà campo con un’avvolgente manovra e gli strettissimi tempi di recupero palla.

Tra i più attivi Saka, costante spina nel fianco di Milner adattato a sinistra per le ormai consuete assenze di Estupinan e Lamptey, e Odegaard, dal cui mancino si alternano traiettorie visionarie e conclusioni a fil di palo o respinte da Verbruggen. Il risultato si sblocca, però, solamente ad inizio ripresa, dopo un’altra grande opportunità cestinata da Martinelli, con il colpo di testa di Gabriel Jesus sul corner calciato da Saka e goffamente prolungato sul capo del brasiliano da Van Hecke. L’ex City ritrova così il gol che all’Emirates in Premier gli mancava dal 3 settembre.

I Seagulls, costretti a schierare nuovamente Hinshelwood sulla destra per l’infortunio occorso a Veltman al 27′, hanno solo un sussulto poco dopo l’80’ con il cross basso di Mitoma non capitalizzato da Gross a pochi passi da Raya. Davvero troppo poco per impensierire la miglior difesa del torneo, da cui parte l’azione del raddoppio che si sfoga poi in ripartenza con i tre tocchi di Odegaard, Nketiah e Havertz, bravo nel punire in diagonale Verbruggen per il suo quarto centro in campionato.

L’Arsenal ottiene, dunque, il dodicesimo successo in questa Premier fornendo una delle migliori prestazione stagionali e riesce a scavalcare il Liverpool proprio prima dello scontro al vertice con i Reds in programma sabato prossimo. L’undici di De Zerbi, reduce dall’1-0 sul Marsiglia valso il primato nel girone di Europa League, scivola al nono posto e avrà l’onere di ripartire sul campo del Crystal Palace nel prossimo turno.

LIVERPOOL 0-0 MANCHESTER UNITED

Pari senza gol a sorpresa ad Anfield nel classico del calcio d’oltremanica tra Liverpool e Manchester United. Lo 0-0 finale non rispecchia, però, l’andamento del match e, soprattutto, non rende giustizia all’enorme mole di occasioni create dai padroni di casa.

Ai Reds non bastano 34 conclusioni, di cui 8 nello specchio, per bucare Onana e riprendersi la testa della classifica, incappando, dunque, in un pareggio senza gol in casa che interrompe la striscia di sette successi interni consecutivi e quella di diciassette incontri interni di fila con gol all’attivo (l’ultima uscita senza reti ad Anfield era datata 21 gennaio 2023 contro il Chelsea).

L’undici di Klopp imprime sin da subito il proprio ritmo alla sfida insidiando la porta dei Red Devils con due traversoni avvolgenti di AlexanderArnold non tramutati in gol da Nunez e Salah e due colpi di testa da corner di Van Dijk e Konaté che esaltano i riflessi del portiere camerunense. La ripresa è un vero e proprio assedio dei rossi che ostruiscono tutte le fonti di gioco avversarie e sfrecciano a velocità doppia sulle corsie: AlexanderArnold va vicino alla gloria personale con due conclusioni che si spengono ad un palmo dal palo, mentre Salah e Luis Diaz vedono i rispettivi tentativi murati in qualche modo dalla difesa ospite.

I Red Devils si affacciano solamente due volte nell’area del Liverpool, prima con Garnacho e poi con Hojlund che occhi negli occhi spara con il piede debole sul petto di Alisson. Nel finale c’è spazio per un sospetto tocco di braccio di Shaw nel cuore dell’area e l’espulsione di Diogo Dalot per un eccesso di proteste.

I Reds restano, dunque, con l’amaro in bocca e prima dello scontro con l’Arsenal saranno di scena nei quarti di Coppa di Lega nuovamente in casa con il West Ham, gara in cui dovranno rinunciare anche a Gravenberch, il cui infortunio verrà valutato nei prossimi giorni, oltre che a Mac Allister, assente già in questa uscita.

I Red Devils, orfani di Casemiro, Mount ed Eriksen in mediana, e affidatisi nuovamente al giovane Mainoo, possono tornare a mostrare un pallido sorriso dopo l’ultimo posto ottenuto nel girone di Champions ed il 7-0 incassato nella tana del Liverpool nella scorsa stagione, ma le enormi difficoltà realizzative restano il principale problema a cui Ten Hag è chiamato urgentemente a porre rimedio.

BRENTFORD 1-2 ASTON VILLA (45′ Lewis-Potter, 77′ A. Moreno, 85′ Watkins)

L’Aston Villa passa anche sul campo del Brentford e si porta a -1 dal primo posto al termine di una gara sofferta, ma vinta da grande squadra.

I Villans approcciano in maniera analoga all’ultima trasferta di campionato disputata a Bournemouth concedendo campo e occasioni ai padroni di casa che sfiorano il vantaggio con l’ex Sampdoria Damsgaard e Wissa, entrambe fermati da due interventi super di Martinez. “El Dibu”, però, non può fare nulla al tramonto del primo tempo sulla battuta ravvicinata del 22enne LewisPotter, schierato al posto dell’infortunato Mbeumo, che scarica in porta la corta respinta della difesa ospite sul corner di Janelt per il suo primo gol in carriera in Premier League.

Le Bees iniziano meglio anche nella ripresa ancora con LewisPotter che spreca il raddoppio da posizione favorevole e Wissa che di testa non riesce a dare angolo. Il momento chiave della sfida arriva, però, al 71′ quando Mee viene espulso, tramite revisione al Var, per un intervento con il piede a martello sulla caviglia di Bailey.

L’undici di Emery sfrutta al meglio la superiorità numerica pervenendo al pareggio appena sei minuti dopo con il traversone proprio di Bailey spinto in porta da Alex Moreno, al primo centro in Premier con la maglia dei Villans, e mettendo la freccia a cinque dal 90′ con il solito Watkins, nona rete nel torneo, che di testa punisce Flekken. Nel recupero arriva il rosso anche per Kamara in seguito ad una rissa accesasi in seguito allo screzio tra Martinez e Maupay.

Prosegue la sua volata verso il paradiso, dunque, l’Aston Villa che fa 12 su 17 in campionato, mentre il Brentford, che avrebbe meritato qualcosa in più, cade per la terza volta di fronte al proprio pubblico.

MANCHESTER CITY 2-2 CRYSTAL PALACE (24′ Grealish, 54′ Lewis, 76′ Mateta, 95′ (rig.) Olise)

Il City si butta via per l’ennesima volta nel finale e viene costretto sul 2-2 da un Crystal Palace comunque tenace e lucido fino al triplice fischio.

I Citizens incassano il terzo gol stagionale nei minuti di recupero (dopo quelli con Chelsea e Tottenham) e gettano alle ortiche due punti pesanti che potrebbero costar caro nella lotta al titolo. Il dominio di 3/4 della gara frutta all’undici dii Guardiola il doppio vantaggio firmato Grealish e Lewis. Il 10 trova la via giusta per il suo terzo centro consecutivo piazzando il piattone destro sul secondo palo al 24′ sugli sviluppi di una manovra condotta da Ruben Dias e rifinita dall’imbucata di Foden, mentre il classe 2004 al 54′ spedisce in porta un pallone vagante con il collo destro che gli vale la prima gioia in carriera in Premier League.

Le Eagles vengono graziate in un’occasione da Alvarez, anche in questa sfida chiamato a fare le veci dell’assente Haaland, salvate a ripetizione dal portiere ex United Dean Henderson, che si oppone strepitosamente ai tentativi di Gvardiol, Bernardo Silva e Foden, e rimesse in partita da Mateta, bravo a spingere in porta il cross basso di Schlupp infilatosi in ripartenza nell’inspiegabilmente scoperta difesa di casa. La rete del definitivo 2-2 arriva nel recupero a maturazione di un forcing di cinque minuti su un calcio di rigore causato dall’ingenuo intervento di Foden, atto a spazzare il pallone, sulla tibia di Mateta e trasformato con freddezza da Olise, al suo secondo acuto in campionato.

Per i campioni in carica arriva, dunque, il quarto pareggio nelle ultime sei, figlio di una fragilità prima gestionale e poi difensiva che ricorda molto il primo periodo dell’era Guardiola, e nettamente in controtendenza rispetto a quanto mostrato nella seconda parte della scorsa annata.

Il City non scenderà in campo nella prossima giornata complice gli impegni nel mondiale per club e vedrà rinviata la propria partita contro il Brentford, mentre il Crystal Palace, che può ritenersi più che soddisfatto del punto strappato nonostante le assenze pesanti di Eze, Edouard e Ayew, ospiterà il Brighton nella gara d’apertura del 18° turno.

NOTTINGHAM FOREST 0-2 TOTTENHAM (47’pt Richarlison, 65′ Kulusevski)

Passa il Tottenham al City Ground nel match di apertura della 17° giornata, ottenendo con merito tre punti che lontano da casa mancavano dal 27 ottobre e alimentando le proprie speranze di insidiare le prime posizioni dopo il largo successo sul Newcastle di settimana scorsa.

L’assoluto protagonista della gara contro il Nottingham è, senza dubbio, Dejan Kulusevski, mascherato per l’occasione a causa della rottura del naso subìta dieci giorni fa contro il West Ham per una gomitata di Paquetà. Lo svedese fa il bello e il cattivo tempo sin dai primi minuti quando con due suggerimenti smarca al tiro Son, che conclude su Turner a tu per tu, ed il grande ex della gara Brennan Johnson, il cui tentativo di punta viene cancellato da un ottimo riflesso del portiere statunitense.

Nonostante i primi due tentativi andati a vuoto, l’ex Juve riesce comunque a mettere a referto l’assist nel secondo minuto di recupero del primo tempo: il suo cross pennellato si spegne sulla testa di Richarlison che prende il tempo a Turner e sigla il terzo gol nelle ultime due gare giocate, regalando ai suoi un vantaggio preziosissimo.

Il Forest, colpito nell’orgoglio, alza il ritmo nei primi minuti della ripresa, alla ricerca di una reazione alla rete incassata, ma il momento propizio si esaurisce poco prima del 60′ quando il Var annulla il pari di Elanga per posizione di offside sul cross basso di Neco Williams. Poco dopo il 60′, invece, è di nuovo Kulusevski a prendersi la scena, approfittando del rinvio errato di Turner e punendolo con il piede debole sul primo palo, chiudendo la partita e salendo a quota cinque nella classifica marcatori.

Il match prova a riaprirlo Bissouma a cui l’arbitro Gillett a venti minuti dal termine mostra il rosso diretto, dopo check al Var, per un intervento sconsiderato con la gamba alta su Yates. Sull’onda di questo episodio i padroni di casa generano due occasioni da corner che, però, si infrangono rispettivamente su Vicario e sul palo.

Gli Spurs, dunque, si portano a 33 punti in classifica, mettendo a referto un clean sheet che mancava da quasi due mesi, ma continuano a perdere pezzi, proprio quando Postecoglu iniziava a poter contare su importanti rientri: Brennan Johnson è uscito malconcio dopo un brutto colpo alla testa, Udogie salterà il prossimo turno per squalifica, considerata la quinta ammonizione rimediata, così come Bissouma, per cui i turni di stop saranno tre.

Per l’undici di Cooper, invece, arriva la quinta sconfitta nelle ultime sei con soli cinque gol realizzati. La situazione di classifica inizia a farsi preoccupante, al contrario di quanto si potesse pensare dopo i funzionali movimenti di mercato effettuati in estate.

NEWCASTLE 3-0 FULHAM (57′ Miley, 64′ Almiron, 82′ Burn)

Dopo la scottante eliminazione in Champions League maturata con l’1-2 in rimonta subìto dal Milan, il Newcastle torna a ruggire davanti al proprio pubblico rifilando un secco 3-0 al Fulham.

La chiave di volta della sfida arriva al 22′ quando Raul Jimenez rimedia un rosso diretto, mostrato dall’arbitro Barrott dopo la revisione al Var, per uno scellerato intervento a metà campo ai danni di Longstaff. Senza il proprio ariete i Cottagers, reduci da sedici reti all’attivo nelle ultime cinque gare, perdono gran parte del loro smalto offensivo e si rendono pericolosi solamente a metà della prima frazione con l’iniziativa personale di Iwobi neutralizzata da Dubravka.

La superiorità numerica detta, di fatto, i ritmi e gli equilibri della gara che con il passare dei minuti pendono fortemente dalla parte dei Magpies, che colpiscono una traversa con Gordon e passano in vantaggio al 57′ con il primo gol in carriera del 2006 Lewis Miley, a cui Howe, anche complice le numerose defezioni, sta concedendo sempre più ampio minutaggio, bravo nel tramutare in rete la serpentina di Bruno Guimaraes con un destro incrociato. Il raddoppio arriva pochi minuti dopo e consacra il ritorno al gol di Miguel Almiron, a secco in Premier dal 30 settembre, sugli sviluppi di uno scambio nello stretto tra Gordon e Longstaff, a cui segue il movimento ingannante di Wilson, mentre il tris giunge nel finale con il colpo di testa del rientrante Burn sullo splendido cross d’esterno ancora di Bruno Guimaraes.

Torna, dunque, a sorridere Howe dopo i tre ko di fila tra campionato e Champions, mettendo a referto la settima vittoria interna consecutiva in campionato, che, però, costa cara in termini di infortuni. Nel giorno dei reintegri di Burn, Longstaff e Botman, infatti, i Magpies perdono a gara in corso Schar e Joelinton (alla presenza numero 150), le cui condizioni andranno valutate nei prossimi giorni, a testimonianza dei numerosi errori commessi nella preparazione estiva, come ammesso anche dal tecnico dei bianconeri nel post-gara.

Sicuramente i due non ci saranno nel quarto di finale di Coppa di Lega contro il Chelsea in programma martedì, lo stesso impegno a cui dovrà prendere parte anche il Fulham, ospite dell’Everton nello stesso giorno.

WEST HAM 3-0 WOLVERHAMPTON (22′, 32′ Kudus, 74′ Bowen)

Dopo il 2-0 rifilato al Friburgo valso il primo posto nel girone di Europa League il West Ham sbriga con un secco 3-0 la pratica Wolverhampton riscattando i cinque gol incassati dal Fulham nell’ultimo turno.

Vittoria nel segno del solito Mohammed Kudus, di cui abbiamo tessuto le lodi anche nelle precedenti settimane, che tra il 23′ ed il 32′ indirizza definitivamente il match con una doppietta in cui racchiude gran parte del suo potenziale qualitativo. La prima rete arriva con un sinistro stretto sul primo palo da fuori area che prende in controtempo Bentley, la seconda con un destro incrociato dai 16 metri che vale il nono centro stagionale per l’ex Ajax. In entrambe i casi risultano fondamentali i suggerimenti illuminanti di Paquetà.

I Wolves abbozzano una reazione nella prima parte della ripresa, ma riescono a produrre soltanto un gol annullato a Sarabia per posizione irregolare sul cross basso di Semedo. Anche nel 3-0 che chiude definitivamente i giochi c’è lo zampino del centrocampista brasiliano ex Milan che scambia sulla trequarti con Bowen, bravo poi ad incrociare il destro per il decimo centro personale in campionato.

Con questi tre punti gli Hammers scavalcano il Brighton e tengono il passo del Newcastle in ottica sesto posto, mentre i lupi d’oltremanica, costretti ancora a rinunciare a Pedro Neto, scivolano in tredicesima posizione, figlia di un solo successo nelle ultime sei gare.

CHELSEA 2-0 SHEFFIELD UNITED (54′ Palmer, 61′ Jackson)

Torna al successo il Chelsea dopo le due sconfitte esterne rimediate contro Manchester United ed Everton, battendo per 2-0 lo Sheffield United nel segno di Palmer.

Proprio l’ex City, infatti, la sblocca ad inizio ripresa punendo da distanza ravvicinata e centrale l’incolpevole Foderingham sugli sviluppi di una delle tantissime iniziative di un altro ex Sky Blues: Raheem Sterling. Il 20 dei Blues si porta, così, a quota sei nella classifica marcatori e si rende protagonista anche in occasione del raddoppio con un assist, propiziato ancora dalla percussione di Sterling, che libera al più facile dei tap-in Nicolas Jackson, al settimo centro in questa Premier.

I blu di Londra legittimano il doppio vantaggio con ulteriori occasioni da rete, cestinate in sequenza da Gallagher, Mudryk e Disasi, lasciando le briciole ad uno Sheffield in grado di impensierire Petrovic, schierato tra i pali al posto dell’infortunato Sanchez, solamente con il doppio tentativo di Archer, sempre tra i più attivi.

Le Blades restano, quindi, l’unica squadra del torneo senza vittorie esterne, non riuscendo a dar seguito al successo di misura sul Brentford di settimana scorsa e vedendo allontanarsi il quartultimo posto a sei lunghezze, mentre l’undici di Pochettino riparte da questi tre punti con l’obiettivo di ritrovare nel periodo natalizio la continuità smarrita e tornare ad insidiare le zone nobili della classifica.

BOURNEMOUTH 1-1 LUTON (3′ Adebayo, 58′ Solanke) SOSPESA

Il match è stato sospeso al 60′ per il malore che ha colpito il capitano del Luton Tom Lockyer, su cui abbiamo fornito aggiornamenti qui.

Al momento dell’interruzione il match era fermo sull’1-1 in virtù delle reti di Adebayo per gli ospiti e Solanke per i padroni di casa, ma restano da capire le modalità di recupero che la FA deciderà di adottare. Infatti esiste una doppia possibilità: la prima prevede che si recuperi solamente l’ultima mezz’ora, mentre la seconda che venga recuperata l’intera partita.

Il regolamento della Federazione calcistica inglese, in tal senso, può venirci in soccorso: “Nel caso in cui una partita della competizione non venga giocata o venga abbandonata per cause su cui nessuno dei due club ha controllo, dovrebbe essere giocata nella sua interezza in una data da concordare di comune accordo tra i due club. e approvato dal concorso. In mancanza di tale accordo e notifica alla competizione entro [] giorni, la competizione avrà il potere di ordinare che la partita venga giocata entro una determinata data.

Ad ogni modo, considerata anche la situazione molto delicata, crediamo che la scelta finale spetterà alle squadre e che, a prescindere se si disputeranno 30 o 90 minuti, la gara verrà giocata nell’anno nuovo, considerato il calendario fittissimo che attende tutte le squadre inglesi negli ultimi giorni del 2023.

BURNLEY 0-2 EVERTON (19′ Onana, 25′ Keane)

Quarta vittoria consecutiva, la quinta nelle ultime sei, per l’Everton che espugna anche Turf Moor e si mette a distanza di sicurezza dalla zona rossa. Senza penalizzazione i Toffees sarebbero in piena lotta per l’Europa.

Per superare il Burnley la squadra di Dyche, applauditissimo dai tifosi di casa considerati i dieci anni di convivenza, di cui sette nella massima serie, impiega 25 minuti. Onana la sblocca al 19′ tramutando in gol con un colpo di testa il corner calciato da McNeil, aprendo anche il proprio conto personale in questa Premier dopo la rete in Coppa di Lega sempre contro i Clarets. Passano appena sei minuti e Michael Keane, a secco dallo scorso 3 aprile, sigla il più classico dei gol dell’ex capitalizzando l’ottima transizione interna su un calcio piazzato da metà campo, sfruttando anche il favorevole rimpallo tra Trafford e O’Shea sulla sua prima conclusione per piazzare il destro vincente.

La reazione dell’undici di Kompany è affidata ad Amdouni, a cui prima viene cancellato il tap-in da un miracoloso intervento di Godfrey e poi disinnescato il destro diretto all’incrocio da un ottimo riflesso di Pickford, e Berge che a dieci dalla fine colpisce la traversa su cui si infrangono tutte le velleità di rimonta.

La quarta affermazione senza reti concesse permette all’Everton di essere la squadra ad aver collezionato il maggior numero di clean sheet (6) e certificare il proprio status di outsider. Il Burnley, invece, resta inchiodato al penultimo posto con la panchina di Kompany sempre più scricchiolante e la speranza di recuperare al più presto Koleosho.

Classifica e prossimo turno

1

Arsenal

39 17 12 3 2 35:15 +20
2

Liverpool

38 17 11 5 1 36:15 +21
3

Aston Villa

38 17 12 2 3 37:21 +16
4

Manchester City

34 17 10 4 3 40:20 +20
5

Tottenham

33 17 10 3 4 35:23 +12
6

Newcastle

29 17 9 2 6 36:21 +15
7

Manchester United

27 17 9 1 7 18:21 -3
8

West Ham

27 17 8 3 6 29:30 -1
9  Brighton 26 17 7 5 5 33:30 +3
10 Chelsea 22 17 6 4 7 28:26 +2
11 Fulham 21 17 6 3 8 26:29 -3
12

Brentford

19 17 5 4 8 24:24 0
13

Wolverhampton

19 17 5 4 8 21:29 -8
14

Bournemouth*

19 16 5 4 7 21:30 -9
15

Crystal Palace

17 17 4 5 8 17:25 -8
16

Everton

16 17 8 2 7 22:20 +2
17

Nottingham Forest

14 17 3 5 9 17:30 -13
18

Luton Town*

9 16 2 3 11 17:32 -15
19

Burnley

8 17 2 2 13 16:36 -20
20

Sheffield United

8 17 2 2 13 12:43 -31

– Everton 10 punti di penalizzazione

* Una partita in meno

Prossimo turno:

Giovedì 21 dicembre

Crystal Palace 21:00 Brighton

Venerdì 22 dicembre

Aston Villa 21:00 Sheffield United

Sabato 23 dicembre

Manchester City RINVIATA Brentford

West Ham 13:30 Manchester United

Tottenham 16:00 Everton

Nottingham Forest 16:00 Bournemouth

Fulham 16:00 Burnley

Luton 16:00 Newcastle

Liverpool 18:30 Arsenal

Domenica 24 dicembre

Wolverhampton 14:00 Chelsea

 

Premier League

Leicester-Chelsea, probabili formazioni e dove vederla

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Premier League

Leicester-Chelsea apre la dodicesima giornata di Premier League. Enzo Maresca torna per la prima volta al King Power Stadium da avversario.

Benissimo il Chelsea in questo avvio di stagione. Terzo in Premier League, a -4 dal City secondo e a -9 dal Liverpool primo. Due squadre che, al momento, sembrano di un’altra categoria, ma con tutte le altre i Blues di Enzo Maresca se la giocano alla grande. Appena quattro sconfitte stagionali, di cui solo due in Premier.

Male, a tratti malissimo il Leicester del suo successore Cooper. Le foxes sono infatti 15esime in classifica con 10 punti conquistati in 11 partite, con la quarta peggior difesa del torneo. Il periodo d’oro targato Ranieri (prima) e Rodgers (poi) sembra lontanissimo, ma altrettanto lontana è anche una salvezza tranquilla.

Qui Leicester

Nessun dubbio sulla presenza di Hermansen in porta. A destra l’unica scelta possibile è Justin, con l’unica alternativa (Ricardo Pereira) che ha ancora molti mesi di infortunio da passare ai box. Certi del posto anche Kristiansen e Faes, mentre per l’altra maglia al centro della difesa ballottaggio Vestergaard-Okoli. Le ultime due le ha giocate il danese, ma la velocità degli avanti del Chelsea potrebbe indurre Cooper a delle riflessioni.

A centrocampo certi di un posto solo Winks e Ndidi, i loro compagni di reparto dipenderanno dalla struttura che il tecnico gallese intenderà dare alla sua squadra. Il nigeriano potrebbe giocare in mediana ma anche più avanzato, sulla linea dei trequartisti. Reparto in cui certamente Cooper non avrà a disposizione Buonanotte (squalificato) e Fatawu, che si è rotto il crociato in nazionale: la sua stagione finisce qui.

Questo lascia Cooper sprovvisto di un esterno di piede mancino. L’alternativa naturale sarebbe Ayew, ma al pari del suo connazionale anche lui è tornato acciaccato dagli impegni con il Ghana. Cooper ha detto che non è nulla di grave, ma è comunque in dubbio. E’ favorito, ma in caso di forfait giocherebbe uno fra De Cordova-Reid e McAteer: con il primo in vantaggio. Non è escluso nemmeno la possibilità che Cooper rispolveri la difesa a tre.

A sinistra dovrebbe tornare titolare Mavididi, mentre per il ruolo da trequartista è corsa a due fra Soumaré ed El Khannous. Il marocchino giocherebbe sulla trequartista con Ndidi in mediana, mentre il francese farebbe avanzare il nigeriano sulla linea dei trequartisti. Davanti Vardy dovrebbe recuperare, in questi giorni si è allenato con il gruppo. Recuperato anche Daka, che però non fa minuti in gare ufficiali dalla scorsa stagione.

Qui Chelsea

In porta dovrebbe giocare Sanchez, che è il titolare designato da Maresca nonostante qualche errore. Per il resto il tecnico italiano ha almeno una decina di giocatori in dubbio, ma la maggior parte di loro dovrebbe recuperare in tempo. Gusto, Fofana, Colwill, Lavia, Palmer e Sancho: tutti questi sono stati considerati in forse nella sosta per le nazionali. Di questi solo Palmer è tornato in gruppo, ma anche gli altri non destano preoccupazione.

Possibile quindi che i primi tre possano completare il reparto difensivo con Cucurella. Non dovesse recuperare l’ex-Fofana giocherebbe Adarabioyo, mentre per l’eventuale sostituzione di Colwill sarebbe corsa a due fra Badiashile e Disasi. Gusto dovrebbe giocare, anche perché la sua alternativa (Reece James) è di nuovo out. Il dubbio principale in mediana riguarda Moses Caicedo, che tornerà in Inghilterra giusto a ridosso della partita.

Lui, così come Enzo Fernandez e Jackson, saranno gli ultimi giocatori che Maresca accoglierà al rientro delle nazionali e dovrebbero scendere in campo con pochissimi allenamenti nelle gambe. Come detto, Lavia dovrebbe riuscire a recuperare. Al suo fianco o Caicedo o Enzo, ma è pronto l’altro ex della partita (Dewsbury-Hall) se Maresca volesse far riposare i sud-americani. Anche Veiga in lizza per giocare, se il belga non sarà al top.

Davanti pochi dubbi sulla presenza di Madueke e l’ex-Lazio Pedro Neto sulle fasce, con Palmer che viene considerato come recuperato. Davanti molto dipenderà dalle condizioni dell’attaccante senegalese, per cui vale lo stesso discorso fatto sopra per i due sud-americani. Maresca non ha una vera e proprio alternativa a Jackson in rosa, motivo per il quale al suo posto potrebbe adattarsi uno fra Nkunku e Felix o anche Palmer falso nueve.

Leicester-Chelsea

Leicester-Chelsea, probabili formazioni

Leicester (4-2-3-1): Hermansen; Kristiansen, Vestergaard, Faes, Justin; Winks, Ndidi; Mavididi, El Khannous, Jordan Ayew; Vardy.

Chelsea (4-2-3-1): Sanchez; Cucurella, Colwill, Adarabioyo, Malo Gusto; Dewsbury-Hall, Lavia; Pedro Neto, Palmer, Madueke; N.Jackson.

Leicester-Chelsea, dove vederla

Leicester-Chelsea, con calcio d’inizio alle 13:30 al King Power Stadium di Leicester, è un’esclusiva Sky e come tale sarà trasmessa in diretta sul canale Sky Sport Calcio e in streaming su NOW TV e Sky GO.

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Premier League

Manchester United, Eriksen potrebbe partire a gennaio

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Manchester United, Ruben Amorim

 Ruben Amorim è diventato il nuovo tecnico del Manchester United. Eriksen è tra i possibili partenti, per lui c’è l’interesse del Fenerbahce.

Il tecnico portoghese, arrivato questa settimana al posto di Erik ten Hag, sembra avere le idee chiare. Ha già individuato i possibili partenti che non fanno parte del suo progetto, tra questi presente anche Eriksen. L’ex Inter ha offerte dall’Arabia e dalla Turchia.

Mourinho tiene d’occhio Eriksen

Sul centrocampista danese sembra aver messo gli occhi il Fenerbahce, squadra allenata da Jose Mourinho. I due hanno già lavorato insieme ai tempi del Tottenham, con l’allenatore portoghese che non ha mai nascosto la sua ammirazione per le qualità dell’ex Inter. La società turca sta preparando un’offerta per convincere Eriksen ha lasciare Manchester già a gennaio, in direzione Istanbul. Ipotesi molto probabile visto che per lui non sembra esserci davvero futuro a Old Trafford.

Manchester United

Roma’s Head Coach Jose Mourinho portrait during italian soccer Serie A match Venezia FC vs AS Roma at the Pier Luigi Penzo stadium in Venice, Italy, November 07, 2021 – Credit: Ettore Griffoni

Manchester United, non solo Eriksen in partenza

Amorim vuole gettare le basi per il futuro e, cercare di limitare i danni in questa stagione. Il tecnico portoghese sembra già aver scelto chi non farà parte del suo progetto e che quindi potrebbe cambiare aria già nella prossima finestra di mercato. Oltre Eriksen, ci sono altri 3 giocatori fuori dal progetto Manchester United: Antony, Casemiro e Lindelof. Per tutti e 3 sembrano esserci dei club arabi, con gli ultimi due che sono sul fine carriera e dunque potrebbero accettare la destinazione. Antony invece è probabilmente il più grande flop dell’era moderna ma è ancora molto giovane. Situazione da monitorare con tanti club che hanno cominciato a sondare il terreno.

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Premier League

Manchester City, Guardiola rinnova: ora lo seguirà Haaland

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Slovenia-Norvegia, Haaland

Pep Guardiola rinnova con il Manchester City con un contratto fino al 2026 che non prevede clausole rescissorie. Ora è pronto il maxi-rinnovo anche per Haaland.

Il Manchester City e Pep Guardiola proseguiranno la loro storia d’amore. L’allenatore catalano ha firmato un rinnovo di contratto fino al 2026, con un’opzione per estenderlo al 2027. Una decisione che consolida la sua leadership nel club inglese e ribadisce la fiducia reciproca con la proprietà guidata dal presidente Khaldoon Al-Mubarak.

Fonti vicine al tecnico confermano che l’accordo non prevede clausole liberatorie, nemmeno in caso di retrocessione o in relazione alle pesanti accuse che pendono sulla società, ovvero i 115 capi d’imputazione.

L’intesa è stata siglata nei giorni scorsi ad Abu Dhabi, dove Guardiola ha incontrato Al-Mubarak in un blitz strategico. La notizia del rinnovo rappresenta un segnale forte di stabilità per il progetto sportivo dei cityzens, che punta a consolidare il proprio dominio in Inghilterra e in Europa.

Manchester City

Manchester City, il legame chiave con Haaland

La permanenza di Guardiola potrebbe giocare un ruolo decisivo anche per trattenere Erling Haaland. Il norvegese, autore di stagioni straordinarie in maglia biancazzurra, avrebbe accolto con entusiasmo il rinnovo del tecnico. Secondo quanto riportato da The Sun, il Manchester City è pronto a offrire al bomber un contratto quinquennale con un adeguamento economico che potrebbe far impallidire ogni precedente.

Si tratta di una cifra ben oltre i 120 milioni di euro complessivi, bonus esclusi. Un passo che mira a blindare il 24enne norvegese, la cui intesa con Guardiola è considerata cruciale per il futuro del club.

Attualmente Haaland percepisce circa 22 milioni di euro l’anno. L’intenzione della società è non solo quella di prolungare il rapporto con il giocatore oltre il 2027, ma anche di dimostrargli un impegno totale verso il progetto, continuando a costruire una squadra che possa supportarlo al massimo.

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