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Lotito: “Sul Decreto Crescita pura demagogia”
Il presidente della Lazio, Claudio Lotito, è tornato a parlare dell’abolizione del Decreto Crescita e lo ha fatto sulle pagine de “Il Foglio”.
Cosa ha detto Lotito?
A quanto pare la retorica vuota e populista, ai limiti del puerile, di Matteo Salvini non piace neppure ai suoi alleati di governo. Almeno a giudicare dalle parole di Claudio Lotito, che per l’ennesima volta non le ha mandate a dire.
L’obiettivo dell’invettiva del presidente della Lazio, manco a dirlo, l’abolizione del Decreto Crescita da parte del Governo Meloni. Il patron bianco celeste ha ribadito la sua posizione in un’intervista concessa a “Il Foglio“.
❝Chi, come Umberto Calcagno (presidente dell’Associazione Italiana Calciatori, ndr), dice che il Decreto Crescita rovina i settori giovanili di calcio non capisce nulla. Questo provvedimento è pura demagogia. L’anno scorso abbiamo avuto tre squadre italiane finaliste nelle coppe europee. Da adesso in poi sarà molto più difficile essere competitivi. Spiegatemi voi come farà adesso, per esempio, la Roma a trattenere i Lukaku o i Mourinho. Come fa a pagargli lo stipendio? Non è un problema solo del calcio, ma di tutto lo sport. Il basket italiano ha due squadre che possono competere per l’Eurolega. Ora si bloccherà tutto.❞
L’eco di Carnevali
Leggi anche: “Salvini mente sapendo di mentire. L’abolizione del Decreto Crescita non aiuterà i giovani italiani“.
A fare ecco alle parole di Claudio Lotito ci ha pensato l’amministratore delegato del Sassuolo Giovanni Carnevali, in una recente intervista concessa a Sky Sport poco prima del match fra i neroverdi e il Milan di sabato scorso.
Carnevali non solo ha ribadito la propria posizione sull’abolizione del Decreto Crescita, ma ne ha anche approfittato per tirare una bordata a Salvini. “Certa gente parla come se non sapessimo fare il nostro lavoro, ma gestire un club è complicato. Noi pensiamo sempre ai settori giovanili, mentre da loro non abbiamo ricevuto nessun tipo di aiuto. Neanche durante il Covid“.
Le parole di Carnevali sono un chiaro riferimento alle parole pronunciate dal deputato leghista Luca Toccalini, che al termine del Cdm che ha portato alla abolizione del Decreto Crescita aveva intimato ai club di “puntare di più sui giovani italiani anziché comprare stranieri scarsi” proprio su input di Salvini.
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Milan, Fonseca su Rafael Leao:” Lui sa perché non ha giocato e ha capito”
Milan, il dubbio che avevamo espresso questa mattina era del tutto legittimo, Fonseca infatti spiega nell’immediato post partita la situazione Leao.
Nel post partita di questa sera contro lo Slovan Bratislava è intervenuto ai microfoni di Sky Paulo Fonseca il quale ha legittimato tutti i nostri dubbi di questa mattina.
Rafael Leao non è stato lasciato in panchina per la botta rimediata contro la Juventus di sabato scorso, bensì per scelta tecnica.
Le sue parole:” Io parlo sempre con Rafa, lui sa perché non ha giocato e ha capito. Quando è entrato è stato decisivo e io sono soddisfatto di vedere questo atteggiamento anche quando sta in panchina”.
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Juventus, il sogno in difesa è classe 2003
Alla Juventus si sta intavolando una trattativa per colmare il vuoto lasciato in difesa da Gleison Bremer: ecco chi è il giocatore che potrebbe sostituirlo.
La trattativa è già avviata: questo pomeriggio a riportare la notizia sono svariate fonti, Tuttosport compreso. L’oggetto è l’avvio della trattativa per un giovane prospetto classe 2003, cresciuto professionalmente al Benfica, dalle giovanili alla Prima Squadra.
Alludiamo al giovane difensore centrale portoghese Antonio Silva, che sarebbe un ottimo sostituto per Gleison Bremer, colpito da un infortunio al crociato.
Il lusitano è valutato dal Benfica 40 milioni di euro.
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Amarcord Juventus: 28 anni fa la conquista di una Coppa illustre
Ventotto anni fa la Juventus vinceva il suo ultimo trofeo internazionale di primo piano: la Coppa Intercontinentale. Autore della vittoria un immenso Del Piero.
Il 26 novembre 1996 un gol di Alessandro Del Piero all’81’ regalò alla Juventus la Coppa Intercontinentale, l’ultimo trofeo internazionale conquistato dai bianconeri.
A Tokyo, nella gara secca contro il River Plate, fu proprio il numero 10 della Juventus a decidere una sfida che, secondo lui stesso, “avremmo dovuto vincere 5-0, non 1-0“. Quel gol, come ricordato da Del Piero nel suo libro Manualex, è uno dei momenti più belli della sua carriera: “Quando segnai il gol-vittoria non capii più niente”.
Juventus, la partita
La Juventus di Marcello Lippi scese in campo con un 4-3-1-2: Peruzzi; Torricelli, Ferrara, Montero, Porrini; Di Livio, Deschamps, Jugovic; Zidane; Del Piero, Boksic.
In panchina, tra gli altri, c’erano Tacchinardi, subentrato all’89′ per Zidane, Vieri e Padovano.
Dall’altra parte, il River Plate, guidato da Ramón Díaz, si affidava a una formazione piena di futuri campioni: Bonano; Hernán Díaz, Celso Ayala, Berizzo, Sorin; Monserrat, Astrada, Sergio Berti; Francescoli; Ortega, Cruz.
Particolarmente interessante era la sfida tra i due numeri 10: Del Piero per la Juventus e Ortega per il River.
“Due giorni prima mi avevano comunicato che la regia giapponese avrebbe dedicato telecamere speciali a noi due”, ha raccontato Del Piero, aggiungendo che la notizia lo aveva riempito di responsabilità.
A distanza di 28 anni, quella Coppa Intercontinentale rimane l’ultimo trionfo internazionale importante della Juventus. All’epoca, la Coppa si assegnava in una gara secca tra la vincitrice della Champions League e quella della Copa Libertadores, mentre oggi si disputa il Mondiale per Club, un torneo con un format completamente diverso.
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