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Marsiglia: Gattuso sul banco degli imputati
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Marsiglia: Gattuso è finito sul banco degli imputati. Dopo il pareggio interno contro il Metz, ecco il paragone con i tecnici dell’OM degli ultimi dieci anni
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Marsiglia: il Velodrome, casa dell’OM
Serviva una vittoria al Marsiglia nell’anticipo della 21esima giornata di Ligue 1 per invertire quella rotta che nelle ultime settimane si è fatta preoccupante.
Ma al Velodrome, contro un Metz terzultimo in classifica e reduce da 7 sconfitte di fila in campionato (senza vittorie da fine Novembre), l’OM non è riuscito ad andare oltre al pareggio.
Un risultato che ha reso ancora più caldo un ambiente già estremamente deluso dall’andamento della squadra in questa stagione e che ha spinto sul banco degli imputati Gennaro Gattuso.
Approdato a Marsiglia lo scorso 27 Settembre per sostituire Marcelino, l’ex tecnico di Milan, Napoli e Valencia non è riuscito a convincere sotto il profilo dei risultati.
Zero vittorie nel 2024
Nelle ultime settimane, il Marsiglia ha frenato bruscamente la sua corsa in campionato.
Nel 2024 l’OM ha messo in cascina solo 3 punti frutto dei pareggi con Strasburgo, Monaco e appunto Metz e della sconfitta con il Lione.
E’ la prima volta dal 2001 che l’OM non riesce a vincere nessuna delle prime 4 partite dell’anno.
In 10 anni la peggior media punti
Gattuso ha sin qui totalizzato quindici panchine in Ligue 1, ottenendo 21 punti in tutto.
Questo vuol dire che sta viaggiando ad una media di 1,4 punti a partita, ovvero la peggiore dell’OM negli ultimi 10 anni.
Come riportato da ‘RMC Sport’, dal 2014 in poi nessuno degli allenatori che si sono alternati sulla panchina del Marsiglia e che hanno disputato almeno 15 gare hanno raccolto così pochi punti.
Meglio di tutti, in questa speciale classifica ha fatto Bielsa con 34 punti, seguito da Sampaoli (31), Tudor (30), Villas-Boas (28), Rudi Garcia (24) e Michel (23).
Gattuso ha ottenuto lo stesso numero di punti di José Anigo nel 2014.
Il commento di Gattuso
Gattuso, dopo il pareggio con il Metz e settimo in Ligue 1, ha commentato il momento che sta vivendo la sua squadra:
“Si può parlare di una mini crisi, visto che sono cinque partite che non riusciamo a vincere. Può sembrare strano oggi parlare di quarto posto, ma se non credo in questo obiettivo me ne torno a casa.
Dobbiamo pensare come gruppo, giocare come squadra e non da singoli individui. Mancano ancora tante partite e bisogna crederci.
Sono il capitano di questa squadra e voglio portarla al successo. Oggi abbiamo fatto quello che dovevamo, ma se non segni tutto diventa più difficile”.

Da un passo dall’addio a statistiche da urlo: Raphinha brilla a Barcellona con 38 gol e 23 assist finora in stagione, e il campionato non è ancora finito.
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Il talento brasiliano Raphinha sta vivendo una stagione straordinaria con il Barcellona. Con ben 38 gol segnati e 23 assist forniti, il giocatore si sta dimostrando fondamentale per la squadra catalana, come dimostra anche la partita di oggi contro il Real Madrid, in cui l’esterno ha realizzato una doppietta.
L’impatto di Raphinha sul Barcellona
L’arrivo di Flick al Barcellona ha portato una ventata di freschezza e dinamismo nell’attacco blaugrana, con Raphinha tornato al centro del progetto proprio quando sembrava a un passo dall’addio. La sua capacità di segnare e creare opportunità per i compagni lo ha reso un elemento chiave nel sistema di gioco del club. I tifosi e gli esperti del settore calcistico non vedono l’ora di scoprire cosa riserverà la seconda metà della stagione per questo incredibile talento.
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Fonte: l’account X di Schira
Now 61! 38 goals scored and 23 assists provided for #Raphinha in this season with #Barça and there is the second half yet… https://t.co/FUiIkCYirl
— Nicolò Schira (@NicoSchira) May 11, 2025

L’Amburgo, dopo 7 anni passati nella seconda serie tedesca, è matematicamente promossa in Bundesliga con un turno di anticipo.
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Dopo 7 lunghi anni l’orologio del Volksparkstadion può tornare a ticchettare. L’Amburgo, grazie al largo successo per 6-1 ottenuto contro l’Ulm, è matematicamente promosso in Bundesliga. Il calcio tedesco ritrova un grande club caduto in disgrazia, che ha faticato non poco prima di poter risalire. Squadra di vertice in Germania, la più antica del paese, vanta 6 Meisterschale e 3 Coppe nazionali, e specialmente negli anni 70-80′ rappresentava una big del calcio europeo. Nella stagione 1982-1983 si laureò campione d’Europa battendo in finale di Coppa dei Campioni la Juventus, con il gol di Felix Magath.
Amburgo, 7 anni di purgatorio
Dopo essere retrocesso per la prima volta nella sua storia in ZweiteLiga nel 2018, l’Amburgo ha sfiorato per più volte la promozione nelle varie stagioni, svanendo spesso all’ultimo. HSV è arrivata per due anni al 4° posto, fuori dal podio per un solo punto. Mentre due anni fa perse lo spareggio promozione/playout contro l’Herta Berlino. Ora finalmente l’Amburgo può festeggiare. Con l’ultimo successo, infatti, i Dinosauri hanno staccato di 4 punti il duo di squadre al terzo posto in classifica, l’Elversberg e il Paderborn. Quando manca una giornata al termine della Bundesliga 2, HSV si è assicurata un posto tra le prime 2.

BOCHUM, GERMANY – APRIL 28, 2023: Ball Select. The football match of Bundesliga VfL Bochum 1848 vs Borussia Dortmund at Vonovia Ruhr Stadion
Grande meriti vanno al giovane tecnico dell’Amburgo, Merlin Polzin. Subentrato come allenatore ad interim a metà novembre al posto di Steffen Baumgart, Polzin è riuscito a risollevare la squadra dopo un avvio di stagione difficile, che non sembrava vedere la squadra tra quelle in lotta per la promozione. Affidandosi agli uomini di maggior esperienza, il giovane allenatore ha saputo liberar e tutto il talento offensivo della squadra, come dimostrano i numeri. Con 76 gol segnati, l’Amburgo è il miglior attacco del torneo, e può vantare anche il capocannoniere del campionato, David Selke, autore di 22 reti.
A seguito della retrocessione, la società decise di rimuovere il famoso orologio presente sugli spalti dello stadio. Chissà che questa promozione non sia l’occasione per poterlo rivedere. Di certo, l’Amburgo tornerà a calcare i campi più prestigiosi di Germania dopo una lunga attesa.

Ajax, quest’oggi, alle 16:45 i Lancieri affrontano il NEC con la possibilità di chiudere i giochi. Per Farioli sarebbe il primo trofeo, e un primato tutto italiano.
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Francesco Farioli è a un passo dall’entrare nella storia del calcio olandese. Con l’Ajax lanciatissimo verso il titolo, la 32ª giornata dell’Eredivisie potrebbe essere quella decisiva per incoronare l’allenatore toscano come primo tecnico italiano a vincere il massimo campionato dei Paesi Bassi. Un traguardo straordinario per un tecnico giovane e visionario, che solo un anno fa approdava ad Amsterdam con l’obiettivo di ricostruire una squadra smarrita. Oggi è a un soffio dal trionfo.
Alle 16:45, i Lancieri scenderanno in campo alla Johan Cruijff Arena contro il NEC Nijmegen, formazione già matematicamente salva e senza più obiettivi stagionali. Prima, però, avranno un prezioso vantaggio, ovvero conoscere l’esito del big match tra Feyenoord e PSV Eindhoven, in programma alle 14:30 a Rotterdam. In caso di sconfitta degli uomini di Peter Bosz, secondi a 70 punti, e contemporanea vittoria dell’Ajax, che guida la classifica a quota 74, il distacco diventerebbe incolmabile (77-70) con solo due turni da giocare. E sarebbe campione d’Olanda.
Un’impresa che vale doppio per l’Ajax
Per l’Ajax, si tratterebbe del 37° titolo nazionale, un record che si allungherebbe ulteriormente nella storia del calcio olandese. Ma a rendere l’impresa ancora più significativa è il percorso del suo timoniere. Francesco Farioli, classe 1989, nato a Barga (Lucca), ha costruito la sua carriera passo dopo passo, partendo dai campi turchi con Karagümrük e Alanyaspor, fino alla Ligue 1 con il Nizza, dove ha fatto parlare di sé per il gioco propositivo e la valorizzazione dei giovani.
E proprio sui giovani ha fondato la sua filosofia anche ad Amsterdam. Non è un caso che la rinascita dell’Ajax sotto la sua guida sia coincisa con l’esplosione di un’intera nuova generazione di talenti quali Jorrel Hato, classe 2006, leader della difesa; Mikayil Mokio, addirittura 2007, e già aggregato in prima squadra; poi ancora Baas, Fitz-Jim e Godts, tutti protagonisti di un progetto tecnico che ha puntato su energia, intensità e coraggio.
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