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Faggiano e D’Aversa: la Fiorentina riparte da loro?

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Complice l’anticipo del venerdì sera la Fiorentina ha iniziato il periodo per la sosta delle nazionali per prima, come per prima la Viola ha dato il via al toto allenatore per la prossima stagione. A dire il vero, è stato lo stesso Pioli a dare il via alle danze, con dichiarazioni che hanno manifestato uno scontento, anche se ha voluto ribadire che il senso era un altro, per una situazione che lo vede a scadenza di contratto e che la sua decisione è stata presa, indipendente dalle proposte della Fiorentina. Proposte che non sono arrivate e che quasi certamente non arriveranno per il tecnico nativo di Parma. La dirigenza, a torto o a ragione, non è contenta della posizione in classifica e ritiene che con questa rosa si poteva fare di più. C’è un semifinale di Coppa Italia ancora in ballo e forse neanche l’esito più bello potrebbe influire sulle prossime strategie.

Se Pioli andrà via, come pare quasi certo, i nomi in ballo sono diversi: da Di Francesco, scottato dall’esperienza romana, e già inisistentemente cercato da Corvino prima di Pioli e ora difficilmente potrebbe trovare una formazione da Champions che gli dia la panchina; Giampaolo che sta facendo molto bene a Genova e anche lui contattato già in passato; Leonardo Semplici che sta lottando per un altro miracolo SPAL, una seconda salvezza dopo averla portata in A dalla Lega Pro. Semplici tecnico fiorentino e tifoso viola era stato scelto da Corvino, nella precedente gestione del dirigente salentino, per la panchina della Primavera gigliata.

Un nome che però sta prendendo forza che potrebbe coniugare la ricerca di un tecnico emergente ma già vincente è quello di Roberto D’Aversa. Il tecnico nativo di Stoccarda ha guidato il Parma dalla Lega Pro alla Serie A, e quest’anno ha stupito tutti portando il Parma a ridosso della zona Uefa. Le mire di Corvino si sono posate su di lui, ma non solo: l’occhio esperto del dirigente salentino si è posanto anche sul DS Daniele Faggiano. Corvino rivede in Faggiano il suo modo di fare calcio. Faggiano è stata la mente del progetto tecnico che ha riportato il Parma in alto. Entrambi salentini e decisionisti potrebbero convivere nella prossima Fiorentina. L’attuale direttore sportivo viola Freitas potrebbe lasciare il proprio incarico per andare in Francia al Monaco, ecco allora che Faggiano potrebbe subentrargli portando con sè il mister che lo ha accompagnato nella cavalvcata gialloblù.

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Roma, la Turchia chiama: due giocatori all’appello

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Roma, Nicolò Zaniolo

Dopo il tecnico della Roma José Mourinho e Nicolò Zaniolo, altri due giallorossi potrebbero optare per un trasferimento in terre turche: la situazione.

La Turchia esercita un fascino irresistibile su allenatori e giocatori, anche in virtù delle maggiori chance di mettersi in mostra e di congrui stipendi.

Stando a quanto riportato dal Messaggero, due giocatori della Roma potrebbero farci un pensierino: con l’agente del primo sono già in corso dialoghi, l’altro sarebbe un obiettivo.

Roma, chi sono i due giocatori in odore di Turchia

Il primo risponde al nome di Paulo Dybala: dopo essere stato sul punto di partire per l’Arabia Saudita (per giocare all’Al-Qadsiah, ndr) la scorsa estate, la Joya potrebbe cedere alla tentazione di un trasferimento in Turchia.

Nel suo caso, al raggiungimento di ulteriori 7 presenze da minimo 45 minuti, scatterà il rinnovo autonomatico con il club giallorosso fino al 2026 con un incremento di stipendio fino a raggiungere quota 9 milioni di euro inclusi i bonus. I Friedkin, com’è noto, reputano la cifra eccessivamente alta e quindi potrebbero agevolare un eventuale trasferimento.

Il club che è interessato all’attaccante argentino è il Galatasaray, che la scorsa sessione di calciomercato aveva fatto una proposta, poi declinata, anche al compagno di squadra Nicola Zalewski.

Il procuratore del giocatore, Carlos Novel, è volato ieri in Turchia dove ha incontrato i dirigenti del club di SuperLig. Successivamente ha assistito al match contro il Trabzonspor, vinto 4-3. Dalla Turchia filtra ottimismo circa la possibilità che Dybala dica di sì.

Dybala è il principale obiettivo, ma non il solo

Il club turco ha mostrato interesse anche per il capitano della Roma Lorenzo Pellegrini.

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Crisi Milan, è tutta colpa di Fonseca? No, ma… | L’editoriale di Mauro Vigna

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Milan

Crisi Milan, difficile chiamarla in maniera diversa dopo il pareggio di ieri contro il Genoa. Ma di chi sono le colpe? Tutte di Fonseca?

Noi tifosi lo sappiamo, quando c’è una stagione no, si cerca sempre un capro espiatorio. Colui al quale addossare tutte le colpe, o gran parte di esse. Nel nostro caso il colpevole sembra essere – e dico sembra – Paulo Fonseca.

Vero, analizzando i numeri, sono impietosi. Ottavo posto, idea scudetto morta e sepolta e rischio concreto di non qualificarsi per la prossima Champions League, a meno che non vinciamo questa edizione, e qui parte una grassa e fragorosa risata.

Ad oggi due sono i capri espiatori: Fonseca Theo Hernandez. E uno è la conseguenza dell’altro, difficile dire chi ha iniziato prima a fare ripicche, ma il calcio, soprattutto la Serie A, non è l’oratorio, con tutto il rispetto. I giocatori guadagnano in un anno, quantomeno i top, quello che un italiano medio non guadagna in una vita, ergo la maglia va sudata. Il francese probabilmente usa la stessa casacca per più gare, non puzzando di sudore.

Tutta colpa di Fonseca? No…ma quando i risultati non arrivano – e non stanno arrivando – va cambiato l’allenatore. Di solito funziona così. Soprattutto se l’allenatore dimostra di non avere in mano lo spogliatoio e cerca continuamente alibi senza mai, e ripeto mai, fare un mea culpa, che potrebbe essere ristoratore in certi casi.

Per Fonseca la colpa è sempre di altri. Dei giocatori che non lo capiscono, che non corrono, che non si impegnano, che difendono male individualmente…fino ad arrivare all’attacco sugli arbitri. Ci sta tutto, ogni situazione va analizzata, ma cavoli…è mai colpa sua? E soprattutto, da luglio a dicembre, quanto tempo ha avuto Fonseca per provare a spiegare il suo calcio? Tra poco finisce l’anno e si vedono in campo ancora giocatori spaesati. Lo stesso Rafael Leao ha detto ieri di iniziare a capire il suo gioco. A dicembre???

Certamente, le colpe vanno divise con una dirigenza scriteriata, e vorrei dire di peggio, ma la censura avrebbe la meglio. Non è certamente colpa di Fonseca se la dirigenza davvero crede di avere una squadra da scudetto. Non è certamente colpa di Fonseca se la dirigenza non prende posizione su nulla. Non è certamente colpa di Fonseca quando il mercato è volto solo all’acquisto di giocatori low cost e poco utili alla causa. Non è certamente colpa di Fonseca se chiede di far restare Saelemaekers e dopo due giorni glielo cedono, mandando a scatafascio ogni idea di equilibrio in campo.

La mia opinione è che le colpe vanno divise equamente, ma allo stesso tempo non si può aspettare oltre. Serve un cambio in panchina, che sia Allegri o Sarri, rimarrei in Italia per scegliere un tecnico, senza andare a scervellarmi in soluzioni esotiche così gradite alla dirigenza perché costano poco. Ma ce lo vogliamo immaginare questo Milan con Antonio Conte in panchina? Ecco…pensiamoci subito e agiamo, consiglio da amico alla dirigenza.

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Milan, Allegri ha detto sì da tempo ma può non bastare: la situazione

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Milan

Milan, da diverse settimane e ancora pochi giorni fa abbiamo scritto di contatti tra la dirigenza rossonera e il tecnico livornese. Andiamo a scoprire qui di seguito ulteriori dettagli.

Il flirt tra il Milan Massimiliano Allegri ha origine da questa estate quando il tecnico, tramite il suo entourage, si propone direttamente ai rossoneri pochi giorni prima che la scelta propendesse definitivamente su Paulo Fonseca. Da lì i contatti a onor del vero non sono mai scemati, anzi hanno avuto un’escalation notevole in queste ultimissime settimane.

Allegri ha detto sì, la volontà è infatti quella di tornare ad allenare in Serie A ed è quindi disposto a prendere il Milan anche in corsa. I pro sono notevoli, è italiano e conosce a menadito il nostro campionato, conosce perfettamente anche gli ambienti e le dinamiche di Milanello, è in grado di sistemare la difesa oltre che gestire senza alcun problema i top player.

Tutto questo può bastare? Certamente no, la volontà del Milan non sarebbe quella di cambiare in corsa, ma è scontato che se nel breve non arrivassero risultati e punti un cambio sarebbe inevitabile. Tutto è quindi legato ai prossimi risultati, a partire da venerdì sera contro il Verona, importante crocevia.

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