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Chiesa lascia la nazionale. Operazione recupero in vista dell’Atalanta
Federico Chiesa non giocherà le prossime gare con la nazional azzurra previste per sabato contro la Finlandia e il prossimo martedì contro il Liechtenstein, valevoli per le qualificazioni ad Euro 2020. Mancini dovrà fare a meno del giocatore viola che è stato un punto fermo nella propria iniziale avventura da CT azzurro.
Ieri in serata Chiesa ha lasciato il ritiro della nazionale per riacutizzarsi del risentimento muscolare al retto dell’addome che nell’ultimo periodo sta creandogli non pochi problemi; con la nazionale si era fermato nell’allenamento di lunedì, ma era stato tenuto sotto osservazione per capire, grazie alla volontà del giocatore, se c’erano margini di recupero almeno per la seconda gara. Un problema questo che lo aveva visto bloccarsi dopo una mezz’ora della partita contro la Lazio, ma grazie alla disponibilità e alla capacità di recupero Chiesa era riuscito a giocare qualche giorno dopo per novanta minuti nell’infausta gara contro il Cagliari, anche se il talento viola aveva realizzato una perla di gol.
Da oggi quindi Chiesa si presenterà al centro sportivo Astori per essere agli ordini di Pioli e essere valuto dallo staff sanitario viola, per prevedere un recupero graduale e se possibile definitivo dal problema fisicco: è logico pensare una programmazione che veda un Chiesa, per quello che è possibile, al massimo della forma in corrispondenza del ritorno della semifinale di Coppa Italia a Bergamo il 23/24 aprile prossimo.
Veretout e il Napoli: c’è feeling?
Qualche giorno fa il centrocampista francese si è raccontato a La Nazione, dichiarando leggittimamente di aspirare a giocare la Champions; in Italia c’è una squadra più di altre interessata al giocare, il Napoli. Si parla di un’offerta sui 20 milioni di fronte ad una richiesta di 30. De Laurentis e i Della Valle hanno stretti contatti, un accordo è più che possibile, si parla già di qualcosa di più accordo sulla parola già trovato.
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Federazione Brasiliana, Ronaldo Nazario è candidato presidente
Ronaldo Nazario si candida ufficialmente alla presidenza della Federazione calcistica brasiliana, segnando un nuovo capitolo nella sua carriera.
Un nuovo capitolo per Ronaldo
L’annuncio che Ronaldo Nazario ha deciso di candidarsi alla presidenza della Federazione calcistica brasiliana ha suscitato grande interesse nel mondo del calcio. La notizia è stata confermata ufficialmente, e il leggendario ex attaccante, conosciuto per la sua carriera stellare con il Brasile e club come il Real Madrid, si prepara a entrare in un nuovo campo: la gestione calcistica. Dopo aver lasciato un’impronta indelebile sul campo, Ronaldo sembra determinato a influenzare anche la direzione futura del calcio brasiliano.
Obiettivi e sfide
L’ingresso di Ronaldo nella corsa presidenziale rappresenta una mossa audace, che potrebbe portare a significativi cambiamenti nella gestione del calcio in Brasile. Con la sua esperienza e visione, Ronaldo potrebbe puntare a modernizzare le strutture esistenti e promuovere uno sviluppo sostenibile per le nuove generazioni di calciatori. L’ex campione dovrà affrontare sfide considerevoli, ma il suo carisma e la sua fama potrebbero giocare un ruolo decisivo nel conquistare il supporto necessario.
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Fonte: [l’account X di Fabrizio Romano]
🚨🇧🇷 Official: Ronaldo Nazario is now candidate to Brazilian Federation presidency. pic.twitter.com/oCLlV5dLrW
— Fabrizio Romano (@FabrizioRomano) December 16, 2024
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Roma, la Turchia chiama: due giocatori all’appello
Dopo il tecnico della Roma José Mourinho e Nicolò Zaniolo, altri due giallorossi potrebbero optare per un trasferimento in terre turche: la situazione.
La Turchia esercita un fascino irresistibile su allenatori e giocatori, anche in virtù delle maggiori chance di mettersi in mostra e di congrui stipendi.
Stando a quanto riportato dal Messaggero, due giocatori della Roma potrebbero farci un pensierino: con l’agente del primo sono già in corso dialoghi, l’altro sarebbe un obiettivo.
Roma, chi sono i due giocatori in odore di Turchia
Il primo risponde al nome di Paulo Dybala: dopo essere stato sul punto di partire per l’Arabia Saudita (per giocare all’Al-Qadsiah, ndr) la scorsa estate, la Joya potrebbe cedere alla tentazione di un trasferimento in Turchia.
Nel suo caso, al raggiungimento di ulteriori 7 presenze da minimo 45 minuti, scatterà il rinnovo autonomatico con il club giallorosso fino al 2026 con un incremento di stipendio fino a raggiungere quota 9 milioni di euro inclusi i bonus. I Friedkin, com’è noto, reputano la cifra eccessivamente alta e quindi potrebbero agevolare un eventuale trasferimento.
Il club che è interessato all’attaccante argentino è il Galatasaray, che la scorsa sessione di calciomercato aveva fatto una proposta, poi declinata, anche al compagno di squadra Nicola Zalewski.
Il procuratore del giocatore, Carlos Novel, è volato ieri in Turchia dove ha incontrato i dirigenti del club di SuperLig. Successivamente ha assistito al match contro il Trabzonspor, vinto 4-3. Dalla Turchia filtra ottimismo circa la possibilità che Dybala dica di sì.
Dybala è il principale obiettivo, ma non il solo
Il club turco ha mostrato interesse anche per il capitano della Roma Lorenzo Pellegrini.
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Crisi Milan, è tutta colpa di Fonseca? No, ma… | L’editoriale di Mauro Vigna
Crisi Milan, difficile chiamarla in maniera diversa dopo il pareggio di ieri contro il Genoa. Ma di chi sono le colpe? Tutte di Fonseca?
Noi tifosi lo sappiamo, quando c’è una stagione no, si cerca sempre un capro espiatorio. Colui al quale addossare tutte le colpe, o gran parte di esse. Nel nostro caso il colpevole sembra essere – e dico sembra – Paulo Fonseca.
Vero, analizzando i numeri, sono impietosi. Ottavo posto, idea scudetto morta e sepolta e rischio concreto di non qualificarsi per la prossima Champions League, a meno che non vinciamo questa edizione, e qui parte una grassa e fragorosa risata.
Ad oggi due sono i capri espiatori: Fonseca e Theo Hernandez. E uno è la conseguenza dell’altro, difficile dire chi ha iniziato prima a fare ripicche, ma il calcio, soprattutto la Serie A, non è l’oratorio, con tutto il rispetto. I giocatori guadagnano in un anno, quantomeno i top, quello che un italiano medio non guadagna in una vita, ergo la maglia va sudata. Il francese probabilmente usa la stessa casacca per più gare, non puzzando di sudore.
Tutta colpa di Fonseca? No…ma quando i risultati non arrivano – e non stanno arrivando – va cambiato l’allenatore. Di solito funziona così. Soprattutto se l’allenatore dimostra di non avere in mano lo spogliatoio e cerca continuamente alibi senza mai, e ripeto mai, fare un mea culpa, che potrebbe essere ristoratore in certi casi.
Per Fonseca la colpa è sempre di altri. Dei giocatori che non lo capiscono, che non corrono, che non si impegnano, che difendono male individualmente…fino ad arrivare all’attacco sugli arbitri. Ci sta tutto, ogni situazione va analizzata, ma cavoli…è mai colpa sua? E soprattutto, da luglio a dicembre, quanto tempo ha avuto Fonseca per provare a spiegare il suo calcio? Tra poco finisce l’anno e si vedono in campo ancora giocatori spaesati. Lo stesso Rafael Leao ha detto ieri di iniziare a capire il suo gioco. A dicembre???
Certamente, le colpe vanno divise con una dirigenza scriteriata, e vorrei dire di peggio, ma la censura avrebbe la meglio. Non è certamente colpa di Fonseca se la dirigenza davvero crede di avere una squadra da scudetto. Non è certamente colpa di Fonseca se la dirigenza non prende posizione su nulla. Non è certamente colpa di Fonseca quando il mercato è volto solo all’acquisto di giocatori low cost e poco utili alla causa. Non è certamente colpa di Fonseca se chiede di far restare Saelemaekers e dopo due giorni glielo cedono, mandando a scatafascio ogni idea di equilibrio in campo.
La mia opinione è che le colpe vanno divise equamente, ma allo stesso tempo non si può aspettare oltre. Serve un cambio in panchina, che sia Allegri o Sarri, rimarrei in Italia per scegliere un tecnico, senza andare a scervellarmi in soluzioni esotiche così gradite alla dirigenza perché costano poco. Ma ce lo vogliamo immaginare questo Milan con Antonio Conte in panchina? Ecco…pensiamoci subito e agiamo, consiglio da amico alla dirigenza.
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