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Sassuolo, Carnevali: “Stagione difficile, non siamo abituati a lottare”

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serie a, Sassuolo, Carnevali

L’amministratore delegato del Sassuolo, Giovanni Carnevali, ha parlato  ai microfoni di Radio Serie A della stagione altalenante del club neroverde.

Giovanni Carnevali, amministratore delegato del Sassuolo, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Radio Serie A soffermandosi sulla stagione negativa del club neroverde. La società ha dovuto esonerare Alessio Dionisi a causa dei brutti risultati ottenuti e il terzultimo posto in classifica: al suo posto dentro Davide Ballardini.

Sassuolo

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Sassuolo, le parole di Carnevali

Su Domenico Berardi:

“A Sassuolo si sta bene, anche se ci sono cose positive e cose meno. Io penso che Domenico sia un ragazzo speciale, bisogna conoscerlo bene perché viene criticato su cose non corrette. Tante volte si va a criticare questi giocatori che sposano la propria maglia: lui nasce e cresce con noi, c’è un legame speciale con la società perché è la nostra bandiera. Negli anni qualcosa può cambiare, possono nascere diverse opportunità. La sua scelta è stata quella di continuare con noi nonostante le offerte negli anni: penso che questo sia un valore importante.

Poi ci possono essere opportunità e può arrivare il momento, come quest’anno, di avere l’idea di cambiare squadra. Fa parte del percorso. Quest’estate lo voleva la Juventus, un interesse non concreto perché non siamo mai arrivati a una vera e propria trattativa. La Juventus aveva idee diverse, nella testa del giocatore c’era questo desiderio di provare a cambiare, ma non c’è stato niente che si poteva ottenere. Quanto vale Berardi? Vale tanto, chiaramente dipende dal momento. Può essere intorno ai 30 milioni, anche perché l’anno prima avevamo avuto un’offerta da un grande club italiano, ma avevamo scelto di andare avanti insieme. Lui è un top, sotto tanti aspetti”.

Su Master Group Sport e il rapporto con la famiglia Squinzi:

“A un certo punto ho aperto la mia attività di marketing e organizzazione di eventi nell’ambito sportivo, Master Group Sport, che mi ha permesso di conoscere lo sport a 360 gradi, soprattutto in modo più imprenditoriale. Quest’attività è cresciuta, sono partito da solo, ma siamo cresciuti molto anche se purtroppo non ho più tempo per seguirla: ho la fortuna di avere collaboratori molto preparati. Io sono figlio del Sassuolo, Master Group Sport gestiva le sponsorship di Mapei.

Conobbi la famiglia Squinzi in quegli anni, una famiglia straordinaria. Abbiamo avuto modo di conoscerci nel mondo del lavoro, ricordo che l’anno in cui il Sassuolo vinse la Serie B la Dottoressa Spazzoli, moglie del Dottor Squinzi, gestiva la comunicazione del colosso. La Dottoressa ci chiese un progetto marketing di quello che poteva diventare il Sassuolo, che è nato quasi più come progetto marketing che tecnico, una cosa abbastanza anomala. Furono molto entusiasti, in questo progetto c’era una visione ampia di quello che poteva diventare la società. Dopo poco la Dottoressa mi chiese se me la sentissi di prendere in mano il Sassuolo Calcio. Risposi di no, volevo dedicare tempo alla mia società. Si creò un bel rapporto, ero molto legato a loro e dopo un po’ di insistenza decisi di andare a Sassuolo per vedere la società, volevo capirne l’organizzazione. Si allenavano nel vecchio stadio, gli uffici erano ancora lì.

C’erano persone brave, semplici ma con tanta voglia di lavorare. Presi una decisione, quella di andare a Sassuolo, perché era una grande sfida. Conoscendo la famiglia sapevo come avrei lavorato, mi hanno permesso di fare tutto, di operare prendendo decisioni in autonomia. All’inizio ho avuto difficoltà: quando si trattava di comprare un giocatore spendendo denaro volevo avere il loro consenso, ma il Dottore era fantastico perché mi dava piena libertà. Questo mi ha permesso di lavorare in modo autonomo. Quando sono purtroppo mancati, abbiamo continuato a lavorare come facevamo prima.

Oggi c’è la famiglia, ci sono i figli che stanno proseguendo il lavoro dei genitori. L’azienda può avere una visione diversa con tanti giovani, ora. Io mi sento veramente legato a questa famiglia: tante volte parlo del Dottor Squinzi al presente, perché lo sento sempre vicino a me. Sono persone di valore, di un’umiltà incredibile. Cosa mi manca di più? La telefonata del Dottore. Mi chiamava spesso la mattina, mi chiedeva sempre: “Giovanni, ma quando mi compra Messi?”. Era un grande appassionato di sport, tifoso del Milan. Abbiamo ottenuto tante vittorie contro i rossoneri. Ricordo una partita vinta 4-3 con quattro gol di Berardi, fu una gioia immensa. Dopo il match il Dottor Squinzi entrò nello spogliatoio e disse a Domenico: “Ma dovevi farli tutti oggi?”. Lì capivo che era ancora un po’ troppo milanista, ma col passare del tempo il Sassuolo è diventata la sua squadra, la squadra del cuore.

Quando battevamo l’Inter aggiungeva una targa nel suo ufficio, che gli veniva regalata dal nostro addetto agli arbitri, Remo Morini, che è una figura istituzionale del Sassuolo, una persona di famiglia. Ogni vittoria gli regalava questa targhetta, è iniziata con poche, ma poi ne sono arrivate diverse e speriamo di aggiungerne altre”.

 

Sulle cessioni degli ultimi anni, tra cui Frattesi e Locatelli:

“Ci sono due calciatori a cui mi sento particolarmente legato, Davide Frattesi e Manuel Locatelli. Sono due ragazzi che ho cercato di accontentare nel momento della cessione. Il lato economico di una cessione è importante, ma non determinante. A esempio, Locatelli voleva andare assolutamente alla Juventus, noi lo abbiamo accontentato pur rinunciando sotto l’aspetto economico perché c’era l’interesse di un’altra società, l’Arsenal.

Il soprannome “Scansuolo”? Non ci conoscono, tante volte si è pensato facessimo affari con la Juventus, ma non era così. A esempio, abbiamo fatto più trattative con la Roma che con altre squadre, abbiamo preso tanti giovani da loro. Era un detto iniziale come se ci fosse un legame particolare tra Sassuolo e Juventus, ma noi abbiamo la fortuna di avere un buon rapporto con tante società”.

Su Roberto De Zerbi ed Eusebio Di Francesco:

“De Zerbi lo conosco da quando era ragazzino, giocava nei giovanissimi nel Milan. Il Sassuolo doveva cambiare allenatore e lui ci piaceva come allenatore. Arrigo Sacchi, con cui ho un ottimo rapporto, mi convinse che Roberto potesse essere l’allenatore giusto per noi e per il nostro tipo di gioco, che la società tenta di portare avanti da anni. È stato il miglior allenatore che abbiamo avuto? Io penso a Eusebio Di Francesco, con cui abbiamo avuto tanti anni importanti, arrivando anche in Europa League.

Ma ogni allenatore ci ha aiutato, abbiamo fatto tantissimo in questi anni e la strada è sempre in salita. Europa League del 2016/17? Un miracolo sportivo. Nel nostro campionato devi essere bravo a stare dietro alle prime 7 della classifica, perché magari ti può capitare l’annata giusta in cui qualche top ha delle difficoltà. Se noi pensiamo al Sassuolo è stato un miracolo, cerchiamo di riprovarci ogni anno. Tifosi? Sassuolo è una piccola città di 40 mila abitanti, abbiamo quasi 7 mila abbonati, abbiamo tifosi vicino a noi.

Abbiamo gli incassi più bassi perché la nostra politica è quella di avere dei prezzi bassi e accessibili per famiglie e bambini. Come si sopravvive così? Grazie a una grande proprietà, che vive la squadra di calcio come un’azienda: non si può pensare di avere perdite di 100 o 150 milioni. Questo succede a tanti club perché il calcio è un’azienda anomala e difficile. Noi puntiamo sui giovani, cercando di farli crescere e valorizzarli per poterli poi cedere, perché siamo costretti a farlo ogni anno”.

Sulla stagione attuale del Sassuolo:
“Una stagione difficile, le motivazioni sono diverse, sarebbe troppo facile dire che abbiamo venduto molti giocatori e che quelli acquistati hanno reso meno. Avevamo ambizioni diverse, qualche errore l’abbiamo fatto noi come società, qualche colpa potrebbe averla il mister, così come i giocatori. Tutti assieme dobbiamo assumerci le nostre responsabilità sapendo che ogni anno c’è qualche squadra che si pensa possa ottenere qualcosa di diverso. Non siamo abituati a lottare, ma dovremmo farlo presto, spronando i giocatori. Credo che anche in questo mister Ballardini ci possa dare un aiuto.

È una squadra molto unita, formata da bravi ragazzi, dobbiamo venirne fuori nel più breve tempo possibile. Esonero di Alessio Dionisi? Mi è costato tanto perché non siamo abituati, quando credi in un allenatore – e io credo che mister Dionisi abbia tutte le possibilità per fare l’allenatore a un livello alto – ti dispiace, anche perché conosci la persona, con cui c’è sempre stato un grande feeling. Le difficoltà bisogna superarle insieme, è troppo facile cambiare dopo poche partite. Non è bello e non è giusto, ma quando capisci che è necessario non c’è un’alternativa, anche se è una soluzione sofferente.

Mister Ballardini? In queste situazioni ci può aiutare, ha grande esperienza. Lo sto conoscendo bene in questi giorni: è una persona di poche parole, ma concetti ben chiari e precisi, che è quello che occorre a noi in questo momento. Credo che ci possa dare una mano”.

Giovanni Carnevali ha mai avuto offerte da altri club?
“Per me Sassuolo è un grande club, è chiaro che poi con il tempo potrà nascere qualcos’altro. È vero che ho avuto delle richieste, ma le ho ricevute nel momento in cui il Dottor e la Dottoressa Squinzi non stavano bene. Onestamente non mi sono sentito di prenderle in considerazione, per me non poteva essere accettabile, pensavo che sarebbe stata una pugnalata per loro. Chi mi voleva tra Juve, Milan o Inter? Potrebbe essere una di queste tre, per non dire una bugia non si dice nulla.

Favola finita a Sassuolo? È impossibile che questa favola possa finire, Sassuolo è una società che in questi anni ha lavorato sempre guardando il risultato, ma anche facendo crescere una squadra di calcio: il progetto Sassuolo va avanti. La società ha uno stadio di proprietà, ha fatto un grande sforzo nell’acquistarlo e nell’abbellirlo, oltre che aver creato un centro sportivo dove si allena la prima squadra maschile, quella femminile e anche tutti i ragazzini. Sono state realizzate tante belle cose, parliamo di una società che oggi è gestita da persone che hanno tante competenze e una grande voglia di fare bene.

Chiaro che il risultato sportivo conta, ma i momenti di difficoltà li hanno passati tutti. Non possiamo fermarci ma dobbiamo avere lo stesso pensiero che aveva il Dottor Squinzi: “Mai smettere di pedalare”.

Serie A

Napoli, infortunio per Mazzocchi: i tempi di recupero

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Calciomercato Juventus

Il giocatore del Napoli, Pasquale Mazzocchi, ha accusato un infortunio nella gara vinta contro la Roma. Le sue condizioni.

Nel finale della gara vinta contro la Roma, Pasquale Mazzocchi (subentrato a Politano come da consueto cambio di Conte) ha rimediato un infortunio muscolare. Di seguito le condizioni del laterale azzurro.

Mazzocchi, il comunicato del Napoli

Dopo il fastidio muscolare occorso contro gli azzurri, il giocatore si è sottoposto agli esami strumentali del caso e la diagnosi ha evidenziato una lesione distrattiva del muscolo soleo della gamba sinistra. Per infortuni di questa entità, solitamente, i calciatori sono costretti a rimaner fermi al massimo un paio di settimane, ma tutto dipende da come reagisce il muscolo. Le condizioni di Mazzocchi saranno valutate giornalmente.

Il laterale del Napoli salterà sicuramente la prossima gara di campionato contro il Torino e il match di Coppa Italia contro la Lazio, mentre c’è attesa per capire se potrà rientrare per il successivo match di Serie A (sempre contro i biancocelesti) o ancora nella gara contro l’Udinese. Antonio Conte incrocia le dita, sperando di non doversi ritrovare costretto a rinunciare a l’unica alternativa di ruolo al titolare Di Lorenzo sulla corsia di destra.

Di seguito il comunicato del club partenopeo.

Dopo aver accusato un fastidio muscolare al termine della gara contro la Roma, Pasquale Mazzocchi si è sottoposto oggi ad esami strumentali presso il Pineta Grande Hospital, che hanno evidenziato una lesione distrattiva del muscolo soleo della gamba sinistra. Il calciatore azzurro ha già cominciato l’iter riabilitativo.”

Napoli, Mazzocchi

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Serie A

Juventus, Sissoko: “Da chi mi aspetterò di più? “

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Thiago Motta, Juventus

In un’intervista a TuttoJuve.com, l’ex centrocampista bianconero Mohamed Sissoko ha parlato della Juventus di Thiago Motta: ecco che cosa ha detto.

Queste le parole dell’ex Juventus Sissoko a proposito della squadra bianconera: “La Juve ha rispettato molto il Milan nell’ultima partita di campionato, è stata una partita molto bloccata. Ma a me la squadra è comunque piaciuta. Stiamo affrontando bene la situazione di emergenza.

Emergenza? È vero, ma la Juve ha sempre fatto di necessità virtù. Da parte mia c’è sempre fiducia nei confronti di questi ragazzi, per me la squadra può sbancare il Villa Park e tornare a casa coi tre punti. E’ nelle difficoltà che si vedono i veri valori.

Da chi mi aspetterò di più? Sicuramente Thuram, l’ho visto con il Milan ed è stato dominante in mezzo al campo. Sembra al secondo o al terzo anno per quanto si è già calato bene nella realtà bianconero, le sue qualità sono apprezzate e sotto gli occhi di tutti. Poi scommetto su Koopmeiners: per me si sbloccherà domani.

Se mi ha colpito che Motta schiera Locatelli rinunciato a Fagioli? No, perché Locatelli è un centrocampista che gioca bene il pallone e garantisce sempre un certo equilibrio. C’è da dire che la Juventus ha dei giocatori molto forti a centrocampo, ma sono contento che stia trovando continuità”.

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Serie A

Fiorentina, Mutu: “La Fiorentina mi sta piacendo molto, ha grande costanza. Su Motta…”

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L’ex attaccante rumeno della Fiorentina è stato presente al Viola Park per la biografia di Frey. Ecco cosa ha dichiarato.

Adrian Mutu è tornato nella città che per 5 anni è stata la casa calcistica della sua carriera: Firenze. L’ex attaccante rumeno, protagonista indiscusso con la maglia della Fiorentina tra il 2006 e il 2011, ha partecipato alla presentazione di Istinto Puro, la biografia del suo ex compagno Sebastien Frey, organizzata al Viola Park.

Mutu, che ancora oggi mantiene un legame speciale con i colori viola e con i tifosi, ha condiviso i suoi pensieri sulla Fiorentina, sull’imminente sfida contro l’Inter e sulla sua ex squadra, la Juventus. A seguire, l‘intervista completa.

Fiorentina, Mutu: “Campionato molto equilibrato”

Il libro sulla carriera di Frey?
“Seba è un grande amico, è un piacere essere qua e sono onorato che mi abbia invitato. Lo leggerò appena posso, l’amicizia va oltre il calcio fra di noi ed è una cosa bella”.

La sua Fiorentina lottava per la Champions… Questa?
“Anche questa, almeno sembra così in questo momento. Sta andando alla grande, speriamo continui così, il campionato è lungo e difficile ma ci sono tante cose positive”.

Cosa le piace particolarmente?
“Dalla partita col Milan sono iniziate le vittorie consecutive… Ho visto una Fiorentina che gioca di squadra, con prestazioni importanti. Questa costanza che sta mostrando negli ultimi tempi è bella, è ciò che serve ad una grande squadra per restare in alto”.

Che campionato sta vedendo?
“E’ più equilibrato, lo dice la classifica. Le grandi ci sono sempre, ma le altre sono migliorate tanto. Un po’ ovunque si sta equilibrando tutto, questo sta facendo diventare il campionato sempre più difficile”.

Come vede Fiorentina-Inter?
“All’Inter ero molto piccolo, ma è stata una bella esperienza con compagni come Ronaldo, Baggio, Vieri, Zamorano, Blanc, Peruzzi… C’erano grandi giocatori. L’Inter è abituata a giocare queste partite, sulla carta è favorita. Quella che dovrà dare di più è la Fiorentina perché dovrà consolidare queste partite e far vedere che merita il posto. Spero che non sia una cosa del momento, che la Fiorentina trovi costanza già dalla sfida con l’Inter”.

Con Kean la Fiorentina ha ritrovato anche un bomber con tanti gol nelle gambe.
“E’ importante, per stare in alto servono attaccanti da doppia cifra. Spero che segnino anche gli altri ora. Kean si sta trovando a suo agio, tutti gli danno fiducia e Palladino lo sta coccolando. Così lui sta dimostrando di essere un attaccante forte”.

Visti tutti i campioni con cui ha giocato, le ricorda qualcuno?
“I paragoni non mi piacciono, ma forse lui fisicamente è il più forte di tutti, è un animale. E’ diverso dagli altri, quello che mi piace è la qualità, la forza, ora sta trovando anche continuità nel segnare che è ciò che gli mancava”.

Il nuovo corso della Juventus?
“La Juventus è abituata a stare lassù, a lottare per il campionato. Ora è un periodo di costruzione con Motta, allenatore che mi piace e penso che farà cose buone”.

Fiorentina

Thiago Motta da indicazioni a Timothy Weah ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Il calcio di oggi è cambiato rispetto ai suoi tempi?
“E’ cambiato tutto, non solo nel calcio. Bisogna adattarsi, il calcio era bello prima ed è bello ora che magari è più atletico e incentrato sulla fisicità. Bisogna adattarsi ai tempi, il calcio sta evolvendo”.

L’Inter ritroverà Lautaro, la Fiorentina Gudmundsson.
“Gudmundsson non sarà al massimo e quindi non penso partirà titolare, per questo non so quanto potrà dare perché il ritmo sarà alto. Lautaro è rientrato da una febbre, se sta bene sarà sicuramente in campo. Per Gudmundsson secondo me servirà una gestione attenta dopo un mese e mezzo di stop”.

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