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Milan, chiedete scusa a Furlani
Milan, andremo qui di seguito a dettagliare il cammino in rossonero dell’attuale Amministratore Delegato, soprattutto con un particolare sguardo rivolto allo scorso mercato.
Chiedete scusa a Giorgio Furlani, un titolo forte, ma che va a racchiudere tutta una serie di sensazioni ed emozioni vissute durante questa stagione che ancora si deve chiudere, ma che ci da’ spazio per fare alcuni mirati ragionamenti sulla gestione del dirigente.
La scorsa estate veniva tacciato di poca esperienza, ed era vero, di non sapere troppo di calcio, smentito coi fatti, insomma…di non essere all’altezza di fare mercato. Vero, inizialmente si è probabilmente chiuso nella confort zone maldiniana, andando infatti a trattare giocatori precedentemente seguiti con attenzione dallo stesso Paolo Maldini. Ma poi ha chiuso le operazioni, e che operazioni oseremmo dire.
Gente come Christian Pulisic o Ruben Loftus-Cheek, 22 reti in due, ad una cifra intorno ai 20 milioni rappresenta un successo, soprattutto se paragonata la cifra a quella che si potrebbe chiedere adesso. Il valore dei due giocatori è infatti pressoché raddoppiato. Per non parlare dell’intuizione su Luka Jovic, giocatore già trattato a inizio estate e tenuto in naftalina qualora non fosse andata bene con Taremi. E per il serbo sono 8 reti, ad oggi. Okafor 5 reti nonostante la presenza di Rafael Leao sulla corsia di sinistra, Reijnders 3 reti ed un utilizzo costante da metronomo di centrocampo, altro acquisto lungimirante ed azzeccato. Fino ad arrivare a Chukwueze il quale, con 3 reti, sembra avere trovato la giusta strada, ma anch’egli chiuso dall’ottimo impatto con la nostra Serie A da parte di Pulisic.
Bicchiere assolutamente pieno per Furlani il quale non ha avuto tempo per studiare da dirigente, è stato “buttato nella mischia” senza avere la presenza di uomini di campo come Ibrahimovic, ad esempio. Eppure le trattative le ha sapute chiudere praticamente da solo, con l’aiuto del buon Geoffrey Moncada, anch’egli alle prime armi in fatto di trattare con i vari club.
Ed arriviamo alla decisione su Sandro Tonali, forse quella più sofferta. Non era certamente semplice per un dirigente appena arrivato a fare mercato, spossessarsi di uno dei giocatori più carismatici dei rossoneri con la mera volontà di fare cassa. E alla fine ha avuto ragione lui, a prescindere dalle vicende poi occorse al ragazzo.
Non siamo certi del futuro di Furlani. Con l’arrivo degli arabi e la liquidazione di Elliott, potrebbe anche uscire dall’organigramma Milan, ma il bilancio per lui è assolutamente positivo, dati alla mano.
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Juventus, il sogno in difesa è classe 2003
Alla Juventus si sta intavolando una trattativa per colmare il vuoto lasciato in difesa da Gleison Bremer: ecco chi è il giocatore che potrebbe sostituirlo.
La trattativa è già avviata: questo pomeriggio a riportare la notizia sono svariate fonti, Tuttosport compreso. L’oggetto è l’avvio della trattativa per un giovane prospetto classe 2003, cresciuto professionalmente al Benfica, dalle giovanili alla Prima Squadra.
Alludiamo al giovane difensore centrale portoghese Antonio Silva, che sarebbe un ottimo sostituto per Gleison Bremer, colpito da un infortunio al crociato.
Il lusitano è valutato dal Benfica 40 milioni di euro.
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Amarcord Juventus: 28 anni fa la conquista di una Coppa illustre
Ventotto anni fa la Juventus vinceva il suo ultimo trofeo internazionale di primo piano: la Coppa Intercontinentale. Autore della vittoria un immenso Del Piero.
Il 26 novembre 1996 un gol di Alessandro Del Piero all’81’ regalò alla Juventus la Coppa Intercontinentale, l’ultimo trofeo internazionale conquistato dai bianconeri.
A Tokyo, nella gara secca contro il River Plate, fu proprio il numero 10 della Juventus a decidere una sfida che, secondo lui stesso, “avremmo dovuto vincere 5-0, non 1-0“. Quel gol, come ricordato da Del Piero nel suo libro Manualex, è uno dei momenti più belli della sua carriera: “Quando segnai il gol-vittoria non capii più niente”.
Juventus, la partita
La Juventus di Marcello Lippi scese in campo con un 4-3-1-2: Peruzzi; Torricelli, Ferrara, Montero, Porrini; Di Livio, Deschamps, Jugovic; Zidane; Del Piero, Boksic.
In panchina, tra gli altri, c’erano Tacchinardi, subentrato all’89′ per Zidane, Vieri e Padovano.
Dall’altra parte, il River Plate, guidato da Ramón Díaz, si affidava a una formazione piena di futuri campioni: Bonano; Hernán Díaz, Celso Ayala, Berizzo, Sorin; Monserrat, Astrada, Sergio Berti; Francescoli; Ortega, Cruz.
Particolarmente interessante era la sfida tra i due numeri 10: Del Piero per la Juventus e Ortega per il River.
“Due giorni prima mi avevano comunicato che la regia giapponese avrebbe dedicato telecamere speciali a noi due”, ha raccontato Del Piero, aggiungendo che la notizia lo aveva riempito di responsabilità.
A distanza di 28 anni, quella Coppa Intercontinentale rimane l’ultimo trionfo internazionale importante della Juventus. All’epoca, la Coppa si assegnava in una gara secca tra la vincitrice della Champions League e quella della Copa Libertadores, mentre oggi si disputa il Mondiale per Club, un torneo con un format completamente diverso.
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Piqué: “Oggi ci sono troppe competizioni con tante partite”
L’ex centrale del Barcellona Gerard Piqué ha parlato del problema delle troppe partite che portano poi a troppi infortuni, proponendo una sua soluzione.
Il tema delle troppe partite è ormai al centro della critica sportiva: sono tanti gli allenatori, i presidenti e gli addetti ai lavori in generale che si lamentano dei troppi incontri ravvicinati. Questi sono la principale causa dei tanti infortuni, poiché il fisico dei calciatori è sottoposto ad un forte stress circa una volta ogni 3 giorni e sono più esposti a problemi fisici.
Di questo delicato argomento ha parlato anche l’ex difensore del Barcellona Gerard Piqué, il quale ha delle idee molto chiare in merito. Lo spagnolo è sempre stato un personaggio di spicco sia dentro che fuori dal campo, dicendo sempre la sua opinione e mettendoci la faccia anche nei momenti o su argomenti più delicati.
Le parole di Piqué
La principale soluzione al problema delle tante partite secondo Piqué, è quella di ridurre i campionati a 16 squadre, in modo tale da avere meno giornate da disputare.
Le sue parole: “Credo che ridurre il numero delle partite aiuterebbe i giocatori a riposarsi di più, quindi a meno infortuni, e non arriverebbero così stanchi alle partite importanti. Dobbiamo fare in modo che questi incontri siano unici, speciali.
Oggi ci sono troppe competizioni con tante partite. Questa è una delle proposte che, dopo il dibattito, è stata adottata da dirigenti e giocatori. È complicato da organizzare perché le organizzazioni vogliono che ci siano molte partite. UEFA, FIFA… nel mondo del calcio ci sono diverse organizzazioni e ognuna guarda ai propri interessi. È complicato trovare un accordo comune“.
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