Le interviste
Nicola Bonfiglio, la ricetta perfetta per vincere un match
Siamo qui con Nicola Bonfiglio, mental coach in ambito sportivo e calcistico, a parlare del lavoro necessario a livello mentale per approcciare una gara.
Il lavoro mentale è fondamentale per approcciare al meglio una partita: parola del mental coach Nicola Bonfiglio, che abbiamo interpellato in merito.
Ecco che cosa ci ha detto sull’argomento.
Le parole di Nicola Bonfiglio
Come si differenzia l’approccio mentale necessario per gli atleti nel mondo dello sport e del calcio rispetto a quello richiesto in ambito imprenditoriale?
“L’approccio mentale è lo stesso che tu sia un imprenditore di successo o un atleta professionista, cambia solo l’obiettivo da raggiungere. Vado ad immaginare come vorrei che andasse quella gara/evento alla quale mi sto andando a preparare.
La nostra mente crea e rilascia delle sinapsi in base a quello che inserisco nel mio cervello, che è un contenitore di immagini. Mi creo le domande giuste, pensando a come posso raggiungere quell’obiettivo, quella determinata cosa… Come riuscirò ad arrivare lì? Le domande sono potentissime! Il mio cervello lavorerà per me anche quando sono in relax”.
Immaginiamo un giovanissimo talento, considerato il pupillo di un top club che rischia di non essere rinnovato e confermato perché è bloccato psicologicamente. Cosa consiglierebbe a lui e al suo team per superare questa situazione difficile?
“Consiglierei di provare a lavorare mentalmente con un professionista per cercare di aiutarlo e sbloccarlo. Se fai sempre le stesse cose, solitamente, otterrai sempre gli stessi risultati. Io lavoro molto con i giovani, quando capiscono l’importanza del lavoro mentale che si fa in settimana e capiscono che è un valore aggiunto non ti lasciano più.
Allenare la mente è come aggiungere un motore in più sulla propria auto di Formula 1 e far volare davvero la macchina. E’ impensabile che nel 2024 si possa lavorare sulla tecnica, la tattica, il fisico e non invece sulla parte mentale…“.
Bonfiglio, come affronta e gestisce le paure e le ansie dei giocatori prima di entrare in campo?
“Le paure fanno parte della nostra vita e continueranno a farne parte sempre, soprattutto quando usciamo dalla nostra zona di confort e ci spingiamo oltre i nostri limiti. Il problema è la paura della paura, l’ansia prima di una gara, un problema che non esiste.
Solitamente andiamo ad immaginare come non vorremmo che andasse un evento, un esame, o una gara o quello che andiamo ad affrontare nella vita. La nostra mente non distingue la differenza tra un evento vividamente immaginato e un evento realmente accaduto.
Perciò, quando vado ad immaginare situazioni negative, il mio corpo che va a prepararsi a quella partita si prepara fisicamente come se lo avesse già vissuto centinaia di volte (e molto probabilmente poi la gara va male).
Io vado a sempre a lavorare con immagini e pensieri positivi di come vorrei che andasse a svilupparsi quel match, quell’esame a scuola ecc. Le visualizzazioni nel mio lavoro sono fondamentali e ci lavoro di continuo, curando i dettagli di ogni atleta per renderlo performante al massimo”.
Quali tecniche o strategie consiglia loro per affrontare efficacemente una gara importante e mantenere la concentrazione durante la partita?
“Per mantenere la concentrazione durante un match, durante la settimana lavoro con gli atleti per cercare di farli entrare nello stato di massima concentrazione (stato di flusso) e rimanere più tempo possibile nella gara.
Lo stato in cui mente e corpo sono perfettamente allineati: in quello stato un atleta ha accesso a tutte le proprie risorse ed è performante al 100%. Si può allenare tutti i giorni questo stato, come si allena la parte fisica. Questo è uno dei miei lavori principali e fondamentali che svolgo insieme agli atleti che seguo”.
Gli atleti si rivolgono a un mental coach, solo quando hanno problemi o anche quando sono già ai livelli massimi delle loro capacità?
“Inizialmente mi contattava solo chi era in difficoltà o aveva problemi, di recente mi chiamano giocatori di livello che vogliono ulteriormente alzare l’asticella ed essere più performanti ancora e raggiungere ulteriori traguardi. Se pensi in piccolo rimarrai piccolo… ecco, io penso ovviamente in grande”.
Ringraziamo Nicola Bonfiglio per la sua gentilezza e disponibilità.
Le interviste
Miriana Trevisan: “Il mio Napoli può vincere lo scudetto. Su Insigne…”
“Napoli può vincere lo scudetto, magari con Lorenzo Insigne in campo…”. L’evergreen Miriana Trevisan a tutto gas. Durante l’evento di ieri sera ‘Star People Award’ al Teatro delle Muse di Roma, abbiamo avuto modo di scambiare quattro chiacchiere con la nota showgirl italiana e icona della tv Miriana Trevisan, napoletana doc e tifosa del Napoli. Miriana Trevisan, nel corso della sua carriera, ha partecipato a Pressing, Ruota della fortuna e altri storici programmi, sempre molto seguiti. Miriana è sicuramente una delle showgirl più conosciute del piccolo schermo. L’abbiamo intercettata a Teatro, dopo averla incontrata più volte alle Olimpiadi del Cuore di Forte dei Marmi. Ecco il suo breve commento sul Napoli di Antonio Conte che vede come principale candidato al titolo.
MIRIANA TREVISAN: “NAPOLI DA SCUDETTO”
Miriana Trevisan, al Teatro delle Muse di Roma, è apparsa molto fiduciosa sul nuovo Napoli di Antonio Conte. Non lo aveva nascosto nemmeno al Mattone del Cuore, evento benefico a cura di Paolo Brosio. “Napoli è il mio cuore, sono nata a Napoli e vivo con una famiglia completamente napoletana”, ci ha fatto sapere in queste ore la simpatica Miriana, ospite dello Star People Award 2024. ” Mi auguro con tutto il cuore che sarà scudetto! Se ho paura della Juventus di Thiago Motta? Assolutamente no, è un gradito sotto al Napoli”.
Quindi una battuta su Lorenzo Insigne: “Se rivedrei bene Insigne al Napoli? Certamente sì. A mio avviso Lorenzo Insigne sarebbe un bel portafortuna, oltre che ‘portabravura’ per così dire. Che altro aggiungere… D’altronde San Gennaro quest’anno si è espresso… Potrebbe essere a tal proposito un segno per la nostra bellissima, fantastica, affettuosa Napoli in chiave scudetto….”. Nelle foto Miriana in questi anni a Forte dei Marmi in occasione delle Olimpiadi del Cuore. Anche Amedeo Goria, ospite ieri sera al Teatro delle Muse, sulla stessa lunghezza d’onda: “Vedevo bene e vedo bene il Napoli per lo scudetto. Ma l’Inter resta secondo me la squadra qualitativamente più forte…”.
Le interviste
ESCLUSIVA CS – Alessandro Melli: “Parma bello ma deve essere più concreto. Fonseca? Coraggioso nelle scelte ma deve trovare equilibrio. Sul Napoli…”
L’ex attaccante del Parma Alessandro Melli ha rilasciato alcune dichiarazioni ai nostri microfoni sull’inizio di stagione del Parma e la corsa scudetto. Leggi con noi le parole di Melli.
Di seguito le parole in esclusiva di Alessandro Melli rilasciate ai microfoni di Calciostyle. Lo storico attaccante del Parma ha risposto a domande inerenti alle prestazioni della sua ex squadra e del Milan e, soprattutto, di come sta procedendo la corsa scudetto.
Le parole di Alessandro Melli
Cosa pensa della stagione del Parma fino ad oggi?
“La squadra ha espresso spesso delle buone prestazioni ma ha racimolato molto meno di quanto di quanto meritasse. Ha fatto bene con le squadre top e un po’ meno con quelle del proprio livello.
Il tipo di calcio che esprime la squadra di Pecchia è molto propositivo, più basato sul proporre che sul difendere. Tuttavia ha peccato in qualche partita dove bisognava essere più concreti.”
Il Parma è la squadra più giovane del campionato. È giusto puntare sui giovani?
“Credo che non esista una ricetta giusta o sbagliata. Il “giovane” è sempre una risorsa importante ed è giusto farlo giocare soprattutto se sei una società come il Parma che possiede quella realtà di “provincia” dove non si ha la stessa pressione che vige in una big come Juventus, Inter o Milan.
C’è poi da trovare equilibrio e concretezza tra la competizione che stai facendo e il proporre i giovani su quel tipo di palcoscenico.”
In Champions League c’è stato un Milan fantastico contro il Real Madrid, mentre fatica di più in campionato. Fonseca è l’uomo giusto per i rossoneri?
“Direi che sembra un allenatore che va controcorrente, con tutte le difficoltà del caso. Fonseca sta proponendo scelte tecniche importanti, escludendo anche personaggi di rilievo: a volte ciò lo ha gratificato, altre no.
Deve trovare anche lui un po’ di equilibrio in un contesto più complicato. Lo sta cercando in una squadra che ha del potenziale ma ha anche molti aspetti difficili da gestire. Sta lottando dentro e fuori dallo spogliatoio per trovare un equilibrio. Gli va dato grande merito del coraggio che ha espresso finora.”
Chi vede favorito per la vittoria dello scudetto?
“Il mio cuore dice Atalanta, ma se dovessi puntare un euro direi l’Inter. Ha qualcosa in più perché è una squadra più costruita, si conosce da tanti anni e ha lo stesso allenatore. Inoltre, è una squadra che sa vincere.
Credo che quello di quest’anno sia un campionato più particolare perché non si vede una squadra padrona e ciò rende il tutto più avvincente.”
E il Napoli?
“Hanno anche loro un allenatore concreto ma la situazione della squadra è più volubile. Lo si vede nei risultati, dal momento che hanno perso nettamente contro Verona e Atalanta, ma potevano anche perdere con il Parma. Mi sembra una squadra che ancora non ha la sicurezza e la forza per vincere il campionato, al contrario dell’Inter che invece ce l’ha.”
Un giudizio su Retegui?
“Ho l’impressione che sia un uomo d’area e non ce ne sono tanti così al giorno d’oggi. Difficilmente lo vedi fare gol da fuori ma quando è dentro l’area di rigore è molto portato.”
Le interviste
ESCLUSVA CS – Odoacre Chierico: “Alla Roma di Juric serve del tempo, Dybala è un fuoriclasse. Su Soulè…”
L’ex calciatore della Roma Odoacre Chierico ha rilasciato delle dichiarazioni in esclusiva ai microfoni Calciostyle, relative a vari temi sul club capitolino.
L’ex calciatore della Roma Odoacre Chierico ha rilasciato delle dichiarazioni in esclusiva ai microfoni di Calciostyle, relative a varie tematiche legate al club giallorosso: tra cui il nuovo mister Ivan Juric e non solo.
Le parole di Chierico
Di seguito le dichiarazioni rilasciate dall’ex calciatore della Roma Odoacre Chierico, in esclusiva ai microfoni del nostro collaboratore: Alessandro Aglione di Calciostyle.
Un suo parere sulla situazione che in questo momento sta vivendo la Roma?
“Io non mi permetto di dare pareri, ma posso solo analizzare l’ultima partita dei giallorossi e purtroppo i segnali sono stati sconcertanti per quando riguarda la negatività di questo match.
L’avversario era decisamente alla portata, ma è vero anche che l’allenatore ha deciso di mettere in campo una squadra pensando a chi gioca di meno. Dandogli la possibilità di prendere minutaggio e di mettersi in mostra.
Nonostante ciò, la partita è stata comunque un pochino difficile. La Roma ha dovuto soffrire per prendersi la vittoria e questa è secondo me una cosa che non sarebbe dovuta accadere.
Sono convinto che Juric sia un buon allenatore e posso analizzare, in base alla mia esperienza nel mondo del calcio, che la Roma sta viaggiando in un’area di inconsapevolezza della propria forza. Perché secondo me questa squadra ha un’ottima rosa e non merita assolutamente la classifica che ha in questo momento.”
Secondo lei il problema di questa Roma può essere il fatto che Juric non è riuscito ancora a dare quella carica o quei dettami tattici che servono alla squadra per esprimersi al meglio?
“Io non credo che sia questo il problema della Roma. Il problema principale è che per mettere insieme una squadra e iniziare a fare un percorso ci vuole del tempo. Penso che per vedere la Roma di Juric ci vorrà un po’ più di tempo.
Tutti questi punti interrogativi che ci sono introno al club giallorosso, secondo me sono da ricercare in una società che onestamente mi sembra del tutto assente. E’ una società dove mancano vari elementi, tra cui una figura di calcio che possa affiancare l’allenatore e guidare un gruppo di valore ma con tanti giocatori e con tanti problemi.
Un esempio di una cosa che io ancora non mi spiego è la questione legata al difensore tedesco Mats Hummels, che da grande professionista qual é sta affrontando queste difficoltà del non giocare.
Devo però ovviamente anche dire che gli allenamenti li gestisce l’allenatore. Il quotidiano di tutti i giorni di allenamento li gestisce l’allenatore e se l’allenatore non ritiene ancora in grado di inserire un giocatore come Hummels probabilmente avrà le sue ragioni.”
Un motivo per cui Juric sta trovando difficoltà alla guida di questa Roma può essere legato ad un aspetto tattico, visto che la squadra era stata costruita per il gioco di De Rossi?
“Non ci sono allenatori per una formazione o allenatori per un’altra. Quando gli allenatori sono bravi sono bravi e basta. Io dal mio punto di vista ritengo Juric un tecnico capace, ferrato e con determinate conoscenze ma che ha bisogno di tempo per far esprimere la sua Roma al meglio.”
Per questa Roma uno dei problemi potrebbe essere il centrocampo a due. Non sarebbe meglio per questa squadra forse un centrocampo a tre, che accompagni di più la manovra offensiva?
“Io penso che se l’allenatore decide di giocare a due, a tre o a quattro ha le sue ragioni. Le ragioni sono quelle che vede durante la settimana, in base a come vede la squadra e soprattutto in base agli avversari che si incontrano.
Quindi è abbastanza inutile dirle da parte mia se con la Fiorentina giocheremo con un centrocampo a due o a tre, queste sono cose che spettano all’allenatore.”
Secondo lei perchè un giocatore con il talento di Soulè sta avendo grosse difficoltà in questo inizio di stagione?
“Soulè è un calciatore che la scorsa stagione è riuscito a mettere in mostra le sue qualità in un Frosinone che comunque è retrocesso.
Quest’anno tutte le partite in cui il calciatore argentino è sceso in campo non ha inciso. Nonostante ciò lo ritengo un ragazzo molto interessante, che probabilmente dovrà crescere e dovrà ambientarsi. Un pò come Baldanzi, che aveva trovato delle difficoltà nel suo primo periodo in giallorosso e che adesso sta facendo leggermente meglio.”
Un parere sull’inizio di stagione di Dybala?
“Dybala è un fuoriclasse, Oggi purtroppo tutti i giocatori, anche quelli alla Dybala, devono partecipare sia alla fase difensiva che offensiva per 90 minuti. Questo è uno dei motivi per cui crea meno pericoli. Secondo me bisognerebbe cercare di sostenere giocatori con il talento di Dybala, che nel calcio di oggi sono sempre di meno.”
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