Serie A
Roma: l’AD Souloukou celebra De Rossi
La CEO della Roma ha festeggiato postando una foto dell’esultanza dell’allenatore a fine gara. Un indizio per il rinnovo?
Dopo ben due anni di astinenza tra Serie A e Coppa Italia la Roma è tornata a vincere il derby della Capitale. Il gol vittoria di Mancini contro la Lazio ha regalato i tre punti ai giallorossi ed una gioia incontenibile ai propri tifosi, che aspettavano da troppo tempo di ritrovare il sorriso in una stracittadina.
Tifosi che, nel post gara, si sono scatenati in una grande festa per le strade e, soprattutto, sui social network, con tutti i vari sfottò goliardici ai danni dei tifosi biancocelesti, che da sempre sono nel gioco delle parti.
Tra le tantissime immagini postate, anche dai protagonisti della gara, ne è spuntata una che potrebbe avere un significato particolare. La CEO della Roma Lina Souloukou ha postato sul proprio profilo Instagram la foto dell’esultanza dell’allenatore giallorosso Daniele De Rossi al triplice fischio. Un esultanza che i tifosi romanisti hanno ben impressa nella loro memoria, soprattutto quando DDR era con gli scarpini ai piedi.
Una semplice foto per celebrare una vittoria importantissima oppure un indizio importante in ottica futura? Da quando è arrivato sulla panchina giallorossa Daniele De Rossi ha ottenuto 26 punti in 11 gare. Un ruolino che soltanto l’Inter capolista ha migliore. Nella storia giallorossa solo in due allenatori hanno fatto meglio del mister di Ostia: Eusebio Di Francesco con 27 punti e Rudi Garcia con 31.
Aprile sarà un mese cruciale per il futuro della Roma e di Daniele De Rossi. C’è da raggiungere un piazzamento in Champions League, e da continuare un cammino europeo (giovedì la sfida di andata del quarto di finale di Europa League contro il Milan a San Siro). I presupposti per il rinnovo, però, ci sono tutti. Per ora i numeri sono dalla parte di De Rossi come, ovviamente, i tifosi.
L’ultima parola spetta ai Friedikin. Ieri Ryan era presente allo Stadio Olimpico, ed ha sofferto ed esultato come un vero tifoso. Chissà se la vittoria di ieri lo avrà convinto del fatto che prolungare il contratto di De Rossi, infondo, non sia più un’idea così folle.
Serie A
Hellas Verona, Zanetti: “Chiedo di più a me stesso. Va in campo chi ha a cuore le sorti del club”
Il tecnico dell’Hellas Verona, Paolo Zanetti, ha parlato in conferenza stampa alla due giorni dalla sfida che apre la 14esima giornata di Serie A.
Paolo Zanetti, allenatore dell’Hellas Verona, è intervenuto in conferenza stampa a due giorni dalla gara contro il Cagliari di Nicola alla Sardegna Arena nel match che apre le danze della quattordicesimo turno di Serie A.
La sfida tra le due formazioni è in programma per venerdì 29 novembre alle ore 20:45. La posizione di mister Zanetti è molto in bilico dopo il pesante ko arrivato contro l’Inter, culmine del periodo negativo della squadra scaligera dove ha collezionato solamente una vittoria nelle ultime 6.
Hellas Verona, le parole di Zanetti
Settimana di riflessioni importanti?
“L’unica cosa che conta è la partita di Cagliari, ciò che è successo ha scosso tutti e questa scossa deve farci tirare fuori qualcosa. Siamo andati in ritiro togliendoci anche quelle che possono essere le nostre libertà. Lo abbiamo fatto per guardarci dentro e preparare al meglio la partita, dobbiamo lasciarci alle spalle le scorie dell’ultima partita. Siamo qui e possiamo giocarci alla grande il nostro campionato”.
Dopo l’Inter ci hai messo la faccia?
“Chiedo di più a me stesso, devo dare il massimo senza avere nessun tipo di rimpianti, io vado in difficoltà quando non ho la percezione di aver fatto il massimo. Noi siamo una squadra e dobbiamo lavorare tutti allo stesso modo e fare in modo che tutti diano più del 100%”.
Come sta andando questo ritiro?
“Se il ritiro funzionerà lo sapremo solo dopo venerdì, di sicuro abbiamo usato tutto il tempo della giornata per pensare al nostro prossimo impegno, senza farsi distrarre da tutto il superfluo. Se dobbiamo usare più tempo della nostra giornata e servirà lo faremo anche in futuro”.
A Cagliari scelte di rottura o continuità?
“Penso che si riparta da zero, poi non tutti accettano questi momenti nello stesso modo, ad esempio all’estero è un qualcosa che non esiste e ho dovuto spiegarlo. Farò delle valutazioni relative alla settimana e andrà in campo chi dimostrerà di avere a cuore le sorti del club”.
Acqua alla gola?
“Si ma non per la posizione di classifica perchè dobbiamo ricordare che oggi l’Hellas è dentro l’obiettivo e ha tutte le potenzialità per raggiungerlo perchè se ci sono squadre dietro probabilmente hanno problemi anche loro. L’acqua alla goal è per un’asticella che ci eravamo prefissati ma che non siamo riusciti a mantenere.
Questa squadra ha la lotta nel dna, ci è già passata anche l’anno scorso quando si avevano quattro punti in meno, ma oggi ci si sente sconfitti e abbattuti, ovviamente dà fastidio a noi per primi e noi per primi vogliamo una reazione che ci deve essere”.
Scontro diretto importante?
“E’ una gara importante per entrambi, arriviamo da momenti diversi, il Cagliari ha probabilmente già passato il nostro momento con un ritiro a inizio stagione. Sarà una partita difficile e combattuta ma lo sarebbe stata a prescindere dal momento, andremo in un campo caldo in cui bisognerà tirare fuori il nostro meglio, dal punto di vista della mentalità noi dobbiamo dare di più.
Dobbiamo concentrarci su quello che dobbiamo fare e non su quello che è stato fatto. Bisognerà avere la capacità e la lucidità di gestire i momenti. Soprattutto i calciatori che devono andare in campo senza paura, senza pensieri, e dare il 100% per l’Hellas”.
I giocatori seguono l’allenatore?
“Non ci sono giocatori contro di me o la società, bisogna dimostrare le cose con i fatti. Per me personalmente è lancinante stare in ritiro, non torno a casa da sabato con a casa una moglie e due figli che chiedono dove è il papà ma lo faccio perchè questa missione è al primo posto e non ho paura di quello che sarà venerdì e cerco di fare il massimo ma per questo ho bisogno della squadra, poi si possono parlare di tutti gli aspetti tattici che volete ma bisogna sentire il fuoco dentro ed è questo che sta mancando perchè altrimenti poi la gente va via e ci facciamo prendere in giro dai nostri tifosi, e a me questo basta anche per stare in ritiro fino a giugno”.
Stai parlando a noi o alla squadra?
“Sto parlando alla squadra, così magari loro guardano questa conferenza e magari danno qualcosa in più. Poi magari a qualcuno non piace che si parli in questo modo ma io sono fatto così”.
C’è stato un confronto acceso in ritiro?
“Ti confermo che è stato un confronto acceso, non ci sono botte, poi io penso che se succede vuol dire che qualcosa abbiamo dentro, che siamo uomini, ma non è successo assolutamente niente di grave”.
Quanto è importante la vecchia guardia?
“E’ importante per la squadra, serve che i senatori trascinino i giovani e questo in ritiro l’ho visto. Poi la vera mano si dà in campo e non a parole. E’ lì che si vede quanto un giocatore è determinante”.
Che idea ti sei fatto della lotta salvezza?
“Oggi abbiamo delle cose da risolvere, non partiamo da una scalata difficile, noi dobbiamo avere la convinzione di volercela fare, dobbiamo ritrovare la nostra autostima, serve battagliare su tutti i campi, se lì sotto siamo tutti lì vuol dire che il campionato è lungo, difficile o aperto”.
Lambourde?
“Come altri ragazzi giovani hanno delle qualità che devono essere espresse, non posso caricarlo di responsabilità ma tutelarlo perchè è un patrimonio della società e deve essere messo nelle condizioni di potersi esprimere nel migliore dei modi. Lambourde è un giocatore importante, come lo è Ghilardi, come lo è Cissè e con Sishuba ma questi ragazzi hanno bisogno della squadra. Poi io sono il primo a far giocare i giovani perchè sfido chiunque a poter dire che a giugno qualcuno di voi pensava che Belahyane sarebbe diventato quello che è oggi”.
Serie A
Torino, Cairo aspetta offerte: spunta la pista saudita
Non si placano le voci su un possibile cambio di proprietà per il Torino. Intanto continua la contestazione dei tifosi nei confronti della società.
La situazione in casa Torino è sempre più tesa. La tifoseria prosegue nella contestazione aperta contro Urbano Cairo, considerato il principale responsabile della crisi che sta travolgendo il club.
Sul campo, la squadra appare in caduta libera: dopo un avvio che aveva fatto sperare i tifosi in una stagione finalmente lontana dalla mediocrità, i granata hanno collezionato una sola vittoria nelle ultime nove gare. A complicare il quadro si aggiunge la questione dello stadio: la concessione è in scadenza e non sembra esserci margine per un rinnovo.
Secondo quanto riportato dal Corriere dello Sport, nelle ultime ore si sono diffuse indiscrezioni su un possibile interesse da parte di investitori sauditi per l’acquisto del Torino. Al momento non ci sarebbero trattative concrete, ma l’establishment saudita starebbe studiando il dossier granata, valutando la fattibilità dell’operazione.
Urbano Cairo, almeno pubblicamente, non ha mai dichiarato di voler vendere il club, ma pare che una proposta vicina ai 200 milioni di euro potrebbe farlo vacillare. Si vocifera, tuttavia, che le sue richieste per cedere il club si aggirino intorno ai 250 milioni.
Il progetto saudita e l’interesse per il Torino
L’interesse arabo si inserisce all’interno di una strategia più ampia che ha preso forma nell’estate del 2023, quando gli sceicchi hanno avviato una grande campagna di investimenti nel calcio europeo.
L’obiettivo, sostenuto dal progetto Vision 2030 del principe ereditario Mohammad bin Salman, è chiaro: utilizzare il calcio come veicolo per diversificare l’economia saudita e promuovere il Paese come meta turistica e polo di intrattenimento globale.
Con le risorse petrolifere in esaurimento, la classe dirigente ha puntato su ciò che potrebbe essere definito il prodotto interno sportivo: un ecosistema che coinvolge star come Cristiano Ronaldo, grandi eventi come il Mondiale 2034 e infrastrutture futuristiche come il nuovo stadio di Riyad.
Quando si muovono all’estero, lo fanno attraverso il fondo sovrano PIF (Public Investment Fund), come dimostra l’acquisto del Newcastle, trasformato in un avamposto strategico in Premier League. L’acquisizione di un club italiano come il Torino potrebbe rappresentare un’opportunità simile, anche se al momento non ci sono conferme ufficiali.
Cairo e i rapporti con gli investitori stranieri
Nel frattempo, Urbano Cairo continua a mantenere un basso profilo a Torino, facendo rare apparizioni in città. Da Milano, però, il presidente granata intrattiene rapporti con investitori di tutto il mondo, Arabia Saudita inclusa.
Non è la prima volta che emergono voci su una possibile cessione del Torino: in passato si era parlato di un interesse da parte di Red Bull, già sponsor del club. Tuttavia, lo stesso Cairo aveva prontamente smentito tali indiscrezioni.
La tensione resta alta, sia tra i tifosi che dentro le mura societarie. Il futuro del Torino sembra sempre più legato alla capacità di Cairo di trovare una via d’uscita che possa restituire serenità a un ambiente ormai esasperato.
Serie A
Tegola Inter: infortunio per Pavard, oggi gli esami
Il centrale dell’Inter Pavard è stato costretto a lasciare il campo nella sfida di Champions contro il Lipsia a causa di un problema muscolare. Oggi gli esami.
Nell’ennesima bella serata europea dell’Inter, riuscita a conquistare la vittoria e allo stesso tempo la vetta della classifica a 36 squadre, c’è però una nota negativa: l’infortunio di Benjamin Pavard.
Il nazionale francese è uscito poco prima della fine del primo tempo a causa di un fastidio al flessore della coscia sinistra. Nella giornata di oggi dovrà svolgere gli esami strumentali che chiariranno la gravità dell’infortunio.
La sensazione, come dichiarato anche in conferenza stampa da Simone Inzaghi, è che non si tratti di un problema fisico di grave entità, con il francese che potrebbe al massimo saltare la trasferta di Firenze in campionato per poi tornare a disposizione. Saranno però gli esiti degli esami a dare un’ulteriore conferma.
Inter, per Firenze si scalda Bisseck
Nel prossimo turno l’Inter è attesa da un’insidiosissima trasferta in casa della Fiorentina. Inzaghi avrebbe voluto arrivare a questa partita fondamentale in chiave scudetto con tutta la rosa a disposizione e senza dover ricorrere a ricambi o turnazioni.
L’infortunio di Pavard porterà con tutta probabilità all’inserimento dal primo minuto di Yann Bisseck, che avrà a disposizione un test difficile per dimostrare a tutti la sua crescita.
In questa stagione ha fatto vedere alti e bassi: grande capacità di accompagnare l’azione in fase offensiva, ma qualche errore di troppo in fase difensiva. Starà a lui sfruttare questa occasione per guadagnarsi la totale fiducia della tifoseria nerazzurra.
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