Focus
Perché sono (quasi) tutti contenti della retrocessione del Sassuolo?
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11 mesi fail

Raramente nella storia del calcio italiano si sono viste squadre in grado di catalizzare su sé stessi l’odio delle tifoserie come il Sassuolo.
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Su sapiente consiglio di uno dei miei colleghi caporedattori, mi sono imbattuto in un articolo (ottimo, come sempre) di Rivista Undici a firma di Francesco Gerardi. Ottimo nella forma, un po’ meno (ma questo è soggettivo) nella sostanza. Il Sassuolo è un accentratore trasversale di odio calcistico (e su questo siamo tutti d’accordo) ma taluni sembrano quasi voler scaricare la colpa su chi ne rigetta il modello imprenditoriale.
Il Sassuolo non è solo l’emanazione calcistica del capitalismo finanziario (e quindi è inevitabile che non stia simpatico a molti, basti pensare a l’RB Leipzig in Germania) ma è altresì l’estremizzazione di quelli che sono i principali capi d’accusa degli anti-capitalisti. Ovvero, i clienti (perché di clienti si tratta) non sono tutti uguali. E i clienti, in questo caso, sono le squadre di calcio che fanno affari con il Sassuolo.
Affari molto redditizi per alcuni, molto meno per altri. Non si tratta semplicemente di “vendere tanto e bene” perché quello è legittimo: il tesserato è tuo e decidi tu società se e a quanto venderlo. Il discorso verte più che altro su i rapporti “sospetti” che intercorrono fra il Sassuolo e alcune società calcistiche. Sul modo in cui i neroverdi si mostrino intransigenti con taluni e sul loro atteggiamento quasi accondiscendente con talaltro.
Perché è impossibile non ricordarsi di come il Sassuolo (anche per la volontà del giocatore di vestire bianconero) rifiutò 40 milioni di sterline cash dall’Arsenal per Locatelli, salvo poi cederlo alla Juventus con una formula che sembra uscita direttamente da un film di Totò. Non è possibile dimenticarsi della formula cervellotica che ha permesso all’Inter, nonostante la sua situazione economica, di spendere oltre 30 milioni di euro per Frattesi.
Per non parlare dell’acquisto di Missori e Volpato. Arrivati letteralmente per “fare un favore alla Roma“, per stessa ammissione dell’amministratore delegato Giovanni Carnevali. Un “aiuto” da oltre dieci milioni di euro complessivi, con i due prodotti del vivaio giallorosso che in due hanno totalizzato 1085 minuti sin qui in stagione.
Massimo rispetto per i colleghi di Rivista Undici, ma se ieri sera molti tifosi italiani si sono detti contenti della retrocessione dei neroverdi non si può imputar loro nulla. Del resto dietro al calcio si annidano furtivi interessi economici che noi comuni mortali non possiamo nemmeno immaginare e i cui scheletri nell’armadio vengono disvelati soltanto molti anni dopo i fatti “incriminati”. Chiedere al Chievo per conferma.

ANSA / SERENA CAMPANINI

Il Bologna vince nettamente la semifinale d’andata di Coppa Italia in casa dell’Empoli. La finale per la squadra di Italiano è a un passo.
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Il Bologna vede la finale di Coppa Italia. Con il netto 3-0 inflitto all’Empoli nella semifinale d’andata in Toscana, la squadra di Italiano ha ormai ipotecato la qualificazione. Un risultato che non lascia spazio a repliche e che avvicina i rossoblù a un traguardo che sembrava impensabile a inizio stagione, quando la squadra stentava a trovare continuità.
Nei mesi, però, la crescita è stata evidente e oggi il Bologna è una delle squadre più in forma e spettacolari d’Europa. L’entusiasmo cresce anche pensando alla storia: l’ultima volta che il club felsineo ha raggiunto la finale di Coppa Italia risale al 1973/74, quando sconfisse il Palermo e alzò l’ultimo trofeo della propria bacheca. A distanza di oltre cinquant’anni, i tifosi adesso sognano un trionfo.

VINCENZO ITALIANO PUNTA IL DITO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Italiano, occasione di riscatto?
Chi sembra avere un rapporto privilegiato con le fasi finali delle Coppe è proprio Vincenzo Italiano. Dopo aver centrato la finale di Coppa Italia con la Fiorentina nella stagione 2022/23 (persa 2-1 contro l’Inter), l’allenatore siciliano è vicinissimo a ripetersi anche con il Bologna due anni dopo.
In mezzo, ci sono anche due finali europee di Conference League, entrambe raggiunte con la Viola: la prima nel 2022 contro il West Ham, la seconda l’anno successivo contro l’Olympiacos. In entrambi i casi, però, la coppa è sfuggita all’ultimo atto.
Quella che si profila all’orizzonte potrebbe quindi essere la quarta finale in tre anni per Italiano, che vuole finalmente scrivere un epilogo diverso.
Il tecnico rossoblù è consapevole che questa potrebbe essere l’occasione giusta per spezzare il tabù. Finora, le sue finali sono state sinonimo di delusione, ma ogni esperienza ha aggiunto qualcosa al suo bagaglio.
Ora, con una squadra che ha trovato la sua identità e che viaggia sulle ali dell’entusiasmo, Italiano ha la chance di prendersi la rivincita personale e, allo stesso tempo, di regalare al Bologna una pagina di storia.
Un successo in Coppa Italia significherebbe tornare a vincere dopo oltre mezzo secolo e proiettare definitivamente la squadra tra le big della Serie A anche per le prossime stagioni.
Focus
Juventus, Nico Gonzalez e il nuovo ruolo con Tudor
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15 ore fail
01/04/2025By
Pietro Mauti
Nella prima Juventus targata Igor Tudor, Nico Gonzalez è stato impiegato esterno di centrocampo in una linea a quattro. Può essere il ruolo giusto per lui?
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Nico Gonzalez, arrivato in estate alla Juventus dalla Fiorentina per 38 milioni di euro, non ha avuto fin qui l’impatto che ci si aspettava in bianconero. L’esterno argentino nei suoi primi nove mesi a Torino, in base al rapporto costo del cartellino-rendimento in campo, ha rappresentato uno dei più grandi buchi dell’acqua impuntati dai tifosi juventini a Thiago Motta e Cristiano Giuntoli. Sotto la guida del tecnico ex Bologna, le prestazioni di Gonzalez hanno spesso lasciato a desiderare. Soltanto 3 gol realizzati in tutte le competizioni, e pochissimi sprazzi del gran giocatore ammirato a Firenze nelle stagioni passate.
Le idee confuse e i continui cambi ruolo apportati da Thiago Motta non l’hanno di certo aiutato: piazzato prima a destra, poi a sinistra, infine da prima punta, quando si era rotto il rapporto tra l’allenatore e Dusan Vlahovic. Adesso, con il nuovo corso di Igor Tudor, le prospettive di Nico Gonzalez alla Juventus sono totalmente diverse. Il tecnico croato, nella prima uscita contro il Genoa, ha schierato il classe 1998 esterno destro a tutta fascia nel suo 3-4-2-1.

NICOLAS GONZALEZ IN AZIONE ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Juventus, la prestazione di Nico Gonzalez da esterno a tutta fascia
Nico Gonzalez, contro il Genoa, è stato schierato largo a destra nel 3-4-2-1 disegnato da Igor Tudor. La prestazione dell’ala della Juventus, in un ruolo inedito, e per giunta con pochi allenamenti, visto che Nico era impegnato con la selezione Argentina, è stata incoraggiante. L’ex viola ha subito giovato della cura Tudor: contro il Genoa ha totalizzato il 75% di dribbling riusciti, la metà dei duelli aerei vinti e 70% di passaggi completati. Ma soprattutto ha colpito i tifosi bianconeri per l’applicazione e l’abnegazione, tanto da terminare la partita con i crampi.
Igor Tudor, nella sua avventura alla Lazio, aveva già sperimentato un evoluzione simile con Mattia Zaccagni e Felipe Anderson. Nella sua esperienza a Roma, l’allenatore chiedeva ai due esterni di restare aperti e alti, provando a supportare i trequartisti e sfruttare l’ampiezza per aprire le difese avversarie. Contro il Genoa si è visto poca manovra offensiva, ma la Juventus che ha in mente Tudor deve essere in grado di creare più occasioni e segnare di più. In questo senso, Nico Gonzalez può rappresentare un’ arma importante.

Gvidas Gineitis, centrocampista lituano classe 2004, inizia a brillare in Serie A con la maglietta del Torino. Ecco la sua storia, dal suo arrivo fino ad oggi.
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Nella partita di ieri contro la Lazio, terminata 1-1, il Torino ha dato lustro ad uno dei suoi giocatori, Gvidas Gineitis, autore del gol del pareggio e della sua terza rete in campionato.
Altro ingresso decisivo per il centrocampista 2oenne, salito alla ribalta già per il gol vittoria contro il Milan.
Un’escalation dell’Olimpo di Serie A impressionante, iniziata, per il centrocampista di Mažeikiai (al confine con la Lettonia), dall’allenatore Ivan Juric, nella scorsa stagione.
Un passaggio appena iniziato dalle stalle alle stelle, che lo vede spesso e volentieri paragonato al suo compare centrocampista Davide Frattesi, a detta dell’allenatore Federico Coppitelli.
Tutti e due accomunati dall’incredibile capacità di entrare dalla panchina in campo e fare subito gol.
Infatti Gineitis, nel post partita contro la Lazio, ha dichiarato:
“Sono fatto così, quando giochiamo contro le squadre al top entro e segno”.
Gvidas Gineitis guarda, da quando era un 18enne appena avviato (a San Siro contro il Milan), al giocatore del Barcellona Frenkie de Jong, quale suo massima aspirazione da emulare.
Un punto di riferimento da guardare, studiare e imitare, per arrivare, tramite un duro allenamento, ad assomigliarli.
“Il mio idolo è Frenkie de Jong del Barcellona: mi alleno per assomigliargli”.

IL TORINO FA GRUPPO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Il percorso di Gineitis
Il centrocampista 20enne è approdato in Italia nell’estate del 2020, grazie all’intervento dell’ex direttore sportivo delle giovanili SPAL Ruggero Ludergnani, che poi lo portò, un anno e mezzo dopo, a passare al Torino.
Un passaggio vagamente turbolento, a detta di Ludergnani, in quanto era in ballottaggio con altre squadre estere, ma che in seguito è stato confermato da un trasferimento di circa 40.000 euro.
Un conto irrisorio, che non solo ha permesso al giocatore di rientrare nell’operazione Demba Seck, ma che al momento viene valutato per un ammontare di 7-8 milioni, destinati ulteriormente a crescere.
Ora ricordiamo le parole dell’ex direttore Ludergnani riguardo il percorso di Gvidas Gineitis:
“A fine 2019 mi arriva la segnalazione dal suo agente, Paolo Scotti. Vediamo i video, ci sembra subito molto interessante, ma abbiamo bisogno della prova del campo: così, a Natale, viene a Ferrara qualche giorno in prova. Giochiamo un’amichevole contro il Monza, e ci fa una grandissima impressione: in soli due giorni mi ha letteralmente conquistato. Ma poi nascono un po’ di problemi… Gvidas ha in calendario un po’ di provini con club in Germania, destinazione che mi dicono preferire. Non sono convinti di venire in Italia, ma a noi piace troppo. Tanto. Facciamo di tutto per prenderlo, alla fine in estate ci riusciamo per una cifra irrisoria, circa 40.000 euro”.
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