Serie A
Napoli-Lecce: le ultimissime!
Le ultime sulle formazioni di Napoli–Lecce: chi gioca titolare e chi va in panchina al ‘Maradona’ nel match delle 18.
A meno di colpi di scena, questa é la giornata del congedo di Victor Osimhen da Napoli, con i partenopei che si giocano le ultime cartucce per tentare un approdo in Conference League contro il già salvo Lecce.
I salentini, che come detto hanno già centrato l’obiettivo salvezza, al ‘Maradona’ sfidano gli azzurri che vincendo potranno ancora puntare a ottenere un piazzamento europeo: a patto che il Torino non torni da Bergamo coi 3 punti e che la Fiorentina vinca la finale contro l’Olympiacos.
Scenari da decifrare in un pomeriggio che vedrà la passerella finale di Osimhen dopo 4 anni sotto al Vesuvio, così come saluterà Zielinski che non sarà della gara a causa di guai fisici.
Saluta anche per Calzona, il quale lascerà la panchina partenopea.
Andiamo a vedere le ultimissime di formazione scelte dai due tecnici.
Napoli
Osimhen e Rrahmani convocati ma solo in panca, mentre sono out (oltre a Zielinski) anche l’influenzato Dendoncker e l’acciaccato Mario Rui. Ostigard in difesa accanto a Juan Jesus, Cajuste confermato in mediana, ballottaggio Raspadori-Simeone per la casella di centravanti.
Lecce
Gotti può contare su Gendrey, mentre è fuori Sansone insieme a Banda, Dermaku e Kaba. Dubbio tra Amlqvist e Oudin sull’esterno alto di destra, così come Blin è insidiato da Berisha a centrocampo. Di punta, la coppia Krstovic-Piccoli.
Le probabili formazioni
NAPOLI (4-3-3): Meret; Di Lorenzo, Ostigard, Juan Jesus, Olivera; Anguissa, Lobotka, Cajuste; Politano, Raspadori, Kvaratskhelia.
LECCE (4-4-2): Falcone; Gendrey, Pongracic, Baschirotto, Gallo; Almqvist, Ramadani, Blin, Dorgu; Krstovic, Piccoli.
Serie A
Genoa, Vieira: “Contro l’Empoli sarà dura. Stiamo crescendo, ma dobbiamo migliorare sotto porta”
L’allenatore del Genoa, Patrick Vieira, è intervenuto in conferenza stampa per presentare il match di domani contro l’Empoli, in programma alle ore 15.
Di seguito un estratto delle parole del tecnico francese in vista dell’ultima sfida del 2024 per il Genoa, che vedrà i rossoblù affrontare l’Empoli al Castellani.
Genoa, le parole di Vieira
Sta per iniziare un trittico di sfide fondamentali contro Empoli, Lecce e Parma. Come si presenterà il Genoa?
“Nella gara con il Napoli, specialmente nel secondo tempo, abbiamo mostrato buone cose. Abbiamo ricavato indicazioni positive e, al contempo, individuato quello che possiamo migliorare. Le prossime sfide saranno cruciali per noi ma anche per Empoli, Lecce e Parma, tutte squadre che, come noi, mirano a rimanere in Serie A. Dobbiamo proporre un calcio di qualità per ottenere i tre punti”.
De Winter ed Ekhator torneranno disponibili?
“Sì, entrambi sono stati inseriti tra i convocati e hanno lavorato con il gruppo per tutta la settimana”.
In che modo affronterete l’Empoli?
“L’Empoli dispone di buona tecnica, gioca da collettivo ed è una formazione forte fisicamente. Mi aspetto un confronto difficile, ma so che abbiamo elementi capaci che stanno facendo progressi. Contro il Napoli, soprattutto dopo l’intervallo, ci siamo espressi bene e la squadra è in crescita. Abbiamo già affrontato Milan e Napoli, partite molto impegnative, e ci siamo comportati in maniera positiva. Abbiamo le qualità per mettere in difficoltà l’Empoli”.
Si può dire che il Genoa, sul piano offensivo, abbia dato il meglio di sé nel secondo tempo contro il Napoli?
“Abbiamo creato pericoli dopo la pausa ma non abbiamo concretizzato. Dobbiamo essere più determinati sotto porta. Abbiamo giocatori come Ekuban e Balotelli che possono trasmettere energia; stiamo migliorando di partita in partita”.
Balotelli potrebbe avere più spazio prossimamente?
“Purtroppo non sarà disponibile a Empoli a causa dell’influenza. Oggi è rimasto a casa. Peccato, perché si stava allenando bene. Per quanto mi riguarda, tutti devono capire di essere fondamentali per la squadra: è un momento complicato e occorre compattezza, ognuno deve fare la propria parte”.
Come valuti la posizione di Vitinha?
“Per lui è essenziale stare bene fisicamente. Deve allenarsi con continuità e integrarsi nei meccanismi di squadra. Il gol arriverà quando ci costruiremo occasioni pericolose, perché lui ha le qualità per segnare. Mi aspetto che prosegua su questa strada. Ha avuto un infortunio, ora è rientrato e si sta rendendo utile. I gol verranno”.
Ti intriga l’idea di avanzare Frendrup in futuro?
“Potrebbe essere un’opzione. Credo che l’atmosfera creata dai tifosi ci abbia dato un’energia speciale. Il pubblico ci ha spinto a dare ancora di più. Mi è piaciuta la compattezza tra squadra e tifoseria. Sulla base di quanto mostrato nella ripresa, avremmo meritato almeno un punto contro il Napoli”.
Perché c’è stata differenza di approccio tra primo e secondo tempo nella gara col Napoli?
“Nel primo tempo abbiamo concesso troppa considerazione all’avversario. Poi siamo diventati più aggressivi. Questo non implica che avremmo vinto, ma avremmo potuto farli giocare meno comodi fin dall’inizio”.
Pensi che la rosa sia corta?
“La bellezza del calcio è che, se siamo in dieci, avremo dieci idee diverse. Il mio compito è scegliere l’atteggiamento che permetta a ciascun giocatore di rendere al meglio. Nel primo tempo può darsi che io abbia avuto responsabilità in alcune scelte, poi abbiamo cambiato qualcosa e la squadra ha espresso buone trame di gioco. È fondamentale mettere i giocatori nella situazione ideale”.
L’Empoli ha segnato solo due reti in casa: è un dato significativo?
“Ho grande considerazione per le loro prestazioni. Rispettiamo molto l’Empoli, ma credo anche che la nostra squadra abbia le qualità per competere ad alti livelli e creare problemi. Dobbiamo scendere in campo con fiducia, forti del lavoro fatto fino ad ora. Anche se contro Milan e Napoli non sono arrivati i risultati che speravamo, ho visto progressi. Ad Empoli dovremo imporre il nostro gioco”.
Oggi si gioca quasi sempre in sedici: quanto conta l’apporto della panchina?
“Siamo un unico gruppo. Chi entra dalla panchina ha un ruolo fondamentale: deve dare una carica ulteriore. Contro il Napoli sono rimasto soddisfatto, perché i subentrati hanno contribuito con energia positiva”.
Serie A
Inter, Thuram: “Mai via da qui con una clausola, in futuro vorrei fare come Henry”
Il calciatore dell’Inter Marcus Thuram ha rilasciato delle dichiarazioni ai microfoni de La Gazzetta Dello Sport sulla sua esperienza in nerazzurro.
Il calciatore ex Borussia Moenchengladbach attualmente in forze all’Inter sotto la gestione Simone Inzaghi ha rilasciato della dichiarazioni ai microfoni de La Gazzetta Dello Sport su varie tematiche legate alla sua esperienza nel club milanese e non solo.
Inter, le parole di Thuram
Di seguito le dichiarazioni rilasciate dal calciatore dell’Inter Marcus Thuram ai microfoni de La Gazzetta Dello Sport:
È il momento più alto della sua carriera?
“Sì. All’Inter sono in fiducia totale. Ed è grazie a chi mi sta intorno: compagni, mister, società”.
Dove vuole e può arrivare?
“Non lo so. E non ci penso, quasi mi dà fastidio. Conta amare, non mettersi limiti. Perché dire ‘faccio questo o quel numero di gol’? Ho tanto da migliorare ancora”.
In cosa? Faccia un esempio.
“Nel colpo di testa, per dire. E nel provare ad andare più veloce di come riesco. Sento già di essere più forte di inizio stagione. E a gennaio sarò ancora meglio.
Oggi, ad esempio, vado in anticipo su una palla di Dimarco perché so già quello che lui farà. Lo stesso con Mkhi. È conoscenza, esperienza”.
Con suo fratello Khephren avete scommesso su chi vince più trofei quest’anno?
“C’è stata la possibilità di giocare insieme, quando ero al Borussia Monchengladbach, il Nizza mi voleva ma poi non se ne è fatto nulla. No, nessuna scommessa con lui. Gli auguro il meglio. Non proprio il meglio meglio eh… Diciamo a lui sì, alla squadra in cui gioca no”.
È davvero più forte di lei?
“Sì, lo è. E sa perché? Perché può imparare dal papà e poi dal fratello, è fortunato”.
Lei è appassionato di manga. In chi si rivede?
“Il mio preferito è Dragon Ball Z, il personaggio è Super Saiyan 4: lo adoro, è veloce, potente. E poi Captain Tsubasa (in Italia Holly e Benji, ndr): tifavo per Mark Lenders, è nato ala e poi è diventato centravanti, come me”.
Che capitano è Lautaro?
“Parla quando deve. Non lo fa mai a caso”.
Siete molto diversi. Come avete fatto clic?
“Proprio per le nostre differenze. Se lui fosse come me, gli direi ‘oh, quanto sei pesante’. Io gli do qualcosa che lui non ha e lui viceversa”.
Avete un rapporto anche fuori dal campo?
“Eh, lui è sposato… Quando siamo lontani, in nazionale, però ci chiamiamo. Forse perché ci manchiamo…prima delle partite, dopo, sempre”.
Parliamo del suo idolo, Adriano. Che effetto le fa, vederlo oggi?
“Ho letto che si sente felice nella sua favela, lo vedo su instagram sorridente: conta questo”.
Lei ha una clausola da 85 milioni, potrebbe decidere di andar via senza passare dall’Inter…
“Ma la cifra è alta…”.
Se continua così, qualcuno che la paga si trova.
“Lo dico chiaro: non accadrà mai che io lasci l’Inter sfruttando la clausola, per il rapporto che qui ho con tutti. Quella cifra è messa lì, ma non sarò mai io da solo a scegliere. E se qualcosa arriverà, ci sarà sempre una discussione con la società”.
È vero che la Champions è la vostra idea fissa?
“Io non riesco a scegliere, ho l’obiettivo di vincere tutti e 5 i trofei. Se punto tutto sulla Champions e poi non la vinco, cosa succede?”.
Per quanti di questi 5 metterebbe la firma?
“Me ne basterebbe uno. Ma non dico quale, chissà, forse è la Coppa Italia (e ride, ndr)”.
Ma l’Inter è nell’élite d’Europa?
“Sì. Io considero l’Inter una delle super grandi d’Europa. Siamo una squadra che fa paura. Non vedo club superiori a noi, neppure uno. Ce ne sono 5-6 in Champions più forti degli altri. E siamo tra questi”.
Consigli di Inzaghi che ancora non ha seguito?
“Io ci provo a fare tutto eh… E lui non so come faccia, ma ogni volta che mi suggerisce una cosa, poi quella cosa succede”.
Lo sa che Simone ha segnato 4 gol in una sola gara in Champions?
“Non lo sapevo. Non penso che ci riuscirò, anche perché lui dopo due gol mi fa uscire (risata, ndr)”.
Dove si vede tra 15 anni?
“Mi piacerebbe quello che fa Titì Henry, con la Cbs. Vorrei lavorare in una tv americana, è un tipo di commento più rilassato, qui in Italia o in Francia ci prendiamo tutti troppo sul serio. E in ogni caso, vorrei andare a vivere negli States”.
Lei in campo ha qualcosa di Henry, no?
“Ma no… Lui era di un altro livello, ehi. Lo sento spesso, è più easy parlare con lui che con mio padre. Un giorno mi ha raccontato che in Italia gli facevano fare il quinto a centrocampo, ma come è possibile? È che nella vita dipende sempre dal posto in cui ti trovi”.
Serie A
Roma, Ranieri: “Dybala, Paredes e Hummels devono far parte della squadra del futuro”
L’allenatore della Roma, Claudio Ranieri, ha parlato in conferenza stampa a due giorni dalla super sfida di San Siro contro il Milan dell’ex Fonseca.
Claudio Ranieri, tecnico della Roma, è intervenuto in conferenza stampa a due giorni dal big match della 18° giornata di Serie A contro il Milan dell’ex di turno Fonseca. Il match è in programma per domenica 29 dicembre alle ore 20:45 a San Siro.
I giallorossi dovranno trovare i tre punti per confermare quanto di buono visto da quanto l’ex tecnico del Leicester è tornato sulla panchina della Roma e soprattutto sfatare il tabù trasferta. Infatti, la formazione capitolina non ha ancora raccolto nessuna vittoria in trasferta in questa stagione.
Roma, le parole di Ranieri
Allenamento aperto il 1 gennaio. E’ un modo per dare il benvenuto i nostri tifosi. Sono loro la vostra forza?
“Sicuramente i nostri tifosi si sottolinei, sonoo la nostra forza, il nostro sangue. Ci danno la voglia di lottare sempre. Siamo professionisti e un conto è farlo con il pubblico che ti sospinge e un conto e che non ti sospinge. Oggi resta difficile aprire il campo di allenamento”.
Più complessa la missione di Fonseca o di Ranieri?
“Gli allenatori hanno sempre delle complessità e loro devono gestirle. Dipende molto dalle piazze e dall’incontro che si fa con gli addetti ai lavori. Io ho trovato giocatori splendidi. Io lo sto portando vanti con tutto il mio entusiasmo e tutto il mio amore”.
Hummels, Dybala e Paredes, vuole che facciano parte della squadra il prossimo anno?
“Sicuramente si. Non giriamoci tanto intorno”
Che Milan si aspetta?
“Il Milan ha giocatori fortissimi e molto particolari. Sarà uno sforzo di tutta la squadra e di stare attentissimi. Il Milan è la seconda ad incassare gol, la prima il Bologna. Noi siamo una delle squadre che segna di meno in trasferta. Dobbiamo fare una super partita”.
Qual è l’approccio mentale che deve avere la squadra?
“Io cerco di dare serenità e tranquillità. Durante gli allenamenti metto tutto me stesso e voglio che loro diano sempre il massimo. Io credo che questa partita con il Milan tutti vorrebbero giocare, per cui son convito che faremo una buona gara. L’importante è dare tutto fino all’ultimo secondo. Piccoli particolari fanno i risultati. Noi dovremo stare attenti a questi ultimi particolari”.
A che punto è la scelta dell’AD?
“Io non sono coinvolto. io sono coinvolto solo nell’aspetto tecnico della società. IO non entro in questi meandri”.
La sua posizione su Pellegrini, qual’è?
“Il giocatore gode di tutta la mia fiducia, perciò se verranno offerte le valuteremo, come tutte le altre. Io mi auguro che lui possa restare con noi, ma vorrei che anche lui fosse contento di stare con noi”.
Mile Svilar, che tipo di gioco le chiede? E a chi lo paragona?
“Non voglio fare nessun paragone. Sta facendo molto bene. Lui sa che può iniziare l’azione da dietro ma anche inviare lungo. Lascio – una volta che sono tutti catechizzati – di fare quello che sentono. Io cerco di dare le nozioni ma loro devono fare quello che sentono. Lui sa quando deve accelerare o rallentare”.
Cosa ne pensa di Saelemaekers? Si pensa già al futuro?
“Saelemaekers si è ambientato benissimo a Roma e noi lo vogliamo tenere. Vediamo come si sviluppano le cose anche con Abraham”.
Come hanno reagito coloro che non sono entrati in campo contro il Parma?
“Tante volte si fanno dei cambi in vista delle sostituzioni avversarie. Non mi è sembrato doveroso fare dei cambi. Non ho pensato ne al perchè ne al per come. Ho detto semplicemente che tutti stavano spingendo e ho voluto continuare così”.
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