Serie A
Lazio, Pedro verso la rescissione del contratto
Nonostante il contratto in scadenza nel 2025, Pedro potrebbe rescindere con la Lazio anticipatamente. Ecco la situazione in casa biancoceleste.
Le strade di Pedro e Lazio potrebbero dividersi dopo 3 stagioni. Secondo Il Messaggero, in un incontro recente tra l’ex Barcellona e Lotito, lo spagnolo avrebbe espresso il suo desiderio di lasciare i biancocelesti, rescindendo il contratto che lo avrebbe legato a Roma fino al 2025.
A gennaio era scattato in automatico il prolungamento del contratto di Pedro, poiché aveva raggiunto un numero di presenza stabilite precedentemente. L’accordo tra le due parti sembra però scontentare il 36enne spagnolo, che giunto al rush finale della sua carriera, vorrebbe concluderla in patria.
A metà giugno dovrebbe verificarsi l’incontro che sancirebbe l’ufficiale chiusura del capitolo biancoceleste per l’ex Barcellona. La destinazione più gettonata per Pedro sono le isole Canarie, luogo in cui è nato e cresciuto.
I numeri di Pedro con la Lazio
Nell’estate del 2021 Pedro si trasferì dalla Roma alla Lazio, operazione insolita che complicherebbe la permanenza di qualunque giocatore. Cosa che non è accaduta per il classe 1987, che nonostante avesse anche realizzato una rete in un derby perso dai biancocelesti, ci ha messo poco a fare breccia nel cuore dei tifosi.
Il destino ha voluto che la prima rete con la maglia della Lazio fosse anch’essa in un derby, vinto dalla squadra, in quel momento allenata da Sarri, per 3-2.
In 3 anni ha disputato 132 presenze realizzando 20 reti. Quest’anno Pedro ha segnato 3 gol, di cui 2 in Champions League. Ora ha deciso di chiudere la sua avventura biancoceleste, giocatore che certamente mancherà ai tifosi per la qualità e la professionalità messe a disposizione fin dal primo momento.
Serie A
Juventus, Motta: “Dispiaciuti per Bremer. Sulle parole di Conte…”
Il tecnico della Juventus, dopo la vittoria in Champions, è carico per recuperare terreno sul Napoli capolista. Leggi con noi le parole di Thiago Motta.
Dopo la bella prestazione contro il Lipsia, la Juventus ospiterà il Cagliari domani alle ore 12.30. In conferenza stampa Motta ha annunciato gli assenti, tra cui Bremer infortunatosi al ginocchio nella gara di Champions.
Le parole di Motta
Come sta la squadra?
“Bene, molto bene. Quando si vince aiuta tanto nel lavoro. Stiamo bene mentalmente e fisicamente. Non ci saranno Arek, Gleison, Nico, Adzic e nemmeno Weah che oggi ha sentito dolore. Tutti gli altri disponibili”.
L’infortunio di Bremer e il suo sostituto.
“Gleison è un giocatore importante per noi. Mi dispiace tanto per il ragazzo anche umanamente parlando. Adesso tutti noi daremo qualcosa in più. Lui si sarebbe preso le responsabilità per dare una mano ai suoi compagni. Lui deve stare tranquillo e calmo. Ieri l’ho visto molto meglio e noi dobbiamo fare bene e aspettarlo. Danilo? Lui come tutti sono convinto che daranno qualcosa in più“.
Il possibile turnover
“Vedremo domani. Tutti possono giocare e stanno tutti bene. Chi entrerà domani darà qualcosa in più per avere il risultato positivo”.
Il cambio Savona-Douglas Luiz.
“La squadra ha dato a me un input. Ho visto una squadra che voleva provare a vincere. Ho seguito il mio istinto, perchè vedevo così i miei ragazzi. È stato un orgoglio per tutti noi”.
Le parole di Conte erano riferite a te?
“Sicuramente no. Anzi non lo so, devi chiederlo a lui. Questo non lo so. Noi internamente abbiamo la stessa fiducia e voglia di fare bene. La prossima partita è la più importante. Sarà una partita diversa e noi dobbiamo entrare in campo determinati e convinti per avere un risultato positivo”.
La notizia di Pogba.
“Su Pogba la società valuterà quello da fare. Pogba è stato un grande giocatore. Non gioca da tanto tempo. Io sono concentrato sulla partita di domani il resto non conta”.
Sul vice Vlahovic e Fagioli?
“Qua non esiste un vice di nessuno. Sono contento della prestazione di Fagioli come di tutta la squadra. Può migliorare come tutti i campioni. La differenza dei campioni è quella che possono sempre migliorare. Questo è quello che può fare Fagioli. La differenza è la continuità. È quello che può fare. Sono convinto che lo farà“.
Le novità
Su Cabal.
“Bene è stato convocato anche in nazionale. Deve continuare a lavorare e allenarsi bene. Per il momento altri stanno meritando di giocare“.
Su Milik
“Non ho parlato con Arek. Mi dispiace come per tutti i miei ragazzi”.
Si aspettava di essere a questo livello già adesso?
“Alla fine abbiamo vinto una bella partita, ma due settimane non era così. Dobbiamo continuare così, oggi abbiamo fatto un ottimo allenamento. Non mi metto troppe cose in testa penso solo alla partita di domani”.
Locatelli può giocare in difesa?
“Perché no? Sarei l’allenatore più felice al mondo. Anche Savona, ma sono cose che devo vedere in allenamento. Spero di si“.
Su Conceicao.
“Sta lavorando bene e sono contento di quello che sta dimostrando in partita, ma soprattutto nel quotidiano. Lui trasmette voglia e allegria di andare in campo. Si impegna al massimo tutti i giorni. Ho solo elogi per Francisco, perchè aiuta tanto i compagni dimostrando come si deve allenare ogni giocatore”.
La questione infortuni.
“Non lo so. Si gioca tanto, ma lo sapevamo da inizio stagione. È un peccato e mi dispiace tanto quando succede una cosa come a Gleison. Non è facile ci sono passati anch’io. Devi fare una buona operazione e fare un buon recupero, perchè passi tanto tempo da solo. Noi dobbiamo dare qualcosa in più per sopperire la mancanza. Lui avrebbe fatto lo stesso per un compagno”.
Serie A
Roma: a Monza per uscire dalla crisi
Domani la Roma sarà impegnata nella delicata trasferta di Monza. Dopo la pessima figura di giovedì in Europa League, per Juric è già la gara della verità?
E’ già crisi in casa Roma? Forse dire così è un esagerazione, ma di certo questa stagione ha regalato pochissimi sprazzi di luce alla squadra giallorossa.
Dopo lo scossone causato dall’esonero di Daniele De Rossi l’arrivo di Ivan Juric non ha sortito gli effetti sperati. Alla bella prestazione al suo esordio sulla panchina contro l’Udinese si sono susseguiti il pareggio subito nei minuti finali dal Bilbao e la soffertissima vittoria contro il Venezia la scorsa settimana all’Olimpico, salutata dai fischi assordanti del popolo giallorosso.
Giovedì scorso la sconfitta per 1-0 contro i modestissimi svedesi dell’Elfsborg in Europa League rischia di essere stata la prima seria crepa nella gestione di Ivan Juric. La squadra è scesa in campo senza un’idea concreta di gioco, affidandosi alle sporadiche ed imprecise improvvisazioni dei singoli.
Le preoccupazioni maggiori, però, ancora una volta arrivano dal reparto arretrato. Nonostante la Roma abbia dominato a livello territoriale la gara contro l’Elfsborg, le occasioni più ghiotte nel primo tempo sono state proprio a favore della squadra allenata da Hiljemark. A fine gara Svilar è risultato uno dei migliori, e questo non è mai un buon segnale in generale.
Gli ingressi di Dybala, Pellegrini, El Shaarawy e Dobvyk hanno dato un po’ di slancio e di verve offensiva, con il capitano romanista che ha provato a sfondare in più occasioni, cogliendo anche una clamorosa traversa. Oltre a questo, però, poco o nulla. La squadra non sembra mai voler rischiare la giocata e continua ad affidarsi a passaggi sicuri in un ritmo compassato: gli stessi problemi che si erano visti nella gestione di Mourinho e in quella di De Rossi nell’ultima parte di stagione.
Al termine della gara Juric ha dichiarato che i miglioramenti sono stati “impressionanti”: parole che fanno a cazzotti con la prestazione che si è vista in Svezia, e che non sono piaciute per niente ai romanisti.
Insomma, in casa giallorossa gli allenatori si susseguono ma i problemi strutturali sembrano persistere. La trasferta in Brianza di domani contro un Monza in grande difficoltà rischia di essere già una gara decisiva per il futuro dell’allenatore croato. Dopo la brutta prestazione in Europa League la Roma vuole cercare la terza vittoria consecutiva in campionato.
I tre punti sono fondamentali per non perdere contatto con la parte alta della classifica di Serie A, ma soprattutto i tifosi giallorossi si aspettano delle risposte a livello caratteriale e di gioco sul campo, e non nelle parole.
Serie A
Inter, la Curva Nord: “La tempesta giudiziaria ha rischiato di cancellare 55 anni di storia”
La Curva Nord dell’Inter, dopo il caos in questi giorni nel mondo degli Ultras, ha rilasciato una nota, in cui vengono affrontati e chiariti alcuni punti.
Questa sera, alle ore 20:45, l‘Inter affronterà in casa il Torino. Proprio poche ore prima del match, la Curva nerazzurra (dopo il caos dello scandalo degli Ultras) ha diffuso una nota dove vengono chiariti alcuni argomenti importanti: come la gestione dei biglietti e delle indiscrezioni trapelate nei giorni precedenti.
Inter, la nota della Curva Nord
“Era nostra intenzione attendere ancora qualche tempo per rendere note le linee guida del nuovo corso che si è deciso di intraprendere al Secondo Anello Verde. Le continue indiscrezioni comparse sui giornali ed i messaggi trapelati nel mondo ultras, ci hanno indotto ad anticipare i tempi per non lasciar troppo spazio ad interpretazioni scorrette del nostro pensiero”.
“Ci preme premettere che NULLA E STATO DECISO DI CONCERTO CON LA QUESTURA E LE FORZE DELL’ORDINE come cercato di far passare da alcuni messaggi e testate giornalistiche fuorvianti, le nuove linee di curva sono il frutto del lavoro congiunto di tutti i gruppi appartenenti alla Nord senza condizionamenti !! Andiamo quindi per gradi…”.
“La tempesta mediatica e giudiziaria che si è abbattuta sulla Nord, questa volta ha rischiato veramente di cancellare 55 anni di storia ultras nerazzurra. Il cuore della Nord però si sta dimostrando più forte di tutto e, grazie all’impegno di tutti coloro che han mostrato di credere nel valore che rappresenta il fulcro del tifo nerazzurro, ne stiamo uscendo ancora una volta più forti e consapevoli degli errori commessi”.
“È giusto riconoscere come la deriva che ci ha travolto sia stata anche conseguenza della nostra leggerezza nel monitorare la gestione organizzativa ed economia della curva. Per comprendere al meglio la ragione del punto a cui alcuni impegnati frequentatori e rappresentanti della curva siano arrivati, bisogna partire proprio dalla gestione economica della Nord”.
“I proventi della Nord son sempre stati suddivisi sui vari gruppi della curva che attraverso la distribuzione di gadget e adesivi si autofinanziavano per aiutare i propri frequentatori ad abbattere un minimo i costi di trasferta, contribuire alle spese comuni per la realizzazione di coreografie e partecipare ai costi per gli strumenti del tifo come tamburi megafoni e bandiere”.
“I biglietti che venivano richiesti attraverso i normali canali di distribuzione dell’Inter, venivano regolarmente pagati e l’unico vantaggio offerto dalla società per esigenze di ordine pubblico e organizzativo, era quello di avere un canale prioritario per l’acquisto dei tagliandi nell’interesse comune di permettere ai tifosi più assidui di esser presenti sempre e ovunque a guidare il sostegno alla squadra”.
“In virtù di questo ‘servizio’ offerto da chi gestiva questo spaccato organizzativo consentito dal canale prioritario concordato con la società, al prezzo di costo dei tagliandi i gruppi avevano facoltà di richiedere un sovrapprezzo che veniva accantonato dalla curva per coprire ulteriori eventuali spese comuni straordinarie come quelle per la tutela legale dei frequentatori, magazzini per i materiali di curva, mezzi di trasporto per le coreo, ecc”.
“Questa struttura organizzativa ed economica di curva ricalcava quanto accade più o meno in tutte le curve ma qual è la differenza e come si è arrivati all’escalation economica che ha risvegliato gli evidenti appetiti speculativi di qualcuno? La nostra realtà è cambiata dal momento in cui tutta la gestione di biglietti, materiale e contributi alla curva è stata concentrata su poche persone che dirigevano e controllavano tutti i conti”.
“Questo nuovo sistema gestionale, iniziato dopo il periodo pandemico, ha permesso a poche persone di gestire progressivamente volumi di denaro sempre maggiori grazie anche all‘unificazione della curva dietro un unico striscione che identificasse tutto il movimento ultras nerazzurro. Questi passaggi di ‘accentramento dei poteri’ sono sfuggiti anche ai frequentatori più assidui che, in totale buona fede e sebbene non potessero più avere accesso ai conti, beneficiavano dei servizi che venivano comunque garantiti da chi gestiva l’economia di curva come soprattutto la priorità nell’ottenere i biglietti di trasferta e la copertura dei costi per le coreografie. Il fatto che tutto funzionasse al meglio, i risultati positivi della squadra e la qualità organizzativa di chi gestiva la Nord, ha illuso tutti che si fosse raggiunto il perfetto equilibrio di curva senza rendersi conto di ciò a cui si contribuisse”.
“Chi gestiva la Nord, col consenso dei frequentatori ignari, ha acquisito totale libertà nella produzione di materiale, reperimento contributi, sponsorizzazioni e facoltà nella scelta della quota di sovrapprezzo per la ridistribuzione dei biglietti. Tutte queste attività speculative non hanno mai sfiorato neppure i frequentatori più vicini al direttivo che intanto, grazie alle innegabili capacità nel valorizzare il ‘brand’ Curva Nord, ha potuto far lievitare esponenzialmente i ricavi. Dei presunti profitti derivati da altre attività poi nessuno era a conoscenza e tutti siamo stupiti da quanto abbiamo appreso come tutti dalle ricostruzioni mediatiche”.
“Adesso, forti della pesante lezione subita e degli errori commessi, la Nord si è riorganizzata azzerando l’economia di curva e ritornando alla ripartizione in gruppi che coordinano il tifo rispettando la propria geografia di curva e ripartendosi negli abituali settori storicamente occupati nel Secondo Anello Verde”.
“La gestione del tifo sarà condivisa da un direttivo composta da un rappresentante per gruppo e non vi sarà più alcun ‘servizio biglietteria’ quindi i biglietti, soprattutto per le trasferte, dovranno esser acquistati individualmente dai frequentatori”.
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