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I 30 migliori difensori al mondo secondo ESPN: due sono dell’Inter, Theo…
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10 mesi fail

ESPN ha stilato la lista dei cento migliori giocatori al mondo. Nel secondo appuntamento vedremo i trenta migliori difensori.
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I migliori centrali al mondo secondo ESPN
Antonio Rudiger, fresco campione d’Europa con il Real Madrid, guida la lista dei migliori difensori centrali al mondo. Subito dietro di lui William Saliba dell’Arsenal, mentre Virgil Van Dijk del Liverpool chiude il podio. Volendo dividere i laterali (o chi ci può giocare) dai centrali, il primo a ridosso del podio è Marquinhos.
L’ex-Roma è capitano e recordman di presenze con il PSG, avendoci giocato oltre dieci anni. John Stones ormai è quasi più un centrocampista che non un difensore centrale. E’ appena fuori dalla TOP 10 totale il difensore dell’Inter Alessandro Bastoni: miglior centrale dell’ultimo campionato di Serie A.
L’ex-Juventus De Ligt ha vissuto una prima parte di stagione complessa in Baviera, ma nel girone di ritorno ha saputo ritagliarsi il suo spazio. Ruben Dias continua a essere uno dei difensori più solidi della Premier League e non solo. Pau Torres (che aveva vinto l’Europa League al Villareal) ha confermato quanto di buono fatto in Spagna anche all’Aston Villa, aiutando il suo mentore Unai Emery a centrare la qualificazione in Champions League.
Nonostante una stagione non pienamente convincente, Ibrahima Konate del Liverpool figura nella TOP 30 assoluta di ESPN. Presente anche il capitano del Bayer Leverkusen Jonathan Tah: probabilmente il migliore della linea difensiva a tre di Xabi Alonso. Sempre in Bundesliga sta vivendo una seconda giovinezza Mats Hummels, che anche nella finale contro il Real Madrid ha dimostrato di essere ancora un difensore di altissimo livello.
Ultimi, ma non per importanza, due dei giovani centrali mancini più interessanti del panorama calcistico mondiale. Ovvero Micky van de Ven del Tottenham e Gonzalo Inacio dello Sporting Lisbona: entrambi con un prezzo del cartellino che si avvicina sempre di più alla triplice cifra.
Due soli italiani, Inter e Milan le uniche rappresentate
Il primo fra i prescelti di ESPN a non essere propriamente un difensore centrale è Kyle Walker, sebbene ormai con Guardiola (e prima ancora con Southgate in Nazionale) ricopra oramai stabilmente quel ruolo. Hakimi ha giocato prevalentemente dentro il campo quest’anno con Luis Enrique, adempiendo più o meno agli stessi compiti che il suo maestro chiedeva a Joao Cancelo quando quest’ultimo militava ancora negli Sky Blues.
Ronald Araujo può fare indistintamente sia il centrale di difesa che il laterale a destra, bloccato o di spinta, e come lui il suo compagno di squadra al Barcellona Jules Koundé. Anche Robertson quest’anno con Klopp ha fatto prevalentemente il terzo di sinistra in una difesa a tre, quantomeno in fase di impostazione, ma rimane un laterale di spinta di altissimo livello. A beneficiare del suo “sacrificio” è stato soprattutto Alexander-Arnold.
Il prodotto dell’Academy del Liverpool sta completando la sua metamorfosi da laterale di difesa a centrocampista vero e proprio, tant’è che anche Southgate lo sta impiegando in quella posizione. Il primo italiano (decimo, con i suo compagno di squadra Bastoni undicesimo) è Federico Dimarco. Il prodotto delle giovanili nerazzurre può ricoprire tutti i ruoli della fascia sinistra, dal laterale a quattro al quinto di centrocampo sino al terzo mancino.
Dani Carvajal ha vinto la sesta Champions League della sua storia, con il laterale spagnolo che tra l’altro ha anche segnato nella finale contro il Borussia Dortmund. Come lui soltanto i suoi compagni di squadra (Nacho, Kross e Modric) e la leggenda blanca Francisco Gento. Alphonso Davies è molto più che un semplice laterale di spinta: ai tempi in cui giocava in Canada faceva addirittura l’ala sinistra.
Alejandro Grimaldo e Jeremie Frimpong sono il segreto della stagione trionfale del Leverkusen: due dei laterali che incidono di più nel gioco a livello europeo. Lucas Hernandez può fare indifferentemente il centrale e il terzino, esattamente come Josko Gvardiol che Guardiola utilizza come posizionale a sinistra. Suo fratello Theo, invece, è un’ala prestata alla difesa. Il suo connazionale Ferland Mendy (anche lui vincente nella finale di Wembley) è tornato nel giro della Francia dopo due anni. Di Ben White si farebbe prima a citare i ruoli che non è in grado di ricoprire, ma da laterale destro atipico è diventato una delle chiavi del gioco di Arteta.
La classifica completa:
- Rudiger
- Saliba
- Van Dijk
- Walker
- Marquinhos
- Stones
- Hakimi
- Araujo
- Robertson
- Dimarco
- Bastoni
- Carvajal
- De Ligt
- Davies
- Grimaldo
- Lucas Hernandez
- Ruben Dias
- Gvardiol
- Theo Hernandez
- Alexander-Arnold
- Pau Torres
- Ferland Mendy
- Konate
- Frimpong
- Tah
- Hummels
- White
- Kounde
- Inacio
- Van de Ven

Arda Güler brilla in Copa del Rey: tre assist decisivi nei tempi supplementari per il turco, di cui Ancelotti elogia la visione di gioco.
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Arda Güler continua a impressionare con le sue prestazioni in Copa del Rey. Il giovane talento turco ha fornito ben tre assist nei tempi supplementari nella competizione, dimostrando una capacità di lettura del gioco che ha suscitato l’ammirazione e i complimenti di Carlo Ancelotti. Il tecnico italiano, al termine del match, l’ha elogiato: “Legge il gioco in modo brillante”.
Un futuro promettente per Güler
Le abilità di Güler non sono passate inosservate, e il suo contributo decisivo nei momenti cruciali della partita lo rende un giocatore da tenere d’occhio per il futuro. Questo giovane calciatore turco sta rapidamente diventando una delle promesse più interessanti del panorama calcistico internazionale.
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Fonte: l’account X di Fabrizio Romano
⚪️🇹🇷 Arda Güler has provided 3 assists in Copa del Rey, all of them in extra time.
“He reads the game brilliantly”, says Carlo Ancelotti. pic.twitter.com/fXPunDCOZE
— Fabrizio Romano (@FabrizioRomano) April 2, 2025

Il Bologna vince nettamente la semifinale d’andata di Coppa Italia in casa dell’Empoli. La finale per la squadra di Italiano è a un passo.
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Il Bologna vede la finale di Coppa Italia. Con il netto 3-0 inflitto all’Empoli nella semifinale d’andata in Toscana, la squadra di Italiano ha ormai ipotecato la qualificazione. Un risultato che non lascia spazio a repliche e che avvicina i rossoblù a un traguardo che sembrava impensabile a inizio stagione, quando la squadra stentava a trovare continuità.
Nei mesi, però, la crescita è stata evidente e oggi il Bologna è una delle squadre più in forma e spettacolari d’Europa. L’entusiasmo cresce anche pensando alla storia: l’ultima volta che il club felsineo ha raggiunto la finale di Coppa Italia risale al 1973/74, quando sconfisse il Palermo e alzò l’ultimo trofeo della propria bacheca. A distanza di oltre cinquant’anni, i tifosi adesso sognano un trionfo.

VINCENZO ITALIANO PUNTA IL DITO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Italiano, occasione di riscatto?
Chi sembra avere un rapporto privilegiato con le fasi finali delle Coppe è proprio Vincenzo Italiano. Dopo aver centrato la finale di Coppa Italia con la Fiorentina nella stagione 2022/23 (persa 2-1 contro l’Inter), l’allenatore siciliano è vicinissimo a ripetersi anche con il Bologna due anni dopo.
In mezzo, ci sono anche due finali europee di Conference League, entrambe raggiunte con la Viola: la prima nel 2022 contro il West Ham, la seconda l’anno successivo contro l’Olympiacos. In entrambi i casi, però, la coppa è sfuggita all’ultimo atto.
Quella che si profila all’orizzonte potrebbe quindi essere la quarta finale in tre anni per Italiano, che vuole finalmente scrivere un epilogo diverso.
Il tecnico rossoblù è consapevole che questa potrebbe essere l’occasione giusta per spezzare il tabù. Finora, le sue finali sono state sinonimo di delusione, ma ogni esperienza ha aggiunto qualcosa al suo bagaglio.
Ora, con una squadra che ha trovato la sua identità e che viaggia sulle ali dell’entusiasmo, Italiano ha la chance di prendersi la rivincita personale e, allo stesso tempo, di regalare al Bologna una pagina di storia.
Un successo in Coppa Italia significherebbe tornare a vincere dopo oltre mezzo secolo e proiettare definitivamente la squadra tra le big della Serie A anche per le prossime stagioni.
Focus
Juventus, Nico Gonzalez e il nuovo ruolo con Tudor
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18 ore fail
01/04/2025By
Pietro Mauti
Nella prima Juventus targata Igor Tudor, Nico Gonzalez è stato impiegato esterno di centrocampo in una linea a quattro. Può essere il ruolo giusto per lui?
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Nico Gonzalez, arrivato in estate alla Juventus dalla Fiorentina per 38 milioni di euro, non ha avuto fin qui l’impatto che ci si aspettava in bianconero. L’esterno argentino nei suoi primi nove mesi a Torino, in base al rapporto costo del cartellino-rendimento in campo, ha rappresentato uno dei più grandi buchi dell’acqua impuntati dai tifosi juventini a Thiago Motta e Cristiano Giuntoli. Sotto la guida del tecnico ex Bologna, le prestazioni di Gonzalez hanno spesso lasciato a desiderare. Soltanto 3 gol realizzati in tutte le competizioni, e pochissimi sprazzi del gran giocatore ammirato a Firenze nelle stagioni passate.
Le idee confuse e i continui cambi ruolo apportati da Thiago Motta non l’hanno di certo aiutato: piazzato prima a destra, poi a sinistra, infine da prima punta, quando si era rotto il rapporto tra l’allenatore e Dusan Vlahovic. Adesso, con il nuovo corso di Igor Tudor, le prospettive di Nico Gonzalez alla Juventus sono totalmente diverse. Il tecnico croato, nella prima uscita contro il Genoa, ha schierato il classe 1998 esterno destro a tutta fascia nel suo 3-4-2-1.

NICOLAS GONZALEZ IN AZIONE ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Juventus, la prestazione di Nico Gonzalez da esterno a tutta fascia
Nico Gonzalez, contro il Genoa, è stato schierato largo a destra nel 3-4-2-1 disegnato da Igor Tudor. La prestazione dell’ala della Juventus, in un ruolo inedito, e per giunta con pochi allenamenti, visto che Nico era impegnato con la selezione Argentina, è stata incoraggiante. L’ex viola ha subito giovato della cura Tudor: contro il Genoa ha totalizzato il 75% di dribbling riusciti, la metà dei duelli aerei vinti e 70% di passaggi completati. Ma soprattutto ha colpito i tifosi bianconeri per l’applicazione e l’abnegazione, tanto da terminare la partita con i crampi.
Igor Tudor, nella sua avventura alla Lazio, aveva già sperimentato un evoluzione simile con Mattia Zaccagni e Felipe Anderson. Nella sua esperienza a Roma, l’allenatore chiedeva ai due esterni di restare aperti e alti, provando a supportare i trequartisti e sfruttare l’ampiezza per aprire le difese avversarie. Contro il Genoa si è visto poca manovra offensiva, ma la Juventus che ha in mente Tudor deve essere in grado di creare più occasioni e segnare di più. In questo senso, Nico Gonzalez può rappresentare un’ arma importante.
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