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I 30 migliori centrocampisti secondo ESPN: Rodri numero uno al mondo, ci sono due interisti
ESPN ha stilato la lista dei 100 migliori giocatori al mondo. In questo terzo appuntamento vedremo i trenta migliori centrocampisti.
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I 30 migliori centrocampisti al mondo secondo ESPN
James Maddison ha vissuto una prima parte di stagione strepitosa, prima di infortunarsi a Dicembre nel derby perso contro il Chelsea. Nonostante ciò ha completato l’87,4% dei passaggi tentati, di cui 85,2% nell’ultimo terzo di campo. Nuova vita per Julian Brandt nel ruolo di centrocampista offensivo: uomo chiave nel percorso che ha portato a Wembley il Borussia Dortmund. Zaire-Emery ha frantumato tutti i record di precocità nel PSG.
Enzo Fernandez, la cui crescita è rallentata dopo il Mondiale vinto da protagonista, sarà l’uomo chiave (il suo “nuovo Winks“) nel centrocampo di Maresca. Federico Valverde sta diventando il centrocampista più completo d’Europa. Infatti, occupa le prime posizioni de La Liga nelle statistiche di assist; occasioni da rete create; percentuale di passaggi riusciti; percentuale di tackle e recuperi riusciti.
Lucas Paquetà è il primo giocatore di questa speciale classifica ad aver giocato in Italia. Granit Xhaka è stato il miglior “passatore” dell’ultima stagione di Bundesliga: 3003 passaggi completati in stagione, media di 92,1% passaggi riusciti. Joao Palhinha ha realizzato il maggior numero di tackle (152) nell’ultima Premier League.
Bernardo Silva è il quinto giocatore dell’ultima Premier League per passaggi completati: 824. Gavi era il giocatore del Barcellona che copriva le maggiori distanze in campo prima del suo infortunio ai legamenti del ginocchio lo scorso Novembre.
Inter unica rappresentante italiana: ci sono Calha e Barella
Il primo giocatore militante in Serie A di questa classifica è Hakan Calhanoglu. 1906 passaggi completati nell’ultimo campionato (il quinto in questa speciale classifica) con 5,8 di xA. Solo dieci giocatori, nell’ultimo campionato spagnolo, hanno una percentuale di passaggi riusciti superiore al 90%: fra questi figura Eduardo Camavinga. Mac Allister si è calato alla perfezione nel ruolo di vertice basso che Klopp gli ha ritagliato.
Nessuno in Premier League recupera più palloni (236) di Bruno Guimaraes. Xavi Simons a fine stagione lascerà l’RB Leipzig per tornare al PSG. Chissà che la sua capacità di saltare l’uomo (nei TOP 5 Campionati Europei soltanto due giocatori hanno completato oltre 100 dribbling e contestualmente creato almeno 100 occasioni da gol) non possa dargli una possibilità di giocarsi le sue carte alla corte di Luis Enrique.
Joshua Kimmich non ha risentito della scelta di Thomas Tuchel di arretrarlo a terzino. De Jong non ha vissuto una stagione esaltante, ma nessuno manda in profondità (32 volte) con successo i propri compagni come lui nel campionato spagnolo. Il primo italiano di questa classifica gioca anch’egli nell’Inter: Nicolò Barella.
Il Bayern Monaco quest’anno si è dimostrato quasi “Kane-dipendente“. Infatti, il secondo miglior marcatore della squadra è Jamal Musiala con 12 gol. Kai Havertz ha giocato principalmente da riferimento centrale in questa stagione, ma in questa lista è stato inserito come centrocampista. Kevin De Bruyne ha passato la prima parte di stagione ai box, ma questo non gli ha impedito di diventare il secondo assistman della storia della PL.
Rodri numero uno al mondo, ma quanto Real!
Bruno Fernandes è il miglior giocatore dell’ultimo triennio del Manchester United. E’ infatti primo per presenze (232); gol (79); assist (64); e tiri in porta (249). Dal 2020-2021, ossia da quando ha esordito in prima squadra, nessuno in Spagna ha fatto registrare più xA di Pedri: e non ha neppure compiuto 22 anni.
Il Real Madrid è squadra più rappresentata di questa classifica. Dopo Valverde, in TOP 10 troviamo Aurélien Tchouameni, Toni Kroos e Jude Bellingham: al secondo posto della classifica. Florian Wirtz è uno dei sette giocatori nei TOP 5 Campionati Europei a essere andato in “doppia-doppia”: ovvero 10 gol e 10 assist.
Declan Rice ha fatto fare il salto di qualità all’Arsenal, ma il suo palmares è ancora fermo alla Conference League vinta l’anno scorso con il West Ham: l’Europeo un’occasione per impreziosirlo. Il suo partner di reparto (Martin Odegaard) è il terzo assistman della Premier League: solo Palmer (11) e Watkins (13) hanno fatto meglio di lui. Al primo posto della classifica di ESPN c’è Rodri del Manchester City, che probabilmente avrebbe meritato di vincere l’ultimo Pallone d’Oro: anche se assegnarlo a Messi non è mai un errore.
La lista completa secondo ESPN:
- Rodri
- Jude Bellingham
- Martin Odegaard
- Toni Kroos
- Declan Rice
- Florian Wirtz
- Aurélien Tchouaméni
- Pedri
- Bruno Fernandes
- Kevin De Bruyne
- Kai Havertz
- Jamal Musiala
- Nicolò Barella
- Frenkie De Jong
- Joshua Kimmich
- Xavi Simons
- Bruno Guimaraes
- Alexis Mac Allister
- Eduardo Camavinga
- Hakan Calhanoglu
- Gavi
- Bernardo Silva
- Joao Palhinha
- Granit Xhaka
- Lucas Paquetà
- Federico Valverde
- Enzo Fernandez
- Warren Zaire-Emery
- Julian Brandt
- James Maddison
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Calafiori “centrocampista”: la mossa di Spalletti che ha mandato in tilt Deschamps
Regalo di Thiago Motta a Spalletti e ad Arteta. La metamorfosi di Calafiori, la cui posizione ha fatto andare la Francia in cortocircuito.
Due mancini non posso giocare assieme. Non nell’epoca della costruzione dal basso sempre e comunque, al di là di quanto sia innaturale per un mancino difendere con una postura predisposta sul lato destro.
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Bastoni o Calafiori: il dubbio amletico di Spalletti
Il tema della coesistenza “forzata”, dettata dal fatto che l’Italia (in un periodo così arido di talenti, soprattutto al centro dei ranghi serrati) non possa permettersi di lasciare in panchina uno dei suoi migliori giocatori, fra Bastoni e Calafiori è stato un tema per tutta la durata dell’ultima rassegna europea.
Come far convivere due giocatori abituati a battere le stesse zolle di campo? La scelta più ovvia e più immediata, ovvero portare Bastoni al centro del reparto difensivo, sarebbe andata in controtendenza con i dettami declamati da Spalletti nella conferenza stampa di presentazione della Nations League.
“Metteremo tutti nella condizione di esprimersi al meglio“. Basta esperimenti, quindi, è il sottotesto che emerge dalle dichiarazioni del tecnico di Certaldo. Già, ma come? Come fare a far convivere due giocatori che si sono segnalati al grande pubblico giocando nella stessa posizione, ovvero da braccetti di sinistra?
Luis Enrique indica la strada: esperimento duplicabile?
Uno dei pochissimi esempi di squadra che gioca con due mancini in difesa è il PSG. Sappiamo però che Luis Enrique ha una concezione del calcio estremamente sui generis. Si presentò con due mancini al centro della difesa (in una linea a quattro, per giunta) anche ai penultimi Europei: quando allenava la Spagna.
Esperimento sconfessato quasi subito. Un’impostazione farraginosa e una fase difensiva disastrosa lo portarono a correre ai ripari, adattando Rodri sul centrodestra. Esperimento replicato (seppur solo in parte) quest’anno in Francia, data la necessità di far convivere Pacho e Lucas Beraldo: rivelazione della scorsa Ligue 1.
Nell’impostazione a tre di Luis Enrique l’ecuadoriano gioca al centro del reparto, con il brasiliano (più bravo a scivolare sulla linea laterale in fase di costruzione) dirottato sul centrosinistra. Una soluzione parzialmente adottato anche dallo stesso CT azzurro, con però l’aggiunta di una variante tattica inaspettata.
Le scalate di Calafiori
Orfana di Barella, l’Italia si schiera con il redivivo Tonali e con l’energico Frattesi ai lati della sorpresa di serata: Samuele Ricci del Torino. Nei primi minuti di gara, quelli in cui l’Italia imbarca acqua e non affonda per miracolo, “Samu! Samu!” è l’indicazione maggiormente udibile a provenire dalla panchina degli azzurri.
Il metronomo granata appare spaesato. Frastornato da un compito per lui inedito, ovvero una salida lavolpiana dove il vertice basso del rompo di centrocampo diventa perno centrale di un trittico difensivo. Praticamente un unicum nella storia del calcio, ma il cervellotico esperimento inizia a carburare.
Quando Ricci si abbassa, Bastoni scivola sul centrosinistra. Posizione a lui più congeniale, essendo il ruolo che ricopre abitualmente nell’Inter. E Calafiori? Calafiori viene dentro il campo, avanzando la propria posizione e andando a posizionarsi alla sinistra di Tonali: che nel frattempo si era accentrato.
Metamorfosi kafkiana: ora al top in Premier
La variante tattica, adottata per supplire all’assenza di Barella e andare a (ri)comporre quel centrocampo “di gamba e muscoli” che Spalletti aveva predicato nel pre-gara, funziona a meraviglia. La Francia è una squadra senza equilibrio, dove i quattro attaccanti fanno una fase sola e il neo-milanista Fofana girovaga per il campo.
Le incursioni di Frattesi e Calafiori vanno a nozze con una squadra così lunga e sfilacciata, con i francesi che vengono fatti a fette dalle taglienti transizioni azzurre. La pressione dei transalpini, asfissiante nei primi exit poll di partita, viene alleggerita dalla regia di Ricci e Bastoni. Il difensore nerazzurro risulta essere più confident in prima costruzione, una volta riportato all’interno della sua comfort zone.
Difficilmente questo esperimento sarà replicato quando il tecnico italiano tornerà ad avere tutti gli effettivi a disposizione, ma certamente la metamorfosi di Calafiori è totale. Non più solo un difensore, un terzino o un braccetto ma un giocatore totale. Dotato di grande gamba, ottima tecnica e di una fine intelligenza calcistica. Il regalo di Motta a Spalletti (e ad Arteta) è un giocatore ritrovato, degno dei massimi sistemi.
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Paradosso Frattesi: capocannoniere con l’Italia e riserva nell’Inter
Sontuosa la prestazione di Davide Frattesi con la maglia della nazionale, un gol e una doppietta sfiorata. Il centrocampista fatica a trovare spazio nell’Inter.
⏱️ 61’ | 🔁
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La partita
Bastano pochi minuti per intravedere di che pasta sia fatto Davide Frattesi. Il giocatore alla ripresa recupera un pallone e con un filtrante lo dirige verso Retegui. Da qui il centrocampista individua un pertugio tra la difesa francese e con un inserimento fulmineo riceve palla e insacca alle spalle di Maignan, realizzando la rete del vantaggio azzurro.
Poco dopo lo stesso giocatore sfiorerà la doppietta colpendo di testa, ma questa volta il portiere francese compie un miracolo e gli nega la gioia del gol. Poco dopo il giocatore dell’Inter dovrà abbandonare il campo per un fastidio all’interno coscia: si presuppone che sia semplice stanchezza.
Italia Frattesi-dipendente
Il giocatore in Nazionale è sicuramente il più decisivo della compagine guidata da Luciano Spalletti. Il centrocampista eccelle in inserimenti, recupera palloni e segna anche.
Paradosso Inter
Con il club la storia appare diversa. Per ora il centrocampista ha collezionato solo 53 minuti di gioco totali con i nerazzurri. Questo è dovuto anche al fatto che Inzaghi lo adoperi come jolly, in grado di entrare e spaccare a metà il match. Sicuramente le ultime prestazioni faranno da monito.
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L’Italia batte Francia dopo 16 anni
L’Italia dopo 16 anni torna a battere la Francia, non capitava dal 2008. In casa loro ciò non succedeva da 70 anni, precisamente dall’11 aprile 1954.
🎥 Highlights
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L’Italia vince a 16 anni dall’ultima volta
Fino a ieri sera erano passati ben 16 anni dall’ultima volta che gli azzurri avevano battuto la formazione francese in una gara ufficiale. Era precisamente il 2008, nella partita che valeva il passaggio ai quarti di finale dell’Europeo. In campo quella sera per la nazionale scesero in campo Buffon, Panucci, Grosso, Chiellini, Gattuso, Toni, De Rossi, Cassano, Zambrotta, Perrotta, Pirlo, guidati dal CT Roberto Donandoni.
La formazione azzurra si impose per 2-0 con le reti di Andrea Pirlo e Daniele De Rossi.
In casa loro non accadeva dal 1954
Un altro dato interessante è quello che riguarda l’ultima vittoria ottenuta al di là delle Alpi. Non accadeva infatti di portare i tre punti a casa dal 1954, precisamente domenica 11 aprile alle ore 15. Caso strano e singolare, gli Azzuri si imposero con lo stesso risultato (3-1 sulla Francia) e proprio a Parigi.
In campo allora scesero per l’Italia Ghezzi, Vincenzi, Giacomazzi, Neri, Tognon, Nesti, Boniperti, Pandolfini, Galli, Capello, Frignani. Andarono in gol Galli per due volte e Pandolfini.
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