Serie A
Torino, 31 anni fa un traguardo cruciale per i granata
Torino, 31 anni fa il club conquistava il suo ultimo trofeo: la quinta Coppa Italia nella sua storia. Ripercorriamo quello che è successo il 19 giugno del 1993.
Il 19 giugno 1993, il Torino alza verso il cielo della Capitale la sua quinta Coppa Italia. Trentuno anni fa, i granata guidati da Mondonico, dopo aver sfiorato la conquista della Coppa UEFA l’anno precedente, raggiungono un’altra finale.
A Roma, contro la squadra di Giannini, che include anche Comi e Benedetti passati alla Roma, i granata si sono giocati la Coppa Italia. Nell’andata allo stadio Delle Alpi finisce 3-0, un risultato che sembra una promessa.
Tuttavia, al ritorno, il successo finale arriva dopo una partita al cardiopalma. I padroni di casa, grazie anche a tre rigori e alla generosità dell’arbitro Sguizzato, sfiorano l’impresa di ribaltare il risultato.
Finisce 5-2, e i granata vengono salvati da una doppietta del romano Silenzi: tanto basta ai granata per festeggiare allo stadio, mentre a Torino la festa esplode fino a notte fonda.
Roma-Torino, il tabellino
Di seguito il tabellino della partita che valse la quinta Coppa Italia al Toro:
ROMA-TORINO (5-2)
Roma: Fimiani, Garzya, Piacentini (al 93′ Salsano), Bonacina (al 90′ Muzzi), Benedetti, Comi, Mihajlovic, Häßler, Carnevale, Giannini, Rizzitelli. A disposizione: Di Maggio, Petruzzi, Bernardini.
Allenatore: Boskov.
Torino: Marchegiani, Bruno, Mussi, Fortunato, Cois, Fusi, Sordo (al 90′ Falcone), Venturin, Aguilera (al 77′ Casagrande), Scifo, Silenzi. A disposizione: Di Fusco, Zago, Poggi.
Allenatore: Mondonico.
Arbitro: Sguizzato di Verona.
Reti: Giannini 22′ rig., 50′ rig., 55′ rig (R), Silenzi 45′, 53′ (T), Rizzitelli 47′ (R), Mihajlovic 65′ (R).
Spettatori: 63.646 per un incasso di lire 2.487.010.000.
Gli ammoniti: Giannini, Sordo, Benedetti, Carnevale, Silenzi e Bonacina.
Torino, la celebrazione su X
Il 19 giugno 1993, al termine di una doppia sfida contro la Roma, vincevamo la nostra quinta Coppa Italia! 🏆 pic.twitter.com/z023XC0XTs
— Torino Football Club (@TorinoFC_1906) June 19, 2024
Serie A
Como, Nico Paz: “Convinto dal progetto. Real? Un giorno…”
Il centrocampista del Como Nico Paz ha rilasciato un’intervista ai microfoni di SportWeek in merito al suo trasferimento in estate e non solo.
Di seguito un estratto delle sue parole.
Nico Paz fa il punto
Cosa ti ha convinto del Como?
“Il progetto e le ambizioni, mi ha contattato direttamente Fabregas e mi ha spiegato la sua idea di calcio.”
Chi ti ha stupito di più?
“Perrone, non lo conoscevo. E poi Cutrone: ci intendiamo molto bene, è un piacere servirlo.”
Quattro anni di contratto col Como e il diritto di ricompra del Real. Ti vedi ancora con la camiseta blanca in futuro?
“Speriamo… Ma ora sono al Como e darò tutto me stesso per questa maglia.”
Serie A
Napoli, che impatto dei nuovi! Finora hanno portato 13 gol
Nell’ottimo momento di forma del Napoli ci sono tantissime meriti di Conte, ma i nuovi acquisti stanno realmente facendo la differenza.
Solo poche settimane fa, il Napoli sembrava ancora alle prese con i fantasmi del passato. Il pesante 3-0 subito contro il Verona nella gara d’esordio in campionato aveva riacceso i timori della scorsa stagione, facendo pensare a molti che la squadra fosse destinata a un altro anno di difficoltà.
Ma come spesso accade nel calcio, le cose cambiano in fretta, e oggi il clima che si respira nell’ambiente azzurro è di tutt’altro genere. Il merito va sicuramente al lavoro meticoloso di Antonio Conte, ma ancor più ai nuovi arrivati, che hanno portato dinamismo, qualità e mentalità.
La sessione di mercato ha visto il Napoli tra i protagonisti assoluti, a pari merito con la Juventus per investimenti. Calciatori come Buongiorno, Lukaku, McTominay, Neres e il giovane Gilmour, hanno già mostrato il loro valore in campo. Tutti loro hanno avuto un impatto immediato, dimostrando che, contrariamente a quanto si pensa spesso, non è sempre necessario un lungo periodo di adattamento per integrarsi nei complessi schemi di Conte.
Napoli, i nuovi acquisti subito decisivi
L’attaccante belga è il simbolo di questo rinnovamento. Il suo contributo è stato finora notevole: due reti personali, contro Parma e Cagliari, e tre assist, di cui uno che ha portato al primo gol partenopeo di McTominay.
E poi c’è il brasiliano David Neres, silenzioso e introverso fuori dal campo ma efficace e decisivo con il pallone tra i piedi. In poco più di cento minuti ha già sfornato quattro assist e realizzato il primo gol in maglia azzurra contro il Palermo in Coppa Italia.
Altri nuovi arrivati, come Buongiorno e Spinazzola, hanno subito trovato il proprio ruolo. Spinazzola si è reso protagonista fornendo l’assist per il primo gol di Lukaku, mentre Buongiorno non solo ha siglato l’ultima rete nel 4-0 contro il Cagliari, ma ha anche trasformato completamente la difesa azzurra. Grazie alla sua presenza, il Napoli ha subito un solo gol nelle ultime cinque partite, e per di più su rigore.
La nuova linfa portata da questi giocatori si riflette nei numeri: ben dieci diversi marcatori per le prime quattordici reti stagionali del Napoli, con cinque gol e otto assist già forniti dai volti nuovi. Un inizio davvero promettente, che lascia sperare in una stagione molto diversa da quella scorsa.
Serie A
Bologna-Atalanta, le formazioni ufficiali
Bologna-Atalanta è il Saturday Night della sesta giornata di Serie A. I rossoblù di Italiano ospitano i nerazzurri di Gasperini.
Se qualcuno mi avesse detto che ci sarebbe stato un qualunque punto del campionato in cui il Bologna (reduce dal traumatico passaggio di consegne da Thiago Motta a Vincenzo Italiano) avrebbe avuto gli stessi punti dell’Atalanta, avrei stentato (e non poco) a crederci. E non per l’assenza di qualità nella rosa rossoblù, anzi.
Per quanto il merito della straordinaria stagione dello scorso anno venga attribuito quasi esclusivamente al lavoro del tecnico italo-brasiliano, i felsinei hanno una rosa di assoluto livello. Nel calcio i “miracoli” (termine che io aborro e che svilisce il lavoro dell’area tecnica) non esistono e i risultati non arrivano “per caso”.
Il Bologna non era solo Thiago Motta; Calafiori; Zirkzee o Ferguson. Il Bologna era soprattutto una squadra costruita bene, da persone che sanno di calcio e che conoscono il gioco. Tuttavia, c’erano tutti gli elementi per pensare che i rossoblù sarebbero passati attraverso una stagione di grandi cambiamenti e soprattutto difficoltà.
L’assenza di giocatori importanti come i sopracitati, alcuni per infortunio (Ferguson) altri per la loro legittima volontà (Calafiori e Zirkzee) di sposare progetti più ambiziosi. Il vecchio adagio secondo il quale la conferma è sempre più difficile dell’imposizione. La mancanza di abitudine a giocare le coppe europee, in una stagione in cui (e lo stiamo vedendo con tutte le big) il nuovo format drena molte più energie che negli anni passati.
In ultimo (ma non per importanza) lo sciagurato arrivo in panchina di un habitué dell’underperforming: un maestro assoluto nell’arte del fallimento. E, fino all’insperata (e convincente) vittoria di Monza, i prodromi della classica stagione “alla Italiano” s’intravedevano funesti. Nubi che, invece, sono comparse tutte insieme e all’improvviso al Gewiss, dopo un’estate in cui si è rapidamente passati dall’esaltazione alla depressione.
La Dea, sin qui, è stata lunatica e incostante. Male con il Real Madrid, poi benissimo a Lecce. Quindi male con il Torino e malissimo con l’Inter, poi la vittoria di carattere contro la Fiorentina e il pareggio convincente in Champions League contro l’Arsenal. Quindi un altro stop in atteso, con un tris subito in casa dal Como.
La sensazione (e lo ripeto da inizio anno) è che molti a Bergamo si siano convinti che il ciclo dell’Atalanta sia finito qui. Che la vittoria, dai contorni fiabeschi, di Dublino, contro l’imbattibile Bayer Leverkusen di Xabi Alonso, sia stato uno zenit impossibile da replicare. I tentennamenti di Gasperini; la querelle Koopmeiners; i capricci di Lookman; un mercato che non sembra aver dato ma quasi tolto.
Ad abbattere ulteriormente il morale della truppa, nella più classica e al tempo stesso crudele rappresentazione plastica della Legge di Murphy, il doppio (grave) infortunio occorso a Scalvini e Scamacca. Se tutto ciò che può andare male andrà male, allora forse sarebbe stato meglio chiudere il cerchio con l’insperato trionfo in Europa League. Per fare meglio a Gasperini rimarrebbe solo lo Scudetto: a oggi pura utopia.
Bologna-Atalanta ci racconterà di due grandi protagoniste in crisi dello scorso campionato, che però, con due percorsi diversi e in due momenti di forma antitetici, arrivano a scontrarsi appaiate in classifica. Oggi una delle due potrebbe tirarsi fuori dalle sabbie mobili e dare continuità a quanto di buono si è visto (seppur a tratti) in questo inizio di stagione, e spedire l’altra in un circolo vizioso di dubbi e incertezze da cui sarebbe difficile uscire.
Bologna-Atalanta, le formazioni ufficiali
Di seguito le formazioni ufficiali di Bologna-Atalanta.
BOLOGNA (4-3-3): Skorupski; Posch, Beukema, Lucumi, Lykogiannis; Aebischer, Freuler, Fabbian; Orsolini, Castro, Ndoye. Allenatore: Vincenzo Italiano.
ATALANTA (3-4-2-1): Carnesecchi; Kossounou, Djimsiti, Kolasinac; Bellanova, De Roon, Ederson, Ruggeri; De Ketelaere, Brescianini; Lookman. Allenatore: Gian Piero Gasperini.
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